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Due cuori, una cappella

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Aristide Cacciamani (Renato Pozzetto), figlio unico di madre usuraia e padre sconosciuto, è un abile ed apprezzato modificatore di apparecchi meccanici nonché collaudatore del “Self godeur”.Fresco di lutto, si reca spesso al cimitero, nella cappella dove la madre previdente
si è fatta tumulare insieme ai gioielli di famiglia e non solo.
Infatti, la defunta madre ha portato con sè pure la serenità di Aristide: lo perseguita nel sonno con la raccomandazione
di stare lontano dalle donne.
Ciò che Aristide ancora non sa è che sarà proprio il cimitero il luogo ove conoscerà Claudia (Agostina Belli), orfana e solitaria ricamatrice di abiti da sposa.
Aristide, seppur terrorizzato dallo spirito della defunta madre, di fronte alla delicata bellezza di Claudia, se ne innamora e la conquista portandola a fare un romantico pic-nic al cimitero.

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I guai seguiranno da lì a poco: dopo essere uscito dal carcere di Marsiglia,il marito di Claudia, Victor (Aldo Maccione) si trasferisce con prepotenza nella dimora degli innamorati.
Per di più, pretende le attenzioni della moglie sotto lo sguardo incredulo di Aristide. Poi, il terribile Victor coinvolge gli innamorati in un’operazione di “kidnapping”, ovvero, sequestro con riscatto di una bambina. Ma Aristide si salva dalle grinfie dell’avida coppia perché, fondamentalmente, lui è un brillante modificatore di oggetti… .
Le gag, i dialoghi, le battute si susseguono inarrestabili. Grazie alla simpatia innata del protagonista, lo spettatore sorride per tutta la durata del film.
Compaiono, inoltre, bravi comprimari: Mario Brega, nel ruolo di un macellaio, cliente di Aristide; Massimo Boldi, nei panni di un prete, sempre cliente nella bottega delle modifiche; Ursula Andress, nella parte di se stessa, dà un breve contributo alla scena finale.

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Renato Pozzetto adotta come sceneggiatura una commedia degli inganni e la arricchisce di dialoghi surreali, con il contributo di Enzo Jannacci, compagno di cabaret e autore dei programmi televisivi del duo comico “Cochi e Renato”. Il risultato è apprezzabile.
Inoltre, va fatta una menzione particolare per le musiche di Stelvio Cipriani.
Ad opinione di chi scrive, “Due cuori, una cappella” è una delle migliori commedie pozzettiane.
Sicuramente da vedere!

Due cuori, una cappella
Un film di Maurizio Lucidi. Con Renato Pozzetto, Leopoldo Trieste, Agostina Belli, Aldo Maccione, Giusi Raspani Dandolo
Ursula Andress, Renato Pinciroli, Mario Brega, Dada Gallotti, Fortunato Arena, Claudio Nicastro, Alvaro Vitali, Massimo Boldi Commedia, durata 105 min. – Italia 1975

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Renato Pozzetto: Aristide Cacciamani
Agostina Belli: Claudia Giliberti
Aldo Maccione: Victor
Giusi Raspani Dandolo: la mamma di Aristide
Gianni Baghino: Tonino
Ursula Andress: sé stessa
Pia Morra: Speranza
Franca Scagnetti: la mamma di Speranza
Leopoldo Trieste: il custode del cimitero
Massimo Boldi: il prete cliente di Aristide
Mario Brega: il macellaio
Alvaro Vitali: il 1° tassista che accompagna Aristide e Claudia
Fulvio Mingozzi: il 2° tassista che accompagna Aristide e Claudia
Renato Pinciroli: il prete che confessa la mamma di Aristide
Alessandra Vazzoler: una conoscente di Aristide
Alba Maiolini: una conoscente di Aristide
Dante Cleri: un conoscente di Aristide e guardiano del cimitero
Salvatore Billa: il cameriere della trattoria
Gino Pagnani: Cesare Pancrazi, papà della bimba
Pietro Zardini: il ricettatore
Dada Gallotti: la mamma della bimba
Claudio Nicastro: il barista
Fortunato Arena: il vigile urbano

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Regia Maurizio Lucidi
Soggetto Nicola Badalucco
Sceneggiatura Nicola Badalucco
Produttore Piero La Mantia
Casa di produzione Mars Film Produzione
Distribuzione (Italia) Cineriz
Fotografia Aldo Tonti
Montaggio Renzo Lucidi, Simonetta Vitelli
Musiche Stelvio Cipriani
Scenografia Luigi Scaccianoce
Costumi Carlo Gentili

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… tu basta che me regoli le molle. Ruba un po’ troppo. Poi finisce che i clienti svaghino… . Deve rubare 10 – 15 percento così almeno scarichiamo un po’ di tasse.

 

– Guardi: sformato di melanzane alla Claudio Baglioni.
– Bè, solo un angolino eh, tanto per gradire. Grazie.
– Lei sa come si prepara?
– No.
– Allora, si prende una porzione di pizza, la si lascia coinvolgere venti giorni a bordo dell’Amerigo Vespucci. Poi, si prende tutto, tutto, anche l’Amerigo Vespucci e si mette un bagno di schiuma tipo Viva la natura. Si lascia riposare per venti giorni poi si serve o bollente o gelato.

 

– Ch’è successo? Sì è macchiata la camicetta?! Le ho toccato la tetta… ?!
– Eh sì… .

 

– Ohhh, ti prego… controllati. Ohhh, approfittarsi così di una povera orfana indifesa… .
– Ho preso molto anche dalla mamma.

 

– Senti un po’, ma dove hai imparato la collaborazione all’amore? La Madonna eh! Sai che sei tremenda?!
– Leggo la Famiglia Cristiana… .

 

Il volgare è ritornato e si riprende il suo cappuccino! Buonanotte.

 

Eh la Madonna! Ma io capisco anche la furia della libidine… ma un po’ di ordine, no?!! Non siete nemmeno in casa vostra! Se io trattassi così il mio self godeur, dovrei cambiare tutte le fasce elastiche!

 

Il kidnapping non è poi un reato grave… . In Italia si dice: rapimento a scopo di estorsione. Ecco perché suona male. In America invece si dice kidnapping. È tutta un’altra cosa. Non vi pare?

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L’opinione di Renato dal sito http://www.davinotti.com

Forse il più divertente tra i film pozzettiani del primissimo periodo. Infatti il lato surreale non è mai eccessivo, e la vicenda tutto sommato è sceneggiata con un minimo di cura (vedi il doppio colpo di scena finale).
Ovviamente si sente molto la collaborazione del protagonista alla scrittura dei dialoghi, che secondo me sono una delle cose migliori del film. Appaiono numerosi caratteristi in micro-ruoli, da Dante Cleri a Claudio Nicastro,
da Pietro Zardini a Fortunato Arena.

L’opinione di Herrkinski dal sito http://www.davinotti.com

Buona commedia pozzettiana. In realtà fino alla parte del rapimento è addirittura straordinaria, quasi da eguagliare Sono fotogenico; poi purtroppo il ritmo e le gag calano, tutto diventa più canonico,
mantenendosi comunque su un buon livello. Quando si ride però si ride di gusto, grazie ad alcune battute e trovate geniali di Renato, coadiuvato da un cast all’altezza che include un Maccione molto bravo
(in una situazione che i due riproporranno similarmente in Fico d’India) e una graziosa Belli. Sicuramente da vedere per i fan di Pozzetto.

L’opinione di Trivex dal sito http://www.davinotti.com

Nel periodo d’oro del cinema italiano trova il suo posticino questo piacevole film, dove l’intrattenimento è garantito da un Pozzetto in ottima forma e da una storia divertente che ho apprezzato non poco.
Bravi anche i comprimari, con Maccione più efficace del solito e la bellissima Agostina Belli comunque in un ruolo adatto a lei. Commedia che consente il sorriso senza soluzione di continuità e strappa anche qualche risata,
riservando sorprese a raffica nel dinamico finale. Consigliato per una serata “70s doc”.

L’opinione di sasso67 dal sito http://www.filmtv.it

Film dalla trama surrettizia e totalmente finalizzata a permettere a Renato Pozzetto, nel periodo migliore della propria carriera, di abbandonarsi ai suoi sproloqui surreali, totalmente slegati dalla realtà di quanto si sta svolgendo sullo schermo,
da risultare spesso irresistibilmente esilaranti.
Uno dei film migliori di Maurizio Lucidi, un regista che di suo solito non andava tanto, non così tanto, per il sottile, cinematograficamente parlando.
Ricordo di avere visto Due cuori una cappella per la prima volta ai tempi del liceo e di avere trascorso la mattina successiva a scuola rimpallando con il mio compagno di banco il tormentone «è analogo!», ripetuto da Pozzetto.

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