Il sogno del barone Frankenstein è quello di creare una creatura vivente utilizzando parti di corpi di persone defunte.Con l’aiuto del fedele assistente dottor Charles Marshall,Frankenstein conduce una serie di esperimenti su animali e alla fine, confortato dai risultati raggiunti, prova il grande passo.
Utilizzando il cuore e il cervello di un uomo impiccato, Frankenstein ottiene così una creatura mostruosa che è viva si, ma che è anche assolutamente ingestibile.
La creatura si ribella a qualsiasi forma di controllo e alla fine uccide il barone; non contento, il mostro semina terrore e morte fra i civili accanendosi in particolar modo su coloro che avevano aiutato il barone nel suo progetto, fornendo la materia prima per i suoi esperimenti.
Poichè il mostro è assolutamente invincibile e sfugge alla cattura della polizia, Tania, figlia del barone, a sua volta ricercatrice e laureata in medicina decide di creare un’altra creatura dalla mostruosa forza fisica in grado di combattere la creatura originaria.
Ottenendo l’aiuto del dottor Marshall che è anche suo amante, lady Frankenstein costruisce un altro mostro utilizzando il corpo di un servitore con problemi mentali ma dalla grandissima forza fisica.
Per fare ciò, convince il dottore della necessità di trapiantare cuore e cervello nella nuova creatura;ma a giocare a fare il padreterno evidentemente si rischia troppo, così Tania riesce a uccidere il mostro ma viene a sua volta uccisa dall’amante ormai trasformato anch’esso in una creatura senza controllo
Ispirato al romanzo di Mary Shelley,scritto dalla stessa fra il 1816 e il 1817, quando aveva soltanto 19 anni,La figlia di Frankenstein, distribuito anche come Lady Frankenstein è un horror debole e sfilacciato diretto nel 1971 dai registi Ernst R. von Theumer (che si firma Mel Welles) e da Aureliano Luppi.
Welles,molto più noto come attore che come regista (nove titoli nella sua filmografia, assolutamente irrilevanti) e Luppi,alla sua unica regia costruiscono un film senza grosso interesse,un horror a cui mancano i fondamentali per creare le premesse di un film originale.
A parte il soggetto tra i più usati della storia del cinema, al film manca qualsiasi profondità psicologica sulle motivazioni del barone e sopratutto sulla tragica figura del mostro, pieno di complessità psicologiche che erano presenti nel romanzo della Shelley.
Ne vien fuori un pastrocchio debole e senza ritmo, a cui va aggiunta anche la mancanza di effetti speciali che diano credibilità alla pellicola stessa; l’atmosfera gotica del romanzo è praticamente assente, nonostante la tenebrosa location che al solito è ambientata nel castello di Balsorano.
La protagonista femminile, Rosalba Neri, è bellissima e seducente ma non basta a dare dignità ad una pellicola senza verve e senza smalto.
Il finale affrettato poi distrugge anche quel poco di buono che si era visto nella pellicola; poichè il film è stato trasmesso più volte in tv, è stato anche pesantemente mondato dalle scene in cui compare la Neri in abiti succinti con il prevedibile risultato di rendere ancor più confuso il racconto.
Basti pensare che l’edizione originale, che dura 1ora e 33 minuti si riduce nella versione italiana ad 1 e 23 minuti, con ovvie conseguenze sulla leggibilità della pellicola.
Una pellicola da dimenticare, quindi; non fosse per la presenza della Neri e di Joseph Cotten saremmo di fronte ad una pellicola da annoverare a tutti gli effetti tra gli z movie.
Lady Frankenstein
Un film di Mel Welles (Ernest Von Theumer). Con Joseph Cotten, Rosalba Neri, Paul Müller, Herbert Fux, Mickey Hargitay, Paul Whiteman Horror, durata 84 min. – Italia 1971.
Joseph Cotten … Barone Frankenstein
Rosalba Neri … Tania Frankenstein
Paul Muller … Dr. Charles Marshall
Peter Whiteman … La Creatura
Herbert Fux … Tom Lynch
Renate Kasché … Julia Stack
Mickey Hargitay Capitano Harris
Lorenzo Terzon … Assistente di Harris
Ada Pometti …Moglie del contadino
Andrea Aureli … Jim Turner
Joshua Sinclair … John
Richard Beardley … Simon Burke
Petar Martinovitch … Jack Morgan
Adam Welles …Bambino
Regia: Mel Welles, Aureliano Luppi
Sceneggiatura:Dick Randall,Edward Di Lorenzo
Romanzo originale:Mary Shelley
Musiche:Alessandro Alessandroni
Fotografia:Riccardo Pallottini
Montaggio:Cleofe Conversi
Production Design:Francis Mellon
Design Costumi :Maurice Nichols
L’opinione di Undying dal sito http://www.davinotti.com
Il tema è horror puro, e ricalca, in maniera piuttosto contorta, il solito dottore intento ad armeggiare parti di corpo umano, onde dare corso alla sua “creatura”. C’è la mitica Rosalba Neri, ma l’atmosfera gotica, mal gestita per via d’un reparto trucco davvero mediocre, svilisce anche a causa di un finale fatto con “l’accetta”. Figura, in una parte, anche Paul Muller, attore già visto nel miglior Amanti d’Oltretomba ed in seguito ingaggiato come presenza fissa nel terrificante ciclo TV Lucio Fulci presenta. Passato CUT su Rete 4…
L’opinione di Ciavazzaro dal sito http://www.davinotti.com
Horror italiano abbastanza confuso, fuori tempo. A fare la parte della mattatrice c’è la Neri e vi è la partecipazione di Cotten (che purtroppo è molto breve). Nota d’onore anche per il caratterista Paul Muller. Assurdo il finale, mentre il make-up della creatura è abbastanza ridicolo.
L’opinione del sito http://www.filmtv.it
Defunto lo “scienziato pazzo”, la figlia ne segue le orme.
Il barone Frankenstein e il suo aiutante dottor Marshall portano finalmente a termine il loro folle esperimento: ma la “creatura” si rivela fin da subito malvagia e incontrollabile, seminando morte e terrore ovunque e scegliendo come prima vittima il proprio demiurgo. A questo punto Tania, la figlia del barone, persuade Marshall – da sempre invaghito di lei – a ripetere il trapianto usando se stesso come “donatore” e il corpo del forzuto ma demente garzone Thomas come “ospitante”: l’idea, però, si rivela tutt’altro che felice…
Partecipazione limitata e “alimentare” del glorioso Cotten a un sexy-horror di bassissimo profilo.
