Parigi, seconda metà degli anni venti.
Marie è la giovane moglie di Stephan, un uomo che vive ai margini della legge ricettando opere d’arte rubate.
Un giorno suo marito viene arrestato e imprigionato e la giovane donna, esauriti i pochi risparmi, si trova a dover abbandonare la camera d’albergo che occupava con suo marito.
Senza mezzi di sussistenza,Marie è costretta ad accettare l’invito di una coppia di ricchi borghesi,Heidler e Lois; lui è un agiato bohemienne che vive di rendita, lei una annoiata pittrice per diletto.
Heidler ha un rapporto perverso con sua moglie; non le nasconde i tradimenti ed infatti è reduce da una relazione terminata drammaticamente in cui la sua amante si è uccisa, il tutto avvenuto sotto gli occhi di Lois, che sembra indifferente alla cosa.
L’invito fatto dalla coppia a Marie non è disinteressato; l’uomo infatti subisce il fascino della giovane Marie e ben presto ne fa la sua amante, convincendola un po con il suo fascino e un bel po con la promessa di occuparsi di lei e di suo marito quando uscirà di prigione.
Marie però non ha affatto dimenticato suo marito, che continua ad andare a trovare tutti i sabati in carcere, professandogli il suo amore incondizionato.
Durante questi incontri la giovane donna assicura la sua fedeltà totale al marito,che però un giorno esce dal carcere e ben presto scopre la natura del suo legame con Heidler.
E’ arrivato il momento, per Stephan,di incontrare i protettori di sua moglie; i quattro si incontrano e Stephan giura di vendicarsi di Heidler.
Ma le cose assumono una piega assolutamente imprevista; Marie lascia Heidler convinta di poter riconquistare suo marito che invece allaccia una relazione con l’amante di un suo compagno di prigionia.
A questo punto Marie è di nuovo sola; abbandonato l’amante, abbandonata dal marito e nuovamente priva di mezzi di sostentamento accetta la corte di un amico di suo marito…
Tratto dall’omonimo romanzo di Jean Rhys e diretto da James Ivory Quartet esce nelle sale nel 1981; film elegante e formalmente inappuntabile possiede tutte le qualità che vengono universalmente riconosciute al regista di Berkley.Una accuratissima ricostruzione ambientale, una raffinata fotografia, un’eleganza formale e ricercata in ogni minimo particolare del film.
Pure Quartet è un film freddo e al tempo stesso stilisticamente impeccabile, con una trama molto semplice che segue le vicende della protagonista principale, Marie e della coppia che la ospita e marginalmente di Stephan,marito di Marie per il quale si parteggia ma solo all’inizio.
L’intreccio di relazioni pericolose tra i protagonisti si scioglie nel finale,quando l’uscita di galera di Stephan chiuderà il cerchio; fino a quel momento il film vive sulla relazione proibita che si stabilisce tra il ricco, annoiato e vizioso Heidler,la sua compiacente moglie Lois e la debole Marie, che pure conserva l’affetto per suo marito.
Ma alla fine a pagare il conto più salato sarà proprio la giovane sposa, perchè dovrà scappare dal triangolo vzioso nel quale si è rinchiusa all’inizio solo per sopravvivere, in seguito anche per il fascino che Heidler esercita su di lei;Stephan conosciuta la natura del rapporto che lega sua moglie a Heidler finirà per scegliere un’altra donna e Marie, rimasta ormai sola senza più i suoi protettori e senza suo marito finirà per accettare la corte di un altro uomo.
Il quartetto quindi si scioglie una volta tanto senza drammi e senza scossoni:ognuno riprende la sua vita, la recita può continuare.
Ivory descrive minuziosamente gli ambienti, fa del suo meglio per fornire le motivazioni delle scelte dei protagonisti;eppure il film resta comunque inerte, freddo e non coinvolgente proprio perchè sono poco coinvolgenti i personaggi, che non ispirano alcun sentimento forte se non quello della curiosità.
Quello che invece colpisce è la ricostruzione della vita parigina sul finire degli anni 20;la seconda guerra mondiale è ancora lunga da venire e la città tentacolare sembra oziosamente sprofondata nell’amoralità.
La coppia Heidler-Lois è composta da due ricchi inglesi che hanno scelto Parigi per vivere di rendita,indolenti pigri ma al tempo stesso perversi e viziosi mentre Stephan e Marie sono l’esatto opposto essendo il primo un rifugiato polacco che vive ai margini della legge e la seconda una provinciale.
Lo scontro tra le due radici culturali avviene sullo sfondo di una Parigi ricca di lustrini e cafè chantant, di luci e tentazioni, di vizio e libertinaggio nascosto tra le pieghe apparenti della città multi culturale e multi etnica.La bella Marie lo scoprirà a sua spese, quando cercando di fare la modella rischierà di finire nella produzione di un film porno.
Un film raffinato e intenso ma poco coinvolgente; esemplificando possiamo paragonare Quartet ad un libro dalla splendida la copertina quindi ma il cui contenuto non seduce.
Il cast invece si muove bene; bravi i quattro protagonisti con una menzione particolare per la Adjani, bravissima nel rendere il personaggio di Marie pieno di sfumature inespresse, quasi priva di una sua volontà precisa e preda sopratutto degli eventi.
Quartet è un film che esiste in digitale e che quindi restituisce splendidamente le morbide atmosfere di Ivory, tuttavia non è di facile reperibilità.
Un film di James Ivory. Con Isabelle Adjani, Alan Bates, Maggie Smith Drammatico, durata 101′ min. – Gran Bretagna, Francia 1981.
Alan Bates: H.J. Heidler
Maggie Smith: Lois Heidler
Isabelle Adjani: Marya Zelli
Anthony Higgins: Stephan Zelli
Pierre Clémenti: Théo il pornografo
Suzanne Flon: Mme Hautchamp
Daniel Mesguich: Pierre Schlamovitz
Sheila Gish: Anna
Armelia McQueen: cantante di night club
Wiley Wood: Cairn
Virginie Thevenet: Mmoiselle Chardin
Daniel Chatto: Guy
Bernice Stegers: Miss Nicholson
Paulita Sedgwick: Esther
Regia James Ivory
Soggetto Jean Rhys (romanzo)
Sceneggiatura Ruth Prawer Jhabvala
Produttore Ismail Merchant, Jean-Pierre Mahot, Humbert Balsan (produttore associato), Connie Kaiserman (produttore associato)
Casa di produzione Merchant Ivory Productions, Lyric International
Fotografia Pierre Lhomme
Montaggio Humphrey Dixon
Musiche Richard Robbins
Scenografia Jean-Jacques Caziot
Costumi Judy Moorcroft
L’opinione di Kotrab dal sito http://www.filmtv.it
E’ il primo Ivory che vedo e sono abbastanza soddisfatto: come dice FilmTv il film è piuttosto algido anche nello stile, ma questo è un punto di forza per un soggetto che altrimenti sarebbe naufragato. Bravissimi attori come la Adjani, Higgins (I misteri del giardino di Compton House), la Smith e Bates sostengono egregiamente la prova.
L’opinione di Lucius dal sito http://www.davinotti.com
Tratto dal romanzo di Jean Rhys, la pellicola di Ivory colpisce in primis per le impeccabili scenografie e per i costumi che danno un cospicuo contributo nel ricreare un’epoca magica come quella degli anni 20. La Adjani, diafana ed eterea, è un’artista che si ritrova a fare i conti con la propria arte e con una situazione economica tipica di tanti grandi artisti, tra incontri sbagliati (finirà anche su un set hard) e rapporti perversi, in un crescendo di situazioni al limite dell’insostenibilità. Finale amaro.
Isabelle Adjani
Maggie Smith
Anthony Higgins
Alan Bates
