La morte dell’anziana signora Mancuso,assicurata per una somma molto rilevante,pone sull’allerta la compagnia d’assicurazioni che gestiva la polizza sulla vita della stessa signora.Delle indagini viene incaricato Nanni Brà,agente della compagnia,che deve stabilire se la morte sia stata accidentale,avvenuta con dolo o se trattasi di suicidio. In questo ultimo caso infatti la compagnia non risarcirebbe i cinque legittimi eredi della Mancuso,quattro donne e un uomo.
Le analisi tossicologiche dimostrano senza alcun dubbio che la morte non è stata naturale,come del resto ribadito dai cinque Mancuso. Ad attrarre Nanni è sopratutto Cinzia,la più piccola dei Mancuso,una bella donna dal carattere fragile,insicuro.Tra i due nasce una relazione,che all’inizio lo stesso Nanni sottovaluta. L’uomo infatti sembra più intenzionato a scoprire la verità sulla misteriosa morte che ad impegnarsi sentimentalmente,visto che ha già una relazione,peraltro traballante.Cinzia sembra sempre più confusa,stretta tra un’inspiegabile rimorso e l’attrazione che Nanni Bra suscita in lei.Le cose prendono una piega tragica.In realtà Cinzia ha aiutato sua madre a morire,dietro pressioni di quest’ultima.Per Nanni non ci sono alternative:la compagnia deve risarcire gli eredi,che,a conoscenza dell’omicidio perpetrato da Cinzia, hanno coperto la stessa,palesemente incapace di intendere e volere. Deciso a rivelare i retroscena della storia,Nanni si reca in città con Cinzia,che però si mette alla guida e che provoca un incidente,chiaramente voluto e cercato.
Il finale mostra la scena dell’incidente;un camionista spiega,disperato,la dinamica del sinistro agli agenti accorsi sul luogo.La donna ha invaso la sua corsia e si è schiantata sul camion.Nanni è morto all’istante e Cinzia forse riuscirà a cavarsela…
“Senza sapere niente di lei” è un film di Luigi Comencini,un noir decisamente in tono minore,almeno alla luce delle capacità del regista e delle sue opere precedenti.Un film sostanzialmente freddo,troppo dialogato e di scarso peso specifico.Colpa anche della mancata empatia che si stabilisce nei confronti della coppia protagonista sullo schermo di una storia piuttosto anonima,senza grosse idee e portata avanti quasi per onor di firma.
Glaciale la Pitagora,palesemente in imbarazzo, mentre Leroy,doppiato in modo quanto meno discutibile con una vocetta troppo giovane rispetto alla maturità del personaggio interpretato,non riesce a scuotere il film da un diffuso torpore che alla fine si trasmette allo spettatore. Un film non di certo brutto quanto piuttosto piatto.La storia non ha presa,i personaggi della famiglia Mancuso non sono empatici e il film non decolla mai.
Il romanzo di Antonio Leonviola non viene quindi riportato sullo schermo con l’efficacia che meritava;la sceneggiatura di Comencini e di Suso Cecchi D’Amico,Raffaele La Capria e Leopoldo Machina resta nelle intenzioni.Piatta anche la colonna sonora di Ennio Morricone,che non fa balenare il classico raggio di luce che illumini il film o che lo renda degno di nota.
Dimenticato ben presto, “Senza sapere niente di le”i è rimasto per quasi mezzo secolo un invisibile.Esiste in rete una versione registrata dalla tv,di buona qualità,all’indirizzo You tube https://www.youtube.com/watch?v=g1ZiugfE3BI
Senza sapere niente di lei
Un film di Luigi Comencini. Con Philippe Leroy, Silvano Tranquilli, Paola Pitagora, Gabriella Galvani, Umberto D’Orsi, Ettore Geri, Graziella Galvani,Sara Franchetti, Elisabetta Fanti, Fabrizio Moresco Giallo, durata 96 min. – Italia 1969
Philippe Leroy: Nanni Brà
Paola Pitagora: Cinzia
Sara Franchetti: Pia
Giorgio Piazza: avv. Polli
Elisabetta Fanti: l’amante di Nanni Bra
Graziella Galvani: Giovanna
Silvano Tranquilli: ing. Zeppegno
Umberto D’Orsi: Dante
Fabrizio Moresco: Orfeo
Franca Sciutto: infermiera ospedale di Livorno
Regia Luigi Comencini
Soggetto Antonio Leonviola
Sceneggiatura Suso Cecchi D’Amico, Raffaele La Capria, Antonio Leonviola, Luigi Comencini, Leopoldo Machina
Casa di produzione Rizzoli Film
Distribuzione (Italia) Cineriz
Fotografia Pasqualino De Santis
Montaggio Nino Baragli
Musiche Ennio Morricone
Scenografia Franco Bottari, Ranieri Cochetti
Costumi Giulia Grifeo
L’opinione di emmepi8 dal sito http://www.filmtv.it
Tratto da un romanzo e co sceneggiato con l’autore del romanzo, Cecchi d’Amico ed il regista. La figura femminile è esemplare, e si vede che il regista è stato attratto da questa, trovando anche l’attrice ideale. Quello che perde è nello sfaldamento della storia, ondulante e nel personaggio principale maschile, male scritto e peggio interpretato.Peccato si vede che Comencini teneva molto al film, ma evidentemente ha trascurato troppo il resto.
Opinioni tratte dal sito http://www.davinotti.com
Galbo
Non conosciutissimo film di Comencini, ha la struttura di un giallo, ma forse la storia interessa poco al regista che punta maggiormente sulla caratterizzazione dei personaggi e dimostra una buona capacità di ricostruzione ambientale. Bene interpretato, ha tuttavia il limite di una certa freddezza narrativa e la scarsa attitudine a coinvolgere lo spettatore.
Il Gobbo
Assicuratore indaga sulla morte di una signora e ne avvicina la figlia iniziando una relazione. Nasce giallo ma vira presto verso il dramma sentimentale molto “d’epoca” questo film di Comencini che accusa spesso battute a vuoto. Leroy poco adatto alla parte, la Pitagora caruccia ma senza carisma, una storia che delude. Nonostante i grandi nomi (D’Amico e La Capria in sceneggiatura, Morricone alla musica, e ancora P. De Santis, Baragli…) una riuscita modesta.
Homesick
Occluso dalla preminenza dell’idillio tra l’intraprendente Leroy e la bella e disinibita Pitagora, l’esile spunto giallo affiora di rado e con immane fatica, estinguendo nel dramma sentimentale ogni conato di suspence: d’altronde la sovrabbondanza di dialoghi, l’azione pressoché nulla e le musiche di Morricone – suadenti ma monocordi – rammentano l’origine letteraria del film, tratto appunto dal romanzo “La morale privata” di Antonio Leonviola. Confermativo per i due attori capifila, apprezzabile per le energiche caratterizzazioni di D’Orsi e Geri.
Cotola
Giallo piuttosto mediocre nonostante la regia di Comencini ed una sceneggiatura scritta tra gli altri da Suso Cecchi D’Amico e Raffaele La Capria. Il problema principale è proprio lì: fallisce sia dal punto di vista contenutistico, sia da quello del puro intrattenimento visto che, nonostante il genere, non riesce mai ad avvincere davvero. Buona la coppia d’attori principale Pitagora-Leroy.
