In questa seconda parte dedicata alle soundtrack cinematografiche,shewolf ed io abbiamo fatto una scelta molto differenziata,spaziando sia tra vari generi musicali che tra epoche storiche in cui i film sono usciti sugli schermi.Due brani italiani e sei stranieri compongono questa nuova selezione,che include hit ormai diventate parte integrante del nostro costume oltre che compagne dei nostri ascolti.Vi auguriamo una buona lettura.
Harry Nilsson,Everybody’s Talkin’ dal film Un uomo da marciapiede (1969)
Everybody’s talking at me
I don’t hear a word they’re saying
Only the echoes of my mind
People stopping, staring
I can’t see their faces
Only the shadows of their eyes
I’m going where the sun keeps shining
Through the pouring rain
Going where the weather suits my clothes
Banking off of the northeast winds
Sailing on a summer breeze
And skipping over the ocean like a stone
I’m going where the sun keeps shining
Through the pouring rain
Going where the weather suits my clothes
Dustin Hoffman e John Voight in Un uomo da marciapiede (1969)
Everybody’s Talkin’ è un brano folk rock indissolubilmente legato ad un coraggioso film drammatico del 1969 diretto da John Schlesinger, Un uomo da marciapiede. La pellicola, vincitrice di ben tre Premi Oscar (miglior film, regia e sceneggiatura) vede Dustin Hoffman nella parte di un piccolo truffatore italo americano zoppo, Enrico Salvatore Rizzo, detto Sozzo, alle prese con la quotidianità spietata dell’ostile ambiente metropolitano newyorkese. Accanto a Hoffman, nel film, compare un eccezionale Jon Voight nel ruolo del cowboy texano, ovvero, aspirante gigolò, Joe Buck. In origine, la canzone fu scritta e promossa da Fred Niel nel 1966, ma il successo arrivò con l’interpretazione di Harry Nilsson e, come anticipato, con l’uscita del film. All’apparenza, Everybody’s Talkin’ raffigura i futili sogni di evasione dei due protagonisti disadattati, i quali cercano di fuggire da New York per godersi i raggi del sole in Florida. Tuttavia, il testo segue una chiave di lettura più profonda, raffigurando l’incapacità delle persone introverse di comunicare con gli altri: I don’t hear a word they’re saying (…) I can’t see their faces, trasmette un triste sentimento di “invalidità” sociale. Così, il “non sentire” e il “non vedere”, inducono alla ricerca di un sollievo, alla partenza per un ambiente amico: il mare e la brezza estiva. Numerose sono le cover di questo brano – quasi un centinaio – realizzate da nomi illustri della scena musicale mondiale: Stevie Wonder, Neil Diamond, Liza Minnelli, Tony Bennett e Louis Armstrong.
Harry Nilsson
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B.J.Thomas,Raindrops Keep Falling On My Head dal film Butch Cassidy And The Sundance Kid (1969)
“Raindrops keep fallin’ on my head
And just like the guy whose feet are too big for his bed
Nothin’ seems to fit
Those raindrops are fallin’ on my head, they keep fallin’
So I just did me some talkin’ to the sun
And I said I didn’t like the way he got things done
Sleepin’ on the job
Those raindrops are fallin’ on my head, they keep fallin’
But there’s one thing I know
The blues they send to meet me won’t defeat me
It won’t be long till happiness steps up to greet me”
Fotogramma tratto dal film Butch Cassidy And The Sundance Kid
Burt Bacharach e Hal David scrissero questo brano per il western Butch Cassidy and The Sundance Kid diretto da George Roy Hill, con protagonisti – per la prima volta insieme – Paul Newman (Butch Cassidy) e Robert Redford (The Sundance Kid). Per i due compositori delle famose “Don’t Make Me Over” e “I Say A Little Prayer”, il brano rappresentò il primo successo milionario! Fu Bacharach a convincere B.J. Thomas ad interpretare la canzone, omettendo, però, di riferire che nomi come Bob Dylan e Ray Stevens rifiutarono di assumere il compito. In seguito al successo riscontrato, Thomas dichiarò: “Ero nel posto giusto al momento giusto e, probabilmente, ho ottenuto la loro miglior canzone di sempre.” Infatti, tra 1970 e 1971, la canzone ottenne una serie di riconoscimenti: Premio Oscar, Golden Globe, BAFTA (premio Anthony Asquith), Grammy e molti altri. E’ interessante notare come, in seguito, il brano fu impiegato in numerose altre pellicole, tra le quali: Boys on the Side (1995), Spy Hard (1996), Clockwatchers (1997), Confessions of a Dangerous Mind (2002), Spiderman 2 (2004).
B.J.Thomas
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Stayin’ Alive – The Bee Gees dal film Saturday Night fever
Well, you can tell by the way I use my walk
I’m a woman’s man: no time to talk
Music loud and women warm, I’ve been kicked around
Since I was born
And now it’s all right, it’s OK
And you may look the other way
We can try to understand
The New York Times’ effect on man
Whether you’re a brother or whether you’re a mother
You’re stayin’ alive, stayin’ alive
Feel the city breakin’ and everybody shakin’
And we’re stayin’ alive, stayin’ alive
Ah, ha, ha, ha, stayin’ alive, stayin’ alive
Ah, ha, ha, ha, stayin’ alive
John Travolta nel film
Satuday Night Fever si è iscritta nella storia dell’arte musicale e cinematografica come una delle poche colonne sonore che definiscono un genere: disco music. Pubblicato nel ’77, proprio quando l’istituzione della discoteca raggiunse il massimo dello splendore commerciale,popolare, il LP si trovava in perfetta simbiosi con i successi dei Trammps “Disco Inferno” e dei Kool & The Gang “Open Sesame “. Da “Stayin’ Alive” a “More Than a Woman”, le musiche di questo doppio album hanno la forza di trasformare qualsiasi ambiente in una pista da ballo, sciogliendo l’imbarazzo dei danzatori dilettanti e stuzzicando la fantasia dei professionisti. Il doppio LP fu venduto in oltre 15 milioni di copie e, quindi, Satuday Night Fever divenne la colonna sonora più acquistata nella storia, almeno fino all’uscita di The Bodyguard.
In principio, The Bee Gees, non furono inclusi nel progetto Satuday Night Fever. I produttori decisero che avrebbero dovuto creare la colonna sonora del film in seguito al successo ottenuto con ” You Should Be Dancing” nell’estate del 1976. Quindi, i fratelli Gibb scrissero le canzoni in una sola settimana in uno studio francese. Da quel momento la musica avrebbe cambiato le loro vite per sempre! Il film ebbe un successo enorme e la colonna sonora si dimostrò un capolavoro globale assoluto. Ben tre canzoni si aggiudicarono il primo posto nelle hit-list mondiali, ma ” Stayin ‘ Alive” divenne il brano pilastro dell’epoca disco.
The Bee Gees
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Claudio Baglioni,Fratello sole sorella luna dal film omonimo (1972)
Dolce sentire
come nel mio cuore,
ora umilmente,
sta nascendo amore.
Dolce capire
che non son piu’ solo
ma che son parte
di una immensa vita,
che generosa
risplende intorno a me:
dono di Lui
del suo immenso amore.
Ci ha dato il cielo
e le chiare stelle
fratello sole
e sorella luna;
la madre terra
con frutti, prati e fiori
il fuoco, il vento,
l’aria e l’acqua pura
fonte di vita,
per le sue creature
dono di Lui
del suo immenso amore
Un bellissimo fotogramma tratto dal film Fratello sole sorella luna
Nel 1972 un ancor poco conosciuto Claudio Baglioni incide per la celebre Rca la colonna sonora del film Fratello sole sorella luna,film diretto da Franco zeffirelli e ispirato
alla vita di san Francesco d’Assisi.
Il brano esce in versione 45 giri con una scelta assolutamente inusuale;contiene infatti tre brani invece dei canonici due.
Oltre al citato Fratello sole sorella luna,ci sono infatti due temi intitolati Preghiera semplice e Canzone di San Damiano.
Una canzone che si ispira chiaramente all’opera del grande santo di Assisi e al suo Cantico delle creature.
Il pensiero francescano è reso dal cantante romano con parole semplici ma dirette.
E’ il primo successo popolare di Caludio Baglioni,che di li a poco avrebbe conosciuto una enorme popolarità con Questo piccolo grande amore;
un successo che portò il brano ad essere utilizzato in molte funzioni religiose,in concomitanza con il sempre maggior diffondersi dell’uso
di chitarre e strumenti acustici nelle chiese.
Fra le cover realizzate in concomitanza o in seguito all’uscita del film e del brano segnalo la bella versione di Donovan.
Claudio Baglioni
Lo splendido banner del film
Insieme a te non ci sto più,Caterina Caselli (1968) tema del film La stanza del figlio
Insieme a te non ci sto più, guardo le nuvole lassù
Cercavo in te la tenerezza che non ho
La comprensione che non so trovare in questo mondo stupido
Quella persona non sei più, quella persona non sei tu
Finisce qua, chi se ne va che male fa!
Io trascino negli occhi dei torrenti di acqua chiara
Dove io berrò, io cerco boschi per me
E vallate col sole più caldo di te!
Insieme a te non ci sto più, guardo le nuvole lassù
I protagonisti del film La stanza del figlio cantano Insieme a te non ci sto più
Una canzone divenuta famosa più per il refrain (Arrivederci amore ciao) che per il titolo,Insieme a te non ci sto più.
Un brano che non è stato scritto per un film, ma che alla fine è divenuto parte integrante di pellicole di successo,come
La stanza del figlio di Nanni Moretti,di Arrivederci amore, ciao di Michele Soavi oltre a Manuale d’amore e La conosci Claudia.
Canzone che parla di un amore finito,con parole semplici ma dirette,composta da Paolo Conte,all’epoca ancora poco conosciuto e da Michele Virani su
un testo di Pallavicini.
Portata al successo da Caterina Caselli nel 1968,non ebbe un grandissimo successo quando uscì;
viceversa,con il passare degli anni si è trasformata in un cult assoluto,oggetto di una rivalutazione anche critica e sopratutto di innumerevoli cover,
fra le quali una delle più belle porta la firma di Franco Battiato
Caterina Caselli
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Up Where We Belong -Joe Cocker e Jennifer Warnes dal film Ufficiale e gentiluomo (1982)
Some hang on to used to be
Live their lives looking behind
All we have is here and now
All our lives, out there to find
The road is long
There are mountains in our way
But we climb a step every day
Love lift us up where we belong
Where the eagles cry
On a mountain high
Love lift us up where we belong
Far from the world we know
Where the clear winds blow
La celebre scena finale del film protagonisti Gere e la Winger sulle note del brano di Cocker e della Warnes
Up Where We Belong è il brano più famoso contenuto nella soundtrack del film Ufficiale e gentiluomo diretto nel 1982 da Taylor Hackford.
Un testo non banale,con una splendida musica opera di Jack Nitzsche (autore del tema di Qualcuno volò sul nido del cuculo) e di Buffy Sainte-Marie,
che fa da sfondo alla sequenza più importante del film,quella finale in cui Zack prende in braccio Paula e la porta fuori dalla fabbrica nella quale lavora.
Incredibilmente,il brano rischiò di essere tagliato dal film per colpa del produttore Simmons che giudicava la canzone troppo debole e sopratutto Jennifer Warnes inadatta al ruolo di seconda voce.
Il successo strepitoso del brano,che vinse l’Oscar come miglior canzone oltre al Golden Globe e al BAFTA,fece giustizia della miopia del produttore.
La stessa Warnes dimostrò quanto Simmons si sbagliasse incidendo uno dei più grandi successi della storia delle soundtrack,quella (I’ve Had) The Time of My Life colonna sonora di Dirty Dancing – Balli proibiti.
La splendida voce roca di Cocker si integra perfettamente a quella armonica e melodiosa di Jennifer Warnes in un contrasto di tonalità assolutamente unico.
Joe Cocker e Jennifer Warnes
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Blowin’ in the Wind (1962),Bob Dylan uno dei temi del film Forrest Gump
How many roads must a man walk down
Before you call him a man?
Yes, ‘n’ how many seas must a white dove sail
Before she sleeps in the sand?
Yes, ‘n’ how many times must the cannon balls fly
Before they’re forever banned?
The answer, my friend, is blowin’ in the wind,
The answer is blowin’ in the wind.
Fotogramma tratto dal film Forrest Gump
“Quante volte le palle di cannone dovranno volare prima che siano bandite per sempre?”
Nessuna retorica,nessun auto compiacimento.
La guerra è una sporca cosa,sempre.Anche quando è spacciata per guerra di libertà.
Dylan compone questa canzone anti militarista,la più famosa di sempre con Imagine di Lennon nel 1962 e la pubblica
l’anno seguente nel suo album capolavoro,The Freewheelin’ Bob Dylan.
Il successo planetario del film porta Dylan ad un successo talmente vasto da farlo innalzare dal ruolo di folk singer
a quello di poeta.
Per molti americani il cantautore di Duluth non è solo un bravo compositore,ma un autentico poeta.
Che peraltro è malvisto dalle autorità proprio per il suo impegno pacifista.
Blowin’ in the Wind viene inserito nella soundtrack del film Forrest Gump di Robert Zemeckis del 1994.
Se il film in qualche modo è l’esaltazione dell’americano medio,anche se rappresentato in questo caso da un anti eroe
non particolarmente dotato come Forrest,il brano di Dylan (cantato dalla Baez,splendidamente) segna una delle tappe importanti del film stesso,
la parte più felice e rigorosamente anti guerra del Vietnam.
Numerosissime le cover che il brano ha avuto nel corso degli anni successivi,fra le quali segnalo quelle di Neil Young,
Stevie Wonder,Bruce Springsteen, Elvis Presley.
Bob Dylan
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The end (1967),The Doors uno dei temi del film Apocalypse now
This is the end, beautiful friend
This is the end, my only friend, the end
Of our elaborate plans, the end
Of everything that stands, the end
No safety or surprise, the end
I’ll never look into your eyes
Again
Can you picture what will be
So limitless and free
Desperately in need
Of some stranger’s hand
In a desperate land
“Questa è la fine,amici”,canta Morrison mentre infuria la sporca guerra in Apocalypse now
Un poeta,Jim Morrison e dieci anni dopo un film lirico e stupendo,il più bel film antimilitarista della storia,Apocalypse now di Coppola.
Un binomio vincente che lega indissolubilmente un brano esistenzialista e un film che indaga sulla parte più oscura dell’animo umano,
a sua volta si ispira ad un libro “nero”,Cuore di tenebra di Conrad.
Morrison con i Doors ha fatto decine di versioni live di questo brano,cambiando di volta in volta parte del testo ed esecuzione.
E non fa eccezione neanche la versione inserita nel film,che si spegne e si riaccende in modo quasi magico mentre sullo schermo
sfilano i fotogrammi del film di Coppola.
“Questa è la fine, bellissima amica
Questa è la fine, la mia sola amica, la fine
La fine dei nostri piani raffinati
La fine di tutto quello che ci sta intorno”
Nel brano c’è quasi un presagio della storia futura di Morrison,destinato a morire a soli 28 anni appena quattro anni dopo
il successo di questa The end.
The Lizard King raggiunge con questo brano le vette più alte della sua poesia innovativa e rivoluzionaria;ancora una volta
sono le sue parole a rendere più compiutamente il significato di questo brano ed in generale della sua opera:
“Se la mia poesia cerca di arrivare a qualcosa, è liberare la gente dai modi limitati in cui vede e sente”
Jim Morrison e i Doors
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