La licenziosa Cristiana,mentre è in viaggio in aereo,fa l’amore per scommessa con il suo boy friend Luca.
Spaventata da una turbolenza,la ragazza giura che se uscirà viva dalla disavventura si farà monaca;così scampata a quella che lei crede la sua fine,Cristiana mantiene la promessa ed entra in convento.
Qui però non resiste ai richiami della carne e dopo aver concesso le sue grazie ad un giovane e allaccia una ambigua amicizia con un’altra suorina dalla vocazione traballante,Eleonora.
Rintracciata dal suo ex amante Luca,che entra nel convento in cui vive per sfuggire alla polizia,Cristiana scopre una notte il suo uomo a letto con suor Eleonora.
Dopo alcune vicissitudini,che la porteranno a diventare una prostituta,Cristiana troverà pace ai suoi tormenti nel peggior modo possibile.
Cristiana monaca indemoniata è un film diretto dal solito Sergio Bergonzelli nel 1973.
Incautamente accostato al filone conventuale,del quale riprende solo la tematica della suora per caso,il film è chiaro espediente per contrabbandare scene erotiche ad uso e consumo del pubblico guardone.
A parte la trama assolutamente inconsistente,il film ha una sceneggiatura lacunosa e rabberciata alla bene e meglio,con incongruenze di ogni tipo,senza tener conto del sottile ma forse involontario anticlericalismo che lo pervade.
Dopo le discrete prove di Nelle pieghe della carne e Io Cristiana studentessa degli scandali il regista di Alba mostra di gradire molto più l’interesse della platea più infima che quello dei critici,con risultati visibili in questa e nelle opere successive,come Il compromesso… erotico (Menage a quattro) e La trombata – quattro ladroni a caccia di milioni opere se vogliamo di livello ancora più basso.
Film da evitare come la peste,con attori ai minimi storici della recitazione, a partire da una pessima Magda Konopka per finire alla protagonista
Toti Achilli.
Brutto in modo patologico,è praticamente scomparso e oggi circola solo una coppia quasi inguardabile ricavata da una VHS.
Cristiana monaca indemoniata – La vocazione
Un film di Sergio Bergonzelli. Con Vassili Karis, Magda Konopka, Toti Achilli, Jerry Ross, Marco Guglielmi, Bruno Boschetti, Carla Mancini,
Eva Czemerys Erotico, durata 90 min. – Italia 1973.
Toti Achilli … Cristiana
Magda Konopka … Suor Eleonora
Vassili Karis …Massimo Raggi
Gerardo Rossi … Luca
Maria Virginia Benati … Madre Superiora
Marco Guglielmi … Prof. Paolo
Eva Czemerys … Madre di Cristiana
Regia:Sergio Bergonzelli
Sceneggiatura: Sergio Bergonzelli
Musiche:Nevil Cameron e Elvio Monti
Fotografia: Antonio Maccoppi
Montaggio:Vincenzo Vanni
L’opinione di Ezio dal sito http://www.filmtv.it
Uno dei peggiori trash della storia del cinema.Una ragazza sopravvissuta da una disgrazia aerea si fa suora e poi …..
giu’ alla grande con il sesso e con chi capiti a tiro ,dentro al convento.Trama zero,erotismo zero noiosita’
a mille.Uno dei tonaca-movie piu’ brutti che il cinema abbia realizzato.Quasi inguardabile.
L’opinione di mm40 dal sito http://www.filmtv.it
Scritto e diretto da Sergio Bergonzelli, garanzia di modestissimi mezzi e ancor meno mestiere, questo Cristiana monaca indemoniata
si pone, sia pur di poco, sopra alla media delle produzioni trash/erotico/demenziali (anche involontariamente) del periodo per due caratteristiche,
essenzialmente. La prima è quella di rappresentare in sè una sorta di parabola a tutti gli effetti cristiana (peccato, mancata redenzione, inferno):
ma difficilmente un film del genere, in cui orge, perdizione, carnalità trionfano con compiaciuto gusto dall’inizio alla fine della storia,
senza traccia alcuna di pentimento o di senso di colpa, potrebbe essere apprezzato da uno spettatore di profondo spirito religioso.
La seconda particolarità è invece l’eterogeneità dello sviluppo della trama: la pellicola comincia quasi come un porno, poi si butta nel filone conventuale
(parallelo al decamerotico, in quel momento popolarissimo) e infine degenera nel trash più assurdo, illogico e tirato via, aperto e chiuso da due scene
d’azione girate in maniera – a voler essere gentili – approssimativa. Ai limiti di Bergonzelli si aggiungono comunque quelle dei suoi attori,
non eccelsi (Magda Konopka è il nome maggiore), in un prodotto che accosta con giustezza forma e contenuto: mediocri entrambi.
L’opinione di deepred89 dal sito http://www.davinotti.com
Forse ci starebbe il pallino singolo, ma sarebbe un peccato far inabissare nell’oceano delle vaccate tale assurdo, dozzinale e a suo modo imprevedibile
miscuglio di generi e umori, peraltro recitato neanche malissimo e con curiose musiche tra il liturgico e il progressive. Forma grezzissima (e la marcia copia
circolante non aiuta), con palesi riempitivi (l’interminabile striptease) e ampie cadute nel ridicolo, ma resta la forte sensazione di una premeditata presa in giro,
verso la chiesa, gli hippies e gli spettatori.
