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Doppio delitto

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Doppio delitto locandina 1

Con più di un occhio al protagonista del film di Luigi Comencini La donna della domenica, il commissario Santamaria, Stefano Vanzina alias Steno dirige nel 1977 Doppio delitto, usando come protagonista principale proprio Marcello Mastroianni, che nel 1975 era stato brillante interprete del film tratto dal romanzo di Fruttero e Lucentini.
Il film è una contaminazione di diversi generi: giallo,venature thriller e commedia all’italiana,leggero e gustoso, senza essere nulla di trascendentale.
Una pellicola che non si propone altra ambizione se non quella di rendere piacevoli le due ore esatte di girato, attraverso la narrazione di una vicenda gialla in cui i delitti che vengono compiuti non hanno nulla di sanguinolento, anzi.
Protagonista del film è Bruno Baldassarre, un commissario relegato nell’ufficio dei corpi di reato per aver involontariamente contribuito (anche comicamente) alla fuga di un assassino.

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Peter Ustinov e Marcello Mastroianni

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                                                                                                   Ursula Andress

Un uomo rassegnato ormai al suo destino di poliziotto fuori dalle indagini, con una vita privata deprimente,con una mgolie che vive separata da lui e con un figlio adolescente,Daniele, con il quale per fortuna ha un buon rapporto.
Un mezzogiorno, mentre è a pranzo nella trattoria nella quale è solito consumare il tradizionale pasto da single,Baldassarre ode delle grida provenire dallo stabile posto sulla trattoria.Quando il poliziotto giunge all’interno del palazzo patrizio si trova davanti una scena drammatica.
Sulle scale sono riversi il principe Prospero Dell’Orso, e l’elettrotecnico Romolo Colasanti, fulminati da una scarica elettrica che ha inspiegabilmente ucciso i due.
Incaricato delle indagini, Baldassarre inizia ad interrogare gli inquilini dello stabile, scoprendo che tutti avevano in realtà un motivo per volere la morte del principe, il vero bersaglio dell’ignoto assassino.

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Agostina Belli

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A partire da Anna Dell’Orso, la bella principessa moglie del defunto, attrice ambiziosa e sopratutto beneficiaria di un’ingente assicurazione legata alla vita del marito, per proseguire poi con Henry Hermann, uno scrittore amico di Anna in procinto di realizzare un film proprio sulla vita del principe.
Ancora, Alex, il debosciato, entrambi legati da vincoli di parentela con il defunto principe e infine la bella Teresa,nipote dell’elettrotecnico Colasanti morto accanto al Principe.
Proprio con Teresa il commissario stringe amicizia, finendo per scoprire che la ragazza altri non è che la figlia naturale del principe, quindi erede di tutte le sue sostanze.Le indagini portano Baldassarre a scoprire la verità che si nasconde dietro il doppio delitto…
Un film ingenerosamente bollato come minore nella filmografia del grande Steno,considerato quasi un passo falso dopo il travolgente successo di Febbre da cavallo del 1976 e coevo di Tre tigri contro tre tigri che realmente era un film medicore; in realtà la sceneggiatura,opera dello stesso Steno con la collaborazione dell’inossidabile coppia Age e Scarpelli funziona benissimo, con la creazione di un giallo che porta a spasso lo spettatore fra dubbi e falsi indizi, fino alla sorpresa finale, con nel mezzo siparietti gustosi nel pieno spirito di Vanzina.

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Gran cast, quello assemblato da Steno:a parte il citato Mastroianni, che interpreta a modo suo il simpatico personaggio di Baldassarre, c’è uno strepitoso,ironico Peter Ustinov, la sempre bellissima Ursula Andress,una bella e simpatica Agostina Belli e l’attore preferito di Godard e di Rivette, quel Jean Claude Brialy che in questo film sembra recuperare quello stile umoristico troppo a lungo trascurato dai registi con i quali lavorava.
Ottimo anche Pino Scaccia,in un film dalla gradevole colonna sonora composta da Riz Ortolani.
Due ore che passano in fretta,come avrà modo di verificare chiunque guardi il film, che è disponibile su Youtube all’indirizzo http://www.youtube.com/watch?v=yLEl7Yl92sI in una versione ricavata da un passaggio televisivo recente, con ottima definizione e un ottimo audio.

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Doppio delitto
Un film di Steno. Con Peter Ustinov, Marcello Mastroianni, Ursula Andress, Agostina Belli, Mario Scaccia, Giuseppe Anatrelli, Jean-Claude Brialy, Gianfranco Barra, Nando Paone Giallo, durata 111′ min. – Italia 1977.

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Doppio delitto banner protagonisti

Ursula Andress: Principessa Dell’Orso
Gianfranco Barra: Cantalamessa
Agostina Belli: Teresa Colasanti
Mario Scaccia: Marino Cianciarelli
Peter Ustinov: Henry Hellman
Jean-Claude Brialy: Van Nijlen
Marcello Mastroianni: Bruno Baldassarre

Doppio delitto banner cast

Regia Steno
Soggetto Ugo Moretti (romanzo “Doppia morte al governo vecchio”)
Sceneggiatura Steno, Age e Scarpelli
Casa di produzione Primex
Distribuzione (Italia) P.I.C.
Fotografia Luigi Kuveiller
Montaggio Antonio Siciliano
Musiche Riz Ortolani
Costumi Mario Ambrosino

Doppio delitto banner recensioni

L’opinione di mmciak dal sito http://www.filmtv.it

In conclusione un buon Film,dove Steno miscela in maniera sublime il filone della nostra”Commedia all’Italiana” con il giallo e ci coinvolge grazie a
un buon personaggio accomodante,che si trova un indagine per togliersi dall’archivio dov’era finito per uningenuità che aveva fatto,con un
Cast affiatato e che gira come un orologio mischiando le carte e mandandoti fuori strada,e rappresenta uno dei lavori migliori di Steno e durantela visione hai nostalgia diquel Cinema dell’epoca.

L’opinione di foxycleo dal sito http://www.filmscoop.it

Tratto dal romanzo “Doppia morte al Governo Vecchio” di Ugo Moretti questo poliziesco diretto da Steno non è del tutto convincente. Le atmosfere non sono particolarmente suggestive sebbene il film si lascia guardare tranquillamente. Il cast è composto da grandi nomi in primis Mastr.oianni, qui un po’ sottotono, poi una giovane Agostina Belli e un’affascinante Ursula Andress, leggermente stucchevole il personaggio interpretato da Ustinov.

L’opinione del sito http://www.ilgiallo.wordpress.com

Non un capolavoro, sia chiaro, ma nemmeno un mezzo bidone come vogliono far credere. Personalmente l’ho seguito dall’inizio alla fine senza sbadigliare e senza desiderare finisse troppo alla svelta, segno che qualche qualità la pellicola ce la deve pur avere.
Da un romanzo di Ugo Moretti gli sceneggiatori Age & Scarpelli hanno estratto un giallo ambientato a Romam un po’ troppo stereotipato, che per certi versi strizza troppo l’occhio ai classici francesi, con un cast di tutto rispetto. Da buon melomane, segnalo l’ottima colonna sonora di Ritz Ortolani.

L’opinione di Tomastich dal sito http://www.davinotti.com

Similare al successivo Giallo napoletano (nelle intenzioni soprattutto), questo Doppio Delitto vanta un’ambientazione romana deluxe e un cast di caratteristi/attori che hanno fatto grande il cinema di genere italiano. Il thriller funziona bene (paradossalmente anche più di tanti italian-thriller da due spiccioli) e la scena finale è argentiana più che mai.

Doppio delitto locandina 2



La domenica del diavolo

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La domenica del diavolo locandina

Rita,Elena e Francesca,tre belle ragazze con l’hobby dell’atletica, decidono di passare un week al mare nella villa di Elena.
Sulla spiaggia, le tre ragazze conoscono casualmente Mario,Bruno e Pierluigi,tre balordi che malauguratamente le donne invitano nella villa.
Sarà l’inizio di un incubo, che vedrà però le ragazze riuscire a liberarsi dei tre, uno dei quali ucciso improvvidamente con un giavellotto (sic).
Finale a sorpresa…
Trama esilissima, ricalcata pari pari dal più famoso dei rape and revenge, L’ultima casa a sinistra, La domenica del diavolo è un thriller insipido e noioso, caratterizzato solo dai numerosi nudi delle tre attrici protagoniste, che non lesinano centimetri, anzi metri di pelle.

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Film giocato tutto sui soprusi che il trio canagliesco esercita sulle tre ragazze, che alla fine si riveleranno meno sprovvedute di quel che sembra; a parte le doti fisiche, nessuna delle tre attrici protagoniste, ovvero Christiana Borghi, Elisabetta Valgiusti e Monica Como mette in mostra qualcosa oltre il fisico mentre tra i maschi l’unico credibile è Antonio Cantafora mentre decisamente ai limiti della fantascienza è la partecipazione dell’attore comico Crocitti nei panni di uno dei tre compari.
Crocitti, scomparso due anni fa, ha un volto grassoccio e simpatico agli antipodi quindi dal carognone che dovrebbe interpretare.
E in fondo è questo il limite di un film uscito nel 1979, ovvero nel periodo in cui la crisi del cinema è ormai irrimediabile, con una contrazione consistente di biglietti staccati e di spettatori.

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Il regista, Raimondo Del Balzo,è qua al suo quarto lavoro dei sei globalmente diretti, due dei quali avevano avuto un discreto successo;si tratta dei lagrima movie L’ultima neve di primavera e Bianchi cavalli d’agosto.Se però Del Balzo era sembrato a suo agio con i due film strappalacrime, dimostra di non avere il polso adatto alla direzione di un thriller, oltre ad essere penalizzato abbastanza chiaramente dal budget risicato messogli a disposizione dalla produzione.
Il regista si spegnerà poi nel 1995 a soli 56 anni.
Del film è scomparsa la versione presente su You tube, mentre è presente sui p2p in una accettabile qualità.

La domenica del diavolo
un film di Raimondo del Balzo,con Antonio Cantafora,Vincenzo Crocitti,Christiana Borghi,Elisabetta Valgiusti,Monica Como,Dirce Funari Drammatico, Italia 1979

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La domenica del diavolo banner protagonisti

Antonio Cantafora …Pier Luigi
Vincenzo Crocitti … Mario
Christiana Borghi … Rita
Elisabetta Valgiusti … Elena
Monica Como … Francesca
Giancarlo Prete … Bruno
Dirce Funari … Silvia

La domenica del diavolo banner cast

Regia:Raimondo Del Balzo
Sceneggiatura:Raimondo Del Balzo,Candido Simeone
Produzione:Candido Simeone
Musiche:Stelvio Cipriani
Fotografia:Maurizio Gennaro
Montaggio:Cleofe Conversi e Marcello Malvestito
Makeup Department :Emilio Trani

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L’opinione del sito http://www.nocturno.it

Conosciuto anche col quantomai incomprensibile titolo Midnight Blue, è diretto proprio da quel Raimondo Del Balzo famoso per il lacrima-movie L’ultima neve di primavera che qui però si scatena nell’erotismo e in un bel festival dell’ovvio e del già visto.
Cosa succede a tre atlete (Cristiana Borghi, Elisabetta Valgiusti e Monica Como) che decidono di passare il week end nella villa al mare di una di loro prima che il pullman della polisportiva le riporti sui campi da gioco? Succede che vengono abbordate da tre individui che non promettono nulla di buono, che prima si mostrano gentili e poi si rivelano quello che sono: pericolosi ricercati evasi. Certo che Crocitti, con quella faccia da gnocco fritto, è abbastanza improbabile come maniaco, la fuga delle ragazze dagli aguzzini è girata coi piedi e il colpo di scena finale involontariamente ridicolo.
Il tutto è condito con dialoghi da brivido e con una musica lounge di Stelvio Cipriani che non c’entra niente.
Da vedere probabilmente solo per la massiccia dose di nudi generosi e per la discreta violenza con cui le ragazze si vendicano delle tre canaglie. C’è anche Dirce Funari.
L’opinione del sito http://www.bmoviezone.wordpress.com

La domenica del diavolo è un classico filmetto thriller imbastito sulla struttura classica del rape & revenge: tre avvenenti ragazze, con la passione dell’atletica, decidono di passare qualche giorno di relax al mare nella villa di una di loro; l’arrivo improvviso di tre uomini sconvolgerà tutti i loro piani. La presenza di Christiana Borghi, Elisabetta Valgiusti e Monica Como giustifica la visione di questa pellicola debole, con dialoghi ridicoli e situazioni assurde: oltre ai loro numerosi nudi, mostrati di buon grado da Del Balzo (regista famoso per i suoi “Lacrima-movie”, melodrammi altamente drammatici e strappalacrime), rimane ben poco: una fotografia a volte sopra la media, un’atmosfera soleggiata che ricorda alcuni gialli “marittimi” di inizio anni Settanta, e qualche scena memorabile per la sua inverosimiglianza (il giavellotto come arma d’offesa). Dei tre bruti si salva il solo Antonio Cantafora, perfettamente a suo agio nel ruolo, mentre il caratterista romano Vincenzo Crocitti è alquanto improbabile nei panni del criminale. Le musiche lounge di Stelvio Cipriani, spesso ciliegina sulla torta per alcuni gialli usciti nei Settanta, qui – seppure non disprezzabili – sono del tutto sconclusionate per le atmosfere della pellicola in questione. L’anno successivo Ruggero Deodato farà uscire La casa sperduta nel parco, praticamente uguale sia dal punto di vista del plot che da quello – ahimè – del risultato stilistico.

L’opinione del sito http://www.bizzarrocinema.it

Se idee riuscite come l’anomala ambientazione solare, l’originale evoluzione narrativa (che inizia da un’ottica reazionaria per divenire velatamente femminista nella parte finale) e l’inclusione nel cast delle splendide presenze femminili di Christiana Borghi, Elisabetta Valgiusti e Monica Como facevano presagire il meglio, a conti fatti il prodotto finale non si discosta molto da rape’n’revenge ben più imprevedibili come L’ultimo treno della notte (1975) o Non violentate Jennifer (1978). Sul versante erotico, l’estetica di fondo degrada astutamente verso le concessioni del prossimo cinema hard (senza tuttavia osare l’esplicito), mentre tecnicamente si alternano ottime soluzioni visive a strafalcioni a dir poco ingiustificati: come conciliare l’ispirata sequenza del giavellotto finale con continui errori di montaggio e fotografia, spesso virata con un effetto notte inguardabile? Complice forse la fretta, l’interessante idea di partenza si dissolve in nulla minuto dopo minuto, portando i circa 80′ minuti di girato verso una conclusione frettolosa ed impropria, talmente paradossale da apparire persino comica. Restano nello spettatore il ricordo dei corpi e i volti magnifici delle tre protagoniste, e la musica ipnotico/straniante del maestro Stelvio Cipriani. Non memorabile, ma piacevole.

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La domenica del diavolo locandina 2


Italia a mano armata

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Italia a mano armata locandina 1

Con Italia a mano armata, per la regia di Franco Martinelli (Marino Girolami) (1976) si conclude la trilogia ideale dedicata alle imprese del commissario Betti, inaugurata da Roma violenta dello stesso Martinelli e proseguita da Umberto Lenzi con Napoli violenta.
La trilogia, comunemente definita del “commissario” termina bruscamente, senza ripensamenti: il commissario Betti, che aveva scansato la morte in varie occasioni viene freddato in un agguato mentre  sta per avere un colloquio con una donna, in un clima apparentemente tranquillo e che verrà infranto dalla raffica di mitra dei killer.
Il terzo e ultimo capitolo delle avventure del commissario Betti si apre con il commissario stesso alla ricerca di un gruppo di quattro balordi che ha rapito dei bambini a bordo di uno scuola bus,subito dopo una rapina fallita. Il gruppo con gli ostaggi si rifugia in un casolare.

Italia a mano armata 2
Vengono scoperti per l’imprudenza di uno dei componenti la banda, che ferma una ragazza in bici e successivamente tenta di stuprarla.
Grazie alla denuncia della ragazza, la polizia arresta tutti i componenti della banda salvando così i giovani ostaggi tranne uno che viene ucciso dai banditi.
Betti però si mette alla ricerca di colui che secondo una sua intuizione è la vera anima del sequestro,Jean Albertelli, un uomo d’affari milanese che dietro la maschera della rispettabilità dell’uomo d’affari nasconde invece losche attività legate al traffico di droga e di armi.
Dopo una serie di vicissitudini, durante le quali il commissario finirà anche dietro le sbarre, come conseguenza di un complotto messo su proprio da Albertelli,il commissario Betti riuscirà a fare giustizia.
Ma l’appuntamento con la sorella del bambino morto durante il rapimento gli sarà fatale…
Italia a mano armata è il più tradizionale dei polizieschi all’italiana, i cosiddetti poliziotteschi,girato con ritmo e senso del colpo di scena da Marino Girolami,che riprende come già detto la figura di Betti, uomo dallo spiccato senso d’onore e dai metodi spicci se non brutali.

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Dopo aver diretto Lo sgarbo, Roma violenta e Roma, l’altra faccia della violenza Girolami chiude con Italia a mano armata le sue regie nel genere poliziesco con questo film di grana grossa ma di buona fattura, caratterizzato da un ritmo molto veloce e dall’uso insistito della violenza.
Memorabile la scena dello stupro, estremamente realistica mentre di sicuro effetto è la sequenza finale, girata negli ultimi secondi in bianco e nero, quasi a stigmatizzare il clima di odio e di violenza che si respirava in quegli anni.
Siamo nello stretto ambito dei film polizieschi e questo indubbiamente nuoce al fascino esercitato dal film verso larghi settori della critica;i recensori dell’epoca amavano davvero poco prodotti come questo dedicati ad una larga parte di pubblico.
Popolari, spesso violenti e nichilisti, i polizieschi erano film in cui l’azione predominava su tutto, erano film in cui frequentemente mancava una trama lineare a tutto vantaggio della velocità d’azione.
Italia a mano armata, pur rispettando i clichè del genere, si distingue proprio per l’impianto narrativo e per la scorrevolezza del film stesso, che tiene avvinti fino alla fine.

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Il cast comprende Maurizio Merli, un abituè dei film polizieschi, che incide a suo modo nell’economia del film e un gruppo di validi partner fra i quali si segnalano John Saxon e Raymond Pellegrin.
Il film è disponibile su Youtube all’indirizzo http://www.youtube.com/watch?v=TmjVwsZWAp0 in una eccellente versione.
Italia a mano armata
Un film di Franco Martinelli. Con Maurizio Merli,John Saxon, Toni Ucci, Raymond Pellegrin,Mirella D’Angelo, Daniele Dublino, Fortunato Arena, Sergio Fiorentini, Carlo Valli Poliziesco, durata 100′ min. – Italia 1976

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Italia a mano armata banner protagonisti

 Maurizio Merli: commissario Betti

John Saxon: Jean Albertelli
Raymond Pellegrin: commissario Arpino
Toni Ucci: Raffaele Cacace
Mirella D’Angelo: Luisa: la sorella del ragazzino ucciso
Sergio Fiorentini: Salvatore Mancuso
Aldo Barberito: maresciallo Ferrari
Massimo Vanni: Massimo Fabbri, l’agente infiltrato
Enzo Andronico: Antonio Boretti, il “palo” all’interno della banca
Nello Pazzafini: un carcerato
Maurizio Mattioli: un carcerato
Carlo Valli: Rocchi, il deliquente che scappa dai tetti
Fortunato Arena: Carlo Morel
Daniele Dublino: Luzzi, il deliquente con l’accento francese
Franco Borelli: Bertoli
Dino Mattieli: Attardi
Marcello Monti: Torri
Giovanni Vannini: Il magistrato che arresta Betti
Philip Dallas: Il direttore del carcere
Costantino Carrozza: un uomo nella banca
Cesare Di Vito: Il dottore
Adolfo Lastretti: Lazzari
Antonio Maimone: L’avvocato di Abertelli
Attilio Dottesio: uno dei deliquenti
Sergio Smacchi: uno dei deliquenti

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Regia: Franco Martinelli
Sceneggiatura:Leila Buongiorno,Gianfranco Clerici,Vincenzo Mannino
Musiche: Franco Micalizzi
Scenografia: Antonio Visone
Fotografia:Fausto Zuccoli
Montaggio:Vincenzo Tomassi
Costumi:Silvana Scandariato

Italia a mano armata banner recensioni

L’opinione del sito http://www.pollanetsquad.it/

Una rapina al Banco di Torino, un pulmino con a bordo una scolaresca freddamente sequestrato, è questa l’aria che si respira in Italia, un paese colpito quotidianamente da aggressioni violentissime atte a destabilizzarne l’apparato sociale, politico ed economico. Il film del ’76 si sviluppa dapprima a Torino, poi a Milano, e quindi a Genova, triste e bellissima, dove Jean Albertelli (John Saxon) dirige e controlla loschi traffici, dal contrabbando alle rapine fino ai sequestri più spietati. Per combattere il crimine il commissario Betti, interpretato da Maurizio Merli, efficacissimo come sempre nel rappresentare la giustizia e la legalità con il suo personaggio, è un uomo disposto a tutto per ristabilire l’ordine. In questa pellicola è affiancato dal commissario Arpino (Raymond Pellegrin) di Milano, dai modi meno violenti e apparentemente più rassegnati. Il film è agile e snello, tenendo lo spettatore sempre sulla corda, con il fiato sospeso, dall’inizio alla fine, senza nessuna pausa. Il commissario Arpino rimarrà paralizzato per il resto dei suoi giorni, costretto allo scoiattolo per salire le scale, e alla carrozzina elettrica per muoversi nella sua “prigione dorata”. Il commissario Belli invece morirà, freddato da una scarica di mitra esplosa da una Fiat 127, ucciso dalla malavita, impersonale e distruttiva. Geniale la sequenza finale, in cui il regista usa tre fermoimmagini riducendo la faccia spettrale del commissario, il viso terrorizzata della bella Luisa e il bandito a mitra spianato sulla utilitaria, a fotografie sgranate e in bianco e nero tipiche dei quotidiani, fornendo così la scena di un taglio giornalistico scarno ed essenziale.

La recensione apparsa sul Messaggero

“L’obiettivo del poliziesco all’italiana si allarga. Esaurita ormai la serie dedicata alle grandi città il campo d’azione abbraccia questa volta mezza Italia spostandosi rapidamente fra le grandi metropoli del nord con relativi hinterland. Protagonista il solito aitante, spregiudicato commissario cui presta le sue sembianze il non meno solito Maurizio Merli, al quale diede gloria il Garibaldi televisivo. Sceso da cavallo Merli si è specializzato nel ruolo del poliziotto americaneggiante sia pure in una cornice tipicamente nostrana. […] Violenza e ritmo concitato sono gli accorgimenti ai quali ricorre il regista Franco Martinelli per nascondere le incongruenze della incredibile vicenda […]“

L’opinione di Undijng dal sito http://www.davinotti.com

Diretto da Marino Girolami, regista di Roma violenta (campione d’incassi nelle sale italiane), ovvero del film che lanciò l’icona del poliziotto superattivo rappresentato dal bravo Merli. Il film ha una pregevole struttura -quasi episodica- in grado di carpire l’attenzione dello spettatore, posto di fronte ad immagini spesso forti (l’uomo trascinato dall’auto, sino all’impatto con un macigno) e spesso disperate (i pianti delle madri dello scuolabus sequestrato). La sceneggiatura è supportata dall’ottima messa in scena e da un finale inatteso.

L’opinione di Homesick dal sito http://www.davinotti.com

Pur nella stretta aderenza ai canoni dei polizieschi coevi, la fitta trama si apre spazi di autonomia nella ricerca di una genuina drammaticità (il rapimento dei bambini e la morte di uno di essi; la solitudine di Merli e della D’Angelo; il ménage familiare del malavitoso Arena), nella scelta di tre diverse “città violente” (Torino, Milano e Genova) e di un epilogo inatteso che fa avverare i sinistri presagi de La polizia incrimina, la legge assolve e Roma violenta. Più noto come doppiatore, l’ottimo Sergio Fiorentini presta il volto ad un criminale ferino e nevrotico.

L’opinione di Cangaceiro dal sito http://www.davinotti.com

Ancora Betti nella sua lotta contro la criminalità. Merli granitico come si conviene, stavolta è anche più umano e sfortunato. Girolami dimostra di conoscere al meglio i meccanismi del poliziottesco e sorretto da una sceneggiatura zeppa di spunti interessanti ci regala un film coi fiocchi, pieno di scene di forte impatto tra inseguimenti e uccisioni. Tutto il cast gira a mille con un Saxon iperstrafottente e un Fiorentini delinquente schizzato. Esaltanti le musiche di Micalizzi. Il finale è un triste e duro colpo sotto la cintura. Spietato e nichilista.

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Col cuore in gola

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Col cuore in gola locandina 14

Girato nel 1967, Col cuore in gola appartiene al periodo più creativo e fertile di Tinto Brass, un periodo in cui la sperimentazione, unita ad una grande capacità visiva facevano pensare al regista veneziano come uno dei prossimi maestri della cinematografia.
Sappiamo com’è andata a finire, la svolta erotica di Caligola e La chiave e il conseguente ridimensionamento proprio di quella carica trasgressiva che il regista possedeva e che aveva messo in mostra con L’urlo,Nerosubianco e con questo Col cuore in gola.
Che è anche l’unico thriller, del resto molto anomalo, diretto da Brass che per l’occasione può contare su un’attrice giovane ma capace come Eva Aulin e su uno dei nomi più importanti del cinema francese,Jean Louis Trintignant.
La storia ha come protagonisti un attore francese, Bernard e una ragazza,Jane che Bernard trova casualmente una sera vicino ad un cadavere, quello di Prescott, proprietario di un locale notturno.

Col cuore in gola 9

Col cuore in gola 7
Immediatamente affascinato dalla bella ragazza,Bernard decide di aiutarla e si introduce in casa di prescott dove però viene sorpreso da un sicario.Bernard riesce a sbarazzarsi dell’uomo e a recuperare la foto compromettente che ritrae il fratello di Jane e Prescott stesso.
Inizia così un’avventura estremamente pericolosa che si concluderà tragicamente quando Bernard…
Ispirato alla lontana dal romanzo “Il sepolcro di carta” di Sergio Donati Brass dirige un thriller di buona fattura, in cui unisce temi a lui cari, come l’amore per la pop art, per la musica e per il fumetto, tanto da chiamare il grande Guido Crepax a illustrare le tavole per il film.
Pur nel contraddittorio svolgersi della trama, a tratti molto confusa, Brass mette a segno alcuni buoni colpi, con il risultato che il film non delude.

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Funziona bene la strana coppia Aulin-Trintignant, che un biennio dopo avremmo rivisto nell’enigmatico la morte ha fatto l’uovo di Questi,così come attraente è l’atmosfera quasi beatlesiana, da swinging london della capitale albionica.
Un neo è sicuramente la tendenza di Brass a sperimentare ad ogni costo, a volte infischiandosene della trama e della necessità dello spettatore di farsi largo nel delirio visivo tipico del primo Tinto Brass, quello dei citati L’urlo o Nerosubianco.Gli inserimenti del bianco e nero, le scene a tratti frenetiche a tratti narcolettiche, lisergiche sono davvero ostiche anche se alla fine il risultato resta di buon livello.
Il film è disponibile in streaming all’indirizzo http://www.nowvideo.at/video/70b0209178777 o anche su You tube all’indirizzo http://www.youtube.com/watch?v=KoBIAbZ9b9E

Col cuore in gola 15

Col cuore in gola
Un film di Tinto Brass. Con Jean-Louis Trintignant, Roberto Bisacco, Ewa Aulin, Vira Silenti Giallo/thriller, durata 107′ min. – Italia 1967.

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Jean-Louis Trintignant: Bernard
Ewa Aulin: Jane
Vira Silenti: Martha
Roberto Bisacco: David
Charles Kohler: Jerome
Luigi Bellini: Jelly-Roll
Enzo Consoli: un barista
Monique Scoazec: Veronica

Col cuore in gola banner cast

Regia Tinto Brass
Soggetto Tinto Brass
Sceneggiatura Tinto Brass, Francesco Longo, Pierre Levy Corti
Casa di produzione Panda Cinematografica
Fotografia Silvano Ippoliti
Montaggio Tinto Brass
Musiche Armando Trovajoli
Scenografia Carmelo Patrono
Costumi Bice Brichetto

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L’opinione del sito http://www.bmoviezone.wordpress.com

Sebbene Col cuore in gola venga spesso considerato dalla critica appartenente al filone del giallo all’italiana, è in realtà un film molto più vicino al noir. L’azione infatti gioca infatti un ruolo preponderante all’interno della vicenda (per esempio i protagonisti vengono continuamente pedinati e rincorsi da sicari ignoti, Bernard impugna una pistola non appena se la trova sottomano e non esita ad usarla quando ne ha l’occasione, e via dicendo). Gli omicidi inoltre non vengono mostrati e la mdp si sofferma solo per pochi secondi sui cadaveri delle vittime – esiste forse un giallo all’italiana che non indugi sui particolari più efferati dei delitti e in particolare sulla loro messa in atto? In ogni caso per tutta la durata del film non c’è una vera tensione: spesso si rischia anche di dimenticare perché i protagonisti fuggano o perché si trovino in un luogo – appare evidente che i motivi che li muovono da una parte all’altra della città sono sono un contorno delle scene d’azione su cui si fonda il film ed una pretesa per moltiplicare i primi piani sui Jane e Bernard.
La pellicola infatti, più che sulla scarsa complessità della trama, si esalta dal punto di vista dell’impatto visivo. La fotografia di Silvano Ippoliti è di prima classe, la sua mdp cambia continuamente angolazione, vengono inserite anche parecchie scene in bianco e nero per richiamare l’atmosfera tipica dei noir americani. Talvolta lo schermo si divide anche in due o tre quadranti nei quali vengono mostrate riprese differenti della stessa scena da angolazioni diverse per rendere meglio l’idea della frenetica velocità d’azione. Inoltre, svolgendosi la vicenda nella Swinging London, il regista abusa di immagini a sfondo psichedelico (locandine di eventi musicali, di film della cultura beat, di pubblicità variopinte) e di opere d’arte contemporanee riconducibili alle correnti della pop-art e della op-art. Anche la colonna sonora (a cura di Armando Trovajoli), sebbene non convinca nella sua interezza, vanta la ballata romantica tipicamente sixties “Love Girl” ed alcune jam di blues-rock psichedelico in grado di competere con quelle di The Trip e di Psych-Out.
L’opinione di Ezio dal sito http://www.filmtv.it

Giallino infarcito di sperimentazioni varie e filmati di repertorio.Il Tinto Brass pre-erotico era questo-Prendere o lasciare.La coppia Trintignant-Aulin io la preferivo in un’alto film prodotto un paio di anni dopo e cioe’” La Morte Ha Fatto L’uovo,”almeno li’ c’era una trama ben piu’ precisa.

L’opinione di The Gaunt dal sito http://www.filmscoop.it

Brass rilegge la Swinging London dell’Antonioni di Blow up usando l’esile struttura di un giallo evidenziandone le venature noir in uno stile variopinto e folle tipico delle storie a fumetti. Dell’intreccio a Brass non importa molto, ciò che è importante è l’esperienza lisergica dei protagonisti in un delirio visivo che giunge al suo culmine nella fase finale. Non è certo un film adatto per coloro a cui piacciono i gialli classici o con una messinscena accurata degli omicidi. In questo film non troverà nulla di tutto ciò, giacchè i momenti di pausa sono eccessivi e la trama è farraginosa. E’ interessante comunque da un punto di vista visivo, quasi sfrontato nel suo sperimentalismo.

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La novizia indemoniata (Satanico pandemonium)

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La novizia indemoniata, uscito in originale con il titolo emblematico di Satanico Pandemonium è un film ormai dimenticato e ritornato in auge grazie a Quentin Tarantino che nel suo Dal tramonto all’alba ha omaggiato il film diretto nel 1975 da Gilbert Martin Soarez ha dato alla protagonista del film il nome di Satanico Pandemonium.
Film che possiamo inserire nel filone del cinema conventuale, il nunsploitation, sottogenere cinematografico che aveva come ambientazione gli angusti confini di monasteri o luoghi religiosi, per la quasi totalità abitati da religiose.
La protagonista, una novizia di nome Maria,è una giovane che vive in un monastero sperduto fra i monti, dove ha una condotta esemplare, tanto da essere portata ad esempio di virtù e morigeratezza dalle consorelle.

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Suor Maria però si sente in pericolo, preda delle tentazioni del demonio,tanto da cedergli una notte in cui una suorina si reca nella sua cella per farle delle confidenze;è proprio con la consorella che Suor Maria cede al peccato allacciando una relazione saffica con la stessa.
Durante l’amplesso a suo Maria compare la figura di un uomo, che le rivela essere nientemeno che Satana in persona.
Il comportamento irreprensibile di Suor Maria diventa diametralmente l’opposto, da quel momento.
La religiosa commette una serie di nefandezze,aiutando tra l’altro una consorella a suicidarsi e arrivando a corrompere un povero contadinello che la ragazza farà bruciare vivo assieme a sua madre.
Nonostante il comportamento libertino, in seguito alla morte della badessa che Suor Maria ha provveduto ad eliminare, viene nominata superiora del convento, che ben presto trasforma in un luogo di perdizione.
Ma la realtà è ben diversa…

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Gilbert Martin Soarez, regista messicano con all’attivo un numero sterminato di pellicole, oltre 160 delle quali solo La novizia indemoniata è stato doppiato in italiano dirige con mano felice un horror in puro stile demoniaco usando un taglio asciutto e senza sbavature.
Grazie ad un’ambientazione molto felice, Soarez ricostruisce l’atmosfera malsana che viene a crearsi in un convento in cui il diavolo riesce a far breccia arrivando a prenderne possesso grazie all’influenza nefasta che esercita sulla sventurata suor Maria, preda scelta dal re dei demoni per sconvolgere e dannare la vita delle pie consorelle che abitano il convento stesso.
Giova al film la bella location che permette un’integrazione molto realistica fra la gente e i villici dei villaggi vicino al convento e il convento stesso, che diverrà in breve tempo un bordello, cambiando radicalmente stile di vita e passando dalla religiosità all’empietà.

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satanico pandemonium è uno dei migliori esempi di nunsploitation:la componente erotica, pur accentuata, non sorpassa i limiti del buon gusto tanto che il film scorre sul doppio binario della possessione diabolica con il rituale espletarsi di manifestazioni sessuali di ogni genere che però non vengono mai portate agli estremi.
La storia ricorda un po quella di Alucarda, altro film a metà strada tra l’horror e il nunsploitation, ma in questo film tutto è più sfumato, più morbido.
Bravissima e molto credibile, oltre che bella e seducente è la protagonista principale del film Cecilia Pezet, bene sicuramente il resto del cast.
Un film da recuperare,anche se purtroppo la versione presente in rete è in lingua spagnola.

 La novizia indemoniata

Un film di Gilbert Martin. Con Cecilia Pezet,Clementine Collins, Rock Hendrison, Delia Mangano Titolo originale Satanico Pandemonium. Drammatico, durata 91 min. – USA 1973.

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Enrique Rocha: il diavolo

Cecilia Pezet : Suor Maria

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Regia Gilberto Martínez Solares
Soggetto Jorge Barragán
Sceneggiatura Adolfo Martínez Solares, Gilberto Martínez Solares
Produttore Jorge Barragán
Fotografia Jorge Stahl Jr.
Montaggio José W. Bustos
Musiche Gustavo César Carrión
Scenografia Alberto Ladrón de Guevara

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L’opinione di Undjing dal sito http://www.davinotti.com

Prodotto messicano d’indiscutibile efficacia, piuttosto sgarbato e contrario alle regole del buon gusto. Conventi in odore di maledizione e suorine facilmente accostabili dal maligno ne fanno uno dei primi nun(horror)exploitation, genere che verrà poi cavalcato piuttosto ruffianamente dai cineasti italiani (ma non solo). La morale del film (solo vagamente erotico, ma siamo a metà anni Settanta) sembra essere quella eterna già enunciata da Hoebbes, ovvero il patto umano che si esprime semplicemente come homo homini lupus. In tal caso, più appropriato pur se paritetico, foemina foemines lupus.

L’opinione di Trivex dal sito http://www.davinotti.com

La vita serena di un convento è sconvolta dai tentativi del diavolo di far breccia nell’anima delle suore. Tali malefici hanno la meglio sulla sorella più rappresentativa della comunità, aspirante a divenire la madre superiora del convento. Inizia quindi, tra violenze e sesso, il percorso che porterà alla dannazione della religiosa. Versione al femminile de “Il monaco”, condita dai canoni classici del nunexploitation, anche se l’aspetto horror prevale su quello erotico.
Pellicola ben fatta, che delude però ampiamente nel discutibile finale.

L’opinione di Juan dal sito http://www.davinotti.com

La prima sensazione scaturita dalla visione è che il caro Don Luis non abbia calcato invano per lustri il suolo mexicano, tanto questa exorcistica pellicola sembra eredità diretta della lezione di Susana (la dualità bene/male, ulteriormente splittata nella personalità femminile e infine deflagrata nella figura della suora) e satura di venefiche esalazioni surrealiste (l’ambiguità e la potenza disturbante del sogno, lo stile naif delle riprese). Sorprendente la interpretazione di Cecilia Pezet, perfetta posseduta, accattivante lo scenario rural-popolare.

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Avviso ai naviganti

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Come avrete notato, molte immagini del sito sono al momento irraggiungibili.Il problema è dovuto all’hosting di Flickr, sul quale ho caricato nel corso degli anni migliaia di foto.Se il problema verrà risolto, il sito proseguirà la sua attività normalmente. Qualora si verificasse la malaugurata ipotesi di una perdita delle immagini stessi purtroppo mi troverei di fronte a due alternative:l’una.cercare di ricaricare nel tempo le immagini, anche se purtroppo di molti articoli non posseggo un backup, l’altra quella di sospendere a tempo indefinito l’attività del sito.

Purtroppo i servizi di hosting gratuito appaiono sempre più inaffidabili. Ciò significa che uno lavora ad un progetto come questo sito, che esiste da sei anni e all’improvviso perde gran parte del lavoro fatto senza poter nemmeno opporsi in qualche modo.Proverò a contattare Flickr ma dubito di riuscire a risolvere qualcosa. Vi terrò informati e vedremo se potrò recuperare almeno una parte delle immagini, tenendo conto che più della metà delle immagini presenti sul sito erano in hosting su Flickr.

AGGIORNAMENTO

Come prevedevo, Flickr ha cancellato il mio account per motivi incomprensibili,vanificando in questo modo anni di lavoro. generalmente non mi arrendo mai e di conseguenza proverò a ricaricare articolo per articolo le foto a corredo.Questo significa che ci vorrà un anno prima di rivedere il sito in condizioni ottimali e ciò porterà via il tempo agli aggiornamenti.Vedrò di creare un link nel quale fare il riepilogo degli articoli modificati; nel frattempo vi prego di scusarmi.


Avviso ai naviganti,23 luglio 2014

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Yahoo mi ha cancellato l’account perchè, a loro dire, ho superato le 4 settimane di inattività con l’account stesso. Naturalmente non è vero, ma questa è una battaglia persa. Purtroppo l’intero archivio caricato su Flickr, oltre 12000 foto è irrimediabilmente perduto.Ho deciso, nonostante tutto, di proseguire il lavoro sul blog.Questo perchè non intendo abbandonare un lavoro a cui ho dedicato sei anni e tanta fatica.Per cui, con pazienza, ricaricherò le foto che posso recuperare un po alla volta.Ci vorrà oltre un anno ad un ritmo di correzione di due articoli al giorno, ma spero per l’estate prossima di aver finito.Ovviamente mi scuso con tutti ma come capirete la colpa non è mia.Ricaricherò l’archivio su WordPress, sperando naturalmente che non finisca come con Splinder, che mi ha cancellato un blog (misteriemisteri) al quale avevo dedicato tanto tempo e passione.

Purtroppo su WordPress l’hosting delle foto non è gratuito (dopo i 3 giga) per cui avrò anche la beffa di dover pagare 20 euro per conservarle. Ovviamente il sito sarà navigabile sempre e comunque gratuitamente e senza banner pubblcitari.

Un saluto a tutti

Paul Templar

 


Il blog chiude

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E’ per me un giorno molto triste, quello odierno. Dopo 6 anni chiudo un’avventura che mi ha dato molte soddisfazioni ma anche una grandissima amarezza.Come avevo scritto nel post Avviso ai naviganti,confidavo nell’aiuto dei lettori per ottenere da parte di Flickr la riattivazione del mio account per recuperare l’archivio fotografico di Filmscoop.

Praticamente solo 5 o 6 lettori hanno risposto al mio appello, mostrandomi a chiare lettere come ci sia totale disinteresse per le sorti del blog.Evidentemente la stragrande maggioranza dei lettori trova più comodo leggere e passare oltre.

Mi spiace per i lettori fedeli, ma a questo punto non ha più alcun senso continuare a impegnarmi senza un minimo riscontro da parte dei lettori stessi; anche se i numeri parlano di 4000 lettori giornalieri è evidente che si tratta di una lettura di “passaggio”, senza alcuna fidelizzazione del lettore stesso. Ringrazio coloro che mi hanno seguito con affetto in questi anni, pochi ma sinceri ed è per loro che in fondo mi dispiace interrompere un legame che in qualche modo era venuto a costruirsi nel tempo.

Paul Templar



Work in progress-Coming soon

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Filmscoop resterà visibile per tutti fino al 31 agosto 2014. Dal 1 settembre, cambierà dominio e verrà integrato con nuove foto e saranno ricaricate le foto mancanti a tutti gli articoli. Sarà possibile accedervi solo privatamente, in maniera del tutto gratuita ma con una user name e una password che saranno fornite a coloro che ne faranno richiesta dopo che sarà controllato l’ IP di provenienza. Questo per evitare nuove vicissitudini come quelle che hanno portato alla cancellazione dell’archivio. Per poter richiedere la password, che varierà per ogni utente,occorre postare un commento di richiesta in questo post. Via mail verrà fornita la password. Attenzione:l’utilizzo della password da parte di due utenti con lo stesso IP porterà alla cancellazione dell’account. Un felice week end e a risentirci

Paul Templar


I primi turbamenti (Faustine et le belle ètè)

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Esordio cinematografico per Nina Companeez,prolifica scrittrice di cinema che l’anno dopo I primi turbamenti (Faustine et la belle ètè) girerà Colinot l’alzasottane, la gradevole commedia che segnerà l’addio al cinema della divina Brigitte Bardot.
Aldilà del titolo ammiccante,appioppato dalla solita furbetta distribuzione italiana e che costrinse la regista a rinviare l’uscita del film in Italia fino al 1975 (il film è in realtà girato nel 1971) I primi turbamenti è una commedia adolescenziale caratterizzata da una trama dallo sviluppo sonnolento,didascalico e sopratutto da una colonna sonora di stampo classico nella quale predominano autori come Schumann, Chopin, Ciajkovskij, Liszt che segna anche l’affermazione di una giovanissima attrice destinata ad una lunga carriera cinematografica,Isabelle Adjani.

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La trama in sintesi:
Faustine, una bella e timida sedicenne che vive a Parigi assiste alla fine del matrimonio tra i suoi genitori, che per evitarle il trauma della separazione decidono di inviarla in campagna a casa dei nonni.Siamo agli inizi dell’estate e la giovanissima e inesperta ragazza si ritrova in un ambiente di provincia, che nasconde però vite personali complesse.
L’esempio probante è la famiglia che abita in una villa vicina a quella dei suoi nonni;Faustine ben presto “spia” le vicende personali dei vicini, che nascondono storie scabrose.
La signora Claire per esempio nutre interessi incestuosi per il figliastro Florent, che a sua volta ha una relazione sessuale con la cugina Camille;Julien,marito di Claire è un musicista sensibile ignaro dei pensieri della consorte mentre la giovane Ariane ha una relazione con un contadinotto del posto.
In quell’atmosfera morbosa, Faustine sviluppa la propria sessualità finendo per accettare la corte del giovane Jean Jacques, fratello di Julien.
Ma non sarà a lui che la ragazza si concederà, bensì al sensibile, silenzioso Joachim,un giorno che si ritrova sorpresa da un temporale estivo mentre si sta bagnando nuda in un lago…

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Film di ritmi tranquilli,I primi turbamenti gioca tutte le sue carte proprio nella descrizione da un lato del passaggio adolescenziale della bella Faustine all’età adulta e dall’altro nel mostrare le vite parallele dei vicini nelle cui vite la ragazza involontariamente si inserisce.
Il mondo degli adulti, con le sue contraddizioni,i suoi segreti e i suoi piccoli peccati finiscono per indicare la strada della maturità a Faustine, che a fine estate perderà parte del suo candore e del suo idealismo per rendersi conto che la vita da adulti è ben diversa dall’immaginato.
Una bella fotografia, delle belle musiche e dei dialoghi non banali caratterizzano questo film che come ho detto è stato penalizzato da una distribuzione discutibile, finendo per passare ingiustamente inosservato e sopratutto bandito dalle visioni televisive.

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I primi turbamenti è quindi un film molto raro nella versione italiana e circola in rete sono nella versione in lingua originale.
Prima di chiudere segnalo le due splendide protagoniste del film, Muriel Catala e Isabelle Adjani, brave e affascinanti.
I primi turbamenti
Un film di Nina Companeez. Con Isabelle Adjani, Muriel Catala, Marianne Eggerickx Titolo originale Faustine et la belle été. Commedia, durata 98 min. – Francia 1971.

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Muriel Catalá: Faustine
Claire Vernet: Claire
Jacques Spiesser: Florent
Francis Huster: Joachim (Gian-Giacomo nella vers. it.)
Georges Marchal: Julien
Isabelle Adjani: Camille
Marianne Eggerickx: Ariane
Maurice Garrel: Jean
Jacques Weber: Haroun
Valentine Varela: Marie
Nathalie Baye: Giselle
Pierre Plessis: Henri, il nonno
Andrée Tainsy: la nonna
Virginie Thévenet: prima studentessa
Isabelle Huppert: seconda studentessa
César Torres: amico di Haroun

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Vittoria Febbi: Faustine
Flaminia Jandolo: Claire
Roberto Chevalier: Florent
Manlio De Angelis: Joachim (Gian-Giacomo nella vers. it.)
Michele Gammino: Julien
Serena Verdirosi: Camille
Micaela Esdra: Ariane

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Regia Nina Companéez
Sceneggiatura Nina Companéez
Produttore Mag Bodard
Casa di produzione Marianne Productions, Parc Film, Union Générale Cinématographique (UGC), Universal Productions France
Fotografia Ghislain Cloquet
Montaggio Raymonde Guyot
Musiche Bruno Rigutto
Scenografia Claude Pignot

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L’opinione del sito http://www.mymovies.it
Faustine (Muriel Catala), una studentessa parigina appena sedicenne, viene mandata in campagna presso i nonni per le vacanze estive essendo i suoi genitori in procinto di separarsi. La ragazza si ritrova così a fare da spettatrice ai numerosi ‘giochi d’amore’ che si svolgono tra i componenti di una famiglia borghese, abitanti in una bella villa dei dintorni. Faustine è colpita soprattutto dall’amore incestuoso della signora Claire per il figliastro Florent che segretamente ama la cuginetta Camille, anch’ella sedicenne (Isabelle Adjani, agli albori della sua carriera). Anche Faustine verrà travolta dalla passione, finendo sedotta dal maturo Julien, marito di Claire. I primi turbamenti, che segna l’esordio registico di Nina Campaneez (già sceneggiatrice di fiducia di Michel Deville), si avvale di una colonna sonora di prim’ordine (Schumann, Chopin, Ciajkovskij, Liszt) e di una giovanissima Isabelle Adjani, destinata a una sfolgorante carriera successiva.
L’opinione di Saintgifts dal sito http://www.davinotti.com

Faustina donna-bambina, onnipresente nell’estiva campagna francese, ora dorata dal sole, ora piovosa, rubando la luce e le inquadrature all’impressionismo. Personaggi che si sfiorano, donne appassionate e uomini perennemente indecisi, tutto declinato in atmosfere poetiche, con amplessi solamente declamati, o sognati. C’è un po’ di tutto in questa vacanza campagnola, dove i giovani cercano la sicurezza dei meno giovani e i meno giovani cercano la freschezza di corpi appena sbocciati. Simbolico e troppo sospeso. Evanescente.

L’opinione di Stefania dal sito http://www.davinotti.com

Proustiano: una ricerca del tempo perduto all’ombra delle fanciulle in fiore. Nessuna immediatezza, tutto è filtrato dalla memoria, la fotografia virata al seppia fossilizza e relega inesorabilmente nel passato i primi turbamenti dell’adolescenza: la voce narrante dell’adulto che ricorda non c’è, eppure la si avverte, in sottofondo, chiosare ogni inquadratura, rievocare, riflessiva e lirica, ogni tappa del rito di passaggio all’età adulta, nello spazio di un’estate. Calligrafico e nostalgico.

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AVVISO IMPORTANTE

Il sito è in aggiornamento.

Molte gallerie verranno ricaricate nel corso delle prossime settimane.Un apposito link indicherà quelle aggiornate mentre l’attività del sito al momento continuerà come sempre. 


Aggiornamenti

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In questo post, che verrà regolarmente aggiornato,troverete i link degli articoli che sono stati aggiornati e le cui gallerie hanno nuove foto.Consultatelo per conoscere le novità.

10 settembre 2014

aggiornata la gallery di Serena Grandi http://filmscoop.wordpress.com/2008/08/09/serena-grandi/ 

aggiornata la gallery del film L’affittacamere http://filmscoop.wordpress.com/2010/02/16/laffittacamere/

aggiornata la gallery del film Dimenticare Venezia http://filmscoop.wordpress.com/2011/10/18/dimenticare-venezia/

aggiornata la gallery del film La minorenne http://filmscoop.wordpress.com/2012/03/19/la-minorenne/

aggiornata la gallery del film Emanuelle,perchè violenza alle donne http://filmscoop.wordpress.com/2011/03/29/emanuelle-perche-violenza-alle-donne/

aggiornata la gallery del film La moglie vergine http://filmscoop.wordpress.com/2010/01/24/la-moglie-vergine/

aggiornata la gallery del film Emmanuelle http://filmscoop.wordpress.com/2008/05/14/emmanuelle/

9 settembre 2014

aggiornata la gallery di Annie Belle http://filmscoop.wordpress.com/2010/02/18/annie-belle/

aggiornata la gallery del film Giochi erotici di una famiglia perbene http://filmscoop.wordpress.com/2011/05/23/giochi-erotici-di-una-famiglia-perbene/

aggiornata la gallery del film Ecco lingua d’argento http://filmscoop.wordpress.com/2011/03/02/ecco-lingua-dargento/

aggiornata la gallery del film Enigma rosso http://filmscoop.wordpress.com/2011/09/01/enigma-rosso/

aggiornata la gallery del film Diario segreto di un carcere femminile http://filmscoop.wordpress.com/2009/08/11/diario-segreto-di-un-carcere-femminile/

aggiornata la gallery del film Chi l’ha vista morire http://filmscoop.wordpress.com/2009/03/27/chi-lha-vista-morire/

aggiornata la gallery del film Che cosa avete fatto a Solange? http://filmscoop.wordpress.com/2009/02/18/che-cosa-avete-fatto-a-solange/

aggiornata la gallery del film Folli e liberi amplessi http://filmscoop.wordpress.com/2009/08/04/folli-e-liberi-amplessi-les-galettes-de-pont-aven/

8 settembre 2014

aggiornata la gallery del film Scandalo http://filmscoop.wordpress.com/2009/08/26/scandalo/

aggiornata la gallery del film I frati rossi http://filmscoop.wordpress.com/2010/09/25/i-frati-rossi/

aggiornata la gallery del film Mandingo http://filmscoop.wordpress.com/2012/01/20/mandingo/

aggiornata la gallery del film La rossa dalla pelle che scotta http://filmscoop.wordpress.com/2012/01/26/la-rossa-dalla-pelle-che-scotta/

aggiornata la gallery del film Giallo a Venezia http://filmscoop.wordpress.com/2011/04/07/giallo-a-venezia/

7 settembre 2014

aggiornata la gallery di I cannibal movie http://filmscoop.wordpress.com/2008/07/21/i-cannibal-movie/

aggiornata la gallery di Il cinema e i tabù:l’incesto http://filmscoop.wordpress.com/2012/02/08/il-cinema-e-i-tabu-lincesto/

aggiornata la gallery del film A tutte le auto della polizia http://filmscoop.wordpress.com/2009/02/28/a-tutte-le-auto-della-polizia/

aggiornata la gallery del film Mogliamante http://filmscoop.wordpress.com/2010/10/12/mogliamante/

aggiornata la gallery del film La stanza del vescovo http://filmscoop.wordpress.com/2009/09/12/la-stanza-del-vescovo/

aggiornata la gallery del film La legge violenta della squadra anticrimine http://filmscoop.wordpress.com/2011/07/14/la-legge-violenta-della-squadra-anticrimine/

aggiornata la gallery del film Jus primae noctis http://filmscoop.wordpress.com/2008/09/27/jus-primae-noctis/

aggiornata la gallery del film La calandria http://filmscoop.wordpress.com/2009/01/10/la-calandria/

aggiornata la gallery del film Quando l’amore è sensualità http://filmscoop.wordpress.com/2012/02/09/quando-lamore-e-sensualita/

6 settembre 2014

aggiornata la gallery di Il cinema a mollo-le dive nude sotto la doccia http://filmscoop.files.wordpress.com/2014/09/filmscoop.jpg?w=468

aggiornata la gallery del film Rivelazioni di un maniaco sessuale al capo della squadra mobile http://filmscoop.wordpress.com/2010/06/23/rivelazioni-di-un-maniaco-sessuale-al-capo-della-squadra-mobile/

aggiornata la gallery del film La bestia uccide a sangue freddo http://filmscoop.wordpress.com/2009/11/13/la-bestia-uccide-a-sangue-freddo/

aggiornata la gallery del film Decameron http://filmscoop.wordpress.com/2008/05/27/decameron/

aggiornata la gallery del film Cosi dolce cosi perversa http://filmscoop.wordpress.com/2009/07/19/cosi-dolce-cosi-perversa/

aggiornata la gallery di Il nudo femminile nel cinema italiano http://filmscoop.wordpress.com/2010/02/20/il-nudo-femminile-nel-cinema-italiano/

5 settembre 2014

aggiornata la gallery del film Attenti…arrivano le collegiali http://filmscoop.wordpress.com/2009/09/09/attenti-arrivano-le-collegiali/

aggiornata la gallery del film Amore vuol dire gelosia http://filmscoop.wordpress.com/2009/07/31/amore-vuol-dir-gelosia/

aggiornata la gallery del film Anima persa http://filmscoop.wordpress.com/2009/06/14/anima-persa/

aggiornata la gallery del film Blue jeans http://filmscoop.wordpress.com/2009/09/23/blue-jeans/

aggiornata la gallery del film Carrie lo sguardo di Satana http://filmscoop.wordpress.com/2009/01/12/carrie-lo-sguardo-di-satana/
aggiornata la gallery del film Cattivi pensieri http://filmscoop.wordpress.com/2011/07/27/cattivi-pensieri/
aggiornata la gallery del film Il signor Robinson http://filmscoop.wordpress.com/2008/07/02/il-signor-robinson/

4 settembre 2014

aggiornata la gallery del film Brancaleone alle crociate http://filmscoop.wordpress.com/2008/09/07/brancaleone-alle-crociate/

aggiornata la gallery del film Beatrice Cenci http://filmscoop.wordpress.com/2009/05/23/beatrice-cenci/

aggiornata la gallery del film Una sull’altra http://filmscoop.wordpress.com/2009/03/05/una-sullaltra/

aggiornata la gallery del film Le foto proibite di una signora perbene http://filmscoop.wordpress.com/2009/10/27/le-foto-proibite-di-una-signora-per-bene/

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3 settembre 2014

aggiornata la gallery del film Arancia meccanica http://filmscoop.wordpress.com/2008/04/18/arancia-meccanica/

aggiornata la gallery del film AAA massaggiatrice bella presenza offresi http://filmscoop.wordpress.com/2009/10/06/a-a-a-massaggiatrice-bella-presenza-offresi/

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aggiornata la gallery di Edwige Fenech http://filmscoop.wordpress.com/2008/05/17/edwige-fenech/

 2 settembre 2014

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1 settembre 2014:

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31 agosto 2014

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aggiornata la gallery del film La ragazza dalla pelle di luna http://filmscoop.wordpress.com/2009/04/29/la-ragazza-dalla-pelle-di-luna/

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Dove vai tutta nuda?

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Dove vai tutta nuda locandina 2

Una solenne ubriacatura costa cara a Manfredo, disinvolto impiegato di banca;al suo risveglio, nella garconniere che appartiene al suo direttore, uso a servirsene per le sue scappatelle,Manfredo trova accanto a se una splendida e giunonica ragazza,Tonino, che ha sposato sotto l’effetto dell’alcool.
Ben presto Manfredo scoprirà di aver commesso una sciocchezza, perchè la ragazza diventa da quel momento fonte di preoccupazioni e sopratutto di guai a getto continuo.
La donna infatti, oltre ad essere una pasticciona, gira per la casa nuda e in qualche caso finirà in costume semi adamitico in strada.
Ma la simpatia di Tonino finirà per far breccia nel cuore dello scapolone incallito…

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Dove vai tutta nuda è un film diretto da Pasquale Festa Campanile nel 1969, con protagonisti due attori di punta di quel periodo, Thomas Milian e Maria Grazia Buccella.
Una commedia a metà strada tra l’ironico e il satirico, che vorrebbe mettere alla frusta, in modo peraltro molto soft la morale ipocrita della classe borghese medio alto unendo il tutto a gag e scenette divertenti costruite attorno al personaggio di Tonino, bella e candida ragazzona capace di portare scompiglio con la sua goffaggine ma anche con la sua prorompente sensualità.
L’intento del regista lucano era questo, ma il film avanza a sprazzi.
Mentre in La matriarca Festa Campanile aveva scelto decisamente la strada dell’ironia e della satira a tutto campo, in Dove vai tutta nuda sceglie la via di mezzo, ovvero attenuare la critica e la satira a favore di un copione più tendnte alla farsa.
E alla fine il film finisce proprio in farsa,non liberandosi dall’equivoco in cui naviga per un’ora e mezza, barcamenandosi tra scenette poco divertenti e l’impianto classico della commedia degli equivoci.

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Su tutto giganteggia la figura di Maria Grazia Buccella, fisico prosperoso e monumentale, che mostra quel che è possibile in un periodo in cui la censura vigilava con la massima attenzione alla luce della moda che impazzava sugli schermi di mostrare il massimo possibile di grazie femminili.
Poichè la Buccella possedeva in quantità tali doti, Festa Campanile cerca di mostrare la bella attrice con il minor numero di capi d’indumento addosso, senza per fortuna scadere mai nel volgare.
Ne risulta alla fine una commedia abbastanza piatta che ha l’unico vero motivo di interesse nella presenza nel cast di attori di valore, come Vittorio Gassman, che partecipa al film per motivi puramente economici, Gastone Moschin e il citato Thomas Milian, deciso a mostrare che il suo non è soltanto un volto da western.
Alla fine proprio Milian risulta il più convincente mentre la Buccella si segnala solo per le imponenti doti fisiche.
Festa Campanile farà di molto meglio, per fortuna, a partire dai film successivi, Scacco alla regina e Con quale amore con quanto amore.

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Film tutto sommato guardabile, ma oggi pesantemente datato.
Del film esiste in rete una pessima versione ricavata da una registrazione televisiva, mentre lo streaming dello stesso è da tempo scomparso.
La versione sui p2p è purtroppo ai limiti del guardabile
Dove vai tutta nuda?

Un film di Pasquale Festa Campanile. Con Vittorio Gassman, Maria Grazia Buccella, Gastone Moschin, Tomas Milian,Angela Luce, Giancarlo Badessi Commedia, durata 93′ min. – Italia 1969.

 

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Maria Grazia Buccella: Tonino
Tomas Milian: Manfredo
Gastone Moschin: presidente
Angela Luce: prostituta
Giancarlo Badessi: cameriere
Vittorio Gassman: Rufus Conforti
Tito LeDuc: cameriere

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Regia Pasquale Festa Campanile
Soggetto Ottavio Jemma
Sceneggiatura Sandro Continenza
Pasquale Festa Campanile
Ottavio Jemma
Luigi Malerba
Produttore Mario Cecchi Gori
Fotografia Roberto Gerardi
Montaggio Marcello Malvestito
Musiche Armando Trovajoli

Dove vai tutta nuda Banner recensioni

L’opinione di Undjing dal sito http://www.davinotti.com

Tonino (Maria Grazia Buccella) ha il discutibile vizio di girare per casa come mamma l’ha fatta. Il bancario Luna (Milian) in stato d’ebbrezza si sposa con la bella ragazza e ne pagherà le conseguenze. Ottima pellicola che denuncia certi atteggiamenti della cultura borghese, atti a soffocare istinti naturali (o meglio: naturalisti). Diretto da un regista colto, è sceneggiato dal grande Sandro Continenza e presenta un cast ridotto, ma di elevato spessore. La Buccella è al massimo del suo splendore ed il titolo è malandrino.
L’opinione di emmipi8 dal sito http://www.filmtv.it

Cecchi Gori, sulla spinta del figlio (che ebbe anche un ruolo nel film stesso), cercava di lanciare in tutti i modi la Buccella, che ebbe diverse occasioni in questo periodo anche come attrice protagonista, occasioni spesso bruciate sia da lei, che dalla fretta produttiva con cui sono state fatte, questo film è proprio un esempio lampante di questa fretta. Il film nasceva da un’idea produttiva più grande, e la scelta iniziale di Anthony Perkins, al posto di Tomas Milian, era quello che ci si era proposti, ma dopo le scelte furono ben diverse, forse rendendosi conto che non si aveva per le mani un’attrice della statura giusta. La leggerezza del personaggio femminile deve fare i conti con una sceneggiatura che vola basso e con una regia che non riesce a sfruttare bene l’idea ed attori come Gassman, che fa questo film in partecipazione, per puro dovere contrattuale con Cechi Gori e la resa cinematografica è più che evidente, e diciamolo francamente con quella parrucca ci fa una figura pessima, nel senso: Che si deve fare per mangiare!!

L’opinione di deepred 89 dal sito http://www.davinotti.com

Commedia sciocca, poco divertente e prevedibilissima nella sua moraletta naturalista, in grado di salvarsi dal crollo totale grazie a una confezione dignitosa e a un cast che, seppur completamente sottotono, rimane un cast coi fiocchi: Milian, Maria Grazia Buccella (il suo personaggio fatica a ingranare, ma lei è al top), Gassman (forse al suo peggio assoluto), Moschin. Le risate latitano, a differenza degli sbadigli. Rimane la colonna sonora di Trovajoli, ma nemmeno quella eccelle. Decisamente trascurabile.

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Dagmar Lassander Photogallery

Femmine in gabbia

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L’esordio cinematografico del regista Robert Jonathan Demme avviene nel 1974 con questo film, in originale Caged heat e distribuito in Italia con il titolo Femmine in gabbia, in omaggio alla consolidata prassi che vuole sempre titoli ammiccanti alla sessualità come specchietto per le allodole per gli spettatori;il futuro produttore cinematografico e sceneggiatore statunitense di Baldwin, autore del pluri premiato Il silenzio degli innocenti, di Qualcosa di travolgente e di Philadelfia, tanto per citare i suoi titoli più noti dirige un Wip abbastanza tradizionale, con tanto di carceri, belle detenute sottoposte ad angherie e tradizionale direttrice sadica.
Il plot di questo women in prison è abbastanza semplice:in un carcere femminile spadroneggiano una direttrice sadica e psicopatica e un medico altrettanto depravato, che nel passato si era distinto per aver torturato senza pietà i prigionieri della sporca guerra, quella del Vietnam.

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I due hanno buon gioco nell’imporre i loro metodi disumani sulle detenute, che dal canto loro, frustrate nella sessualità e abbruttite dalle sevize ricevute si abbandonano a nefandezze di ogni genere.
Le condizioni di vita del carcere sono ben aldilà della sopportazione ed un gruppo di esse riesce ad evadere.
Ma la polizia,che ha l’ordine di reprimere la rivolta e riportare indietro le fuggitive, agisce con metodi quasi uguali a quelli della direttrice e del medico.
Femmine in gabbia si fregia ( e pregia) della presenza di un nutrito stuolo di belle e capaci comprimarie mentre il ruolo della direttrice McQueen è affidato ad una vecchia conoscenza del genere horror, la bravissima Barbara Steele;la regia è efficace anche se Demme spinge moltissimo sugli aspetti erotici della vicenda, marcando inequivocabilmente l’appartenenza della pellicola al genere Wip.

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Tuttavia la mano precisa e ferma del regista,la sua indubbia abilità con la macchina da presa e la capacità di direzione distinguono il prodotto dai tanti emuli che circolavano nel periodo,i più famosi dei quali ricordiamolo vedevano la partecipazione dell’attrice di colore Pam Grier.
Una produzione valida, quindi alla cui supervisione troviamo un’altra vecchia conoscenza, Roger Corman.

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Un film di Jonathan Demme. Con Barbara Steele, Roberta Collins, Juanita Brown Titolo originale Caged Heat.Drammatico/ Erotico, durata 84′ min. – USA 1974.

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Juanita Brown: Maggie
Roberta Collins: Belle Tyson
Erica Gavin: Jacqueline Wilson
Ella Reid: Pandora
Cheryl Smith: Lavelle (con il nome Rainbeaux Smith)
Warren Miller: Dr. Randolph
Barbara SteeleDirettrice McQueen
Crystin Sinclaire: Crazy Alice (con il nome Lynda Gold)
Mickey Fox: Bernice
Toby Carr Rafelson: Pinter (con il nome Tobi Carr Refelson)
Ann Stockdale: Bonnie
Irene Stokes: Hazel
Cynthia Songé: Rosemary (con il nome Cynthia Songey)
Carmen Argenziano: Wrestler
John Aprea: Dream Man
Leslie Otis: Meccanico
Mike Shack: Jake
George Armitage: Conducente auto
Patrick M. Wright: Benzinaio (con il nome Patrick Wright)
Joe Viola: Guidatore auto sportiva
Gary Littlejohn: Ploiziotto alla banca
Hal Marshall: Guardia della banca
Carol Miller: Carol
Cydoni Cale: Cindy
Essie Hayes: Essie
Layla Bias Galloway: Shower Guard (con il nome Layla Gallaway)
Dorothy Love: Kitchen Matron
Rob Reece: Mickey Mouse Robber (con il nome Bob Reese)
Valley Hoffman: Val
Amy Randall: Amy

Regia Jonathan Demme
Soggetto Jonathan Demme
Sceneggiatura Jonathan Demme
Produttore S.W. Gelfman, Evelyn Purcell, Roger Corman
Casa di produzione Artists Entertainment Complex, New World Video, Renegade Women Co
Fotografia Tak Fujimoto
Musiche John Cale
Scenografia Eric Thiermann
Trucco Rhavon

L’opinione del sito http://www.glispietati.it

Il suo film parte come (pretesa di) documento sulla violenza nelle carceri femminili: la voce fuori campo avvisa che l’utilizzo di caratteri estremi era necessario per trasmettere meglio il messaggio di “denuncia”…ma è meglio farci sopra una risata. Il dottore folle, la sessualmente repressa direttrice (Barbara Steele) su sedia a rotelle, le punizioni ingiuste, il Caso che ci mette troppo spesso lo zampino, tutto è un pretesto per una compiaciuta ed insistita presenza del corpo femminile denudato e/o in bella mostra, fra detenute tutte avvenenti e perverse, sempre a parlar di sesso, (addirittura) con camice da notte sexy, impegnate in eccitanti lotte sott’acqua (slippery when wet…) e così via. Non può mancare, nell’exploitation, la violenza, presa direttamente a prestito dai film carcerari maschili, con qualche tocco grandguignolesco in più (l’orecchio mozzato da un proiettile, ad esempio). Più procede, più il racconto sconfina nell’inverosimile, rivelando la sua gradita natura da B-movie, inevitabilmente di culto per efferatezze e depravazioni assenti in una produzione mainstream (almeno, ai tempi). Ma l’opera è anche figlia dei suoi tempi, fra inno alla liberazione sessuale, al femminismo (lo scienziato pazzo vuole curare la donna sottomettendola al maschio e ai suoi piaceri) e lotta contro il Sistema disumano. E contiene già il tema preferito dal regista, la labilità del confine fra Bene e Male, giusto e sbagliato, per un’ambiguità di fondo che rende tutto più maledetto, erotico ed affascinante.

L’opinione di Rebis dal sito http://www.davinotti.com

Donne dietro le sbarre: un immaginario erotico si dischiude… Demme esordisce sotto il segno di Russ Meyer – Roger Corman all’ascendente – e pur rispondendo a tutti i diktat del prison movie exploitativo scende a patti con l’estetica da B-movie traducendo la povertà dei mezzi in forza espressiva ed irruenza pop (in anticipo su Tarantino e Lady Gaga): l’eccesso si fa liberatorio e irriverente. Così indugia, violenta, infierisce ed esibisce i corpi delle donne ma rimane dalla loro parte, le rispetta e le libera. Di culto Barbara Steele. Visione in lingua originale obbligatoria. Intelligente.

L’opinione di Homesick dal sito http://www.davinotti.com

Titolo paradigmatico del genere WIP. Entro lo scenario degradato e degradante del carcere – sporcizia, abusi, violenze, perversioni – Demme sovrappone spesso sogno, realtà e ironia e adotta una prospettiva femminista. L’inizio entra di diritto negli annali del trash mondiale, con facce e scene d’azione talmente scalcinate da far invidia ai nostri Fidani e Polselli. La Gavin è l’eroina di Vixen; la Steele, direttrice castigata, paraplegica e sessuofoba, compare anche – in un suo incubo cabarettistico – sottoforma di un alter ego ninfomane.
L’opinione del sito http://www.apropositodi.it

Non so spiegare, fortunatamente, in quanto in caso contrario sarebbe qualcosa di noioso, il perché quando mi capita di vedere un determinato film scaturiscono determinate emozioni, nostalgie, rimpianti, desideri, emozioni varie, forti e sincere.
Questo per quanto mi riguarda è uno dei motivi per cui mi piace un film, un disco, un libro, uno spettacolo, etc.
Devo dire che sono particolarmente attratto dalle scenografie degli anni 70, dalla fotografia, le ambientazioni: le trovo maledettamente gagliarde, polverose, datate, irripetibili.
Nemmeno le produzioni che spendono milioni di dollari o euro riusciranno a ricostruire il sapore che si percepisce quando ci si trova davanti ad una scenografia originale di uno specifico e determinato periodo storico, in questo caso appunto: gli anni 70, l’ambientazione originale.
Per un motivo maledettamente semplice: il tempo passa, i luoghi cambiano, cambiano i colori, i suoni, le percezioni, le emozioni, i sogni, le speranze, i desideri.Potere della cinematografia. O del tempo che scorre ed inevitabilmente ed implacabilmente sentenzia le scadenze.
Quello che poi conta molto per quanto riguarda la visione di un film, è il momento in cui una specifica pellicola viene guardata.
Possiamo rimanere più o meno affascinati da un film, associato ad un preciso stato d’animo di uno specifico momento. E’ quello che mi è accaduto con Caged heat.

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Livia,una vergine per l’impero

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Prima di iniziare a parlare di Livia,una vergine per l’impero (uscito anche con il titolo di Diario di una vergine romana) ccorre sgombrare il campo da un equivoco, nel quale è caduto anche Wikipedia.
Questo film non ha nulla a che vedere con La rivolta delle gladiatrici (The arena),opera dello stesso regista,Joe D’Amato;l’unica cosa che accomuna i due film è l’ambientazione peplum e la presenza dell’attrice Lucretia Love,ma si tratta di due film completamente differenti, girati per altro in due anni differenti.

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Fotogrammi che mostrano il titolo originale e il nome del regista nei credit

Mentre Livia una vergine per l’impero è diretto da Massaccesi, con l’abituale pseudonimo di Joe D’Amato (come del resto si evince dal fotogramma allegato) nel 1973,  La rivolta delle gladiatrici è del 1974.
Un film che è riemerso dagli archivi grazie all’emittente tv Dahlia, che nel ciclo Eros lo ha riproposto; probabilmente la pellicola non venne mai distribuita nelle sale ed è quindi davvero casuale la possibilità di rivederlo a quarant’anni dalla sua apparizione.Grazie ad un utente che lo ha rippato proprio da Dahlia, è possibile vederlo a questo indirizzo (almeno fino a quando You tube,come fa di frequente,non decida di cancellarlo: http://www.youtube.com/watch?v=oH-CHBtawIc

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Con pochissimi mezzi, potendo contare solo su Lucretia Love come nome di punta e riutilizzando spezzoni di un peplum ambientato in oriente, D’Amato dirige un film modesto tutto virato all’erotico,come del resto accadrà con le sue successive incursioni nel genere “spada e sandali”, il già citato La rivolta delle gladiatrici e l’ambizioso Caligola la storia mai raccontata.
Parlavo non a caso di recupero di vecchi filmati:guardando il film non si può non notare la differenza di colore delle sequenze del terremoto con il resto del film,l’evidente anacronismo del terremoto nel tempio, in cui troneggiano statue di  stile babilonese e la presenza improvvisa di Lucretia Love a ben 10 minuti dall’inizio del film.
Che è probabilmente ambientato,nella sua parte iniziale, a Pompei, anche se le scene mostrano un devastante terremoto mentre fuori campo si vedono delle ridicole immagini di un vulcano che erutta, realizzate in totale economia rispetto alle discrete immagini del terremoto stesso.

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Diamo un’occhiata alla trama:durante il terremoto che distrugge la cittadina nella quale Livia vive,la ragazza rinviene i corpi esanimi della madre e del fratellino.
Rimasta sola al mondo Livia accetta l’invito di Lucilla, che promette di vegliare su di lei,di recarsi a Roma.
Ritroviamo quindi nella città eterna Livia mentre assiste ad un combattimento di gladiatori, palpeggiata da un senatore anziano; la ragazza è diventata una prostituta di lusso, asservita agli ordini di Lucilla e del suo amante Taurus.
Grazie al senatore Claudio, Livia, donna ambiziosa e senza scrupoli,si libera dei suoi “carcerieri” che vengono assassinati durante un convegno amoroso.

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Ma Roma è una città piena di insidie,di giochi di potere:Livia si lascerà trascinare in un complotto proprio ai danni di Claudio,si innamorerà del suo protetto e pagherà con la vita i suoi errori.
Una buona fotografia,una bellissima Lucretia Love e un professionale Attilio Dottesio;queste in sintesi le doti di un film che avanza senza particolari acuti, ma in modo costante e non noioso.
Il cast attoriale costa pochissimo e si vede; recitazioni quasi da oratorio e nudi a volontà,tanto da far sorgere la domanda su come la censura non sia intervenuta pesantemente.La risposta è probabilmente nella mancata distribuzione nelle sale del film,che, come dicevo all’inizio,è riemerso solo da poco.Può valere una visione.

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Livia una vergine per l’impero
un film di Joe D’Amato,con Lucretia Love,Attilio Dottesio,Linda Sini,Edmondo Tieghi,Stefano Spitoni,Danilo Mezzetti.Eotico,Italia 1973

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Lucretia Love: Livia
Attilio Dottesio:senatore Claudio
Linda Sini:Lucilla

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Regia:Joe D’Amato
Sceneggiatura:Joe D’Amato (pseudonimo Michael Wotruba)
Musiche di Berto Pisano
Fotografia:Aristide Massaccesi (Joe D’Amato)
Montaggio:Piera Bruni

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Le regine dei sogni anni 70 oggi parte seconda

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Uno degli articoli più seguiti su Filmscoop riguarda certamente la gallery di foto delle attrici più belle e famose degli anni 60 e 70 ai giorni odierni http://filmscoop.wordpress.com/2010/11/05/le-regine-dei-sogni-anni-70-oggi/

Ecco una nuova galleria di altre attrici. Sono donne bellissime,sensuali alle prese con il passare degli anni; oggi sono tutte delle mature signore,ancora belle e affascinanti.Alcune di loro hanno proseguito regolarmente l’attività cinematografica,altre sono diventate manager,lavorano nel cinema ma non più come attrici, altre non hanno più avuto a che fare con il grande schermo.Questi sono i loro volti,oggi.

 Cinzia MonrealeSempre bellissima e affascinante,comprimaria in molte commedie sexy: Cinzia Monreale

Carole AndrÞ

La celebre Marianna del Sandokan televisivo,attrice di talento: Carole Andrè

Carla Gravina

Sempre affascinante: Carla Gravina

Barbara Magnolfi

Barbara Magnolfi

Barbara De Rossi

Reginetta dei fotoromanzi,buona attrice di film e fictionBarbara De Rossi

Ania Pieroni

L’indimenticabile volto di Inferno: Ania Pieroni

Claudine Auger

L’ex Bond girl Claudine Auger

Stella carnacina

Sempre bellissima,l’attrice e cantante Stella Carnacina

 Olga Karlatos

E’ stata una delle protagoniste del cinema 70, Olga Karlatos

Nadia Cassini

Il posteriore più ammirato del cinema sexy, Nadia Cassini

Monica Zanchi

Protagonista dei film della serie Emanuelle, Monica Zanchi

Maria Grazia Buccella

Reginetta di bellezza nella commedia anni 70, Maria Grazia Buccella

Lisa Gastoni

Bellissima e sensuale, Lisa Gastoni

Lilli Carati

Una storia personale travagliata, Lilli Carati

Ines Pellegrini

L’attrice preferita da Pasolini, Ines Pellegrini

Haydee Politoff

Inconfondibile il sorriso di Haydee Politoff

Francoise Fabian

Splendida: Francoise Fabian

Florinda Bolkan

Un autentico mito: Florinda Bolkan 

Florence Guerin

Sempre affascinante la reginetta dei soft core anni 80, Florence Guerin

Elke Sommer

La protagonista dei film di Bava, Elke Sommer

Dominique Sanda

L’indimenticabile Dominique Sanda

Daria Nicolodi

La regina del thriller, Daria Nicolodi

Daniela Giordano

Sempre bella, l’ex reginetta Daniela Giordano

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