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100 Film da salvare

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100 film da salvare

Cento film da salvare, cento film che coprono un arco temporale che va dal 1942 al 1978, ultimo anno preso in considerazione per una lista che è stata redatta nel 2006 quando,alle Giornate degli Autori di Venezia,Fabio Ferzetti il critico cinematografico del Messaggero con la collaborazione di Gianni Amelio, Gian Piero Brunetta, Giovanni De Luna, Gian Luca Farinelli, Giovanna Grignaffini, Paolo Mereghetti, Morando Morandini, Domenico Starnone e Sergio Toffetti hanno di fatto creato un elenco di cento film considerati imprescindibili per il loro valore artistico e culturale,oltre che rappresentativi della storia e del costume italiano.
Tra i cento registi,il più citato è Federico fellini con sette opere Lo sceicco bianco (1952), I Vitelloni (’53), La strada (’54), Le notti di Cabiria (’57), La dolce vita (’60), Otto e mezzo (’63), Amarcord (’74)
In realtà sarebbero otto,vista la presenza di un film girato con Lattuada nel 1950,quel Luci del varietà considerato un autentico capolavoro.
Sei le presenze di Luchino Visconti,Ossessione (1943), La terra trema (’48), Bellissima (’51), Senso (’54), Rocco e i suoi fratelli (’60), Il Gattopardo (’63) mentre sono cinque quelle di un altro grande maestro,Vittorio De Sica con Sciuscià (1946), Ladri di biciclette (’48), Miracolo a Milano (’51), Umberto D (’52) e L’oro di Napoli (’54).Da notare l’assenza di un grandissmo film,Il giardino dei Finzi Contini,che vinse anche un Oscar.
Anche Francesco Rosi è presente con 5 film,I magliari (1959), Salvatore Giuliano (’62), Le mani sulla città (’63), Il caso Mattei (’72) e Cadaveri eccellenti (’76) così come il grande Monicelli con Guardie e ladri (1951), Un eroe dei nostri tempi (’55), I soliti ignoti (’58), La grande guerra (’59) e Un borghese piccolo piccolo (’77)
Quattro i film presenti per Roberto Rossellini,Roma città aperta (1945), Paisà (1946), Stromboli (1950) ed Europa 51 (1952) e per Dino Risi con Poveri ma belli (1957), Una vita difficile (1961), Il sorpasso (1962), I mostri(1963)
La lista esclude un grande come Leone,e questa è una delle tante anomalie di un gruppo di pellicole di alto livello ma rappresentative solo in parte.Escludere il western o escludere buona parte della commedia all’italiana (L’armata Bancaleone è solo un esempio) dimostra ancora una volta come i critici abbiano una visione davvero parziale del cinema e del suo vero significato.

I film

1 Ossessione locandina

1 Ossessione foto

Ossessione,di Luchino Visconti

2 Roma città aperta locandina

2 Roma città aperta foto

Roma città aperta di Roberto Rossellini

3 Ladri di biciclette locandina

3 Ladri di biciclette foto

Ladri di biciclette di Vittorio De Sica

I soliti ignoti locandina

I soliti ignoti foto

I soliti ignoti di Mario Monicelli

6 Lo sceicco bianco locandina

6 Lo sceicco bianco foto

Lo sceicco bianco di Federico Fellini

7 Divorzio all'italiana locandina

7 Divorzio all'italiana foto

Divorzio all’italiana di Pietro Germi

8 Salvatore Giuliano locandina

8 Salvatore Giuliano foto

Salvatore Giuliano di Francesco Rosi

9 I pugni in tasca locandina

9 I pugni in tasca foto

I pugni in tasca di Marco Bellocchio

10 Io la conoscevo bene locandina

10 Io la conoscevo bene foto

Io la conoscevo bene di Antonio Pietrangeli

11 Dillinger è morto locandina

11 Dillinger è morto foto

Dillinger è morto di Marco Ferreri

12 Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto locandina

12 Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto foto

Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto di Elio Petri

13 Il conformista locandina

13 Il conformista foto

Il conformista di Bernardo Bertolucci

14 C'eravamo tanto amati locandina

14 C'eravamo tanto amati foto

C’eravamo tanto amati di Ettore Scola

15 Pane e cioccolata locandina

15 Pane e cioccolata foto

Pane e cioccolata di Franco Brusati

16 Novecento locandina

16 Novecento foto

Novecento di Bernardo Bertolucci

17 Amarcord locandina

17 Amarcord foto

Amarcord di Federico Fellini

18 Una giornata particolare locandina

18 Una giornata particolare foto

Una giornata particolare di Ettore Scola

19 Un borghese piccolo piccolo locandina

19 Un borghese piccolo piccolo foto

Un borghese piccolo piccolo di Mario Monicelli

20 Padre padrone locandina

20 Padre padrone foto

Padre padrone di Paolo e Vittorio Taviani

I registi

Vittorio De Sica

Vittorio De Sica

Valerio Zurlini

Valerio Zurlini

Steno

Steno

Roberto Rossellini

Roberto Rossellini

Pietro Germi

Pietro Germi

Pier Paolo Pasolini

Pier Paolo Pasolini

Michelangelo Antonioni

Michelangelo Antonioni

Mauro Bolognini

Mauro Bolognini

Mario Monicelli

Mario Monicelli

Marco Bellocchio

Marco Bellocchio

Luciano Salce

Luciano Salce

Luchino Visconti

Luchino Visconti

Alberto Lattuada

Alberto Lattuada

Bernardo Bertolucci

Bernardo Bertolucci

Dino Risi

Dino Risi

Elio Petri

Elio Petri

Ettore Scola

Ettore Scola

Federico Fellini

Federico Fellini

Francesco Rosi

Francesco Rosi

Franco Brusati

Franco Brusati

Le attrici

g Sofia Loren L'oro di Napoli

Sofia Loren in L’oro di Napoli

h Alida Valli Senso

Alida Valli in Senso

i Alida Valli Senso

Bette Davis in Lo scopone scientifico

l Annie Girardot La donna scimmia

Annie Girardot in La donna scimmia

f Silvana Mangano Riso amaro

Silvana Mangano in Riso amaro

e Gina Lollobrigida La provinciale

Gina Lollobrigida in La provinciale

c-Sandra Milo 8 e mezzo

Sandra Milo in 8 e mezzo

b-Monica Vitti L'eclisse

Monica Vitti in L’eclisse

a- Claudia Cardinale Il bell'Antonio

Claudia Cardinale in Il bell’Antonio

Ecco la lista completa dei film,rigorosamente in ordine di uscita delle pellicole:

I cento film

1 4 passi fra le nuvole Alessandro Blasetti 1942
2 Ossessione Luchino Visconti 1943
3 Roma città aperta Roberto Rossellini 1945
4 Paisà Roberto Rossellini 1946
5 Sciuscià Vittorio De Sica 1946
6 L’onorevole Angelina Luigi Zampa 1947
7 Ladri di biciclette Vittorio De Sica 1948
8 La terra trema Luchino Visconti 1948
9 Riso amaro Giuseppe De Santis 1949
10 La città dolente Mario Bonnard 1949
11 Cielo sulla palude Augusto Genina 1949
12 Stromboli (Terra di Dio) Roberto Rossellini 1949
13 Catene Raffaello Matarazzo 1949
14 Il cammino della speranza Pietro Germi 1950
15 Domenica d’agosto Luciano Emmer 1950
16 Cronaca di un amore Michelangelo Antonioni 1950
17 Luci del varietà Alberto Lattuada e Federico Fellini 1950
18 Prima comunione Alessandro Blasetti 1950
19 Bellissima Luchino Visconti 1951
20 Due soldi di speranza Renato Castellani 1951
21 Guardie e ladri Mario Monicelli e Steno 1951
22 Miracolo a Milano Vittorio De Sica 1951
23 La famiglia Passaguai Aldo Fabrizi 1951
24 Umberto D. Vittorio De Sica 1952
25 Europa ’51 Roberto Rossellini 1952
26 Lo sceicco bianco Federico Fellini 1952
27 Totò a colori Steno 1952
28 Don Camillo Julien Duvivier 1952
29 Pane, amore e fantasia Luigi Comencini 1953
30 I vitelloni Federico Fellini 1953
31 Napoletani a Milano Eduardo De Filippo 1953
32 Febbre di vivere Claudio Gora 1953
33 La provinciale Mario Soldati 1953
34 Carosello napoletano Ettore Giannini 1953
35 Il sole negli occhi Antonio Pietrangeli 1953
36 La spiaggia Alberto Lattuada 1954
37 L’oro di Napoli Vittorio De Sica 1954
38 Un americano a Roma Steno 1954
39 L’arte di arrangiarsi Luigi Zampa 1954
40 Senso Luchino Visconti 1954
41 La strada Federico Fellini 1954
42 Una donna libera Vittorio Cottafavi 1954
43 Gli sbandati Francesco Maselli 1955
44 Un eroe dei nostri tempi Mario Monicelli 1955
45 Poveri ma belli Dino Risi 1956
46 Il grido Michelangelo Antonioni 1957
47 Le notti di Cabiria Federico Fellini 1957
48 I soliti ignoti Mario Monicelli 1958
49 Arrangiatevi! Mauro Bolognini 1959
50 La grande guerra Mario Monicelli 1959
51 I magliari Francesco Rosi 1959
52 Tutti a casa Luigi Comencini 1960
53 La dolce vita Federico Fellini 1960
54 Rocco e i suoi fratelli Luchino Visconti 1960
55 La ragazza con la valigia Valerio Zurlini 1960
56 La lunga notte del ’43 Florestano Vancini 1960
57 Il bell’Antonio Mauro Bolognini 1960
58 Una vita difficile Dino Risi 1961
59 Divorzio all’italiana Pietro Germi 1961
60 Il posto Ermanno Olmi 1961
61 Accattone Pier Paolo Pasolini 1961
62 Leoni al sole Vittorio Caprioli 1961
63 Il sorpasso Dino Risi 1962
64 Salvatore Giuliano Francesco Rosi 1962
65 L’eclisse Michelangelo Antonioni 1962
66 Mafioso Alberto Lattuada 1962
67 I mostri Dino Risi 1963
68 Le mani sulla città Francesco Rosi 1963
69 8½ Federico Fellini 1963
70 Il Gattopardo Luchino Visconti 1963
71 La donna scimmia Marco Ferreri 1963
72 Chi lavora è perduto (In capo al mondo) Tinto Brass 1963
73 La vita agra Carlo Lizzani 1964
74 I pugni in tasca Marco Bellocchio 1965
75 Io la conoscevo bene Antonio Pietrangeli 1965
76 Comizi d’amore Pier Paolo Pasolini 1965
77 Signore & signori Pietro Germi 1966
78 Uccellacci e uccellini Pier Paolo Pasolini 1966
79 La battaglia di Algeri Gillo Pontecorvo 1966
80 La Cina è vicina Marco Bellocchio 1967
81 Dillinger è morto Marco Ferreri 1968
82 Banditi a Milano Carlo Lizzani 1968
83 Il medico della mutua Luigi Zampa 1968
84 Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto Elio Petri 1970
85 Il conformista Bernardo Bertolucci 1970
86 L’udienza Marco Ferreri 1971
87 Diario di un maestro Vittorio De Seta 1972
88 Il caso Mattei Francesco Rosi 1972
89 Lo scopone scientifico Luigi Comencini 1972
90 Nel nome del padre Marco Bellocchio 1972
91 Amarcord Federico Fellini 1973
92 C’eravamo tanto amati Ettore Scola 1974
93 Pane e cioccolata Franco Brusati 1974
94 Fantozzi Luciano Salce 1975
95 Novecento Bernardo Bertolucci 1976
96 Cadaveri eccellenti Francesco Rosi 1976
97 Una giornata particolare Ettore Scola 1977
98 Un borghese piccolo piccolo Mario Monicelli 1977
99 Padre padrone Paolo e Vittorio Taviani 1977
100 L’albero degli zoccoli Ermanno Olmi 1978

Gli attori

a1 Aldo Fabrizi C'eravamo tanto amati

Aldo Fabrizi in C’eravamo tanto amati

a2 Alain Delon Il gattopardo

Alain Delon in Il Gattopardo

a3 Amedeo Nazzari Le notti di Cabiria

Amedeo Nazzari in Le notti di Cabiria

a4 Marcello Mastroianni Una giornata particolare

Marcello Mastroianni in Una giornata particolare

a5 Eduardo De Filippo Tutti a casa

Eduardo De Filippo in Tutti a casa

a6 Alberto Sordi Un americano a Roma

Alberto Sordi in Un americano a Roma

a7 Nino Manfredi Pane e cioccolata

Nino Manfredi in Pane e cioccolata

a8 Vittorio Gassman Il sorpasso

Vittorio Gassman in Il sorpasso

a9 Toto Uccellacci e uccellini

Toto in Uccellacci e uccellini

a10 Mario Vitale Stromboli

Mario Vitale in Stromboli



Il Dottor Zivago

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Il dottor Zivago locandina 0

Nel 1965,dopo aver raccolto ben 14 Oscar con due film,Il ponte sul fiume Kway e Lawrence D’Arabia il regista inglese Daid Lean
accetta l’offerta del produttore Carlo Ponti di ridurre per lo schermo il romanzo di Boris Pasternak Il dottor Zivago,unica opera
letteraria in forma di romanzo dello scrittore russo che nel 1958 aveva vinto il premio Nobel per la letteratura.
E’ un’operazione ambiziosa e complessa quella di condensare in 200 minuti di pellicola una vera e propria epopea descritta con
tono vivace ed armonico dallo scrittore russo,che all’uscita del libro aveva incontrato la netta opposizione,l’ostracismo da parte della nomenklatura russa.
Era stato l’editore italiano Giangiacomo Feltrinelli a permettere al pubblico italiano di conoscere l’opera di Pasternak,con la pubblicazione
nel 1957 della prima edizione del romanzo.
Che aveva riscosso un immediato successo,in un periodo storico dominato dagli sguardi in cagnesco,dall’aperta ostilità che regnava tra i due blocchi
contrapposti dell’Occidente e quello comunista.
Successo che Pasternak aveva vissuto con sentimenti contrapposti;da un lato la gratificazione morale ed economica derivata dal successo,
dall’altro la certezza che il regime non avrebbe certamente guardato con simpatia a quello che a prima vista sembrava un attacco
alla struttura stessa dell’ortodossia comunista,una storia che ripercorreva i primi anni della rivoluzione d’ottobre mostrandone contraddizioni e crudeltà in pari dosi.

Il dottor Zivago 1

Il dottor Zivago 2
In realtà Pasternak,come più volte disse nel corso della vita,non aveva certo mirato a destabilizzare le cose;la sua era stata un’attenta riflessione sull’evoluzione della società russa e in qualche modo anche sulla lingua russa.In pratica,lo scrittore moscovita si ritrovò tra le mani una bomba che nelle intenzioni non doveva essere tale.
Fu l’occidente ad attribuire al romanzo una forza dirompente che in effetti non aveva;e furono i servizi segreti statunitensi
a giocare un ruolo decisivo nell’attribuzione del Nobel a Pasternak attraverso una complessa storia piena di intrighi che potrete leggere con una veloce ricerca in rete.
Lean era uno specialista in grandi resoconti storici visivi;lo aveva già dimostrato con l’antimilitarista Il ponte su fiume Kway e con l’affascinante epopea di Lawrence d’Arabia ed era anche abituato a dirigere stuoli d’attori per le scene di massa.
Si ritrova quindi a metter mano ad un film in cui conta sicuramente un’accurata ricostruzione storica ma che ha al centro la figura di un uomo che crede nel suo lavoro (Yuri Zivago è un medico)che osserva i cambiamenti prodotti nella società russa dalla rivoluzione,che spazza via secoli di sfruttamento e oppressione per sostituire il tutto con un regime che per certi versi sarà ancor più oppressivo del precedente.
Zivago vivrà in pratica due vite,una tradizionale con famiglia e figli e una “nuova”,come la Russia nella quale vive accanto alla giovane infermiera Lara mentre attorno a lui tutto cambia apparentemente alla velocità della luce.
Apparentemente,appunto.
Senza addentrarmi in un discorso storico politico improponibile riassumo per sommi capi la trama del film.

Il dottor Zivago 3

Il dottor Zivago 4
Yuri Zivago è un brillante medico appena laureato che,dopo la morte della madre,ha potuto studiare a Mosca grazie alla protezione del ricco Gromeko,che alla morte dei suoi genitori lo ha accolto in casa.
Mosca è in subbuglio;manifestazioni e scontri sono all’ordine del giono e la polizia zarista reprime ciecamente e brutalmente tutti i tentativi
da parte del popolo di richiedere migliori condizioni di vita.
Il giovane dottore conosce Lara,una bella ragazza che è la mantenuta di Komarovski,uno spietato uomo d’affari che non esita a stuprarla.La donna tenta di ucciderlo riuscendo solo a ferirlo.
Siamo alla vigilia dello scoppio della prima guerra mondiale;Yuri Zivago ha sposato la figlia di Gromeko,è innamorato della moglie e in qualche modo felice.
Ma la fronte incontra Lara,che nel frattempo si è sposata.Suo marito è al fronte e la donna vive quindi separata dal consorte;sullo sfondo c’è una Russia sempre più divisa ed affamata,coinvolta in una guerra che non solo non ha prodotto risultati positivi,ma che si sta rivelando solo un massacro spaventoso.
Per Yuri la guerra termina temporaneamente e può ritornare a casa,dove lo aspettano la moglie e il figlio ma anche una brutta sorpresa;la rivoluzione sta spazzando via l’antica casta al potere e a suo suocero è stata espropriata la grande casa in cui vivevano,con il risultato che Gromeko,sua moglie e suo figlio vivono in due stanze esposti al gelo dell’inverno russo.
Evgraf,fratellastro di Yuri e ufficiale di polizia lo avvisa che la sua opera di poeta,passione che Yuri ha sin da ragazzo,è malvista dalle autorità che ora hanno il controllo della Russia.
Lo convince quindi a stabilirsi negli Urali,in un posto più tranquillo e meno esposto ai controlli della polizia;il viaggio verso gli Urali diventa l’occasione per Zivago di aprire gli occhi definitivamente sulla drammatica situazione del suo paese.
Massacri di ogni genere,violenze e sopraffazione sembrano aver preso il posto dell’antico ordine costituito.

Il dottor Zivago 5

Il dottor Zivago 6
Uno dei principali responsabili delle violenze è il comandante Strel’nikov,sotto le cui vesti si nasconde Pasa,marito di Lara;arrivati negli Urali,Zivago e la sua famiglia scoprono che anche la tenuta è stata sequestrata dai rivoluzionari e finiscono così in una fattoria.
Qui Yuri incontra Lara e tra i due divampa la passione.
Nella Russia la rivoluzione è al culmine così come la relazione tra Zivago e Lara;la moglie di lui attende un figlio e Zivago decide di interrompere la relazione con Lara.
Zivago viene catturato dai partigiani comunisti e arruolato come medico con la forza;sarà solo dopo due anni che riuscirà a liberarsi,scoprendo
che sua moglie si è rifugiata a Parigi proprio con Lara.
Qui di due amanti si ritrovano e…
Il dottor Zivago è uno dei rarissimi casi in cui un film è superiore al romanzo da cui è tratto; mentre il romanzo di Pasternak ha molti momenti di pausa,con lunghi e francamente monotoni monologhi,il film ha un taglio decisamente più spigliato e veloce.
Mentre Pasternak insegue nel romanzo i suoi obiettivi,raccontando i mali della rivoluzione,esaltando la poesia e la lingua russa,Lean va dritto al sodo creando un kolossal in cui è molto più importante la storia d’amore fra Yuri e Lara e lo sfondo della guerra civile.
Passioni forti e pregnanti sullo sfondo della rivoluzione russa,il nuovo che avanza e che per certi versi farà rimpiangere il vecchio e una storia d’amore bella e triste allo stesso tempo.
La ricostruzione ambientale è praticamente perfetta;indimenticabile la maschera di ghiaccio di Zivago così come splendida e immortale è la colonna sonora del film,
quel Tema di Lara di Maurice Jarre che spopolerà alla notte degli Oscar del 1966 al Santa Monica Civic Auditorium.

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Il film di Lean,nella stessa serata,si aggiudicherà cinque Oscar,quelli per la Migliore sceneggiatura non originale a Robert Bolt,per la Migliore fotografia a Freddie Young, per la Migliore scenografia a John Box, Terence Marsh e Dario Simoni,per i Migliori costumi a Phyllis Dalton.
A Lean sfugge sia l’Oscar per la miglior regia sia per il miglior film pur avendo avuto due nomination,così come nonostante la splendida interpretazione nè Julie Christie nè Omar Sharif,i due grandi protagonisti del film non otterranno nemmeno le nomination.
Cosa poco importante,perchè Il Dottor Zivago ebbe accoglienze trionfali da parte del pubblico e decisamente buone da parte della critica.
Merito dei due citati protagonisti,di una colonna sonora indimenticabile e di una regia praticamente perfetta.Da elogiare tutto quanto il cast,assolutamente inappuntabile.
Per quanto non fosse facile Lean ricostruisce in modo preciso l’atmosfera del romanzo con un film che diventerà con il tempo un grande classico,tanto da essere considerato uno dei film storici più belli di sempre.
Un film da vedere e da rivedere,con il piacere delle cose belle…

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Il dottor Zivago

Un film di David Lean. Con Omar Sharif, Julie Christie, Geraldine Chaplin, Rod Steiger, Alec Guinness, Tom Courtenay, Siobhan McKenna, Ralph Richardson, Rita Tushingham, Jeffrey Rockland, Klaus Kinski, Tarek Sharif, Bernard Kay,
Gérard Tichy, Noël Willman, Roger Maxwell, Mark Eden Titolo originale Doctor Zhivago. Drammatico, durata 190 min. – USA, Italia 1965.

Il dottor Zivago Banner gallery

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Il dottor Zivago Banner protagonisti

Omar Sharif: dott. Jurij Zivago
Julie Christie: Larisa ‘Lara’ Antipova
Geraldine Chaplin: Tonja Gromeko
Rod Steiger: Viktor Komarovskij
Rita Tushingham: la ragazza
Alec Guinness: generale Evgraf Zivago
Ralph Richardson: Aleksandr Gromeko
Klaus Kinski: Kostoed Amurskij
Tom Courtenay: Paša Antipov / Strel’nikov
Adrienne Corri: madre di Lara
Jack MacGowran: Petja
Lili Murati: donna che sale sul treno in corsa

Il dottor Zivago Banner doppiatori

Giuseppe Rinaldi: dott. Jurij Zivago
Maria Pia Di Meo: Lara Antipova
Fiorella Betti: Tonja Gromeko
Bruno Persa: Viktor Komarovskij
Manlio Busoni: generale Evgraf Zivago
Nino Pavese: Aleksandr Gromeko
Sergio Tedesco: Pasa Antipov
Gino Baghetti: Petja
Mario Mastria: tenente, passeggero sul treno
Rosetta Calavetta: madre di Lara
Giovanna Scotto: Anna
Nino Marchetti: cameriere
Dina Perbellini: signora alla festa
Gualtiero De Angelis: soldato nel vagone
Liliana Sorrentino: Katja

Il dottor Zivago Banner cast

Regia David Lean
Soggetto Boris Leonidovic Pasternak (omonimo romanzo)
Sceneggiatura Robert Bolt
Produttore Carlo Ponti
Fotografia Freddie Young
Montaggio Norman Savage
Musiche Maurice Jarre
Scenografia Terence Marsh, Gil Parrondo, Dario Simoni
Costumi Phyllis Dalton

Il dottor Zivago Banner citazioni dal film

“Aniuska, smettila: i buoni matrimoni li fa Dio, non li facciamo noi.”
“Ci sono due tipi di donne, ed è chiaro che tu non sei del tipo più puro: tu, mia cara, sei da letto.”
“Pavel Pavlovic, la mia impressione è che, non vi offendete, siate molto giovane.
Monsieur Komaronskij, ora non vi offendete voi: la gente migliora con l’età?”
“Sarebbe stato bello incontrarci prima…Anche di un giorno, sì.”
“Ma se il popolo ama la poesia, ama i poeti… e nessuno ama la poesia più di un russo…”
“Ci sono due tipi di uomini, solo due. Quel giovane è del tipo raro. Egli è nobile, ed è puro:
è il tipo d’uomo che il mondo finge di ammirare ma che in realtà disprezza; è il tipo d’uomo che genera sgomento e infelicità, specialmente nelle donne. Capisci? […] E c’è l’altro tipo: non è idealista, non è puro; ma è vivo.
“Tonya, sai suonara la balalaika?
Se la sa suonare? È un’artista!
E chi glielo ha insegnato?
Nessuno!
Allora è un dono, un dono di natura”

Il dottor Zivago Banner citazioni romanzo
Andavano e sempre camminando cantavano eterna memoria, e a ogni pausa era come se lo scalpiccio, i cavalli, le folate di vento seguitassero quel canto.
I passanti facevano largo al corteo, contavano le corone, si segnavano. I curiosi, mescolandosi alla fila, chiedevano: “Chi è il morto?” La risposta era: “Zivago.
” “Ah! allora si capisce.” “Ma non lui. La moglie.” “È lo stesso. Dio l’abbia in gloria. Gran bel funerale.”

DAL ROMANZO

Io non amo la gente perfetta, quelli che non sono mai caduti, non hanno inciampato. La loro è una virtù spenta, di poco valore.
A loro non si è svelata la bellezza della vita.

Sognò […] Da un capo all’altro dell’appartamento, tutta indaffarata, si muoveva rapida e silenziosa Lara, con addosso la vestaglia da mattina infilata in fretta,
e lui la seguiva alle calcagna, importuno, cercando con insistenza di mettere in chiaro qualcosa in modo insulso e a sproposito, mentre lei non aveva nemmeno un minuto da dedicargli,
e alle sue spiegazioni rispondeva continuando a muoversi e limitandosi a volgere il capo dalla sua parte, con silenziosi sguardi perplessi e scoppi innocenti della sua incantevole risata argentina,
unici tratti di intimità ancora rimasti tra loro. E così lontana, fredda e attraente era colei alla quale egli aveva dato tutto, colei che aveva preferito a tutto e a confronto con la quale tutto era
inferiore e privo di valore!

Il dottor Zivago Banner recensioni
L’opinione di Gcarlo dal sito http://www.mymovies.it

Ho rivisto questo film dopo 30 anni e lo trovo ancora perfetto. Scenografie, ambientazione, personaggi tutto è ancora vivo e palpitante. A distanza di tempo devo rivalutare la figura di Rod Steiger
che di primo acchito tende ad essere offuscata da quella Omar Sharif L’idealista. Tra tutti gli uomini che hanno cooperato alla rovina esistenziale di Lara, si è dimostrato alla fine l’unico in grado di offrirle delle risposte concrete al di là
degli idealismi distruttivi (comunismo e amore) degli altri due uomini della sua vita. Lara è sempre convincente, splendida figura di donna degna di figurare tra i grandi personaggi femminili della letturatura mondiale. E’la vera vittima della vicenda,schicciata dall’egoismo degli uomini
che ha amato:il gaudente, il politico folle, il poeta che non riesce a darle una stabilità relazionale.E’indicibile il carico di sofferenza che
questa donna deve sopportare e c’è sempre un sorriso sulle sue labbra. Lara resterai sempre nel nostro cuore!
L’opinione di Curiosone49 dal sito http://www.filmtv.it

Film-romanzo storico per eccellenza, narra di un medico che passa dall’agiata vita di professionista nella Russia zarista, alle umiliazioni riservate dai bolscevichi alla classe cui appartiene, attraverso gli avvenimenti drammatici della Rivoluzione di Ottobre…. La figura centrale è quella di Yuri Zhivago,
(un bellissimo, quanto amimico Omar Sharif ) che, pur attraversando il disfacimento di uno Paese – la Russia zarista – e di un intero mondo che aveva conosciuto, tenta comunque, per sopravvivere, di adeguarsi al’immagine dell’uomo “nuovo” che la Rivoluzione intende plasmare, riuscendo peraltro ad essere fedele solo a se stesso, al proprio “mestiere”
– sia qui detto con rispetto – di medico…Zhivago infatti non riesce – né lo ha mai voluto – essere l’uomo “nuovo”, ma nemmeno riesce ad essere un fedele marito, né – purtroppo per lui – un assiduo compagno della pur amatissima amante Lara …La passione per Lara lo allontana dalla moglie, costringendolo a sempre più frequenti visite all’amante, finchè,
presa la decisione di non più frequentarla, nel breve percorso tra la casa dell’amante e la propria, verrà ingoiato per ben due anni dalla Rivoluzione…E’ una storia di passioni e di abbandoni, di ricordi struggenti di momenti felici, già vissuti nella banalità del quotidiano, ma poi rivissuti con struggente nostalgia… C’è un’amarezza di fondo che permea il fluire della narrazione,
come di una felicità che si potrebbe raggiungere ma che ci sfugge per un attimo…Zhivago è con Lara, infermiera al fronte…c’è la guerra…ma solo al momento del commiato (il ritorno a casa), ripercorrendo le stanze vuote della villa trasformata in ospedale da campo, si rende conto di quanto fosse importante Lara…

Opinioni tratte dal sito http://www.davinotti.com

B. Legnani

Benché la grandiosità sconfini nella lentezza, e benché oggi il film appaia abbastanza lontano dai gusti contemporanei, resta un bel kolossal, ottimamente diretto ed ottimamente interpretato, pure dotato di panorami splendidi. Il tema musicale è passato alla storia. Il finale, riproposto in Palombella rossa, è quasi sadico verso lo spettatore. Da vedere, ma solo se armati di saggia pazienza.
Galbo

Da uno dei capolavori letterari del Novecento, il grande regista inglese David Lean sforna un film epico, nella migliore tradizione hollywodiana. Benché sia certamente un ottimo film, Zivago non riesce a raggiungere il livello dei due grandi capolavori del regista (Lawrence d’Arabia e Il ponte sul fiume Kwai), a causa di una certa lentezza del racconto e dello stile che ne fa un film che ha risentito non positivamente del trascorrere del tempo.
Caesars

Grande affresco della Russia in piena rivoluzione bolscevica, è un ottimo esempio di come si possa realizzare un polpettone romantico (oltre tre ore) ottenendo buoni risultati e non cadendo mai nello stucchevole. David Lean era sicuramente un buon regista (suoi anche gli strapremiati Ponte sul fiume Kway e Lawrence d’Arabia) ed è assecondato alla perfezione da ottimi attori e da una storia molto ben strutturata. Da vedere.
Ciavazzaro
Ottimo, rientra negli annali. Sottolineato dalle ottime musiche del compianto Maurice Jarre e sorretto da un imponente cast (Sharif, la Chaplin, Kinski). Sceneggiatura solida, con finale crudele, si fa vedere piacevolmente nonostante la durata. Da citare il finale.
Gugly

Film romantico per eccellenza che tralascia le riflessioni del romanzo per concentrarsi sulla dolorosa storia d’amore tra Juri e Lara, opportunamente corredati di tema che rimanda alla taiga, alla neve ed al Palazzo d’Inverno. Certamente datato, ma ogni volta sprigiona un fascino a cui è difficile resistere, merito non solo dei protagonisti ma anche dei comprimari, sui quali svettano la dolce Geraldine Chaplin e il burbero Alec Guinness.
Saintgifts

Che molte donne, vicine ai cinquanta, si chiamino Lara, la dice lunga sul successo che il film in questione ha avuto in Italia e non solo. Per non parlare poi del tema musicale, fischiettato a ogni angolo di strada (quando ancora si fischiettava). Un kolossal di tutto rispetto, tratto da un romanzo di tutto rispetto. Lean è riuscito a tradurlo in immagini convenientemente, servendosi di una splendida fotografia e di attori molto in parte che hanno saputo esprimere i caratteri dei personaggi. Il finale lo giudico la ciliegina sulla torta.

Boris pasternak

Lo scrittore del romanzo,Boris Pasternak

David Lean

Il regista del film,David Lean

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Pretty woman

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Una delle capacità del cinema americano è quella di creare a tavolino dei blockbuster studiando nei minimi dettagli tutte le componenti dei film;
senza badare alla credibilità della sceneggiatura,i produttori contano su alcuni fattori determinanti svolgendo spesso vere e proprie indagini di mercato.
Si assoldano così attori belli e seducenti,si sceglie una colonna sonora adeguata,una storia possibilmente nazional popolare e rivolta alla più grande fascia di mercato possibile,un regista specialista in storie per bocche buone e il gioco è fatto.
Pretty woman,diretto da Garry Marshall è il prototipo del blockbuster con gli ingredienti citati ed è anche uno dei film più amati dal pubblico.
Il che è un mistero fino ad un certo punto,anche alla luce di una delle storie cinematografiche più banali e ruffiane dell’intera cinematografia di tutti i tempi.
Non è un mistero perchè la storia di Cenerentola è un po quella che più è amata dalla stragrande maggioranza del pubblico femminile.
Quale donna non sogna infatti il principe azzurro che la sollevi dalla quotidianità fatta spesso da una vita monotona e senza sussulti,piatta e priva di emozioni?

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Se poi il principe azzurro ha le fattezze di Richard Gere,uno degli attori più sexy di Hollywood,se il personaggio del film è ricco,affascinante e di successo allora il gioco è fatto.
Poco importa poi che la storia sia poco più che un pretesto per contrabbandare sogni impossibili e situazioni assolutamente improbabili ad un pubblico anestetizzato dal sentimentalismo,francamente rivoltante,di cui è infarcito il film stesso.
Non amo questo genere di film, i miei pazienti e fedeli lettori lo sanno.
Questo poi è il film che più detesto in assoluto e non solo per le ragioni su esposte.
La storia è banalissima,la sceneggiatura come già detto ruffiana ma il fondo lo si tocca con la presenza di Julia Roberts,ragazza (all’epoca) acqua e sapone e assolutamente inadatta  al ruolo di squillo da marciapiede o,come ha detto con arguzia una mia cara amica,una che pratica fellatio a 30 dollari.
Detto questo,a farmi rabbia ( e vi garantisco che sono in buona compagnia come leggerete nelle critiche di altri recensori) è vedere un film di bassissima lega scalare le vette degli incassi senza alcun merito,se non quello di essere stato assemblato come un’arma da combattimento,un carro armato che travolge i botteghini e rastrella dollari.
Il successo di Pretty woman è stato planetario,per cui alla fine hanno avuto ragione i produttori e su questo non ci piove,
Ma questo film sta al cinema come una mela sta ad una torta di mele

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Veniamo alla trama:
un giovane,ricco,affascinante uomo d’affari di nome Edward Lewis compra e rivende compagnie sull’orlo del fallimento o comunque in grosse difficoltà economiche.
Una sera aggancia una giovane prostituta,Vivian e le propone di restare con lui una settimana per una grossa cifra oltre alla fornitura di vestiti e accessori.
La ragazza accetta e da quel momento la sua vita cambia.
Non completamente però.
Le sue origini,il suo lavoro la condizionano pesantemente;veste come una prostituta di basso costo,è sguaiata,è appariscente in poche parole.
Il tentativo di fare shopping si trasforma in una pesante umiliazione,perchè le commesse dei negozi ove si reca la prendono in giro,intuendo le sue origini popolane.
Sarà Barney,il direttore dell’hotel in cui alloggia Edward a trasformare il brutto anatroccolo in un cigno.
E della cosa si accorgerà anche Edward.
Da li inizerà una serie di traversie che porteranno i due a dividersi,nonostante Vivian ormai si sia innamorata del suo affascinante principe.
Ma il terribile e prevedibile happy end è in agguato…

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Pretty woman non è un brutto film;è peggio.
E’ un film dozzinale come pochi,mascherato da commedia ma che alla fine mostra tutti i suoi difetti dietro una montagna di belletto.
A nulla vale la strepitosa colonna sonora;da Roy Orbison che riprone la sua Pretty woman agli Hot Chili Peppers di Show Me Your Soul ai Roxette della bellissima It Must Have Been Love per finire a fame 90 di David Bowie e Wild Women Do di Natalie Cole.
Il film resta desolatamente un tentativo di attirare spettatori al botteghino e visti i risultati con quasi mezzo miliardo di dollari incassati
la ragione e i quattrini vanno ai produttori del film.
Garry Marshall,che aveva esordito nel 1982 con L’ospedale più pazzo del mondo dopo lo strepitoso successo del film si dedicherà con profitto al cinema di stampo sentimentale,non discostandosi più da quella che era ormai una miniera d’oroper lui; basti pensare che i titoli che dirigerà saranno Un amore speciale (The Other Sister) (1999),Se scappi, ti sposo (Runaway Bride) (1999) nuovamente
con la coppia Roberts-Gere,Pretty Princess (The Princess Diaries) (2001),Principe azzurro cercasi (The Princess Diaries 2: Royal Engagement) (2004)
Bene o male il film si regge tutto sul sex appeal dei due protagonisti che in fondo fanno appieno il loro dovere;Gere è affascinante,leggermente carogna ma si riscatta con la mielosa parte finale del film mentre Cenerentola Roberts,che si era fatta notare in Mystic pizza da quel momento diverrà una vera e propria icona.

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La ragazza acqua e sapone,prototipo del sogno dell’americana media,spopolerà con una serie infinita di film e con un Oscar nel 2001 conquistato con il film Erin Brockovich – Forte come la verità (Erin Brockovich) di Steven Soderbergh.
Una coppia quindi ben affiatata nel film;per il resto un desolante,terribile nulla.
Ma,al solito de gustibus.
Il film è trasmesso praticamente ogni anno in prima serata ed è uno dei più amati per cui è difficile che i cultori del genere l’abbiano perso.
Su You tube è presente una versione qualitativamente scadente all’indirizzo https://www.youtube.com/watch?v=AjAB2YgBwNo

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Pretty Woman

Un film di Garry Marshall. Con Julia Roberts, Richard Gere, Ralph Bellamy, Laura San Giacomo, Jason Alexander, Hector Elizondo, Stacy Keach Sr., Alex Hyde-White, Michael Bates, Larry Miller, Dey Young, John David Carson, Amy Yasbeck, Hank Azaria, Kathleen Marshall, Abdul Salaam El Razzac, Tom Nolan, Lloyd Nelson, Frank Campanella, Judith Baldwin, Lucinda Crosby, Nancy Locke, Larry Hankin, Patrick Richwood, Jeff Michalski, Elinor Donahue, Daniel Bardol, James Patrick Stuart, Lynda Goodfriend, Robyn Peterson, Bill Applebaum, Rodney Kageyama, Harvey Keenan, Julie Paris, Steve Restivo, Carol Williard, Allan Kent, Michael French, Karin Calabro, Jason Randal, Tracy Bjork, Gary Greene, William Gallo, Rhonda Hansome, Marty Nadler, Reed Anthony, Jacqueline Woolsey, Cheri Caspari, Scott A. Marshall, Laurelle Brooks, Don Feldstein, Marvin Braverman, Alex Statler, Lloyd T. Williams, R. Darrell Hunter, James Patrick Dunne, Valerie Armstrong, Douglas Stitzel, Shane Ross, Minda Burr, Marian Aalda, R.C. Everbeck, Calvin Remsberg, Norman Large, Tracy Keiner, Bruce Eckstut, Amzie Strickland Commedia, durata 117 min. – USA 1990

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Pretty woman banner protagonisti

Richard Gere: Edward Lewis
Julia Roberts: Vivian Ward
Ralph Bellamy: James Morse
Jason Alexander: Philip Stuckey
Laura San Giacomo: Kit De Luca
Alex Hyde-White: David Morse
Amy Yasbeck: Elizabeth Stuckey
Elinor Donahue: Bridget
Héctor Elizondo: Barney Thompson, dir. Hotel
Judith Baldwin: Susan
John David Carson: Mark Roth
Larry Miller: Mister Hollister

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Michele Gammino: Edward Lewis
Cristina Boraschi: Vivian Ward
Renato Mori: James Morse
Claudio Fattoretto: Philip Stuckey
Ida Sansone: Kit De Luca
Roberto Chevalier: David Morse
Sandro Sardone: Barney Thompson, dir. Hotel

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Regia Garry Marshall
Soggetto J.F. Lawton
Sceneggiatura J.F. Lawton
Produttore Arnon Milchan, Steven Reuther, Gary W. Goldstein
Casa di produzione Silver Screen Partners, Touchstone Pictures
Distribuzione (Italia) Buena Vista Pictures
Fotografia Charles Minsky
Montaggio Raja Gosnell
Effetti speciali Paul J. Lombardi
Musiche James Newton Howard
Scenografia Albert Brenner
Costumi Marilyn Vance
Trucco Bob Mills

Pretty woman soundtrack

Wild Women Do – Natalie Cole
Fame ’90 – David Bowie
King Of Wishful Thinking – Go West
Tangled – Jane Wiedlin
It Must Have Been Love – Roxette
Life In Detail – Robert Palmer
No Explanation – Peter Cetera
Real Wild Child (Wild One) – Christopher Otcasek
Fallen – Lauren Wood
Show Me Your Soul – Red Hot Chili Peppers

Pretty woman banner citazioni

“Come va?
Bene.
E come stai?
Bene.
È da quando siano partiti che mi dici solo bene. Non potresti cambiare parola?.
str***o.
Andava meglio “bene”.”

“Tu fammi un solo esempio di una che conosciamo alla quale è andata bene.
-Vuoi un esempio? Vuoi che ti faccia un nome? Vuoi che ti dica un nome insomma, uno qualunque.
Sì, uno. Me ne basta uno.
-Dio, che ossessione sono i nomi… quel gran c**o di Cenerentola!”

“È molto più facile credere alle cattiverie, ci hai mai fatto caso ?”

“Lui: e dopo che lui l’ha salvata, che succede?!”
Lei: che lei salva lui!”

“Odio puntualizzare l’ ovvio, ma tu sei una prostituta Vivian….”

“Sei in ritardo.
Sei bellissima.
Non sei in ritardo.”

“Mi scusi signore, esattamente per sfacciata somma di denaro, che intendeva .. disinvolta o diciamo spudorata ? Spudorata diciamo !”

“Sono una puttana, ma non bacio sulle labbra.
-Ho un sacco di soldi.
Smack.”

Pretty woman banner recensioni

Opinioni tratte dal sito http://www.davinotti.com

B. Legnani
Quasi micidiale. Storia falsa e vecchia come il mondo, ma riesce, nel Ventesimo Secolo, ad appassionare miriadi di spettatori: incredibile, come la vicenda che vede un cattivone diventare buono (cosa inverosimile) perché trova una troietta bonissima e buonissima (forse ancora più inverosimile…). Ma se pensavate che si era già colmata la misura dell’inverosomiglianza, il terrificante finale riuscirà a sorprendervi, dopo aver subìto la serata all’opera ove, ma guarda che caso, danno “La Traviata”. Solo per anime candide, il cui unico desiderio è quello di avere sempre “panem et circenses”.
Galbo

Non siamo certamente dalle parti del capolavoro: trattasi della solita favoletta dall’andamento e dal finale scontato, condita da facile morale e buoni sentimenti. Tuttavia il film si lascia guardare piacevolmente, grazie all’alta professionalità con la quale è stato realizzato. La sceneggiatura (con tutti i suoi limiti) è ben scritta, le regia asseconda doverosamente la trama e gli attori, sia i principali sia i caratteristi (si pensi ad Helizondo), sono bravi e simpatici.
Undying

Mieloso composto di buoni ingredienti e retorici risvolti, a cominciare dall’impossibilità di un amore che si vuole naturale, ma ch’é – invece – puramente utopico. Lui è un benestante, lei una (peri)patetica: la nuova love story, scavalcando temi consolidati in stile “Giulietta e Romeo”, si ammanta di banalità assortite al limite del ridicolo. Che poi molti maschietti cascarono dalle nuvole, di fronte ai risibili stivaloni neri avvinghiati alle gambe d’una filiforme Julia Roberts tutto, fuorché sensuale e graziosa fanciulla. Boh…

Homesick

Una storia datatissima, che vanta nella fiaba di Cenerentola e in My fair lady i suoi più esimi progenitori. Il film è stato un gran successo nei primi anni Novanta più che altro per aver lanciato le doti recitative e l’avvenenza della spigliatissima Roberts e rilanciato il flaccido Gere, dall’81 stretto nelle maglie di Zack Mayo. Scontato e artificioso, con quell’happy ending agognato da ogni pubblico di poche pretese. Brano trainante della colonna sonora è la vecchia “Pretty Woman” di Roy Orbison.

Cotola

Favoletta moderna in celluloide costruita su misura a tavolino per avere un successo che è poi puntualmente arrivato e che, forse, è stato anche superiore alle attese e alle previsioni. Classico film in cui è tutto scontato dall’inizio alla fine. Non pessimo ma in ogni caso abbastanza deprimente. Ha consacrato al successo Julia Roberts.

L’opinione di Lina dal sito http://www.filmtv.it

Sottospecie di versione moderna e squallida della fiaba di Cenerentola, che in questo caso non conquista il suo principe azzurro perchè è una ragazza molto povera, ma candida ed innocente, ma perchè è una donna procace che fa la battona invece di trovarsi un lavoro onesto come tante altre. Eppure la trama vuole che questa battona che si chiama Vivien, sia comunque integerrima da altri punti di vista: non si droga, infatti non spenderebbe mai i soldi che si supersuda andando a letto con chiunque le capiti davanti per acquistare stupefacenti, no, perchè lei vende il proprio corpo solo per pagare l’affitto di un appartamento e per comprarsi il filo interdentale.
E’ fondamentale per lei infatti cercare di prevenire quanto più possibile delle infezioni orali dato il mestiere che fa. Inoltre è una prostituta tutta d’un pezzo, perchè non bacia mai sulle labbra i suoi clienti, eh no, sarebbe un contatto troppo intimo (quasi come se un rapporto sessuale completo lo fosse molto meno), e quindi poverina, sembra quasi che sia costretta a prostituirsi pur di sopravvivere perchè pur avendo un cervello funzionante, due gambe, due braccia e due occhi come tutti per poter lavorare, forse si sente troppo sexy per sprecarsi a fare per esempio la cameriera. Eh già, meglio crescersi le unghie per poterle usare in pratiche sessuali ed adescatrici che spezzarsele lavando piatti o servendo ai tavoli. Non avendo poi un protettore che la plagi e costringa a stare sulla strada, Vivien non ha nemmeno una scusa per giustificare il motivo per il quale persegua la via più facile, eppure non è affatto un’anima perduta.
E’ solo un’anima con un gran c**o perchè alla fine conquista addirittura l’amore di un uomo d’affari ricchissimo e belloccio che cambierà la sua vita per sempre. Sì, perchè Vivien comprende che può puntare molto più in alto della strada, decide infatti di richiedere a gran voce di essere salvata come la principessa di una favola rinchiusa ingiustamente in una torre. Solo che lei non è nè la principessa sul pisello, nè Rapunzel, è sempre un’abbattona che appena fiutato l’odore dei soldi e della fragilità interiore di un solitario ed insicuro miliardario, ha la presunzione di credere che pure lui necessiti di essere salvato proprio e solo da lei naturalmente(!!!), cosicchè possano essere e sentirsi alla pari. Però poi ve lo immaginate cos’avrebbero raccontato un domani ai loro figli di fronte alla tipica domanda: “come vi siete conosciuti?” ….Niente, sai tua madre stava battendo sul marciapiede come al solito, ed io come al solito ero solo ed annoiato e allora…
No, questo flm anche se riesce nel suo intento di intrattenere e di incuriosire senza annoiare, finisce col suscitare antipatia perchè illustra con eccessiva furbizia, frivolezza e stucchevolezza la figura della meretrice quasi come se volesse mitizzarla servendosi dell’ausilio di un’interprete che ispirò simpatia a molta gente a quei tempi. Però più che ad una valida storia d’amore, secondo me si assiste ad una boiata mirata, ruffiana, pretenziosa, ipocrita e stra-colma di spunti amorali e di stereotipi riprodotti in maniera veramente insopportabile.

L’opinione di Arpia dal sito http://www.filmscoop.it

Il cast è bravissimo e non si può dire nulla ad attori e attrici chiamati semplicemente ad interpretare la storia. E’ la storia in sè che non meritava neppure una amplificazione cinematografica con il classico effetto espansivo di sè. Sinceramente non vi è nulla di più diseducativo di una visione della donna necessariamente ******* chiamata ad evolversi per compiacere un imbecille di uomo il quale, analizzato e vivisezionato per idee, gusti, propensioni, visioni delle cose non meriterebbe neppure di vivere. Un danno per le giovani menti perchè una storia funzionale al perpetuarsi di certa considerazione della donna necessariamente bisognosa del proprio riscatto e miseramente destinata alla subalternità rispetto al maschile. Da vietare ai minori di 35 anni.

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1978,un anno di cinema

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“Gianna Gianna Gianna sosteneva, tesi e illusioni
Gianna Gianna Gianna prometteva, pareti e fiumi
Gianna Gianna aveva un coccodrillo, ed un dottore
Gianna non perdeva neanche un minuto, per fare l’amore”

E’ il marzo del 1978 e si canta Gianna di Rino Gaetano.
Le note scanzonate di Gaetano stridono però con l’atmosfera che si respira nel paese,stretto ancora come una tenaglia tra
una crisi economica drammatica e l’incubo giornaliero del terrorismo.
Il 16 marzo la storia del nostro paese cambia all’improvviso;un commando delle Brigate Rosse rapisce in via Fani a Roma l’onorevole Aldo Moro e stermina la sua scorta.
Quell’aura già poco romantica che avvolgeva il terrorismo scompare e si dissolve;ora lo scontro tra lo stato e i terroristi si fa durissimo
e il paese,per 55 lunghissimi giorni,vivrà un incubo che vedrà la sua drammatica conclusione il 9 maggio,quando il corpo dell’onorevole Moro verrà ritrovato in una Renault 4 in via Caetani, a metà strada esatta fra la sede della Dc e quella del PCI.
E’ un anno straordinario in tutti i sensi,il 1978.
Un anno di svolta,con la morte di ben due papi e l’elezione al soglio di Pietro del primo papa dopo secoli di uno straniero,proveniente dal blocco comunista,dalla Polonia per la precisione.
Il 6 agosto muore papa Paolo VI dopo 15 anni di pontificato.
Probabilmente la morte del suo amico Moro e la lunga vicenda della sua prigionia hanno minato il suo fisico già logoro.
Dopo 20 giorni viene eletto papa il Cardinale Albino Luciani,che resterà sul trono di Pietro per soli 33 giorni;il 28 settembre improvvisamente Giovanni Paolo I muore,lasciando nuovamente vacante il trono pontificio.
Sarà Karol Wojtyla,primate di Polonia a diventare papa con il nome di Giovanni Paolo II.
E’ anche l’anno della democrazia in Spagna,dell’abbattimento del DC 9 dell’Alitalia sui cieli di Ustica,due giorni prima di Natale,del varo della legge sull’aborto e delle dimissioni del presidente Leone in seguito allo scandalo Lockeed e infine l’anno dell’elezione di Sandro Pertini alla Presidenza della repubblica.
Il cinema vive un momento di grande crisi.
Si continua a produrre e girare film,ma l’età dell’oro è ormai tramontata da tempo.

1 Grease

Grease

2 Il cacciatoreIl cacciatore

Le tv private e la crisi tengono lontani dai cinema gli spettatori e dal punto di vista qualitativo non va meglio;il film più visto in Italia è
ancora una volta una produzione americana,Grease di Randall Kleiser,con John Travolta e Olivia Newton John.
E’ passato poco tempo dalla tempesta Saturday night fever-La febbre del sabato sera e nelle classifiche discografiche sono ancora presenti i brani della colonna sonora del film ed ecco che impazza Brillantina (traduzione letterale di Grease).
C’è voglia di divertimento,quasi ad esorcizzare la lunghissima Notte della repubblica,quegli anni di piombo che assieme alla crisi petrolifera ed economica hanno stremato,logorato il paese.
Il film è un successo internazionale,la storia delle vicende amorose di Danny e Sally con le brillanti musiche del film incanta e affascina.
E’ l’anno di un capolavoro ispirato alla sporca guerra,quella del Vietnam;si tratta di Il cacciatore di Michael Cimino con Christopher Walken, John Savage, Robert De Niro, Meryl Streep, John Cazale storia drammatica di tre amici che passano improvvisamente all’età adulta partendo per il Vietnam.Uno di loro morirà,gli altri due torneranno ma con profonde ferite nel corpo e nell’animo.Un film bellissimo,un vero inno antimilitarista,in cui la follia della sporca guerra è vista in tutta la sua drammatica illogicità.
Si ride e molto con un altro successo d’oltre oceano,Animal house di John Landis con John Belushi, Tim Matheson, John Vernon, Verna Bloom, Tom Hulce,scatenata parodia oltre i limiti del demenziale della vita dei college americani,infarcita di sarcasmo e ironia sulle vicende di un gruppo di studenti più propensi al divertimento che agli studi,con un finale pirotecnico,memorabile.

3 Animal House

Animal house

4 Un mercoledi da leoni

Un mercoledi da leoni

5 Halloween

Halloween la notte delle streghe

Sempre dagli Usa arriva Un mercoledi da leoni,struggente film diretto da John Milius con Gary Busey, William Katt, Patti D’Arbanville, Jean-Michael Vincent, Stacy Keach Sr.tre storie di amici che alternano delusioni sentimentali e vicende di vita differenti prima di essere chiamati per la guerra in Vietnam.Sono cosi costretti a dire addio al surf e alla libertà e quando torneranno dal Vietnam la vita non sarà più la stessa.
Un gran bel film, così come molto bello e’ Halloween: la notte delle streghe,primo film di John Carpenter con Donald Pleasence, Jamie Lee Curtis, Nancy Stephens, Charles Cyphers, Kyle Richards,un incubo horror che vede protagonista uno psicopatico assassino.
Gran successo di pubblico e stranamente anche di critica,generalmente poco incline al genere horror;ancora Usa ed ecco Superman, film tratto dalle omonime avventure del personaggio dei fumetti.
La storia del super eroe di Krypton è la prima di una saga,nei panni di Superman c’è il povero Christopher Reeves.Il film si ricorda anche per l’esorbitante cachet preteso da Marlon Brando per una partecipazione che è poco più di un cameo.Diretto da Richard Donner il film ha tra i protagonisti Gene Hackman, Ned Beatty, Glenn Ford, Marlon Brando.
A leggere i primi titoli di questi film usciti nelle sale nel 1978 sembrerebbe che il cinema italiano sia rimasto alla finestra;se vogliamo è così,visto che l’unica vera opera di assoluto rilievo resta L’albero degli zoccoli di Ermanno Olmi,un film che rievoca la fine dell’ottocento attraverso le storie di alcune famiglie di contadini viste nel loro quotidiano fatto di lotta alla povertà e alla fame con lo sfondo delle lotte sociali che avvennero in quel periodo nel nostro paese.Grande successo di critica e buon riscontro al box office per un film parlato praticamente in bergamasco e quindi
fatto tutto per immagini.
Il resto delle produzioni di casa nostra sono quasi tutte commedie appartenenti al logoro filone della commedia sexy con qualche dovuta eccezione,come il film di Fernando Di Leo Avere vent’anni,una storia violenta che descrive la vita anticonformista di due ragazze che dopo una serie di esperienze anche degradanti faranno una brutta fine;protagoniste del film sono due icone sexy del cinema anni 70,Gloria Guida e Lilli Carati.
Werner Herzog propone la sua versione di un film con protagonista Nosferatu,vampiro originariamente creato da Murnau e le cui vicende vedono protagonista un memorabile Klaus Kinskj nella parte del vampiro al fianco di una seducente Isabelle Adjani.

6 Superman

Superman

7 L'albero degli zoccoli

L’albero degli zoccoli

8 Avere vent'anni

Avere vent’anni

Esce sugli schermi una deliziosa commedia,Il paradiso può attendere,diretto a quattro mani da Warren Beatty e Buck Henry con Julie Christie, James Mason, Dyan Cannon, Jack Warden e interpretata dallo stesso Beatty.
Un calciatore americano muore improvvisamente per un errore di un angelo e quindi verrà riportato in vita senza però condividere i ricordi della sua vita precedente.Di qua una serie di avventure con il tradizionale  happy end ma una volta tanto in tema con la storia e non forzato.
Esce nelle sale Ecce bombo,di Nanni Moretti,film che coniuga l’impegno sociale del regista con l’amara consapevolezza che tutto ciò che il 68 ha portato di nuovo nella vita sociale è ormai alle spalle e ha lasciato spazio solo ad un vuoto che i protagonisti del film non sapranno come riempire,proprio mentre sta per iniziare la grande stagione del riflusso.
Arriva sugli schermi Terrore dallo spazio profondo film di Philip Kaufman con Donald Sutherland, Brooke Adams, Leonard Nimoy, Veronica Cartwright, Jeff Goldblum remake dello splendido film di Don Siegel L’invasone degli ultracorpi;la storia degli alieni che si impadroniscono della terra con degli strani baccelli nei quali vengono incubati replicanti degli abitanti di una cittadina è identica all’originale ma l’ambientazione questa volta è una metropoli,San Francisco.Sparisce quindi l’atmosfera di Siegel,sospesa tra guerra fredda e paura del diverso,dell’icognito ma il film ha una sua tensione e un finale senza speranza.
Esce Sinfonia d’autunno di Ingmar Bergman con Liv Ullmann, Ingrid Bergman;il film è bello e triste,una storia di mancato dialogo tra madre e figlia e sull’impossibilità tra le due di superare le divisioni che le hanno allontanate in passato.Accolto con qualche freddezza dalla critica non otterrà neanche un grande riscontro di pubblico.
Come dicevo prima a parte qualche eccezione il cinema italiano presenta commedie sexy o residui della grande stagione della commedia all’italiana.

10 Il paradiso può attendere

Il paradiso può attendere

9 Nosferatu

Nosferatu

11 Ecce bombo

Ecce bombo

12 Sinfonia d'autunno

Sinfonia d’autunno

Tra i titoli dell’anno troviamo:
Dove vai in vacanza? Regia di Mauro Bolognini, Luciano Salce, Alberto Sordi. Con Paolo Villaggio, Alberto Sordi, Stefania Sandrelli, Anna Maria Rizzoli, Gigi Reder,tre storie abbastanza prevedibili caratterizzate però dalla
presenza di un cast di grande livello;
L’insegnante va in collegio,Regia di Mariano Laurenti con Lino Banfi, Edwige Fenech, Renzo Montagnani, Gianfranco D’Angelo,commedia sexy con protagonista la coppia Fenech-Banfi tutta giocata sulla paura di un industrialotto (il solito bravissimo Renzo Montagnani) di subire un sequestro e le sue trame per scansarlo e che invece alla fine verrà sequestrato realmente;
L’insegnante viene a casa,regia di Michele Massimo Tarantini con Gisella Sofio, Lino Banfi, Edwige Fenech, Renzo Montagnani ennesima variante del filone “studentesco/sexy”,ancora una volta con protagonisti la Fenech e Banfi, ancora una volta amanti divisi dal matrimonio di lui,un politico che per evitare uno scandalo porta a casa la sua amante con il risutato che la donna finirà per innamorarsi di un giovane;
La liceale nella classe dei ripetenti,regia di Mariano Laurenti con Gloria Guida, Lino Banfi, Gianfranco D’Angelo, Alvaro Vitali ennesima variante della serie studentesca protagonista Gloria Guida divisa tra due amori,uno fisico e l’altro più sentimentale di due ragazzi e che vedrà l’happy end dopo le solite scollacciate gag tipiche dei film di questo genere;
La soldatessa alle grandi manovre,regia di Nando Cicero con Edwige Fenech, Renzo Montagnani, Gianfranco D’Angelo, Alvaro Vitali,variante questa volta di un altro sotto genere,quello dei film ambientati nelle caserme.Storiaccia infarcita di volgarità
piegato all’avvenenza della Fenech e delle sue tradizionali docce.
Dalla Francia arriva un grandissimo successo firmato Molinaro,Il vizietto,storia divertente,spassosa di un francese e un italiano (Michel Serrault e Ugo Tognazzi)che vivono come una coppia gestendo un locale di travestiti alle prese con il problema di dover accogliere in casa la fidanzata del figlio avuto dall’italiano senza mostrare la natura vera del loro rapporto.Equivoci,gag a volontà e sopratutto due grandi interpretazioni di Tognazzi e Serrault alla base del successo di un film divenuto un cult.

13 Dove vai in vacanza

Dove vai in vacanza?

14 Cosi come sei

Cosi come sei

Ancora una trasposizione di un romanzo di Agatha Christie in Assassinio sul Nilo,regia di John Guillermin con un grandissimo cast che include Peter Ustinov, Bette Davis, George Kennedy, Jane Birkin, Mia Farrow, Jon Finch, Angela Lansbury, Lois Chiles,Olivia Hussey, Simon MacCorkindale, David Niven, Maggie Smith.Poirot,il celebre investigatore dalla testa d’uovo, tanto detestato dalla Christie questa volta si aggira tra le bellezze dell’antico Egitto per risolvere il giallo di un’americana assassinata dal solito insospettabile.
Un giallo ambientato come buona parte dei suoi romanzi in ambito medico porta Michael Crichton dietro la macchina da presa per la riduzione di un suo romanzo,Coma profondo, con Rip Torn, Richard Widmark, Michael Douglas, Geneviève Bujold;una dottoressa smaschera una complessa organizzazione che dietro l’apparente efficacia nasconde un turpe traffico di organi umani.
Ritornando al cinema italiano segnalo alcuni film “minori” come Enigma rosso,un film di Alberto Negrin con Fabio Testi, Ivan Desny, Jack Taylor, Christine Kaufmann,thriller di discreta fattura con protagonista un commissario che indagando sulla morte di una ragazza scoprirà un’incredibile verità arrivando miracolosamente vivo alla conclusione e scoprendo il colpevole,insospettabile;Così come sei,regia di Alberto Lattuada con Francisco Rabal, Nastassja Kinski, Marcello Mastroianni, Giuliana Calandra storia di una relazione tra un uomo maturo e una giovane,che l’uomo scoprirà poter essere sua figlia;
La fine del mondo nel nostro solito letto in una notte piena di pioggia diretto da Lina Wertmüller con Giancarlo Giannini e Candice Bergen,storia di una coppia insolita che dopo una decina d’anni si ritrova in crisi e si rinfaccia spietatamente fallimenti e delusioni,prima di un finale aperto;
Nero veneziano, di Ugo Liberatore con Renato Cestié,Olga Karlatos, Rena Niehaus, Yorgo Voyagis,thriller horror di stampo demoniaco ambientato nella magica Venezia;
Piedone l’africano,di Steno,con Bud Spencer,Enzo Cannavale e Dagmar Lassander,prima avventura del commissario Rizzo,burbero e manesco che a modo suo combatte il crimine senza violenza e con robuste dosi di sganassoni.

15 Terrore dallo spazio profondo

Terrore dallo spazio profondo

16 Fury

Fury

Esce Fuga di mezzanotte,di film di Alan Parker con John Hurt, il compianto Brad Davis, Randy Quaid, Bo Hopkins, Irene Miracle drammatica storia di un giovane che ingenuamente tenta di contrabbandare della droga dalla Turchia.Scoperto,viene arrestato e condannato prima a 4 anni di galera e poi a trenta in seguito all’intervento del governo americano.Sarà grazie alla fuga che il giovane eviterà una terribile fine nelle carceri turche.
Un film,naturalmente americano,ha un buon successo anche da noi;Capricorn One di Peter Hyams con Brenda Vaccaro, James Brolin, Sam Waterston, Elliott Gould, Telly Savalas racconta di un falso viaggio su Marte organizzato dalla Nasa e simulato per motivi politici.
Ancora una commedia italiana di buon successo:Io tigro, tu tigri, egli tigra di Giorgio Capitani e Renato Pozzetto con Enrico Montesano, Renato Pozzetto, Paolo Villaggio, Cochi Ponzoni farsa/commedia in tre episodi che strappano qualche risata.
Tre episodi costituiscono anche l’ossatura di Voglia di donna,di Franco Bottari con Gianni Cavina, Luciano Salce, Rena Niehaus, Laura Gemser, Carlo Giuffrè scollacciata comedia sexy che coinvolge attori di buona fama in storielle a sfondo erotico.
Di ben altro livello è Tornando a casa di Hal Ashby con Jane Fonda, Jon Voight, Bruce Dern,storia di un triangolo tra un ufficiale,sua moglie che è infermiera e un reduce tornato dal Vietnam paralizzato.La storia drammatica dell’evoluzione delle loro vite è seguita da Ashby con malinconia
grazie anche alla splendida performance di jane Fonda che l’anno successivo vincerà l’Oscar per la sua interpretazione.
Storia ai confini del fantascientifico con venature thriller è quella raccontata da Franklin J. Schaffner in I ragazzi venuti dal Brasile,con Gregory Peck, Richard Harris, James Mason, Denholm Elliott, Laurence Olivier.Un gruppo di medici capitanati da un fanatico riesce a clonare Hitler
e affida a famiglie in tutto il mondo il frutto della loro follia.
Altri film dell’anno sono:La maledizione di Damien di Don Taylor,seconda parte del trittico demoniaco che aveva avuto il suo prologo in Omen-Il presagio,Verso il sud,western diretto e interpretato da Jack Nicholson,Pari e dispari di Corbucci con la collaudata coppia Terence Hill e Bud Spencer,il debole Fury di Brian De Palma,Il matrimonio di Maria Braun,bellissimo film di Fassbinder,Interiors di Woody Allen.
Un’annata di transizione,in definitiva.
A parte pochissimi titoli,manca il grande film,quello della vita.
Siamo sul finire degli anni settanta e la grande crisi del cinema è ormai avviata ed è irreversibile;lo dimostreranno gli anni successivi.

17 Verso il sud

Verso il Sud

Capricorn One

Capricorn One

Il 3 aprile 1978 a Los Angeles, al Dorothy Chandler Pavilion vengono consegnati gli Oscar del cinema;trionfa come miglior film Io e Annie di Woody Allen che fa il bis anche come regista.Il trionfo del film è completato dall’Oscar come miglior attrice a Diane Keaton mentre la statuetta per il miglior attore va a Richard Dreyfuss interprete di Goodbye amore mio.Il miglior film straniero è La vita davanti a sé (La vie devant soi), regia di Moshé Mizrahi (Francia)
A Cannes la Palma d’oro va a L’albero degli zoccoli di Ermanno Olmi,con Ferreri che vince il Gran prix speciale grazie a Ciao maschio ex aequo con lo straordinario L’australiano (The Shout), regia di Jerzy Skolimowski (Gran Bretagna) John Voight è il miglior attore per Tornando a casa mentre Jill Clayburgh per Una donna tutta sola è la miglior attrice.
La mostra di Venezia non fu organizzata e vi furono solo due retrospettive nell’ambito della Biennale di Venezia.
Ai David di Donatello primo premio ex aequo per Il prefetto di ferro, regia di Pasquale Squitieri e In nome del Papa Re, regia di Luigi Magni mentre il miglior regista è Ettore Scola per Una giornata particolare;migliori attrici protagoniste sono ex aequo Mariangela Melato per Il gatto
e Sophia Loren per Una giornata particolare,miglior attore è Nino Manfredi per In nome del Papa Re

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Candido erotico

Candido erotico

Convoy

Convoy trincea d’assalto

Fuga di mezzanotte

Fuga di mezzanotte

I ragazzi venuti dal Brasile

I ragazzi venuti dal Brasile

Il matrimonio di Maria Braun

Il matrimonio di Maria Braun

Il testimone

Il testimone

Il vizietto

Il vizietto

Interiors

Interiors

Interno di un convento

Interno di un convento

Io tigro tu tigri egli tigra

Io tigro tu tigri egli tigra

La fine del mondo nel nostro solito letto in una notte piena di pioggia

La fine del mondo nel nostro letto

La liceale nella classe dei ripetenti

La liceale nella classe dei ripetenti

La maledizione di Damien

La maledizione di Damien

La soldatessa alle grandi manovre

La soldatessa alle grandi manovre

L'insegnante viene a casa

L’insegnante viene a casa

Lo chiamavano Bulldozer

Lo chiamavano Bulldozer

Nero veneziano

Nero veneziano

Piedone l'africano

Piedone l’africano

Ritratto di borghesia in nero

Ritratto di borghesia in nero

Saxophone

Saxophone

Tornando a casa

Tornando a casa

Un matrimonio

Un matrimonio

Voglia di donna

Voglia di donna

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Miglior film Io e Annie di Woody Allen

Miglior regista Woody Allen per Io e Annie

Miglior attrice Diane Keaton per Io e Annie

Miglior attore Richard Dreyfuss per Goodbye amore mio

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Grand prix a L’albero degli zoccoli di Ermanno Olmi

Ciao Maschio di Marco Ferreri

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Miglior film Il prefetto di ferro, regia di Pasquale Squitieri e In nome del Papa Re, regia di Luigi Magni

Accadde nel 1978

Accadde 1978-Via Fani

Agguato in via Fani:un commando delle Brigate rosse uccide i 5 uomini di scorta dell’onorevole Aldo Moro e lo rapisce

Accadde 1978-Moro

Aldo Moro prigioniero delle Br

Accadde 1978-Dimissioni Leone

Le dimissioni di Giovanni Leone

Accadde 1978-Pertini presidente

L’elezione di Sandro Pertini

Accadde 1978-Paolo VI

Muore Paolo VI

Accadde 1978-papa Luciani

Dopo 33 giorni di pontificato muore Albino Luciani,papa Giovanni Paolo I

Accadde 1978-Karol Wojtyla

Viene eletto papa Karol Wojtyla


Gli Oscar del 1980

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Oscar 1980 0

14 aprile 1980, Los Angeles, Dorothy Chandler Pavilion
Johnny Carson,comico e conduttore popolarissimo conduce l’attesissima serata per la consegna degli Academy Awards,gli Oscar cinematografici
relativi a film della stagione 1979.
Sono tre i film attesi per i premi più importanti;Kramer contro Kramer (Kramer vs. Kramer), regia di Robert Benton con 9 nomination,
All That Jazz – Lo spettacolo continua (All That Jazz), regia di Bob Fosse anch’esso con 9 nomination e Apocalypse Now, regia di Francis Ford Coppola
con 8.
Un lotto di film importanti,ma i pronostici della vigilia vedono favoriti Apocalypse now e All that jazz come migliori film e F.F.Coppola e Bob Fosse come migliori registi.
Tra gli attori la lotta è apertissima:star del calibro di Dustin Hoffman,Jack Lemmon,Al Pacino e Peter Sellers si contendono la statuetta mentre Rosy Scheider nonostantela grande prova in All that jazz è considerato poco più di un outsider.
Tra le attrici nessuno osa pronosticare la vincitrice:Sally Field,Jill Clayburgh,Jane Fonda,Bette Midler sono considerate tutte all’altezza del massimo premio mentre Marsha Mason è l’outsider.
Con grande sorpresa di tutti a vincere l’Oscar come miglior film è Kramer contro Kramer,che batte uno dei capolavori della storia del cinema,quell’Apocalypse now che però tocca un nervo scoperto,la guerra del Vietnam.
La storia del divorzio traumatico e dell’affidamento del piccolo Kramer la spunta quindi sullo splendido film di Coppola e sul bellissimo musical di Fosse.
Non è uno scandalo,vista la buona qualità del film di Benton,ma sicuramente è una decisione molto discutibile,alla luce anche della vittoria dello stesso Benton della statuetta come miglior regista.
Miglior attore è Dustin Hoffman che,con la vittoria di Meryl Streep come miglior attrice non protagonista completano il trionfo di un film
Kramer contro Kramer,che ha tutte le caratteristiche del film sottilmente ruffiano,costruito a tavolino per la massa degli spettatori.
Alla fine All That Jazz porta a casa 4 statuette su 9 e di peggio fa Apocalypse now con due su otto mentre il film di Benton si aggiudica 5 statuette.
Bocciature sonore per Sindrome cinese e The rose che su 4 nomination ciascuno non portano a casa nulla.
Meritato l’Oscar come miglior attrice a Sally Field per Norma Rae mentre miglior attore non protagonista è Melvyn Douglas per il bellissimo Oltre il giardino di Hal Hashby.
Tra i film stranieri vince Il tamburo di latta,splendido film di Volker Schlöndorff,forse l’unico,vero premio attribuito con merito;tra i cinque del lotto che si contendono l’Oscar c’è il bel Dimenticare Venezia di Brusati.

Miglior film

1 Kramer contro Kramer

Kramer contro Kramer (Kramer vs. Kramer), regia di Robert Benton

1 All that jazz
All That Jazz – Lo spettacolo continua (All That Jazz), regia di Bob Fosse

1 Apocalyps now
Apocalypse Now, regia di Francis Ford Coppola

1 All american boys
All American Boys (Breaking Away), regia di Peter Yates

1 Norma Rae
Norma Rae, regia di Martin Ritt

Miglior regia

1-0 Kramer contro Kramer

Robert Benton – Kramer contro Kramer

1-1 All that Jazz
Bob Fosse – All That Jazz – Lo spettacolo continua

1-2 Apocalypse now
Francis Ford Coppola – Apocalypse Now

1-3 All american boys
Peter Yates – All American Boys

1-4 Il vizietto
Édouard Molinaro – Il vizietto (La Cage aux Folles)

Miglior attore protagonista

2 Dustin Hoffman - Kramer contro Kramer

Dustin Hoffman – Kramer contro Kramer

2 Jack Lemmon - Sindrome cinese
Jack Lemmon – Sindrome cinese (The China Syndrome)

2 Al Pacino - ...e giustizia per tutti
Al Pacino – …e giustizia per tutti (…And Justice for All)


Roy Scheider – All That Jazz – Lo spettacolo continua

2 Peter Sellers - Oltre il giardino
Peter Sellers – Oltre il giardino (Being There)

Migliore attrice protagonista

3 Sally Field - Norma Rae

Sally Field – Norma Rae

3 Jill Clayburgh - E ora punto e a capo
Jill Clayburgh – E ora: punto e a capo (Starting Over)

3 Jane Fonda - Sindrome cinese
Jane Fonda – Sindrome cinese

3 Bette Midler The rose
Bette Midler – The Rose

3 Marsha Mason - Capitolo secondo (Chapter Two)
Marsha Mason – Capitolo secondo (Chapter Two)

Miglior attore non protagonista

4 Melvyn Douglas - Oltre il giardino (Being There)

Melvyn Douglas – Oltre il giardino

4 Robert Duvall - Apocalypse Now
Robert Duvall – Apocalypse Now

4 Frederic Forrest - The rose
Frederic Forrest – The Rose

4 Justin Henry - Kramer contro Kramer
Justin Henry – Kramer contro Kramer

4 Mickey Rooney - Black stallion
Mickey Rooney – Black stallion (The Black Stallion)

Migliore attrice non protagonista

5 Meryl Streep - Kramer contro Kramer

Meryl Streep – Kramer contro Kramer

5 Jane Alexander Kramer contro Kramer
Jane Alexander – Kramer contro Kramer

5 Mariel Hemingway - Manhattan
Mariel Hemingway – Manhattan

5 Candice Bergen - E ora punto e a capo
Candice Bergen – E ora: punto e a capo

5 Barbara Barrie - All American Boys
Barbara Barrie – All American Boys

Miglior sceneggiatura originale

Steve Tesich – All American Boys
Valerie Curtin e Barry Levinson – …e giustizia per tutti
Mike Gray, T.S. Cook e James Bridges – Sindrome cinese
Robert Alan Aurthur e Bob Fosse – All That Jazz – Lo spettacolo continua
Woody Allen e Marshall Brickman – Manhattan

Miglior sceneggiatura non originale

10 Robert Benton

Robert Benton – Kramer contro Kramer
Francis Veber, Edouard Molinaro, Marcello Danon e Jean Poiret – Il vizietto
Allan Burns – Una piccola storia d’amore (A Little Romance)
Irving Ravetch e Harriet Frank Jr. – Norma Rae
John Milius e Francis Ford Coppola – Apocalypse Now

Miglior film straniero

6 Il tamburo di latta

Il tamburo di latta (Die Blechtrommel), regia di Volker Schlöndorff
Mamà compie 100 anni (Mamá cumple cien años), regia di Carlos Saura (Spagna)
Le signorine di Wilko (Panny z Wilka), regia di Andrzej Wajda (Polonia)
Una donna semplice (Une histoire simple), regia di Claude Sautet (Francia)
Dimenticare Venezia, regia di Franco Brusati (Italia)

Miglior fotografia

Vittorio Storaro – Apocalypse Now
Giuseppe Rotunno – All That Jazz – Lo spettacolo continua
Frank Phillips – The Black Hole – Il buco nero (The Black Hole)
Néstor Almendros – Kramer contro Kramer
William A. Fraker – 1941 – Allarme a Hollywood (1941)

Miglior montaggio

Alan Heim – All That Jazz – Lo spettacolo continua
Richard Marks, Walter Murch, Gerald B. Greenberg e Lisa Fruchtman – Apocalypse Now
Robert Dalva – Black stallion
Jerry Greenberg – Kramer contro Kramer
Robert L. Wolfe e C. Timothy O’Meara – The Rose

Miglior scenografia

Philip Rosenberg, Tony Walton, Gary Brink e Edward Stewart – All That Jazz – Lo spettacolo continua
Michael Seymour, Les Dilley, Roger Christian e Ian Whittaker – Alien
Harold Michelson, Joe Jennings, Leon Harris, John Vallone e Linda DeScenna – Star Trek: Il film
Dean Tavoularis, Angelo Graham e George R. Nelson – Apocalypse Now
George Jenkins e Arthur Jeph Parker – La sindrome cinese

Migliori costumi

Albert Wolsky – All That Jazz – Lo spettacolo continua
William Ware Theiss – Il ritorno di Butch Cassidy & Kid
Shirley Russell – Il segreto di Agatha Christie (Agatha)
Judy Moorcroft – Gli europei (The Europeans)
Piero Tosi e Ambra Danon – Il vizietto

Migliori effetti speciali

H.R. Giger, Carlo Rambaldi, Brian Johnson, Nick Allder e Denys Ayling – Alien
Peter Ellenshaw, Art Cruickshank, Eustace Lycett, Danny Lee, Harrison Ellenshaw e Joe Hale – The Black Hole – Il buco nero
Derek Meddings, Paul Wilson e John Evans – Moonraker operazione spazio
William A. Fraker, A. D. Flowers e Gregory Jein – 1941 – Allarme a Hollywood
Douglas Trumbull, John Dykstra, Richard Yuricich, Robert Swarthe, David K. Stewarte Grant McCune – Star Trek: Il film

Oscar 1980 2

Migliore colonna sonora

Originale

Georges Delerue – Una piccola storia d’amore (A Little Romance)
Lalo Schifrin – Amityville Horror (The Amityville Horror)
Dave Grusin – Il campione (The Champ)
Jerry Goldsmith – Star Trek: Il film
Henry Mancini – 10

Adattamento con canzoni originali

Ralph Burns – All That Jazz – Lo spettacolo continua
Patrick Williams – All American Boys
Paul Williams e Kenny Ascher – Ecco il film dei Muppet (The Muppet Movie)

Miglior canzone

It Goes Like It Goes, musica di David Shire, testo di Norman Gimbel – Norma Rae
I’ll Never Say Goodbye, musica di David Shire, testo di Alan Bergman e Marilyn Bergman – The Promise
It’s Easy to Say, musica di Henry Mancini, testo di Robert Wells – 10
Through the Eyes of Love, musica di Marvin Hamlisch, testo di Carole Bayer Sager – Castelli di ghiaccio
The Rainbow Connection, musica e testo di Paul Williams e Kenny Ascher – Ecco il film dei Muppet

Miglior sonoro

Walter Murch, Mark Berger, Richard Beggs e Nat Boxer – Apocalypse Now
Arthur Piantadosi, Les Fresholtz, Michael Minkler e Al Overton – Il cavaliere elettrico (The Electric Horseman)
William McCaughey, Aaron Rochin, Michael J. Kohut e Jack Solomon – Meteor
Robert Knudson, Robert J. Glass, Don MacDougall e Gene S. Cantamessa – 1941 – Allarme a Hollywood
Theodore Soderberg, Douglas Williams, Paul Wells e Jim Webb – The Rose

Miglior documentario

Best Boy, regia di Ira Wohl
Generation on the Wind, regia di David A. Vassar
Going the Distance, regia di Paul Cowan
The Killing Ground, regia di Steve Singer e Tom Priestley
The War at Home, regia di Glenn Silber e Barry Alexander Brown

Miglior cortometraggio

Board and Care, regia di Ron Ellis
Bravery in the Field, regia di Giles Walker
Oh Brother, My Brother, regia di Carol Lowell
The Solar Film, regia di Elaine Bass e Saul Bass
Solly’s Diner, regia di Larry Hankin

Miglior cortometraggio documentario

Paul Robeson: Tribute to an Artist, regia di Saul J. Turell
Dae, regia di Risto Teofilovski
Koryo Celadon, regia di Donald A. Connolly
Nails, regia di Phillip Borsos
Remember Me, regia di Dick Young

Miglior cortometraggio d’animazione

Every Child, regia di Eugene Fedorenko
Dream Doll, regia di Bob Godfrey
It’s So Nice to Have a Wolf Around the House, regia di Paul Fierlinger

Premio Special Achievement

Alan Splet – Black stallion (The Black Stallion) – montaggio sonoro

Premio alla carriera

10 Alec Guinness
Ad Alec Guinness
Ad Hal Elias’

Premio umanitario Jean Hersholt
A Robert Benjamin

Premio alla memoria Irving G. Thalberg
A Ray Stark

Oscar 1980 1

 

 

10 Dustin Hoffman

Dustin Hoffman,miglior attore protagonista per Kramer contro Kramer

10 Hoffman e Streep 2

10 Hoffman e Streep 3

10 Hoffman e Streep

Dustin Hoffman e Meryl Streep

10 Kramer contro Kramer Oscar

10 Meryl Streep oscar

Meryl Streep miglior attrice non protagonista

10 Sally Field Oscar 1

10 Sally Field Oscar 2

Sally Field miglior attrice protagonista

10 Nomination miglior attrice non protagonista

10 Nomination miglior film


Parenti serpenti

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Parenti serpenti locandina

Dalle mie parti,nella mia terra,c’è un’espressione che si perde nella notte dei tempi ed è citata dagli anziani quasi fosse un dogma
intangibile,una verità di vita assoluta e incontestabile.Dice letteralmente,tradotta dal dialetto:
“Un padre campa cento figli,cento figli non campano un padre”
E’ un detto che ha sicuramente varianti in ogni regione italiana,in ogni provincia perchè esprime una maniera di sentire universale,
cinica e cattiva,ma anche oggettivamente e obiettivamente difficile da smentire.
Parenti serpenti di Mario Monicelli ha molti punti di contatto con questa frase,anche se il film abbraccia altre tematiche molto complesse,
tuttavia essa può essere presa come paradigma e base di partenza per la storia che il film racconta,quella di una famiglia all’apparenza come tante altre,borghese e tradizionale,alle prese con il rito delle feste natalizie in casa,quando ci si riunisce per celebrare un rito religioso (oggi a dire il vero molto più pagano) con la famiglia,probabilmente l’unica occasione per riunire attorno ad un tavolo persone divise dal quotidiano della vita.
Parenti serpenti,oggettivamente un titolo forte.
Un titolo che esplicita tutto quello che verrà raccontato nel film,una visione grottesca e cinica della famiglie e degli affetti,che mette in discussione il cardine fondamentale della società,dell’individuo,l’essere cioè parte di un assieme che regola sentimenti e sangue,relazioni e affetti e che pure
alla fine del film sembrano non avere più alcuna importanza davanti agli egoismi personali,alle proprie necessità che di fatto appaiono superiori a qualsiasi altra cosa.

Parenti serpenti 1

Parenti serpenti 2
Siamo nel 1992,poco prima del tornado tangentopoli ma non ancora abbastanza lontani dagli anni dell’Eldorado,da quella sbornia collettiva che sono stati gli anni ottanta,quando tutto appariva possibile e quando ci si era illusi che la Milano da bere,gli Yuppies,i soldi e le vacanze,gli abiti,tutta la civiltà dell’apparire contasse ben più della civiltà dell’essere.
Il periodo in cui tutti sapevano come si stava procedendo su quella china pericolosa senza però avere il coraggio di fare il fatidico passo indietro,perchè in fondo era bello poter ambire a tutto,sentirsi finalmente liberi di sognare anche il superfluo,quasi che il superfluo stesso fosse una condizione fondamentale del nostro essere.
Monicelli indaga sul cardine di quella società,la famiglia.
Una famiglia che ormai è entrata in crisi anche a causa di quell’agiatezza diffusa,che ha portato l’egoismo personale a dimenticare le origini di ciascuno di noi.
L’individuo,che è nato nella famiglia e in essa è cresciuto,aiutato e guidato per mano dalle sue due travi portanti,il padre e la madre,dimentica completamente e rinnega i suoi cardini;l’affermazione individuale vale più dei sentimenti,l’egoismo diventa il dio assoluto che regola le vite,una divinità crudele che non ammette il sentimentalismo,la riconoscenza.
Homo homini lupus,l’uomo è un lupo per l’uomo.
Il detto di Plauto,che sottolinea la malvagità e la malizia degli uomini può essere citato come emblema assoluto della nuova società.
E Monicelli fa sua la citazione latina attraverso un ritratto al vetriolo,corrosivo e grottesco,di quel cardine della socialità che è la famiglia.
Lo fa quasi in maniera subdola;se non ci fosse il titolo del film a mettere in guardia lo spettatore su quello a cui sta per assistere l’inizio del film sembrerebbe quasi idilliaco.

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Parenti serpenti 4

Parenti serpenti 5
Una famiglia in auto,la neve candida che scende copiosa,un paesaggio quasi montanaro e la voce di un bambino a fare da Virgilio allo spettatore.
La trama in breve:
a casa di Saverio e Trieste,due anziani coniugi,convergono per le feste natalizie Lina e suo marito Michele con il figlio Mauro,Milena e Filippo,coppia senza figli,Alessandro con sua moglie Gina e la figlia Monica e infine il quarto figlio della coppia,il single Alfredo.
Trieste è una donna contenta,felice come una chioccia che ha accanto a se i suoi figli;Saverio invece sembra preda di un’iniziale demenza senile,che
lo spinge a comportamenti bizzarri.
Tutto sembra scorrere con allegria e spirito natalizio,ma le cose cambiano molto in fretta nel momento in cui una riconoscente e felice Trieste
comunica alla famiglia riunita la decisione di trasferirsi in casa di uno dei figli.
La notizia è accolta con gelo dai figli.
Tutti sembrano decisi a delegare ad Alfredo quella che ritengono una brutta gatta da pelare,ma in realtà Alfredo non ha alcuna intenzione di prendersi carico dei suoi genitori;comunica così agli sbalorditi familiari di essere omosessuale e di condividere la propria casa con una guardia giurata.
A questo punto antiche ruggini,gelosie e altro esplodono tra i vari fratelli e sorelle;si scopre per esempio che Gina ha una relazione con Michele,l’atmosfera delle feste e del Natale sembra ormai completamente dissolta.
Ma una notizia arrivata dalla tv sembra riunire tutti attorno ad un obiettivo comune:una coppia di anziani è morta per una stufa difettosa.
C’è quindi un modo per non prendersi carico dei due incolpevoli anziani e contemporaneamente eliminare alla radice il problema…
Cattivo,beffardo,grottesco,se vogliamo crudele.
Parenti serpenti esaspera un problema reale,lo porta ad una condizione limite.
Certamente condivisa da una minoranza,per fortuna.Eppure terribilmente reale e possibile.
In una società senza più orientamento morale,smarrito,perso dietro gli egoismi personali,può accadere anche quello che Monicelli,con il suo gusto per la provocazione evoca ad arte.

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E allora ecco che i parenti si trasformano in serpenti.
Molti commenti in rete su questo film ritengono lo stesso estremo o esagerato.
Nella realtà delle cose Monicelli non fa altro che amplificare un problema portandolo al punto di rottura,lo stesso che in pratica
segna il finale cinico e crudele del film stesso.
Provocazione o no che sia,il film coglie nel segno e consegna al pubblico molti temi su cui discutere.
Bene tutto il cast,attori non di primissimo piano ma assolutamente adatti ai ruoli interpretati,da Paolo Panelli a Cinzia Leoni alla bravissima
e compianta Monica scattini.
Le location sono ambientate in Abruzzo,nella zona di Sulmona;bella la fotografia ed emozionante l’Adeste fideles che i fedeli cantano la vigilia di Natale.
Un film bello e crudele,con un fascino davvero particolare.
La pellicola è presente su You tube all’indirizzo https://www.youtube.com/watch?v=CpR2ZgE2NWc

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Parenti serpenti

Un film di Mario Monicelli. Con Paolo Panelli, Alessandro Haber, Marina Confalone, Pia Velsi, Monica Scattini, Eugenio Masciari,
Tommaso Bianco, Cinzia Leone, Renato Cecchetto, Riccardo Scontrini, Eleonora Alberti Commedia, durata 95 min. – Italia 1992.

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Parenti serpenti banner protagonisti

Marina Confalone: Lina
Alessandro Haber: Alfredo
Tommaso Bianco: Michele
Cinzia Leone: Gina
Eugenio Masciari: Alessandro
Monica Scattini: Milena
Paolo Panelli: nonno Saverio
Pia Velsi: nonna Trieste
Renato Cecchetto: Filippo
Eleonora Alberti: Monica
Riccardo Scontrini: Mauro
Elisabetta Centore: Cesira
Alfredo Cohen: La fendessa
Roberto Corbiletto: il sacerdote
Carlo Picone: se stesso
Ramona Badescu: una commensale al veglione
Francesco Anniballi: un operaio stradale

Parenti serpenti banner cast

Regia Mario Monicelli
Soggetto Carmine Amoroso (storia originale)
Sceneggiatura Carmine Amoroso con la partecipazione di Suso Cecchi d’Amico, Piero De Bernardi, Mario Monicelli
Produttore Giovanni Di Clemente
Casa di produzione Clemi Cinematografica
Art director Franco Velchi
Fotografia Franco Di Giacomo
Montaggio Ruggero Mastroianni
Effetti speciali Paolo Ricci
Musiche Adelio Cogliati
Tema musicale Rudy De Cesaris
Costumi Lina Nerli Taviani

Parenti serpenti banner citazioni

“Proprio per questo, me l’avete sempre messo nel didiettro, con rispetto parlando…”
“Ma cosa lascio stare se poi mi viene su con un c**o che fa provincia!”

Parenti serpenti banner recensioni
L’opinione di Tafo dal sito http://www.filmtv.it

Il familismo amorale che diventa criminale. Quando il rito parentale per eccellenza diventa cronaca nera resta poco da festeggiare. Non c’è bisogno di essere cattivi per pensare alla famiglia come il luogo degli obblighi verso individui
che non abbiamo scelto ma che dobbiamo in qualche modo sopportare almeno finche regge il velo di ipocrisia di tali rapporti. La famiglia di Monicelli è fatta di cose non dette, covate, tenute segrete all’interno è all’esterno delle mura domestiche affinché
ci si possa rivedere per il natale successivo. Dopo le festività tutti tornano a casa propria con i propri problemi quotidiani senza volersi preoccupare di quelli altrui. La famiglia di Monicelli non è luogo di malinconia e minimalismi, i vecchi sono rimbambiti e i bambini innocenti,
restano gli unici veramente contenti di fare le solite cose in quei soliti giorni. Gli adulti sono contenti finche non devono fare i conti con le responsabilità verso gli anziani genitori, desiderosi di passare gli ultimi anni di vita con la famiglia di uno dei figli. La bomba esplode è ognuno cerca di scansarne i pezzi,
non si parla male solo degli assenti e il rancore è libero di trasformare gli ultimi giorni dell’anno nella resa dei conti tra fratelli sorelle e acquisiti, tra omosessualità scoperte e maternità mancate c’è pure un tradimento incrociato a dimostrare come tutto accada in famiglia ma nulla deve trapelare.
La famiglia di Monicelli è un ritratto feroce grottesco e nero di un istituzione che si può allargare solo per brevi periodi, dove si finge felicità e ognuno ha qualcosa da lamentare, un dramma piccolo piccolo non manca a nessuno, e la malinconia dell’infanzia
è una abitudine per ripulirci dal passato che non evita di farci ridiventare brutti e cattivi.

L’opinione di Gianni Arshavin dal sito http://www.filmscoop.it

Altro grande lavoro di Mario Monicelli che, malgrado con questo “Parenti serpenti” non riesca a raggiungere altri suoi capolavori precedenti, riesce ancora una volta a graffiare e a dire la sua sulla realtà medio-borghese italiana fatta di cinismo e ipocrisia.
Il forte realismo di questa vicenda e l’ironia nera tipica del regista toscano rendono questo film imperdibile per chi ama la comicità drammatica pregna di contenuti. A questo giro forse abbiamo meno risate esplosive rispetto ad altri titolo di quel periodo ma il forte cinismo presente renderà ogni risata amara e difficile da dimenticare.
La situazione proposta sullo schermo riflette perfettamente tante vicende reali e davvero accadute , ed impossibile non riconoscere i propri parenti o alcuni di loro nel vasto nugolo di personaggi viscidi ed egoisti presenti in questa storia.
Nonostante un ritmo forse troppo cadenzato nella fase iniziale e un pochino troppo accelerato in quella conclusiva , il film si lascia vedere in modo godibile e piacevole , fra tante sequenze esilaranti ed altre dure e bastarde come non mai.
Il cast di caratteristi scelto dal cineasta italiano è perfetto nell’impersonare i vari personaggi di questa famiglia abruzzese, divertenti e riconoscibili senza mai però apparire sopra le righe o eccessivamente caricaturali.
Il finale poi è un bel colpo basso , estremo ed esagerato ma allo stesso tempo credibile e veritiero.
Per il compianto Monicelli quindi un’altra opera da ricordare , forse una delle sue ultime di altissimo profilo.

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Opinioni tratte dal sito http://www.davinotti.com

B. Legnani

Sapiente commedia nera di Monicelli, che prima ci colloca in un clima familiare (un po’ lo è per davvero, un po’ lo è per salvifica esteriorità), fatto anche di banalità (le discussioni politiche superficiali, la sensualità della Bertè…), e poi piazza la bomba che fa scatenare pure il ricatto, fino all’amarissimo finale. Un bel film.
Galbo

Film ingiustamente poco valutato dalla critica e dal pubblico, si inserisce bene nella filmografia del grande Monicelli; nessuno meglio di lui avrebbe potuto raccontare così bene la perfidia e le bassezze di questo gruppo familiare, ben collocato in una caratteristica cittadina provinciale, con vizi e virtù riconoscibili da tutti. Ottimo il cast con il grande Panelli, Haber e la Confalone su tutti; memorabile il finale.
Il Gobbo

Forte. Monicelli al vetriolo, con un copione degno dei bei vecchi tempi e assecondato perfettamente da un cast di seconde linee in formissima (eccezionali le donne, specie la Confalone, e Haber nel suo solito ruolo). Il maggior merito sta nel far risultare la terribile svolta finale del tutto conseguente e plausibile. Commovente Panelli, l’anziana moglie è ora la petulante suora degli spot con Alex Del Piero e la Chiabotto. Da vedere (il film, non gli spot)
Pigro

Quando i parenti si riuniscono per Natale… Deliziosa commedia che fa del cinismo la sua chiave di volta. Beffardo, cattivo e traditore, il bellissimo film entra ben presto nel succo della questione mettendo a nudo le ipocrisie tra i fratelli proprio nel giorno più ‘santo’. Eccellenti tutti gli attori (anche Haber, in genere troppo esagerato), così come impeccabili sono sceneggiatura e regia, senza dimenticare la bella ambientazione di Sulmona. Da vedere per scoprire come la classica commedia all’italiana abbia ancora molto da dire.
Puppigallo

Si sorride amaro in questa commedia, in cui i due poveri vecchietti tentano di allettare i vari parenti, mettendo a disposizione casa e pensione, pur di farsi in qualche modo adottare, perché sempre meno in grado di badare a loro stessi (soprattutto il nonno, partito anche un po’ con la brocca). Non tutti i colpi vanno a segno e ogni tanto si
eccede in acidità, finendo per buttarla sulla rissa verbale e sulla facile battuta, sfruttando i numerosi difetti di questo colorito gruppo. Un po’ stiracchiato, ma con il pregio di scorrere fino all’epilogo. Non male.

Parenti serpenti foto 1

Monica Scattini

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I film collettivi

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Banner film collettivi

Per film collettivo si intende un prodotto diretto da due o più registi,con una trama che,nella quasi totalità dei casi funziona solo da collante
lasciando quindi al regista dell’episodio del film massima libertà d’azione e espressione.
Generalmente questo particolare genere di film è stato prodotto per riunire registi di fama attorno ad un progetto comune,con esiti però quasi sempre insoddisfacenti come del resto dimostra lo scarso successo ottenuto,sia a livello di pubblico che di critica dai film stessi.
Il primo caso di film collettivo che la storia del cinema ricordi risale al 1932 e si tratta del film Se avessi un milione,diretto da ben sette registi,ovvero Ernst Lubitsch, Norman Taurog, Stephen Roberts, Norman Z. McLeod, James Cruze, William A. Seiter, H. Bruce Humberstone e Lothar Mendes.
Il film uscì nelle sale ben 20 anni dopo,nel 1952 e fra gli attori presenti nel film figura Charles Laughton.
In pieno periodo bellico dagli Usa arriva Per sempre e un giorno ancora;siamo nel 1943 e i registi del film sono Edmund Goulding, Cedric Hardwicke, Frank Lloyd, Victor Saville, Robert Stevenson, Herbert Wilcox e Renè Clair,mentre tra gli attori curiosamente figura ancora Charles Laughton oltre a ray Milland e il grande Buster Keaton.

Se avessiun milione foto

Se avessi un milione, primo esempio di film collettivo

Venendo a periodi recenti,uno dei più importanti film collettivi risale al 1961 e coinvolge ben 11 registi.
Si tratta di Le italiane e l’amore,episodi che raccontano casi veri tratti dalle lettere ai giornali che Gabriella Parca,giornalista e scrittrice raccolse in un libro di buon successo,Le italiane si confessano.
I registi del film a episodi sono:Gian Vittorio Baldi, Marco Ferreri, Giulio Macchi, Francesco Maselli, Lorenza Mazzetti, Gianfranco Mingozzi, Carlo Musso, Piero Nelli, Giulio Questi, Nelo Risi, Florestano Vancini e tra gli attori presenti nel film ci sono alcuni interpreti di buona fama sopratutto negli anni settanta fra i quali Ida Galli (Evelyn Stewart),Andrea Giordana,Rosalba Neri,Graziella Galvani.
Nel 1962 escono ben tre film collettivi;si tratta di L’amore difficile,diretto da Alberto Bonucci, Sergio Sollima, Nino Manfredi e Luciano Lucignani,basato su storie di scrittori italiani con tema la fedeltà e il tradimento.
Molti nomi noti fra i protagonisti,fra i quali lo stesso Manfredi,che dirige un episodio del film,Enrico Maria Salerno,Vittorio Gassman,Catherine Spaak e Gastone Moschin.
Il secondo film dell’anno è Boccaccio 70,forse uno dei più importanti film collettivi,sia per i nomi dei registi coinvolti,tutti grandissimi ovvero Vittorio De Sica, Federico Fellini, Mario Monicelli e Luchino Visconti sia per gli attori protagonisti,fra i quali vanno citati Peppino De Filippo e Anita Ekberg,Romy Schneider e Romolo Valli,Sofia Loren e Thomas Milian.

Boccaccio 70,2

Anita Ekberg in Boccaccio 70

Boccaccio 70

Romy Schneider in Boccaccio 70

Ancora una volta il tema di fondo è il sesso,con particolare riferimento a Boccaccio.Tra i quattro il più famoso è l’episodio con protagonista la Loren,una giostraia che gestisce un tiro a segno e che decide di mettere in palio se stessa come premio.Vincerà un sacrestano che reclamerà il suo premio.
Terzo film del 1962 è La conquista del West,grande successo di pubblico e di critica,diretto da John Ford, Henry Hathaway, George Marshall e Richard Thorpe, film in 5 episodi che ricostruisce la grande epopea del west e interpretato da grandissimi del cinema come Henry Fonda,Gregory Peck,John Wayne,James Stewart,Eli Wallach e tra le attrici Carroll Baker e Debbie Reynolds.
Nel 1963 escono I cuori infranti diretto da Vittorio Caprioli e Gianni Puccini e I misteri di Roma,sceneggiato da Zavattini con ben 17 registi che si alternano alla macchina da presa.
Molto importante,nel 1963, il film collettivo Ro.Go.Pa.G,che riprende nel titolo i nomi dei quattro grandi registi del film stesso,Rossellini, Godard, Pasolini e Gregoretti con la presenza,nel cast,di Orson Welles.
L’asse portante del film è l’uomo,visto nelle sue paure e nelle angosce,nei condizionamenti e sul difficile,quasi impossibile equilibrio dei suoi dilemmi esistenziali.

Controsesso (1964)

Ugo Tognazzi in Controsesso

Nell’episodio diretto da Godard è proprio l’angoscia quotidiana ad avere la meglio,in un mondo in cui i sopravvissuti ad un disastro atomico non riescono più ad esplicitare le angosce stesse.
E’ l’episodio più importante,in cui il profeta della Nouvelle vague utilizza un linguaggio metacinematografico per esprimere il deserto dei sentimenti,in una visione apocalittica sia del presente che del futuro.
Alta infedeltà,targato 1964 e diretto da Franco Rossi (“Scandaloso”), Elio Petri (“Peccato nel pomeriggio”), Luciano Salce (“La Sospirosa”), Mario Monicelli (“Gente moderna”) racconta ancora una volta storie di amori e tradimenti.Si va dal marito geloso che finirà nelle mire dell’amante della moglie alla donna che per tradire il marito casca proprio nelle mani del coniuge,passando per una moglie gelosissima che alla fine tradisce il marito con il miglior amico di lui all’uomo che,persa una grossa somma al gioco,è costretto a cedere la moglie per una notte.
Manfredi e Tognazzi,Bernard Blier e Charles Aznavour tra gli attori,Monica Vitti,Michele Mercier e Claire Bloom tra le attrici.
Ancora sesso e trasgressione alla base di Controsesso,film collettivo del 1964 diretto da Franco Rossi, Marco Ferreri e Renato Castellani.
Film grottesco in puro stile commedia all’italiana in cui una coppia prova involontariamente la cocaina,un professore inventa un gabinetto portatile per sorvegliare le proprie alunne e infine l’impossibile attrazione di un musicista per una donna che nonostante tutti i tentativi resterà una preda solo platonica.
Ancora una volta i protagonisti sono Manfredi e Tognazzi,mentre tra gli sceneggiatori figurano Zavattini e Tonino Guerra.
Sempre del 1964 è La mia signora,film che vede protagonista Alberto Sordi impegnato nei cinque episodi del film diretti da Tinto Brass, Mauro Bolognini e Luigi Comencini;ancora un film grottesco e sarcastico,con l’episodio diretto da Brass a svettare su tutti.
La protagonista è una donna (Silvana Mangano) che adora gli uccelli e li vizia a tal punto da ingelosire il marito il quale uccide poco alla volta tutti i pennuti.

Dove vai in vacanza 1

Ugo Tognazzi e Stefania Sandrelli in Dove vai in vacanza?

Dove vai in vacanza 2

Paolo Villaggio e Annamaria Rizzoli in Dove vai in vacanza?

Alla fine stanco di sopprimere gli incolpevoli volatili,spara alla moglie eliminando così il problema alla radice.
Sempre l’amore,sempre il sesso e ancora una volta il tradimento è l’asse sul quale viene costruito uno dei film collettivi più famosi degli anni sessanta,Le bambole,diretto da Dino Risi, Luigi Comencini, Franco Rossi e Mauro Bolognini e interpretato,tra gli altri,
da Nino Manfredi,vero protagonista di molti di questi film,Gina Lollobrigida,Monica Vitti,Elke Sommer,Maurizio Arena e Jean Sorel.
Le storie sono quelle di una coppia che mentre sta per fare l’amore viene interrotta da una telefonata fiume della mamma di lei;il coniuge,esasperato,si reca da una vicina e la seduce;quella di una donna disinibita ma poco propensa a perdere la sua libertà che cerca
un amante italiano per avere un figlio e che alla fine si innamora del suo autista e finisce per diventare la classica madre e moglie proletaria,quella di una donna sposata ad un uomo rozzo che tenta inutilmente di uccidere e al quale,alla fine,dovrà abituarsi e infine
la boccaccesca storia del nipote di un alto prelato che suo malgrado dovrà cedere alla corte di un’assillante (ma anche seducente) donna che si è incapricciata di lui.
Le più belle truffe del mondo esce nel 1964;si tratta di cinque episodi diretti dai registi Claude Chabrol, Jean-Luc Godard, Ugo Gregoretti, Hiromichi Horikawa e Roman Polanski;storie di truffe,come recita il titolo,dalla vendita della Tour Eiffel (che ricorda la vendita della Fontana di Trevi
da parte di Totò) alla donna che seduce un suo spasimante e lo fa morire allo scopo di rubargli una preziosa dentiera di platino.
Tra gli intepreti Catherine Deneuve e la nostra Gabriella Giorgelli.
Un cast eccellente è protagonista di I complessi,film collettivo del 1965 diretto da Luigi Filippo D’Amico, Dino Risi e Franco Rossi.
Celebre l’episodio Il dentone,diretto da D’Amico,nel quale Alberto Sordi interpreta un tipo ostinato che nonostante una dentatura poco estetica riuscirà a diventare speaker della Tv e alla fine ad avere un appuntamento con le mitiche gemelle Kessler.

Le bambole (1964)

Gina Lollobrigida in Le bambole

Le coppie

Monica Vitti in Le coppie

Ancora del 1965 è I tre volti,regia di Michelangelo Antonioni, Mauro Bolognini, Franco Indovina,film debole e costruito tutto sul lancio della principessa triste,l’ex moglie dello Scià di Persia Soraya,che cercava un debutto cinematografico e una nuova vita.
Stesso anno per Ieri,domani e dopododomani,film collettivo diretto da Eduardo De Filippo, Marco Ferreri e Luciano Salce e per Thrilling,regia di Carlo Lizzani, Ettore Scola e Gian Luigi Polidoro con il solito Manfredi e Alberto Sordi.
Bisogna attendere il 1966 per trovare un film collettivo che coniuga qualità e critica,pubblico e botteghino;si tratta del film diretto da 4 grandi registi del cinema italiano,intitolato Le fate e dedicato a quattro donne che danno il nome agli episodi.
I registi sono Luciano Salce (“Fata Sabina”), Mario Monicelli (“Fata Armenia”), Mauro Bolognini (“Fata Elena”) e Antonio Pietrangeli (“Fata Marta”) e tra gli attori c’è un po il gotha del cinema italiano,Enrico Maria Salerno, Claudia Cardinale, Monica Vitti, Alberto Sordi
oltre alle star internazionali Jean Sorel,Raquel Welch,e Capucine.
Curiose le vicende di questo film con la censura in Spagna,dove venne vietato inspiegabilmente ai minori di diciotto anni mentre in Italia circolò senza alcuna limitazione.
Claude Autant-Lara, Mauro Bolognini, Philippe de Broca, Jean-Luc Godard, Franco Indovina e Michael Pfleghar sono i registi del film collettivo L’amore attraverso i secoli,fiacco e scontato film sulla storia della prostituzione,che va ricordato più che altro per l’episodio
di Godard,innovativo e sperimentale che però venne tagliato talmente tanto da risultare quasi inguardabile.Molto ben assortito il cast femminile che include Jeanne Moreau e Michele Mercier,Elsa Martinelli e Raquel Welch oltre ad una giovane ( e nudissima) Marilu Tolo.
Nel 1968 troviamo finalmente un’opera affascinante,Tre passi nel delirio,liberamente tratto da Federico Fellini, Louis Malle e Roger Vadim,registi del film da racconti di Edgar Allan Poe.

Le fate (1966)

Monica Vitti in Le fate

Le streghe (1967)

Totò e Silvana Mangano in Le streghe

Molto ben fatto l’episodio diretto da Malle con protagonisti Delon e la Bardot:il tema è quello del doppio,quasi uno scontro tra Jeckyll e Hyde,rappresentato da un ufficiale austriaco che affronterà la parte migliore di se stesso in duello.
Ancora 68 e film collettivo dell’anno con ben 6 registi dietro la macchina da presa;si tratta di Capriccio all’italiana,diretto da Franco Rossi,Steno, Mauro Bolognini, Mario Monicelli, Pino Zac, Pier Paolo Pasolini
Per una volta non c’è un filo conduttore,il cast è di ottimo livello e spazia da Totò a Silvana Mangano,Franco Franchi, Ciccio Ingrassia e Walter Chiari.
Sicuramente il più affascinante degli episodi è quello diretto da Pasolini,con protagonisti Toto e il duo Franchi Ingrassia,che reinterpretano l’Otello di Shakespeare vestiti da marionette e mentre lo fanno si chiedono il perchè stiano facendo le cose che fanno.Un episodio affascinante che da solo tiene a galla un film debole.
Una rilettura critica dei Vangeli è alla base di Amore e rabbia,diretto nel 1969,in piena epoca di contestazione dai registi Marco Bellocchio, Bernardo Bertolucci, Pier Paolo Pasolini, Jean-Luc Godard e Carlo Lizzani;ancora una volta è di Pasolini l’episodio più lirico.
Il fiore di carta mostra un giovane candido che gira per Roma con un fiore di carta in mano,mentre sullo schermo si alternano immagini drammatiche degli episodi cruciali del novecento.
Riccetto,il protagonista,non ascolta la voce di Dio che gli parla e armato della sua ingenuità continua a scorrazzare per Roma,senza voler guardare la realtà delle cose.Finirà ammazzato.
Molto carino e sicuramente apprezzato dal pubblico è Le coppie,film collettivo del 1970 diretto da Mario Monicelli, Alberto Sordi e Vittorio De Sica e interpretato dallo stesso Sordi,dalla Vitti e dal cantautore enzo Jannacci.
Celebre l’episodio La camera,in cui una coppia di gente umile si ritrova in Costa Smeralda sballottata da un albergo all’altro e rifiutata da tutti per il loro basso rango.

Quelle strane occasioni (1976)

Quelle strane occasioni

Per la coppia sarà un’occasione per vedere da vicino le perversioni e la depravazione morale della classe ricca,per loro dopo una rissa scatenata dall’uomo ci sarà una notte nelle prigioni,accanto a sua moglie,a testimoniare come sia impossibile per un poveraccio convivere con la realtà della vita degli abbienti.
Ci vorranno ben sei anni prima che un produttore decida di investire denaro in un film collettivo;la grande crisi che ormai inizia a mordere i botteghini e erode milioni di spettatori porta Renato Jaboni a produrre Basta che non si sappia in giro,diretto da Luigi Comencini, Nanni Loy e Luigi Magni.
Tre grandi nomi e uno stuolo di ottimi attori come Manfredi,la Vitti,Dorelli,Banfi non sortiscono gli effetti sperati.
I tre episodi non sono particolarmente attraenti,forse il più godibile gioca sull’equivoco in cui incorre un uomo che chiede una squillo e scambia una timida e impacciata ragazza che deve risquotere le rate di un’enciclopedia per la donna di facili costumi che attendeva.
Nel 1976 ci si mettono in 11 per girare Signori e signore buonanotte,scoordinato e paradossale attacco al potere della tv e dei media in generale,diretto da Agenore Incrocci, Leo Benvenuti, Luigi Comencini, Piero De Bernardi, Nanni Loy, Ruggero Maccari, Luigi Magni, Mario Monicelli, Ugo Pirro, Furio Scarpelli e Ettore Scola e interpretato da un cast stellare che include Mastroianni,Tognazzi,Manfredi e Gassman,Paolo Villaggio e Adolfo Celi,Senta Berger e Andrea Ferreol.
Da segnalare l’episodio La bomba, in cui si immagina una stazione di polizia allertata da una bomba che si rivelerà essere una beffa;le autorità,pur di non ammettere la brutta figura faranno esplodere una vera bomba che devasterà la stazione uccidendo molti autori dell’attentato.
Dopo il 1976 i film collettivi perdono del tutto il loro fascino e gli stessi produttori sono restii a finanziarne di nuovi;tuttavia nello stesso anno Luigi Comencini, Nanni Loy e Luigi Magni dirigono Quelle strane occasioni,film a metà strada tra la commedia all’italiana e la commedia sexy
caratterizzato dalla presenza di grandi attori come Alberto Sordi e Nino Manfredi,Stefania Sandrelli e Paolo Villaggio oltre a Olga Karlatos.
Nel primo episodio un italiano in Olanda finisce per diventare l’attrazione di un live show porno e verrà sostituito dalla moglie il giorno in cui non sarà più in grado di reggere il ritmo,nel terzo un eminente prelato resta chiuso alla vigilia di ferragosto con una prosperosa ragazza e ne approfitterà biecamente,salvo poi trattarla con freddezza quando verranno liberati.

Signore e signori, buonanotte (1976)

Signori e signore buonanotte

Tre passi nel delirioTre passi nel delirio

Nanni Loy rifiutò di firmare il proprio episodio,ritenendolo troppo sexy.
Nel 1977 esce I nuovi mostri,diretto da Ettore Scola, Mario Monicelli e Dino Risi,con quest’ultimo regista che torna,dopo il 1962 e I mostri, a cimentarsi con personaggi e maschere grottesche.
E’ l’italiano medio a finire sotto il mirino;debolezze,difetti,tic e ansie,vizi e virtù (poche) vengono messi alla berlina attraverso le grandi interpretazioni di attori cult del nostro cinema,come Gassman,Tognazzi e Sordi e la partecipazione di Ornella Muti.
1978,è l’anno di Dove vai in vacanza? diretto da Mauro Bolognini, Luciano Salce e Alberto Sordi.
Tre episodi con protagonisti Ugo Tognazzi e Stefania Sandrelli,Paolo Villaggio e Alberto Sordi,un buon successo al botteghino che però in realtà sarà l’ultimo film collettivo a rastrellare denaro al botteghino.
Ci vorranno due anni prima di assistere alla produzione di I seduttori della domenica,film collettivo in cui si assiste ad un assemblaggio internazionale di registi;l’unico italiano presente è Dino Risi,al suo fianco Bryan Forbes (non accreditato), Edouard Molinaro e Gene Wilder.Anche il cast è molto eterogeneo e include il nostro Tognazzi e Sylva Koscina,Roger Moore e Lino Ventura,Catherine Spaak e Rosanna Podestà.Equivoci e piccole avventure per quattro episodi deboli e poco interessanti.

Tre notti d'amore (1964)

Catherine Spaak in Tre notti d’amore

I seduttori della domenica 2

Sylva Koscina in I seduttori della domenica

Di fatto si conclude qui la lunga stagione dei film collettivi,almeno per quanto riguarda il cinema italiano;da oltralpe arriveranno altri titoli che però non porteranno nulla di significativo alla storia del cinema.
Forse il più importante,per i nomi coinvolti nell’operazione è New York Stories (1989) diretto da Martin Scorsese, Francis Ford Coppola e Woody Allen con il nostro Giannini nel cast.
Guardando la produzione,effettivamente nemmeno tanto vasta allestita in quasi 80 anni di cinema,si nota come tra i titoli prodotti ben pochi siano degni di una menzione.
Il cinema ha dei tempi e richiede l’elaborazione di un soggetto nel modo più ampio possibile;il film collettivo invece diventa poco più che uno sketch e salvo rarissimi episodi non ha lasciato nulla di memorabile.

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Basta che non si sappia in giro (1976)

Nino Manfredi in Basta che non si sappia in giro

Capriccio all'italiana (1968)

Walter Chiari e Ira Furstemberg in Capriccio all’italiana

DeGenerazione (1994)

Asia Argento in Degenerazione

Eros

Eros film collettivo del 2004

I nostri mariti (1966)

Ugo Tognazzi in I nostri mariti

L'amore in città

L’amore in città

Le coppie (1970)

Alberto Sordi e la De Lorenzo in Le coppie

Le italiane e l'amore

Le italiane e l’amore

Thrilling (1965)

Thrilling

StimulantiaStimulantia

Rogopag

Rogopag

Oggi, domani e dopodomani (1965)

Oggi domani e dopodomani

I seduttori della domenica 1

I seduttori della domenica

L'idea fissa

L’idea fissa

New York Stories (1989)

New York stories

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01 Alberto Sordi I complessi

Il celebre “dentone” interpretato da  Alberto Sordi nel film I complessi

01 Marcello Mastroianni

Marcello Mastroianni in Signori e signore buonanotte

01 Michele Mercier Alta infedeltà

Michele Mercier in Alta infedeltà

01 Ornella Muti

Ornella Muti in I nuovi mostri

01 Rosanna Schiaffino in Rogopag

Rosanna Schiaffino in Ro.Go.Pa.G

01 Silvana Mangano Le streghe

Silvana Mangano in Le streghe

01 Sofia Loren Boccaccio 70

Sofia Loren in Boccaccio 70

01 Toto Capriccio all'italiana

Totò in Capriccio all’italiana

01 Ugo Tognazzi Controsesso

Ugo Tognazzi in Controsesso

01 Virna Lisi in Le bambole

Virna Lisi in Le bambole

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Se avessiun milione locandina

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Capriccio all'italiana locandina

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Basta che non si sappia in giro (1976) locandina

 

 


Il cinema e i fumetti

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Un connubio non certo memorabile quello tra il fumetto e il cinema italiano.
Pochi film tratti dalle nuvole parlanti o almeno riconducibili al mondo dei fumetti,poco più di una decina;
un discorso ben diverso dal cinema americano che ha saccheggiato in lungo e in largo il mondo delle strip,sopratutto i super eroi della Marvel o comunque il vasto ed eterogeneo mondo dei fumetti portandoli,spesso con  successo,sul grande schermo.
Da Superman a Batman,dall’Uomo mascherato a Spiderman passando per Devil,Thor,Hulk Iron man e via dicendo,il cinema americano,che ha sempre potuto disporre di grandi capitali,ha sempre avuto buon gioco nelle trasposizioni cinematografiche dei fumetti.
In Italia il discorso è sempre stato ben diverso.
Negli anni sessanta, grazie al successo strepitoso di vendite dei fumetti noir come Diabolik,Kriminal e Satanik,si è tentato di riproporre sul
grande schermo le avventure dei personaggi citati,con risultati modestissimi se non pessimi.
Paradossalmente,l’unico film di una certa levatura e che supera largamente la sufficienza è Dellamorte Dellamore,il film di Michele Soavi
uscito nelle sale nel 1994 e ispirato all’investigatore dell’incuboDylan Dog,il personaggio dei fumetti creato da Tiziano Sclavi nel 1986
per la Sergio Bonelli Editore,la casa di distribuzione di fumetti più longeva e sopratutto quella di gran lunga più prolifica e di successo,con all’attivo la creazione di figure mitiche del fumetto stesso, da Tex Willer a Zagor,da Martin Mystere ai tanto compianti Comandante Mark,Akim e Piccolo Ranger.
Lasciando per il momento da parte Tex Willer,nato nel 1948 e che avrà una brutta e assolutamente da dimenticare edizione cinematografica
di cui parlerò più in avanti,parliamo del primo grande successo del mondo dei fumetti,nello specifico quello bollato come Fumetto per adulti
e vietato ai minori nei primi anni dei sessanta,ovvero Diabolik, l’antieroe in calzamaglia nera caratterizzato almeno agli inizi della sua carriera da
una carica di ferocia che andrà mitigandosi con il passare del tempo

Diabolik locandina

Diabolik 1

John Philip Law e Marisa Mell in Diabolik

E’ il 1962 quando le sorelle Angela e Giuliana Giussani fondano la casa editrice Astorina,che distribuisce il primo numero di un fumetto destinato a fare storia e sopratutto scuola;nasce Diabolik e il primo numero porta l’eloquente titolo di Il re del terrore.
Un criminale astuto e inafferrabile,che veste una lunga calzamaglia nera che gli copre gran parte degli occhi,che utilizza per i suoi travestimenti
delle maschere di una speciale sostanza conosciuta solo da lui che gli permettono di assumere quasiasi identità voglia.
C’è una donna al suo fianco,sin dal terzo numero,una lady,nientemeno:Lady Eva Kant,bella e intelligente,un completamento in tutti i sensi del re del terrore al quale si oppone,quasi sempre inutilmente l’Ispettore Ginko.
Nel 1967 Mario Bava,uno dei migliori registi italiani del genere horror e sci.fi con pochi soldi e molte idee decide di portare sugli schermi la figura di Diabolik;
il film non riscuote il successo atteso nonostante Bava utilizzi quanto di più avveniristico fosse a disposizione del cinema in quegli anni.
Sembra di assistere alla visualizzazione in movimento di un quadro di Andy Warhol guardando il film di Bava;un film in anticipo sui tempi che però ha una storia un po confusa e sopratutto è interpretato da un attore poco espressivo e legnoso,John Philipp Law.

Kriminal locandina 2

Kriminal 1

Kriminal 2

John Saxon e Helga Linè in Kriminal

Nei panni di Eva troviamo una bella e seducente Marisa Mell,che però non riesce in alcun modo a trasferire sullo schermo il carisma,il magnetismo della fedele compagna di Diabolik.
Così il film vive di episodi e a nulla valgono i virtuosismi di Bava;sola perla la sequenza finale,con Diabolik investito in pieno da una colata di oro fuso.
Un bel cast,che include Michel Piccoli nei panni di Ginko,Renzo Palmer,Adolfo Celi e Claudio Gora per un film francamente deludente.
L’uscita di Diabolik nelle edicole e il suo contemporaneo,grande successo stimolano altri editori alla creazione di anti eroi alternativi o complementari al Re del terrore;
nel 1964,due anni dopo Diabolik arriva nelle edicole Kriminal,frutto della collaborazione di due grandi del fumetto italiano Max Bunker (Luciano Secchi autore dei testi) e Magnus (Roberto raviola,autore dei disegni)
Kriminal si ispira molto a Diabolik,pur essendo anche differente sia come psicologia sia come realismo delle storie.
Anthony Logan,il nome e il volto dell’uomo che agisce vestendo una calzamaglia con disegnato su un lugubre scheletro,ha un passato che emerge
nelle sue avventure;spesso i suoi colpi falliscono,non è implacabile come Diabolik,è in un certo senso più umano.
Ha una moglie Lola Hudson,ha avuto un figlio.
Per oltre 400 numeri il fumetto Kriminal è una valida alternativa al Re del terrore;sarà nel 1974,quando il mondo dei fumetti entrerà in una pesante crisi,che cesseranno le pubblicazioni di Kriminal.

Il marchio di kriminal locandina

Il marchio di kriminal 1

Helga Linè in Il marchio di Kriminal

Nel 1966 Umberto Lenzi riduce per lo schermo il fumetto,riprendendone anche nel titolo il marchio creato da Magnus & Bunker:nasce Kriminal,un film di buona fattura dal punto di vista registico ma abbastanza debole nello svolgimento e nella sceneggiatura.
Nel film Kriminal sta per essere giustiziato,ma nel frattempo ignoti ladri hanno rubato il tesoro della Regina.L’ispettore Milton,suo acerrimo nemico,lo fa liberare con la speranza di rintracciare i misteriosi ladri.Naturalmente Kriminal sfugge ai tutori della legge e si imbarca in avventure mozzafiato.
A interpretare le gesta di Kriminal viene chiamato Glenn Saxson mentre la parte femminile di Inge è affidata alla splendida Helga Linè.
Film poco più che mediocre,non ebbe quasi nessun successo presso il pubblico.
Curiosamente,due anni dopo,nel 1968 Fernando Cerchio propone una nuova avventura dell’anti eroe in calzamaglia;esce sugli schermi Il marchio di Kriminal,con lo stesso cast del film di Lenzi.
Nel film,Kriminal si impadronisce di due tele d’autore ma alla fine del film, nel tentativo di sfuggire al suo mortale nemico Milton,finisce con l’auto in un burrone.
Mediocre come film,nessun successo di pubblico.

Mister X 1

Gaia Germani in Mister X

Sempre nel 1964 la premiata ditta Magnus & Bunker propone un altro noir,venato di soprannaturale e sopratutto basato non più su un anti eroe,ma su una anti eroina;nasce Satanik,al secolo Marny Bannister una dottoressa che,afflitta da un volto non solo brutto ma anche deturpato da un’orribiLe voglia riesce grazie ad una pozione a diventare una splendida donna che seduce infallibilmente gli uomini che posano
gli occhi su di lei.
La pozione non è permanente e con il passare del tempo Satanik dovrà ricorrere alla magia (e ad un rubino) per evitare di tornare nei panni e nel volto e il corpo di Marny.
La violenza inusitata iniziale delle gesta di Satanik verrà mitigata con il passare del tempo;da eroina del male alla fine si trasformerà in una specie di paladina della giustizia.Come per Kriminal,il fumetto a lei dedicato cesserà le pubblicazioni nel 1974.
Nel 1968 Pietro Vivarelli riduce per lo schermo le avventure di Satanik;il film ha il titolo del fumetto e a interpretare la rossa Satanik è chiamata l’attrice Magda Konopka.

Satanik locandina

Satanik 2

Magda Konopka in Satanik

Che è bella ma non ha fascino nè sopratutto ha aderenza con il personaggio del fumetto,nemmeno a livello fisico.
Il film è brutto e noioso,eppure otterrà un qualche successo nonostante una trama assolutamente banale e la citata interpretazione della Konopka assolutamente evanescente.
Nel film assistiamo alla metamorfosi di Marny Bannister che grazie alla famosa pozione si trasforma in una donna stupenda;il film prosegue mostrando i tentativi di Satanik di stabilizzare la pozione e si concluderà,come nel caso di Kriminal,con la sua morte in un incidente d’auto.
Il film di Vivarelli è probabilmente il più brutto dedicato agli eroi del fumetto;sopratutto quello con la sceneggiatura più dozzinale.
Un altro fumetto nato nel 1964 e che ebbe una versione cinematografica è Mister X;ladro innafferabile,quasi gentiluomo,sfugge alla polizia in modi spesso rocamboleschi.A differenza dei citati Diabolik e Kriminal quando può aiuta i più deboli,ed è quindi lontano dalla maschera dell’anti eroe che caratterizzava i suoi predecessori.
Nel 1967 Vivarelli,prima di dirigere Satanik,porta sullo schermo una riduzione delle avventure del ladro gentiluomo;i protagonisti sono Gaia Germani e Norman Clark e il film che passerà quasi inosservato in Italia otterrà viceversa un buon successo in Spagna.

Tex e il signore degli abissi 1

Giuliano Gemma in Tex e il signore degli abissi

Isabella,duchessa dei diavoli è il primo fumetto di stampo erotico a essere portato sullo schermo nel 1969;uscito nelle edicole nel 1966,sarà stampato fino al 1976,quando cesserà le pubblicazioni come molti altri fumetti dello stesso genere,Messalina,Varta,Zora,Jolanda ecc.
Isabella è stato il primo e più importante fumetti erotici;caratterizzato da storie avventurose,con scene di nudo ed erotiche,spesso a stampo sadico,ebbe un discreto successo tra il pubblico adulto.La protagonista,Isabella De Frissac,vive le sue avventure nella Francia di Luigi XIII e tra i personaggi di fantasia che popolano il suo fumetto è facile riconoscere personaggi storici realmente esistiti come il Cardinale Richelieu,Maria De Medici ecc.
Un personaggio di riferimento cinematografico di Isabella è sicuramente Angelica,Marchesa degli Angeli,figura quasi leggendaria del cinema di avventura degli anni sessanta.
Il film,che riprende il nome del fumetto,è diretto da Bruno Corbucci nel 1969 ed è caratterizzato da una trama che ricorda molto da vicino quella del fumetto e sopratutto presenta molte situazioni di nudo femminile che,nonostante la ferrea censura
dell’epoca,vennero lasciate nel film cosa che sicuramente contribuì al buon successo del film presso il pubblico.

Isabella duchessa dei diavoli 1

Isabella duchessa dei diavoli 2

Due fotogrammi tratti da Isabella duchessa dei diavoli 

Merito anche della bellezza della giovane protagonista Brigitte Skay,che si era messa in mostra nel film di Bava Reazione a catena.
Nel film Isabella è l’unica superstite della nobile famiglia dei De Frissac,sterminata dal perfido barone Von Nutter;cresciuta tra gli zingari,appena divenuta adulta Isabella apprende la verità sulle sue origini e decide di vendicarsi del barone.
Alla fine riuscirà a sfigurarlo ma verrà catturata.Liberata,continuerà la sua mortale lotta contro il crudele Barone.
Probabilmente a livello qualitativo si tratta della miglior riduzione fino ad allora delle avventure di un personaggio dei fumetti.
In tutto il decennio settanta non venne girato nemmeno un film con protagonisti gli eroi del fumetto;occorre attendere il 1985 per vedere sul grande schermo uno dei beniamini del mondo delle nuvole parlanti.
Si tratta di Tex,il leggendario ranger creato da Bonelli e Galeppini divenuto capo dei Navajo con il nome nativo di Aquila della notte.
Le gesta di Tex sono proposte da Duccio Tessari che sceglie un episodio particolare tra tutti quelli della serie Tex gigante,Tex e il signore dell’abisso,divenuto nel film degli abissi.
Il film è brutto,noioso e sopratutto male interpretato da un Giuliano Gemma assolutamente fuori parte.
Del film non si salva nulla, nemmeno la sceneggiatura che vede il leggendario Aquila della notte combattere con uno stregone che ha fornito a degli indiani un’arma letale,alcune pietre di origine vulcanica,ricavate dal fondo di un vulcano e capaci di mummificare chiunque venga colpito da una freccia recante sulla punta una delle pietre verdi.
Curiosamente il film ebbe una buona valutazione critica mentre fu proprio il pubblico a bocciare sonoramente il film.
Nel 1965 Guido Crepax pubblica sulle pagine di Linus una serie di strisce con protagonista Valentina,una fotografa che vive in una dimensione a metà strada tra il reale e l’onirico,con incursioni nel mondo della psicanalisi,che soffre di problemi reali come l’anoressia e che invecchia come accade nella vita reale.

Baba Yaga locandina

Baba Yaga 1

Baba Yaga 3

Baba Yaga

Nel 1973 Corrado Farina gira Baba Yaga,film chiaramente ispirato alle strisce di Crepax;la protagonista del film è Valentina,fotografa che una sera rientrando da una mostra viene investita dalla strega Baba Yaga,che la invita a casa sua per mostrarle la sua collezione di gioielli.Qui la strega le regala una bambola che prende vita trasformandosi in una donna crudele.
Seguono eventi magici e misteriosi fino al The end che libera Valentina dall’incantesimo e piccolo colpo di scena finale.
Baba Yaga,penalizzato dalla produzione che apportò tagli consistenti al girato risulta praticamente incomprensibile come film,a tratti è francamente irritante ed è stato disconosciuto dallo stesso regista.
Nel film compaiono Carroll Baker e Ely Galleani,la nipote di Luis De Funes,Isabelle,che per fortuna ebbe breve vita cinematografica e George Eastman.
Francesco Dellamorte,amico dell’investigatore dell’incubo Dylan Dog è il protagonista nel 1994 del film di Soavi Dellamorte Dellamore;l’attore Rupert Everett che interpreta il film ha una somiglianza fisica impressionante con la figura dell’investigatore creato da Sclavi e nel film vive una storia che ricorda molto da vicino l’ambientazione e le vicende di Dylan Dog.
E’ probabilmente il film più aderente allo spirito di un fumetto che sia stato girato,con un’ambientazione a metà strada tra l’horror e il soprannaturale davvero ben curata e realistica.

Dellamore dellamorte 1

Dellamore dellamorte 2

Rupert Everett e Anna Falchi in Dellamorte Dellamore

Ci sono state altre incursioni nel mondo del fumetto.

Alcune chiaramente parodistiche come nel film Thrilling,che prende in giro nell’episodio Sadik diretto da Gian Luigi Polidoro proprio l’anti eroe in calzamaglia che funziona come una tuta impenetrabile ai proiettili.
Nel film un ingegnere interpretato da Walter Chiari,si traveste da Sadik spinto da sua moglie,appassionata divoratrice di fumetti con protagonista Sadik e alla fine la accoltella.
Parodistica,satirica è anche la serie di strip Sturmtruppen,creata da Bonvi,nelle quali la seconda guerra mondiale è vista dalla parte dei tedeschi,precisamente dalla parte dei soldati che appaiono vittime sia delle varie situazioni belliche sia dei loro superiori,inetti o semplicemente crudeli,impegnati a dare ordini spesso paradossali subiti dalle truppe come una calamità o comunque semplicemente attuati
perchè ad un soldato è chiesta solo l’obbedienza.

Due i film dedicati alle strisce di Bonvi:
Sturmtruppen,uscito nel 1976 e diretto da Salvatore Samperi con la partecipazione di Renato Pozzetto,Cochi Ponzoni,Teo Teocoli,Lino Toffolo,Massimo Boldi e Corinne Clery
Sturmtruppen 2 Tutti al fronte,uscito nel 1982 e diretto ancora da Samperi con buona parte del cast precedente (ma senza Pozzetto) e con l’aggiunta di Bombolo,Franco Oppini,Enzo Cannavale e altri.
Entrambi i film vanno menzionati solo per la cronaca,essendo poco più che un’assieme di gag surreali senza alcun criterio di denuncia e privi di quell’arguzia e di quella satira che erano stati caratteristica pregnante delle strisce di Bonvi.

A ben guardare quindi si può concludere che il mondo del fumetto è rimasto davvero un genere di nicchia per il cinema.
Poche riduzioni,nessuna memorabile.
Viceversa la tv in qualche modo è riuscita a renderne testimonianza più vivace e appassionante grazie anche alla soluzione di utilizzare spesso il cartone animato come soluzione visiva.
Da Nick Carter a Martin Mystere,molti fumetti sono passati in tv grazie anche a contenitori come il celebre e indimenticato Supergulp fumetti in tv.
Protagonisti storici del mondo delle nuvole parlanti come Alan Ford e il gruppo TNT,Asterix,Corto Maltese ebbero nuova vita e nuova linfa,diffondendo tra il pubblico la cultura del fumetto stesso.
E pensare che di soggetti per creare opere di un certo valore c’erano,eccome;si pensi a noir del tipo Demoniak o Spettrus,a personaggi come Gesebel o Dennis Cobb,ai citati Comandante Mark o a Zagor.
Il cinema turco ha invece utilizzato buona parte degli eroi dei fumetti,con esiti però poco felici,tanto da non aver avuto una distribuzione nel nostro paese.

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Diabolik 2

Diabolik 3

Due fotogrammi da Diabolik di Mario Bava

Kriminal 3

Kriminal di Umberto Lenzi

Il marchio di kriminal 2

Il marchio di kriminal 3

Due fotogrammi da Il marchio di Kriminal

Mister X 2

Mister X 3

Due fotogrammi da Mister X

Satanik 1

Satanik 3

Due fotogrammi da Satanik di Pietro Vivarelli

Tex e il signore degli abissi 2

Tex e il signore degli abissi 3

Due fotogrammi da Tex e il signore degli abissi

Isabella duchessa dei diavoli 3

Isabella duchessa dei diavoli

Baba Yaga 2

Isabelle De Funes in Baba Yaga

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Dellamorte Dellamore

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Diabolik fumetto

Diabolik fumetto 2

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Kriminal fumetto 2

Kriminal fumetto 3

Mister X fumetto

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Satanik fumetto 2

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Tex e il signore degli abissi fumetto

Tex e il signore degli abissi fumetto 2

Isabella duchessa dei diavoli fumetto

Baba Yaga fumetto 2

Baba Yaga fumetto

Dellamore dellamorte locandina fumetto

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Diabolik lc1

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Mister X locandina

Tex e il signore degli abissi

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Tex e il signore degli abissi lc1

Isabella duchessa dei diavoli locandina

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1979,un anno di cinema

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Banner un anno di cinema

E’ l’ultimo anno del decennio settanta,probabilmente il decennio più importante del secolo per i rapidi mutamenti avvenuti a tutti i livelli,sia politici che sociali.
Culturalmente lo è di sicuro.
Cinema e musica cambiano in modo irreversibile e la massiccia produzione di capolavori in entrambe le branche della cultura stanno a testimoniare
il fervore e la creatività che caratterizzarono l’intero decennio.
Per il nostro paese è un anno di transizione,almeno rispetto agli eventi del 1978.
C’è però un aspetto che va sottolineato:la tragedia sociale del terrorismo,la sua parabola mortale sta per andare incontro ad una fine quasi inaspettata rispetto ai tempi relativamente veloci della sua ascesa.
La temibile e tanto decantata potenza di fuoco delle Brigate rosse,il principale gruppo terrorista,che aveva tanto impressionato con l’agguato di via Fani non avrà per fortuna un seguito.
Anzi.
Il 29 maggio vengono arrestati Valerio Morucci e Adriana Faranda;è passato poco più di un anno dal rinvenimento del corpo di Aldo Moro in via Caetani e per le BR è un colpo che si rivelerà mortale.

1 Apocalypse now

Apocalypse now

2 Manhattan

Manhattan,di Woody Allen

I due terroristi infatti facevano parte del gruppo di fuoco che aveva sterminato la scorta di Moro e sequestrato il Presidente della DC;con il loro arresto inizia una serie di catture che ben presto porteranno all’annientamento dell’intero gruppo dirigente.
Il 1979 è l’anno della cacciata di Reza Pahlevi dal trono del pavone in Iran; assume il potere l’ayatollah Ruhollah Khomeini,una vicenda che cambierà profondamente la storia dell’intero Medio Oriente.
E’ l’anno in cui i conservatori di Margaret Thatcher vincono le elezioni in Inghilterra e la Lady di ferro,come verrà soprannominata la Thatcher sarà la prima donna a rivestire l’incarico di Primo ministro;in Italia Nilde Jotti è eletta Presidente della Camera,prima donna a ricoprire un incarico così importante.
A gennaio cade il sanguinario regime dei Khmer rossi in Cambogia;il loro leader,Pol Pot,è responsabile della morte di almeno due milioni di cambogiani,un terzo della popolazione effettiva del paese.
Per un regime comunista che cade,uno di ispirazione marxista prende il potere;succede in Nicaragua con il Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale.
A luglio la Sony lancia sul mercato il primo Walkman,ad agosto Fabrizio De Andrè viene rapito con la sua compagna Dori Ghezzi.Saranno liberati a dicembre.
Una notizia curiosa:il 18 febbraio per mezz’ora nevica niente meno che nel Sahara!
Per il cinema,dopo la stasi del 1978,è un anno molto importante e denso di ottime produzioni.

3 Stalker

Stalker di Andrei Tarkovskij

4 I guerrieri della notte

I guerrieri della notte

Purtroppo sarà solo dall’estero che arriveranno le cose migliori,mentre in Italia i titoli da ricordare si conteranno sulla punta delle dita di una sola mano.
Esce uno dei capolavori della storia del cinema,Apocalypse now.
Diretto da Francis Ford Coppola ed ispirato a Cuore di tenebra di Conrad il film è uno straordinario ed unico atto di accusa sulla follia della guerra,nello specifico quella del Vietnam ma non solo.
E’ un viaggio nella parte oscura dell’animo e della mente dell’uomo,una metafora sulla follia.
Grandissimi interpreti (Duvall che attacca con gli elicotteri al suono della cavalcata delle Walchirie di Wagner è insuperabile) per un grandissimo film.
Woody Allen presenta Manhattan,splendido film in un rigoroso bianco e nero che racconta la storia diIsaac autore televisivo diviso tra due donne completamente differenti tra loro,una intellettuale snob l’altra giovanissima.Per Isaac sarà un’esperienza di vita fondamentale.Grande film con una splendida colonna sonora,che spazia dalla Rapsodia in blu a But not for me.Bravissime Diane Keaton e Mariel Hemingway oltre ad un espressivo Allen.
Andrei Tarkovskij presenta l’affascinante Stalker,viaggio sulla conoscenza ma anche sulla paura della stessa.Lo stalker del film è una guida che accompagna due letterati fino alla porta della conoscenza,che i due però non oseranno varcare.160 minuti di grande cinema,un excursus davvero carico di simbolismi e allegorie.
Ancora Usa con il film di Walter Hill I guerrieri della notte,violento apologo sulle gang di New York;nel film due di queste bande si combattono senza esclusione di colpi.
Un grande film di Ridley Scott:Alien.Un capolavoro della fantascienza angosciante e angoscioso,impreziosito dalle grafiche di HR Giger.La navigazione della Nostromo e il suo incontro con l’alieno implacabile che sterminerà il suo equipaggio avrà dei seguiti,di altrettanto ottimo livello.
Grande ed espressiva Sigourney Weaver.

5 Alien

Alien di Ridley Scott

6 Oltre il giardino

Peter Sellers in Oltre il giardino

Un altro splendido film arriva dagli Usa;si tratta di Oltre il giardino,con un malinconico e struggente Peter Sellers nei panni di Charles il giardiniere,un povero analfabeta che parla con semplicità e che viene scambiato quasi per un filosofo esistenzialista e finirà per sfiorare la presidenza degli States.Implacabile satira del potere della tv,quella che instupidisce e riesce a trasformare un povero idiota in un presidente.
La beat/freak generation è la protagonista di Hair,versione cinematografica della famosa commedia musicale anni 60;a dirigere il film è Milos Forman,che consegna la sua versione,asciutta e carica di fascino alla storia del cinema.
Kramer contro Kramer è il più grosso successo al box office della stagione;un successo internazionale,coronato l’anno successivo dai quattro Oscar principali per il miglior film,il miglior regista,il miglior attore (Hoffman) e la miglior attrice non protagonista (Meryl Streep).La storia del problematico rapporto tra Kramer e sua moglie e il difficile affidamento del bambino della coppia incanta ed emoziona le platee.
E il cinema italiano?
Non è una bella annata,tutt’altro.Qualche commedia sexy,ormai alla frutta,qualche film a episodi e due ottimi prodotti.
Il primo è La luna,di Bernardo Bertolucci,la storia drammatica,per certi versi tragica di una cantante lirica che prova in ogni modo a salvare suo
figlio dalla droga,incluso l’incesto.Una bravissima Jill Clayburgh è la protagonista di questo film delicato e complesso.
Il secondo è L’ingorgo – Una storia impossibile di Luigi Comencini,che,come recitato dal titolo,parla di una storia ai limiti del fantascientifico,un gigantesco ingorgo su una strada che per due giorni vedrà paralizzata nel traffico varia umanità,che mostrerà il peggio di se stessa,tra uno stupro e un onorevole che tenta disperatamente di uscire dall’ingorgo all’uomo investito, che nell’ambulanza pensa più al risarcimento che alla propria vita.Un film cattivo,in stile Comencini caratterizzato da un cast di assoluto valore che include Ugo Tognazzi,Alberto Sordi,Marcello Mastroianni,Stefania Sandrelli,Miou-Miou,Fernando Rey,Annie Girardot,Patrick Dewaere,Angela Molina,Gerard Depardieu
Ma ovviamente è dagli Usa che arrivano le cose più importanti.
Come Fuga da Alcatraz,regia di Don Siegel con Clint Eastwood, Patrick McGoohan, Robert Blossom, Fred Ward, Paul Benjamin,ricostruzione dell’unica fuga avvenuta con successo dal penitenziario dell’isola di Alcatraz;Morris (interpretato da Clint Eastwood)
con altri due detenuti scappò da quella che sembrava la fortezza più sicura del pianeta.I tre scomparvero e nessuno seppe mai che fine avessero fatto.
Un film teso,duro,che mostra le condizioni di vita dei prigionieri di Alcatraz,la violenza e la sopraffazione dei custodi del carcere.
Clamoroso flop invece per 1941 allarme ad Hollywood di Steven Spielberg,abituato a ben altri esiti al botteghino;costato 35 milioni di dollari incassò negli Usa meno di un decimo della cifra spesa ma ebbe una buona risposta fuori dai confini nazionali.
E con buoni motivi.Lungi dall’essere un brutto film,1941 allarme a Hollywood racconta con uno stile sarcastico e ironico la gran paura americana di un attacco giapponese.

7 Kramer contro Kramer

Kramer contro Kramer

8 La luna

La luna di Bernardo Bertolucci

9 L'ingorgo

L’ingorgo,una storia impossibile di Luigi Comencini

Un sottomarino nipponico arriva in California per lanciare dei siluri e si scatena un helzapoppin di situazioni groettesche e surreali.
Gran cast e grande uso di effetti speciali;tra gli interpreti Dan Aykroyd,Ned Beatty,Christopher Lee,Toshiro Mifune,John Belushi,Nancy Allen.
Sylvester Stallone ci riprova e presenta Rocky 2;la storia di Rocky Balboa,pugile indomito e dal cuore tenero si arricchisce di una nuova vicenda nella quale lo vediamo alle prese con la vita di tutti i giorni,un lavoro umile ma con alle spalle la moglie Adriana che vuol vederlo realizzato.Alla fine dopo duri allenamenti Rocky vincerà il titolo mondiale.Tutti contenti e pronti per il terzo capitolo del “in America tutto è possibile
Nel cast Sylvester Stallone,Talia Shire,Burt Young,Carl Weathers,Burgess Meredith.
Horror in piena regola e due film diversi fra loro ma dal grande successo:
Brood la covata malefica,regia di David Cronenberg con Oliver Reed, Samantha Eggar, Henry Beckman, Art Hindle, Cindy Hinds;nella clinica del professo Raglan si muore con facilità e tra atroci tormenti.Chi o cosa è il responsabile di tanta ferocia?
Zombie di George A. Romero con Tom Savini,David Emge,Ken Foree,Scott Reiniger,Gaylen Ross.I morti sembrano rinascere e diventare mostri affamati di carne umana.Ma non sono invulnerabili,perchè se colpiti al cervello muoiono definitivamente.
Una sottile ironia che contrasta con la visione apocalittica di Cronenberg,effetti speciale e sangue a profusione sono le caratteristiche del film di Romero,che si riallaccia in qualche modo al suo celebre antenato,L’alba dei morti viventi.
Tornando per un attimo in Italia,troviamo l’uscita sugli schermi di Il malato immaginario,gradevole riduzione per lo schermo della commedia di Moliere;Alberto Sordi è Argante,ipocondriaco e pauroso malato immaginario preda di medici e di pazienti interessati.Che resteranno con un palmo di naso quando le uniche due persone che voglio bene ad Argante gli apriranno gli occhi e di conseguenza erediteranno le sue fortune.
Nel film Christian De Sica,Vittorio Caprioli,Stefano Satta Flores, Bernard Blier, Laura Antonelli, Giuliana De Sio.
Ovviamente c’è spazio per la commedia sexy,che ormai ha il fiato cortissimo e che attira sempre meno spettatori.
Escono due film dello specializzato Mariano Laurenti:

10 1941 allarme a Hollywood

1941 allarme a Hollywood

– L’infermiera di notte,con Gloria Guida,Leo Colonna,Alvaro Vitali,Mario Carotenuto,Paola Senatore,scollacciata storiella giocata sui timori di un giovane che suo padre abbia problemi con le donne.Quando arriverà in casa uno zio ammalato,in realtà alla ricerca di un gioiello,

il giovane si troverà casualmente a possedere il gioiello e la procace infermiera assunta per curare lo zio.
– La liceale seduce i professori,con Gloria Guida, Lino Banfi, Ninetto Davoli, Fabrizio Moroni, Alvaro Vitali,insulsa replica dei tanti,troppi film del filone sexy studentesco.
Angela non ha voglia di studiare e il sistema più veloce per essere promossa è quello di concupire il maturo professore.Riuscirà la nostra bella e spogliatissima protagonista nel suo intento?
Ancora un horror,di Stuart Rosenberg interpretato da Rod Steiger,James Brolin,Margot Kidder,John Larch;si tratta di Amityville horror,claustrofobica storia tratta da una storia realmente accaduta.
Un giovane stermina la sua famiglia in una casa isolata.
Anni dopo una famiglia occupa la stessa casa,incurante delle voci che parlano della presenza di spiriti malvagi.
Mal gliene incoglierà.
Continuando il viaggio nel 1979 troviamo un’opera singolare e di sicuro valore,diretta da Ugo Tognazzi per una volta dall’altro lato della macchina da presa.
Si tratta di I viaggiatori della sera,malinconica descrizione di un futuro in cui le persone,oltre una certa età,vengono inviate in quello che sembra un paradiso vacanze.
In realtà,come scoprirà amaramente Orso,il protagonista,si tratta dell’anticamera della morte.
Ben diretto e ottimamente recitato,I viaggiatori della sera sarà oggetto di una riscoperta e valorizzazione ai giorni nostri.
Nel cast oltre a Tognazzi figurano Ornella Vanoni e Corinne Clery.

16 L'infermiera di notte

L’infermiera di notte

17 La liceale seduce i professori

La liceale seduce i professori

Molti investimenti,un cast di sicuro rilievo,effetti speciali a profusione in The black hole-Il buco nero prodotto Disney non rivolto al tradizionale pubblico di giovanissimi da parte della grande casa di produzione e distribuzione americana.
Un’astronave alla ricerca di vita extraterrestre riceve una segnalazione da un’altra astronave scomparsa un ventennio prima.
Al suo interno c’è un solo sopravvissuto che ha costruito un silenzioso esercito di robot e che si appresta a entrare in un buco nero per scoprire la verità sul misterioso fenomeno.
Buon prodotto,diretto da Gary Nelson con la partecipazione di Maximilian Schell, Yvette Mimieux, Robert Forster, Anthony Perkins, Joseph Bottoms e Ernest Borgnine,The black hole sarà anch’esso molto rivalutato negli anni successivi.
Un guasto ad una centrale nucleare e i rischi che potrebbero derivare dall’uso indiscriminato dell’energia prodotta dalla fusione nucleare sono i temi affrontati in Sindrome cinese, diretto da James Bridges con Jane Fonda,Jack Lemmon, Michael Douglas, James Hampton.
Nel film una giornalista assistono ad un guasto in una centrale ma le autorità tentano di insabbiare tutto.Buon lavoro con una tensione notevole e uno spirito di denuncia che sarebbe diventato tristemente profetico con l’incidente di Chernobyl.
Roman Polanski presenta Tess,dramma sulla vita di una ragazza che viene sedotta e abbandonata e che in seguito sposa un pastore che però scopre il suo passato.

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La ragazza si vendica uccidendo il suo seduttore,si ricongiunge con il marito ma viene catturata e condannata alla pena capitale.
Bei costumi,bell’ambientazione e una Nastassja Kinski assolutamente irresistibile;nel film anche Colin Firth e Arielle Dombasle.
Tre film italiani,due commedie sexy e una commedia degli equivoci:
L’infermiera nella corsia dei militari,del prolifico Mariano Laurenti conon Lino Banfi,Nadia Cassini,Paolo Giusti,Enzo Andronico.
Accanto a Banfi non c’è la Fenech ma l’insipida e svampita Nadia Cassini,inadatta alla recitazione in tutti i sensi ma con un corpo da peccatrice.E’con queste doti che una procace infermiera che è alla ricerca di preziosi quadri finisce in un’ospedale psichiatrico dove trova quadri e amore.Inguardabile e pieno di nudi.
La supplente va in città, di Vittorio De Sisti con Francesco Mulè,Vincenzo Crocitti,Carmen Villani,Mario Frittella;una domestica nel tentativo di ritrovare il suo seduttore incappa in una famiglia dalle pruriginose voglie.
La Villani è carina ma sta alla recitazione come un ranocchio ad un cigno.
La patata bollente,di Steno con Renato Pozzetto,Edwige Fenech,Massimo Ranieri,Mario Scarpetta,Adriana Russo.
Commedia garbata e ben diretta sul tema dell’omosessualità,con un Pozzetto finalmente in un ruolo decente e con la Fenech che si spoglia meno del solito.
Film importantissimo,diretto da Bob Fosse e vincitore di quattro Oscar l’anno successivo è All that jazz-Lo spettacolo continua.
Bellissimo e appassionante e al tempo stesso nostalgico e romantico, dissacrante ma anche affettuoso All that jazz è un compendio di cose buone ed altre meno buone, ma tutte espresse con un’abilità ed una partecipazione assolutamente straordinarie.

18 Amityville horror

Amityville horror

19 I viaggiatori della sera

Ornella Vanoni in I viaggiatori della sera

Alle splendide scene di ballo si alternano i dialoghi con l’angelo della morte,le sue visioni del passato si mescolano al presente,

i personaggi che più hanno contato nella sua vita non sono fantasmi ma parte di un presente che Fosse/Gideon sente sfuggire inesorabilmente.
Altro film che raccoglierà parecchio alla serata degli Oscar del 1980 è Norma Rae,grazie anche alla splendida interpretazione di Sally Field,che vincerà l’Oscar come miglior attrice protagonista.
Vita e lotte di una ragazza emancipata,una lavoratrice di una filanda che si batterà coraggiosamente per i diritti di tutti.Dirige Martin Ritt.
Sicuramente discreto è Giallo napoletano,di Corbucci,un divertissement con uno stuolo di attori bravi e in parte a partire da
Peppino De Filippo nell’ultima interpretazione della sua straordinaria carriera,proseguendo con Renato Pozzetto,Michel Piccoli,Marcello Mastroianni,Ornella Muti,Capucine,Zeudi Araya.
Un musicista che vivacchia suonando il mandolino e affetto da una polio che lo fa zoppicare risolverà un intricato caso e befferà tutti ricavandone un’ingente eredità.
Il tradizionale film dedicato all’Agente segreto 007 è diretto da Lewis Gilbert;si intitola Moonraker Operazione spazio e vede l’attore inglese Roger Moore nei panni del Comandante James Bond.
Bond girl sono Corinne Clery e Lois Chiles.
Molto bello Il tamburo di latta di Volker Schlöndorff con Mario Adorf, Angela Winkler, David Bennent, Charles Aznavour, Andréa Ferréol,storia di un bambino che non crescerà mai,se non in età.
Una storia drammatica e commovente.

20 The black hole

The black hole-Il buco nero

Altri film dell’anno sono:
Il corpo della ragassa di Pasquale Festa Campanile con Enrico Maria Salerno, Lilli Carati, Renzo Montagnani, Elsa Vazzoler,rivisitazione e ispirazione nel Pigmalione di Shaw.Una ragazza viene svezzata ed educata da un maturo uomo,che la introdurrà negli ambienti che contano.
Mani di velluto,regia di Pipolo e Franco Castellano coon Olga Karlatos, Eleonora Giorgi, Adriano Celentano,commedia che vede un imprenditore che per amore finge di essere un ladro perchè invaghito di una seducente borseggiatrice;
Aragosta a colazione,di Giorgio Capitani con Claude Brasseur, Janet Agren, Enrico Montesano, Claudine Auger,scanzonata commedia su un imbranato venditore che chiede aiuto ad un amico e va incontro ad una serie di peregrinazioni ma che alla fine ha un colpo di fortuna;
Airport 80,di David Lowell Rich con Eddie Albert, Alain Delon, Robert Wagner, George Kennedy, Sylvia Kristel,sequel di Airport ma privo di mordente;
Meteor,di Ronald Neame,con Henry Fonda, Sean Connery, Martin Landau, Natalie Wood.Una meteora sta per investire la terra e allora i tradizionali nemici,Usa e Urss uniscono le forze per combattere la minaccia.Love story fra scienziati dei due blocchi.
Io sto con gli ippopotami,di Italo Zingarelli con Bud Spencer, Terence Hill;fiera di scazzottate e sano divertimento con la ditta Hill-Spencer
Buio omega, di Joe D’Amato,con Franca Stoppi, Cinzia Monreale, Kieran Canter.Horror vero e proprio per Massaccesi,che racconta una storia di necrofilia con abilità e gusto per il macabro.
Da segnalare ancora “10” Blake Edwards con Dudley Moore, Bo Derek, Julie Andrews, Robert Webber, Brian Dennehy,film che lancia la bellezza (non certo il talento) di Bo Derek,Il mistero della signora scomparsa di Anthony Page conon Elliott Gould, Angela Lansbury, Cybill Shepherd, Herbert Lom,Chiaro di donna di Costa Gavras,con Romy Schneider, Lila Kedrova, Yves Montand, Romolo Valli.
Il 9 aprile 1979 a Los Angeles, al Dorothy Chandler Pavilion si assegnano gli oscar cinematografici;miglior film e miglior regia per Il Cacciatore di Michael Cimino,mentre miglior attore protagonista è Jon Voight per Tornando a casa e per lo stesso film Jane Fonda vince l’oscar come miglior attrice protagonista.Miglior film straniero è Preparate i fazzoletti (Préparez vos mouchoirs), regia di Bertrand Blier

21 Tess

Tess

23 L'infermiera nella corsia dei militari

L’infermiera nella corsia dei militari

A Cannes vengono consegnate le Palme d’oro;salomonicamente la Palma d’oro al miglior film viene divisa tra Apocalypse Now, regia di Francis Ford Coppola (USA) e Il tamburo di latta (Die blechtrommel), regia di Volker Schlöndorff
Il Grand Prix Speciale della Giuria va a Siberiade (Sibiriada), regia di Andrei Konchalovsky
La 24ª edizione dei David di Donatello si svolge il 20 ottobre 1979 al Teatro dell’Opera di Roma.
Sono in tre a dividersi il David come miglior film:Cristo si è fermato a Eboli, regia di Francesco Rosi,Dimenticare Venezia, regia di Franco Brusati e L’albero degli zoccoli, regia di Ermanno Olmi.Miglior regia quella di Rosi,miglior attrice
Monica Vitti per Amori miei e miglior attore Vittorio Gassman per Caro papà.Miglior regista straniero è Milos Forman per Hair.
L’Orso d’oro va al film tedesco David di Peter Lilienthal

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Chiude il sipario un anno di buon cinema,non il migliore del decennio ma dignitoso.
Chiude sopratutto un decennio straordinario,in cui il cinema ha raggiunto vette eccelse come produzione e come qualità,anche se,dopo i primi tre-quattro anni,la crisi degli spettatori diverrà sempre più evidente.
Stanno per affacciarsi gli anni ottanta,con tutto il loro carico di spensieratezza e divertimento,dopo il triste decennio degli anni di piombo.
Personalmente trovo che la chiave di volta del decennio successivo sia stata la primavera del 1982 e la vittoria dei Mondiali di Spagna,che riempì d’orgoglio le piazze italiane e che coincise con un buon momento dell’economia in generale.
Il cinema vivrà una nuova stagione,sicuramente non all’altezza di quella degli anni sessanta e degli anni settanta.

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Airport 80

Airport 80

Aragosta a colazione

Aragosta a colazione

Buio Omega

Buio Omega

Chiaro di donna

Chiaro di donna

Il corpo della ragassa

Il corpo della ragassa

Il mistero della signora scomparsa

Il mistero della signora scomparsa

Io sto con gli ippopotami

Io sto con gli ippopotami

Mani di velluto

Mani di velluto

Meteor

Meteor

Ten 10

10 (Ten)

11 Fuga da Alcatraz

Fuga da Alcatraz

12 Rocky 2

Rocky 2

13 Brood

Brood la covata malefica

14 Zombie

Zombie

15 Il malato immagnario

Il malato immaginario

22 Sindrome cinese

Sindrome cinese

24 La supplente va in città

La supplente va in città

25 La patata bollente

La patata bollente

26 Norma rae

Norma Rae

27 Giallo napoletano

Giallo napoletano

28 007 Moonraker

Moonraker operazione spazio

29 Il tamburo di latta

Il tamburo di latta

Banner Oscar 1979

Miglior film  Il Cacciatore di Michael Cimino

Miglior regia Michael Cimino per Il Cacciatore

Miglior attore protagonista  Jon Voight per Tornando a casa

Miglior attrice protagonista Jane Fonda per Tornando a casa

Banner Palma 1979

Apocalypse Now, regia di Francis Ford Coppola (USA) e Il tamburo di latta (Die blechtrommel), regia di Volker Schlöndorff

Banner David 1979

Miglior film (ex aequo)

Cristo si è fermato a Eboli, regia di Francesco Rosi,Dimenticare Venezia, regia di Franco Brusati e L’albero degli zoccoli, regia di Ermanno Olmi

Banner Orso 1979

David di Peter Lilienthal

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Accadde nel 1979 Scia di Persia

Reza Pahlevi lascia il trono del pavone

Accadde nel 1979 Khomeini

L’ayatollah Ruhollah Khomeini

Accadde nel 1979 Morucci e Faranda

Valerio Morucci e Adriana Faranda,leader BR in attesa di un processo

Accadde nel 1979 Nilde Jotti

Nilde Jotti è la prima donna Presidente della camera dei deputati

Accadde nel 1979 Thatcher

Margaret Thatcher è la prima donna Primo ministro in Inghilterra

Accadde nel 1979 Pol Pot

Viene deposto il sanguinario dittatore cambogiano Pol Pot

Accadde nel 1979 Rapimento di De Andrè

Vengono rapiti Fabrizio De Andrè e Dori Ghezzi


Gli Oscar del 1978

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Banner Oscar 1

 

Los Angeles,Dorothy Chandler Pavilion,3 aprile 1978.
Il grande comico americano Bob Hope conduce l’edizione numero 50 degli Academy Awards,gli Oscar cinematografici del cinema relativi a
film per la massima parte usciti nelle sale nel 1977.
Ci sono vincitori annunciati e per una volta quasi tutte le previsioni si avverano;record di nomination per Guerre stellari,il film di Lucas
che l’anno precedente ha sbaragliato tutti al Box office.Accolto con una certa sufficienza dalla critica,almeno inizialmente,Guerre stellari finirà
per incassare quasi 800 milioni di dollari a fronte di 10 milioni investiti per la sua realizzazione.
Sono ben 11 le nomination per Guerre stellari,alla fine vincerà sette Oscar e perderà quelli più ambiti,per il miglior film e per la miglior regia.
Che vanno entrambi a Woody Allen per il suo Io e Annie (sottotitolo italiano Io e le donne)
Va detto che a parte la concorrenza di Guerre stellari,il film di Allen si ritrova davanti solo tre film di buon livello ma non certo memorabili come
Goodbye amore mio! (The Goodbye Girl), regia di Herbert Ross,Giulia, regia di Fred Zinnemann e Due vite, una svolta (The Turning Point), ancora per la regia di Herbert Ross che in questo modo,nonostante la doppia nomination,verrà battuto da Io e Annie.
Per la miglior regia Woody Allen batte Spielberg con il suo fantascientifico (e bellissimo) Incontri ravvicinati del terzo tipo (Close Encounters of the Third Kind)

Los Angeles,Dorothy Chandler Pavilion

Sicuramente molto più equilibrata la lotta per il miglior attore protagonista;la spunta a sorpresa Richard Dreyfuss interprete di Goodbye amore mio! che si impone su Woody Allen,Richard Burton (al quale ancora una volta sfugge l’Oscar) e il nostro Marcello Mastroianni,grande interprete del film di Scola Una giornata particolare.
Nessuna sorpresa invece per l’Oscar alla miglior attrice protagonista;Diane Keaton vince agevolmente battendo Anne Bancroft e Shirley Mac Laine
entrambe interpreti di Due vite, una svolta,Jane Fonfda per Giulia e Marsha Mason per Goodbye amore mio.
Miglior film straniero,con grande sorpresa è La vita davanti a sé (La vie devant soi) del regista francese Moshé Mizrahi che sconfigge il bellissimo
Quell’oscuro oggetto del desiderio di Luis Buñuel e Una giornata particolare, regia di Ettore Scola.
Charlton Heston ottiene il prestigioso Premio umanitario Jean Hersholt
Alla fine è clamorosa la debacle di Due vite una svolta di Herbert Ross che a fronte di ben 11 nomination resta completamente a bocca asciutta,un record
negativo che condividerà con Il colore viola di Steve Spielberg.
Parziale delusione per Giulia di Zinneman,che però vince i due Oscar per il miglior attore e la miglior attrice non protagonista.

Miglior film

1 Io e Annie

Io e Annie (Annie Hall), regia di Woody Allen

1 Goodbye amore mio
Goodbye amore mio! (The Goodbye Girl), regia di Herbert Ross

1 Giulia
Giulia (Julia), regia di Fred Zinnemann

1 Guerre stellari
Guerre stellari (Star Wars), regia di George Lucas

1 Due vite una svolta
Due vite, una svolta (The Turning Point), regia di Herbert Ross

Miglior regia

2 Io e Annie W.Allen

Woody Allen – Io e Annie

2 Giulia F.Zinnermann
Fred Zinnemann – Giulia

2 Incontri ravvicinati del terzo tipo Spielberg
Steven Spielberg – Incontri ravvicinati del terzo tipo (Close Encounters of the Third Kind)

2 Guerre stellari
George Lucas – Guerre stellari

2 Due vite una svolta
Herbert Ross – Due vite, una svolta

Miglior attore protagonista

3 Richard Dreyfuss Goodbye amore mio

Richard Dreyfuss – Goodbye amore mio!

3 Woody Allen Io e Annie
Woody Allen – Io e Annie

3 Richard Burton Equus
Richard Burton – Equus

3 Marcello Mastroianni Una giornata particolare
Marcello Mastroianni – Una giornata particolare

3 John Travolta La febbre del sabato sera
John Travolta – La febbre del sabato sera (Saturday Night Fever)

Migliore attrice protagonista

4 Diane Keaton Io e Annie

Diane Keaton – Io e Annie

4 Anne Bancroft - Due vite, una svolta
Anne Bancroft – Due vite, una svolta

4 Marsha Mason - Goodbye amore mio
Marsha Mason – Goodbye amore mio!

4 Jane Fonda - Giulia
Jane Fonda – Giulia

4 Shirley MacLaine - Due vite, una svolta
Shirley MacLaine – Due vite, una svolta

Miglior attore non protagonista

5 Jason Robards - Giulia

Jason Robards – Giulia

5 Mikhail Baryshnikov - Due vite, una svolta
Mikhail Baryshnikov – Due vite, una svolta

5 Peter Firth - Equus
Peter Firth – Equus

5 Alec Guinness - Guerre stellari
Alec Guinness – Guerre stellari

5 Maximilian Schell - Giulia
Maximilian Schell – Giulia

Migliore attrice non protagonista

6 Vanessa Redgrave - Giulia

Vanessa Redgrave – Giulia

6 Leslie Browne - Due vite, una svolta
Leslie Browne – Due vite, una svolta

6 Quinn Cummings - Goodbye amore mio
Quinn Cummings – Goodbye amore mio!

6 Melinda Dillon - Incontri ravvicinati del terzo tipo
Melinda Dillon – Incontri ravvicinati del terzo tipo

6 Tuesday Weld Looking for Mr. Goodbar)
Tuesday Weld – In cerca di Mr. Goodbar (Looking for Mr. Goodbar)

Miglior sceneggiatura originale

Woody Allen e Marshall Brickman – Io e Annie
Neil Simon – Goodbye amore mio!
Robert Benton – L’occhio privato (The Late Show)
George Lucas – Guerre stellari
Arthur Laurents – Due vite, una svolta

Miglior sceneggiatura non originale

Alvin Sargent – Giulia
Peter Shaffer – Equus
Gavin Lambert e Lewis John Carlino – I Never Promised You a Rose Garden
Larry Gelbart – Bentornato Dio! (Oh, God!)
Luis Buñuel e Jean-Claude Carrière – Quell’oscuro oggetto del desiderio

Miglior film straniero

La vie devant soi), regia di Moshé Mizrahi

La vita davanti a sé (La vie devant soi), regia di Moshé Mizrahi (Francia)
Ifigenia (Iphigenia), regia di Michael Cacoyannis (Grecia)
La notte dei falchi – Operazione Thunderbolt (Mivtsa Yonatan), regia di Menahem Golan (Israele)
Una giornata particolare, regia di Ettore Scola (Italia)
Quell’oscuro oggetto del desiderio (Ese oscuro objeto del deseo), regia di Luis Buñuel (Spagna)

Miglior fotografia

Vilmos Zsigmond – Incontri ravvicinati del terzo tipo
Fred J. Koenekamp – Isole nella corrente (Islands in the Stream)
Douglas Slocombe – Giulia
William A. Fraker – In cerca di Mr. Goodbar
Robert Surtees – Due vite, una svolta

Miglior montaggio

Guerre stellari Oscar montaggio

Paul Hirsch, Marcia Lucas e Richard Chew – Guerre stellari
Michael Kahn – Incontri ravvicinati del terzo tipo
Walter Murch – Giulia
William Reynolds – Due vite, una svolta
Walter Hannemann e Angelo Ross – Il bandito e la “Madama” (Smokey and the Bandit)

Miglior scenografia

John Barry, Norman Reynolds, Leslie Dilley e Roger Christian – Guerre stellari
Albert Brenner e Marvin March – Due vite, una svolta
George C. Webb e Mickey S. Michaels – Airport ’77
Joe Alves, Dan Lomino e Phil Abramson – Incontri ravvicinati del terzo tipo
Ken Adam, Peter Lamont e Hugh Scaife – 007 – La spia che mi amava (The Spy Who Loved Me)

Migliori costumi

John Mollo – Guerre stellari
Edith Head e Burton Miller – Airport ’77
Anthea Sylbert – Giulia (Julia)
Florence Klotz – Gigi (A Little Night Music)
Irene Sharaff – L’altra faccia di mezzanotte (The Other Side of Midnight)

Migliori effetti speciali

John Stears, John Dykstra, Richard Edlund, Grant McCune e Robert Blalack – Guerre stellari (Star Wars)
R.Arbogast,M.Yuricich,G. Jein,R. Yuricich e Douglas Trumbull – Incontri ravvicinati del terzo tipo

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Migliore colonna sonora

Originale

John Williams – Guerre stellari
John Williams – Incontri ravvicinati del terzo tipo
Maurice Jarre – Il messaggio
Marvin Hamlisch – 007 – La spia che mi amava
Georges Delerue – Giulia

Adattamento con canzoni originali

Jonathan Tunick – Gigi
Al Kasha, Joel Hirschhorn e Irwin Kostal – Elliott, il drago invisibile
Richard M. Sherman, Robert B. Sherman e Angela Morley – La scarpetta e la rosa

Miglior canzone

You Light Up My Life, musica e testo di Joseph Brooks – Tu accendi la mia vita
Candle on the Water, musica e testo di Al Kasha e Joel Hirschhorn – Elliott, il drago invisibile
Nobody Does It Better, musica di M.Hamlisch, testo di C.B.Sager – 007 – La spia che mi amava
The Slipper and the Rose Waltz, musica e testo di R. M. Sherman e R.B.Sherman – La scarpetta e la rosa
Someone’s Waiting for You, musica di S. Fain, testo di C.Connors e A. Robbins – Le avventure di Bianca e Bernie

Miglior sonoro

Don MacDougall, Ray West, Bob Minkler e Derek Ball – Guerre stellari
Robert Knudson, Robert J. Glass, Don MacDougall e G.S.Cantamessa – Incontri ravvicinati del terzo tipo
Walter Goss, Dick Alexander, Tom Beckert e Robin Gregory – Abissi (The Deep)
Robert Knudson, Robert J. Glass, Richard Tyler e Jean-Louis Ducarme – Il salario della paura
Theodore Soderberg, Paul Wells, Douglas O. Williams e Jerry Jost – Due vite, una svolta

Miglior documentario

Who Are the DeBolts? And Where Did They Get Nineteen Kids?, regia di John Korty
I ragazzi dell’opera (The Children of Theatre Street), regia di Robert Dornhelm e Earle Mack
High Grass Circus, regia di Tony Ianzelo e Torben Schioler
Homage To Chagall – The Colours of Love, regia di Harry Rasky
Union Maids, regia di Jim Klein e Miles Mogulescu

Miglior cortometraggio

I’ll Find a Way, regia di Beverly Shaffer
The Absent-Minded Waiter, regia di Carl Gottlieb
Floating Free, regia di Jerry Butts
Notes on the Popular Arts), regia di Elaine Bass e Saul Bass
Spaceborne, regia di Philip Dauber

Miglior cortometraggio documentario

Gravity Is My Enemy, regia di John C. Joseph
Agueda Martinez: Our People, Our Country, regia di Moctesuma Esparza
First Edition, regia di Helen Whitney
Of Time, Tombs and Treasure, regia di James R. Messenger e Paul N. Raimondi
The Shetland Experience, regia di Douglas Gordon

Miglior cortometraggio d’animazione

The Sand Castle (Le château de sable), regia di Co Hoedeman
The Bead Game, regia di Ishu Patel
The Doonesbury Special , regia di Faith Hubley, John Hubley e Garry Trudeau
Jimmy the C, regia di James Picker

Premio Special Achievement

Ben Burtt – Guerre stellari (Star Wars) – per la creazione di alieni, creature e le voci dei robot
Frank E. Warner – Incontri ravvicinati del terzo tipo – montaggio degli effetti sonori

Premio alla carriera
A Margaret Booth

Premio umanitario Jean Hersholt
A Charlton Heston

Premio alla memoria Irving G. Thalber
A Walter Mirisch

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Richard Dreyfuss 2

Richard Dreyfuss 1

Richard Dreyfuss miglior attore protagonista

Vanessa Redgrave

Vanessa Redgrave migliore attrice non protagonista

Jason Robards

Jason Robard,migliore attore non protagonista

Diane Keaton 3

Diane Keaton e Richard Dreyfuss

Diane Keaton 2

Diane Keaton 1

Diane Keaton miglior attrice protagonista

Guerre stellari Oscar 2

Guerre stellari Oscar

L’Oscar per Guerre Stellari

Le nomination miglior film

Le nomination per il miglior film

Mastroianni e Fawcett presentatori

Farraw Fawcett e Marcello Mastroianni

Barbara Stanwick e Bob Hope presentatori

Barbara Stanwick e Bob Hope

Cicely Tyson e King Vidor presentatori

Cicely Tyson e King Vidor

 


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Anita Pallenberg Photogallery

Il giorno dello Sciacallo

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Il giorno dello sciacallo locandina 6

Nome in codice Sciacallo.
Un killer inafferrabile,costosissimo ma anche mortalmente efficiente.
Nessuno lo conosce e sopratutto è un killer solitario,uno che agisce da solo,sempre.
E’ a lui che si rivolge l’OAS, guidata da Marc Rodin;l’Organisation de l’armée secrète è un gruppo che si oppone all’indipendenza dell’Algeria,
che da poco è stata concessa al paese africano dal Generale Charles De Gaulle.
Ora l’Oas vuole che a pagare con la vita sia il Presidente della Repubblica francese reo,secondo i terroristi,di tradimento.
L’Organizzazione contatta quindi lo Sciacallo,il quale durante l’incontro segreto che avviene in Austria chiede l’esorbitante cifra di 500.000 dollari
per portare a termine l’attentato,rifiutando anche l’aiuto dell’Organizzazione che ritiene infiltrata dai servizi segreti francesi.
Il problema dell’Oas è recuperare l’ingente cifra richiesta dallo Sciacallo;il tutto viene risolto con una serie di rapine che però mettono sul chi va là
i servizi segreti,che intuiscono la matrice para militare dalla perfezione delle rapine stesse.
Gli stessi rapiscono Wolenski,ex maresciallo della Legione straniera che fiancheggia i capi in esilio dell’Oas,fornendo loro protezione e aiuto.
Con al tortura gli estorcono il nome n codice Chacal e allertano il Ministero degli interni.
Che non resta a guardare e rapidamente creano una unità di crisi e affidano le indagini all’abile commissario Claude Lebel,che contatta immediatamente altri servizi di polizia in tutta Europa.

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Il giorno dello sciacallo 6
Nel frattempo lo Sciacallo non è rimasto inoperoso e ha iniziato a pianificare l’attentato,procurandosi documenti falsi,un auto e un fucile di precisione
che sarà l’arma che dovrà uccidere De Gaulle.
Inizia una caccia all’uomo gigantesca:lo Sciacallo,informato da un infiltrato dell’Oas ora sa che la polizia è sulle sue tracce,uccide una donna e prende l’identità
del danese a cui ha rubato il passaporto,sempre inseguito implacabilmente dagli uomini di Lebel,che però sono sempre un passo indietro.
Dopo numerosi colpi di scena si arriva al redde rationem;ora lo Sciacallo è sul luogo dell’attentato,è riuscito ad evadere tutti i controlli.
La polizia lo ha identificato ma arriva poco dopo che il killer ha sparato a De Gaulle.
Solo il caso salva il generale:al momento dello sparo si china e il colpo va a vuto.
Lo Sciacallo non ha il tempo per un altro colpo perchè la polizia lo uccide.
Verrà sepolto senza un nome in un cimitero.
Dall’omonimo romanzo di Frederick Forsyth uscito nel 1971,Il giorno dello Sciacallo è uno dei più letti ed apprezzati libri a sfondo Spy story,il regista regista austriaco naturalizzato statunitense Fred Zinnemann ricava un film teso ed avvincente quanto il romanzo.
Ad appena due anni dalla sua uscita il libro di Forsyth è ormai un caso letterario e la casa di produzione di John Woolf acquista i diritti dello stesso libro creando nel 1973 un film che otterrà in tutto il mondo un lusinghiero successo.
La trama è avvincente e Zinnemann non fa rimpiangere l’atmosfera tesa del libro con un film che non tradisce mai lo spirito originario del romanzo.
La caccia all’uomo è vibrante e piena di colpi di scena;chi ha letto il romanzo non può non notare la fedeltà assoluta di Zinneman alla trama del romanzo stesso, del quale ha cambiato solo qualche dettaglio trascurabile.

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Ritmo,tensione,cura dei dettagli.
Caratteristiche di Zinneman,5 Oscar e sopratutto grandi film all’attivo come Mezzogiorno di fuoco (1952),Da qui all’eternità (1953),Un uomo per tutte le stagioni (1966) e Giulia (1977)
Da un regista del genere quindi ci si attende un film rigoroso e affascinante;e il film mantiene sia le premesse che le promesse.
Ottimo il cast,privo di grandissimi nomi ma con attori eccellenti come Edward Fox,Lo Sciacallo e Michael Lonsdale,Claude Lebel.
Bella la fotografia,belle le incursioni nei caruggi genovesi o a Roma.
Un film molto bello,più volte trasmesso in tv ma che curiosamente è di difficile reperibilità in rete.
Sette candidature e una vittoria ai BAFTA Awards 1974 grazie al miglior montaggio (Ralph Kemplen );una candidatura agli Oscar 1974 per il miglior montaggio sempre a Ralph Kemplen

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tre candidature ai Golden Globe 1974 come miglior film drammatico, migliore sceneggiatura cinematografica (Kenneth Ross), miglior regista cinematografico (Fred Zinnemann)sono il palmares del film.
Segnalo la scheda location del sito http://www.davinotti.com che mostra le foto delle sequenze girate in Italia all’indirizzo http://www.davinotti.com/index.php?forum=50001298

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Il giorno dello sciacallo

Un film di Fred Zinnemann. Con Michel Auclair, Edward Fox, Terence Alexander, Delphine Seyrig
Titolo originale The Day of the Jackal. Giallo, durata 141 min. – USA 1973

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Il giorno dello sciacallo banner protagonisti

Edward Fox: Lo Sciacallo
Terence Alexander: Lloyd
Michel Auclair: Colonnello Rolland
Michael Lonsdale: Claude Lebel
Derek Jacobi: Caron
Timothy West: Berthier
Eric Porter: Colonnello Rodin
Maurice Denham: Generale Colbert
Donald Sinden: Mallinson
Philippe Léotard: Poliziotto
Alan Badel: Ministro degli Affari Interni
Tony Britton: Ispettore Thomas
Adrien Cayla-Legrand: Il Presidente Charles De Gaulle
Jean Martin: l’ex Maresciallo Victor Wolenski
Vernon Dobtcheff: Il poliziotto che interroga Wolenski
Olga Georges-Picot: Denise
Delphine Seyrig: Colette
Denis Carey: Casson
Ronald Pickup: Il falsario ricattatore
Cyril Cusack: Il Sig. Gozzi, l’armaiolo
Jean Sorel: capo commando OAS Jean Bastien-Thiry

Il giorno dello sciacallo banner doppiatori

Sandro Iovino: Lo Sciacallo
Riccardo Cucciolla: Claude Lebel
Dante Biagioni: Caron
Dario Penne: Ministro degli Affari Interni
Giorgio Piazza: Il Sig. Gozzi, l’armaiolo
Renato Izzo: capo commando OAS Jean Bastien-Thiry

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Regia Fred Zinnemann
Soggetto Frederick Forsyth (romanzo)
Sceneggiatura Kenneth Ross
Produttore John Woolf
Fotografia Jean Tournier
Montaggio Ralph Kemplen
Musiche Georges Delerue
Costumi Joan Bridge, Rosine Delamare, Elizabeth Haffenden
Trucco Pierre Berroyer

Il giorno dello sciacallo banner incipit romanzo

Il giorno dello sciacallo locandina libro 1

Fa freddo a Parigi, alle sei e quarante di mattina in una giornata di marzo, e il freddo sembra ancora più intenso
quando sta per essere giustiziato un uomo. L’11 marzo 1963, a quell’ora, nel cortile principale di Fort d’Ivry,
un colonnello dell’aviazione francese era in piedi davanti a un palo conficcato nella ghiaia gelida e mentre gli legavano le mani
fissava con incredulità sempre meno evidente il plotone di fronte a lui, a una ventina di metri.
Un piede strisciò sui sassi, imprecettibile sollievo alla tensione, nell’attimo in cui la benda veniva avvicinata
agli occhi del tenente colonello Jean-Marie Bastien-Thriy, a nascondergli definitivamente la luce.
Il mormorio del sacerdote fu il vano contrappunto al crepitare degli otturatori, quando i soldati caricarono e armarono i fucili.
Al di là del muro di cinta, un clacson insistente: un autocarro Berliet chiedeva strada a qualche veicolo più piccolo che lo intralciava nella sua corsa verso il centro della città. Il suono si spense lontano, confondendosi con il “Puntate!” dell’ufficiale al comando del plotone.
La scarica di fucileria, quando fu il momento, non provocò alcuna increspatura sulla superficie della città al risveglio; soltanto uno stormo
di piccioni si levò in volo verso il cielo, per pochi attimi. L’eco del singolo coup-de-grace, qualche secondo più tardi, si perse nella crescente confusione del traffico al di là del muro.
La morte dell’ufficiale, capo di una banda di assassini della Organisation de l’Armée Secrète che avevano tentato di uccidere il presidente francese, doveva significare una fine – la fine di nuovi attentati alla vita del presidente.
Per uno scherzo del destino segnava invece un inizio, e per spiegarne perché è necessario spiegare prima perché un corpo crivellato  di proiettili si trovasse, legato a un palo, nel cortile del carcere militare, a pochi chilometri da Parigi, in quella mattina di marzo…

Il giorno dello sciacallo locandina libro 2

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Il giorno dello sciacallo banner recensioni
L’opinione di galaverna dal sito http://www.filmtv.it

Film che, nella sua freddezza e relativa semplicità stilistica, regala un’ottima prova di cosa dovrebbe essere un thriller senza inutili orpelli,
sovrascritture ed effetti speciali che non sempre riescono a dare la marcia in più a film spesso mediocri. Qui invece si lavora unicamente sulla psicologia dei protagonisti,
non distinguendo in questo che si tratti di “guardie” o di “ladri” ma facendo emergere (ma non predominare) debolezze umane e presunte virtù. Al tempo stesso però si riesce ad avere un buon ritmo d’insieme
grazie anche ai continui spostamenti del protagonista e soprattutto ad un finale rocambolesco ed a tratti imprevedibile.
Ottima la prova di Fox, forse la sua migliore in assoluto, un film che ha fatto scuola e merita sicuramente la sua lunga visione.

L’opinione di Manticora dal sito http://www.filmscoop.it

Altro che The Jackal, l’originale è superiore sotto tutti i punti di vista. Zinneman costruisce un piccolo gioiello di tensione e suspance,
dando alla figura dello sciacallo un profondità notevole, certo potrebbe essere il solito killer a pagamento, ma la costruzione della sua
figura merita un plauso. Il personaggio è perfettamnete calibrato, elegante, inteligente, attento, spietato, capace di improvvisazione
e assolutamente letale. Lo seguiamo nella sua “missione” con la polizia che gli arranca dietro, più che le forze dell’ordine
sono gli imprevisti che porteranno ad un epilogo al cardiopalma: l’auto danneggiata in un incidente,
la scoperta della sua identità fittizia perchè il cadavere del suo prestanome viene trovato, infine il chinarsi in avanti del bersaglio
che evita di essere ucciso al primo colpo. Ottime musiche, le location francesi sono eccellenti, il tutto caratterizzato da una prova
attoriale per quanto riguarda tutti gli attori ottima. Un vecchio crime story che non perde di freschezza, infarcito anche di fatti reali,
come il fallito attentato al Generale che riesce a scamparla grazie alla resistenza della sua DS.

Opinioni tratte dal sito http://www.davinotti.com

Galbo

Questo non è solo un buon thriller (diretto da un ottimo regista) ma è anche uno dei migliori adattamenti cinematografici realizzati da un
libro (la spy story di Forsyth). Film ottimamente sceneggiato, con un buon ritmo e senza inutili trovate spettacolari,
il film ha il pregio di essere interpretato da attori non conosciutissimi e perciò credibili nei propri ruoli,
a partire dal tenace vice ispettore Lebel (Michel Londsdale), impegnato nella caccia al killer.
Pigro

La certosina preparazione dell’omicidio di De Gaulle contro la spasmodica ricerca dei sicario: un thriller emozionante,
scandito dal laborioso silenzio della lunga organizzazione del delitto, quasi una pantomima di morte
ben incarnata da un algido Fox (equilibrata dall’altrettanto freddo Lonsdale).
Un’asciuttezza stringente (anche se la durata del film è eccessiva), esaltata dal duello a distanza tra i protagonisti.
Di grande efficacia anche il bel carosello paesaggistico-ambientale nella triangolazione Inghilterra-Francia-Italia.
Cotola

Teso e vibrante fanta-thriller che nonostante la sua lunga ed insolita durata per un film di genere (circa due ore e mezzo) riesce a
mantenere altissima la tensione fino al finale.
Merito di una regia estremamente professionale e di una sceneggiatura essenziale ma molto efficace.
Godibile per tutti, da non perdere per chi ama questo tipo di pellicole.
Daniela

Buon fanta-thriller che dimostra come sia possibile girare un film avvincente nonostante la durata (forse eccessiva) senza ricorrere a
nomi illustri nel cast oppure a facili scappatoie spettacolari per vivacizzare una storia a rischio di “freddezza”.
Confronto a distanza fra Fox, killer elegante e quasi stilizzato, ed il bravo Lonsdale, poliziotto paziente e tenace che gli dà la caccia.
Mentre le scelte di regia imprimono alla vicenda un carattere quasi documentario, la tensione concede poche pause, fino al secco finale.
Caesars

Fred Zinnemann ci regala un film spionistico di notevole livello a cui una notevole durata non reca nessun danno.
La vicenda è raccontata senza nessun eccesso teso a spettacolarizzare gli eventi e si segue col fiato sospeso dall’inizio alla fine.
Oltre al regista il merito della riuscita del film è dovuto anche ad una sceneggiatura precisa e senza fronzoli e all’ottima
interpretazione degli attori. Nota di colore: alcune scene sono ambientate nei “caruggi” della mia amata Genova. Assolutamente da vedere.

Magnetti

“Il giorno dello sciacallo” è un thriller/poliziesco che avvince come pochi altri. Si rimane affascinati da una vicenda fantapolitica-terroristica
molto suggestiva in cui sceneggiatori e regista vanno sicuramente premiati. In alcuni momenti la tensione si fa quasi insostenibile,
nonostante si siano evitate inutili scene ad effetto. Molto interessante anche la prova del commissario di polizia.
Lo sciacallo Fox è l’unico anello debole (con quel suo aspetto un po’ dandy e effeminato). Farà meglio di lui Bruce Willis nel remake.
Saintgifts

Senza dubbio un grande esempio di cinema. Non solo perché riesce a far quadrare tutto (sceneggiatura, regia, interpretazioni affidandosi “solo” ai mezzi classici di ripresa,
quindi cinema allo stato puro) ma perché, in una apparente freddezza quasi documentaristica riesce a coinvolgere emotivamente lo spettatore, senza alcun momento vuoto e con
ricchezza di particolari che si potevano ritenere superflui ma utili invece a farci entrare nella psicologia dei personaggi. Per questo e per l’alternanza delle scene, la durata non si avverte.
Graf

Grande Zinnermann! Uno dei rari esempi nel quale un film di origine letteraria non è inferiore al romanzo da cui è tratto.
Il regista ha scelto la via della non spettacolarizzazione della vicenda–thrilling,
una scelta stilistica che sembrava suicida ma che invece si è rilevata vincente. Niente ridondanza del linguaggio,
anzi secchezza documentaristica, niente pedinamenti ma giochi di scacchi tra sicario e polizia, niente sparatorie assordanti
ma silenzi tesi ed ansiosi, niente scoppi di violenza ma inganni freddi e razionali. Un film a sangue freddo.

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Gli Oscar,curiosità e memorabilia

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35 centimetri di oro placcato per un valore venale di meno di 300 dollari.
Ma un valore enorme per un attore,per un regista o per una qualsiasi delle componenti che ruotano attorno al magico mondo del cinema.
Vincere un Oscar è il coronamento di una carriera oppure più semplicemente un formidabile trampolino di lancio
o ancora un sistema per rilanciarsi all’interno del mondo del cinema.
A ben guardare non sempre l’Academy award ha significato qualità;basti pensare al lungo elenco di registi e attori che non
hanno mai avuto l’ambita statuetta,elenco che include grandissimi del cinema come Stanley Kubrick,Sergio Leone,Alfred Hitchock,Orson Welles,
Robert Altman,Sidney Lumet,Howard Hawks,Charlie Chaplin,Ingmar Bergman e poi ancora Godard,Preminger,Penn,Peckinpah tra i registi come tali, quindi non premiati come miglior regista (hanno al limite vinto premi in altre categorie) attori come Marlene Dietrich e Joseph Cotten,Donald Sutherland e Peter Lorre,Marilyn Monroe e Tony Curtis,Richard Burton…e tra le star degli ultimi trent’anni Depp,Eastwood,Pitt,Liam Neeson.
Un elenco che vede trascurati personaggi che hanno scritto la storia del cinema;fa rabbrividire per esempio un Oscar dato a Nicholas Cage e non a Chaplin,per esempio.
Ma aldilà di queste valutazioni,che ovviamente entrano nel complesso dietro le quinte che regola gli Academy awards gli Oscar sono ormai dal
1929 una tappa obbligata per tutta l’industria cinematografica.

Oscar Story-1 I vincitori

I vincitori dela prima edizione posano assieme

L’ Academy of Motion Picture Arts and Sciences che attribuisce nomination e Oscar conta oggi ben più di 6000 giurati,appartenenti per lo più al mondo dello spettacolo dagli attori ai registi ai fotografi ecc.
Nel 2015 si è svolta l’edizione n.87 degli Academy awards che dal 1989 si svolge entro marzo dell’anno,mentre precedentemente qualche edizione si è svolta ad aprile,mentre le edizioni
1928-29,1930-31,1931,32 e 1932-33 si sono svolte a novembre;l’unico anno in cui non si tenne alcuna cerimonia fu il 1933.
Record di presentazioni per Bob Hope,ben 17 in un arco di tempo che va dal 1940 al 1978,una longevità che nessuno ha nemmeno sfiorato;a debita distanza,9 edizioni condotte,troviamo Billy Cristal.
Queste le sedi deputate,nella storia degli oscar,alla tradizionale serata di premiazione:

1929- Hollywood Roosevelt Hotel
1930-1943-Alternativamente il The Ambassador Hotel ed il Biltmore Hotel Millennium
1944-1946-Grauman’s Chinese Theatre
1947-1948- Shrine Auditorium
1949- Academy Award Theater
1950-1960- Pantages Theater
1961-1967- Santa Monica Civic Auditorium
1968-1987- Dorothy Chandler Pavilion, Los Angeles Music Center
1988-2001- Alternativamente il Los Angeles Music Center e lo Shrine Auditorium
2002-2015 Dolby Theatre (Kodak Theatre)

E’ ormai accettata la versione sul perchè la statuetta che si chiamava Academy Award of Merit sia stata poi chiamata Oscar;sembra che la segretaria dell’Academy of Motion Picture Arts and Sciences vedendo la statuetta su un tavolo abbia detto:”assomiglia proprio allo zio Oscar”.
Ed è così che oggi è comunemente chiamato il premio.
Sono 25 le statuette attribuite nel corso della serata a cui vanno aggiunti tre premi riuniti sotto la dizione Oscar scientifico o tecnico (Academy Award, Scientific or Technical) ovvero Oscar al merito (Academy Award of Merit),Oscar al merito tecnico-scientifico (Scientific and Engineering Award) e Oscar alla tecnica (Technical Achievement Award).
Ci sono anche Oscar speciali come l’Oscar onorario (Academy Honorary Award) e l’Oscar giovanile (Academy Juvenile Award) che però è stato attribuito nell’arco degli anni che vanno dal 1934 al 1960.
Infine ci sono premi assegnati a margine come:
Premio alla memoria Irving G. Thalberg (The Irving G. Thalberg Memorial Award) e il Premio umanitario Jean Hersholt (The Jean Hersholt Humanitarian Award)
Non più assegnati il Premio Menzione Speciale dell’Accademia (Academy Special Achievement Award), che fu attribuito dal 1972 al 1995 e il Premio Gordon E. Sawyer (Gordon E. Sawyer Award), dal 1981 al 2008

Banner record

Veniamo ad un po di curiosità e storia degli Oscar: i film ad aver vinto il maggior numero di Oscar sono i seguenti:

Oscar Story-3 Ben Hur
Ben-Hur (1959) regia di William Wyler – 11 Oscar su 12 nomination

Oscar Story-3 Titanic
Titanic (1997) regia di James Cameron – 11 Oscar su 14 nomination

Oscar Story-3 Il Signore degli Anelli - Il ritorno del re
Il Signore degli Anelli – Il ritorno del re (2003) regia di Peter Jackson – 11 Oscar su 11 nomination

Oscar Story-3 Via col vento
Via col vento (1939) regia di Victor Fleming – 10 Oscar su 13 nomination

Oscar Story-3 West Side Story
West Side Story (1961) regia di Jerome Robbins e Robert Wise – 10 Oscar su 11 nomination

Oscar Story-3 Gigi
Gigi (1958) di Vincente Minnelli – 9 Oscar su 9 nomination

Oscar Story-3 L'ultimo imperatore
L’ultimo imperatore (1987) regia di Bernardo Bertolucci – 9 Oscar su 9 nomination

Oscar Story-3 Il paziente inglese
Il paziente inglese (1996) regia di Anthony Minghella – 9 Oscar su 12 nomination

E’ evidente come sia stato il film d’avventura o d’evasione quello privilegiato in questa piccola classifica.
Per contro c’è anche una classifica di coloro che hanno avuto delusioni più o meno cocenti nella serata degli Oscar.
Di seguito i film bocciati più o meno clamorosamente:

Banner i bocciati

Oscar Story-Due vite, una svolta

Due vite, una svolta del 1977 regia di Herbert Ross – 0 Oscar su 11 nomination

Oscar Story-Il colore viola
Il colore viola del 1985 regia di Steven Spielberg – 0 Oscar su 11 nomination

Oscar Story-Gangs of New York
Gangs of New York del 2002 regia di Martin Scorsese – 0 Oscar su 10 nomination

Oscar Story-Il grinta
Il Grinta del 2010 regia di Joel ed Ethan Coen – 0 Oscar su 10 nomination

Oscar Story-American Hustle
American Hustle – L’apparenza inganna del 2013 regia di David O. Russell – 0 Oscar su 10 nomination
Piccole volpi del 1941 regia di William Wyler – 0 Oscar su 9 nomination
I peccatori di Peyton del 1957 regia di Mark Robson – 0 Oscar su 9 nomination
The Elephant Man del 1980 regia di David Lynch – 0 Oscar su 8 nomination
Ragtime del 1981 regia di Milos Forman – 0 Oscar su 8 nomination
Quel che resta del giorno del 1993 regia di James Ivory – 0 Oscar su 8 nomination
Gli ammutinati del Bounty del 1962 regia di Lewis Milestone – 0 Oscar su 7 nomination
Il padrino – Parte III del 1990 regia di Francis Ford Coppola – 0 Oscar su 7 nomination
Nel nome del padre del 1993 regia di Jim Sheridan – 0 Oscar su 7 nomination
Le ali della libertà del 1994 regia di Frank Darabont – 0 Oscar vinti su 7 nomination
La sottile linea rossa del 1998 regia di Terrence Malick – 0 Oscar su 7 nomination
Ombre malesi del 1940 regia di William Wyler – 0 Oscar su 7 nomination
Dentro la notizia del 1987 regia di James L. Brooks – 0 Oscar su 7 nomination

I film con più nomination (limitatamente ai primi 20) sono:

Oscar Story-4 Eva contro Eva

Eva contro Eva del 1950 diretto da Joseph L. Mankiewicz – 14 nomination agli Oscar di cui 6 vinti

Oscar Story-4 Titanic
Titanic del 1997 diretto da James Cameron – 14 nomination agli Oscar di cui 11 vinti

Oscar Story-4 Via col vento
Via col vento del 1939 diretto da Victor Fleming – 13 nomination agli Oscar di cui 10 vinti

Oscar Story-4 Da qui all'eternità
Da qui all’eternità del 1953 diretto da Fred Zinnemann – 13 nomination agli Oscar di cui 8 vinti

Oscar Story-4 Mary Poppins
Mary Poppins del 1964 diretto da Robert Stevenson – 13 nomination di cui 5 vinti

Oscar Story-4 Chi ha paura di Virginia Woolf
Chi ha paura di Virginia Woolf? del 1966 diretto da Mike Nichols – 13 nomination agli Oscar di cui 5 vinti

Oscar Story-4 Forrest Gump
Forrest Gump del 1994 diretto da Robert Zemeckis – 13 nomination agli Oscar di cui 6 vinti
Shakespeare in love del 1998 diretto da John Madden – 13 nomination agli Oscar di cui 7 vinti
Il Signore degli Anelli – La Compagnia dell’Anello del 2001 diretto da Peter Jackson – 13 nomination agli Oscar di cui 4 vinti
Chicago del 2002 diretto da Rob Marshall – 13 nomination agli Oscar di cui 6 vinti
Il curioso caso di Benjamin Button del 2008 diretto da David Fincher -13 nomination agli Oscar di cui 3 vinti
La signora Miniver del 1942 diretto da William Wyler – 12 nomination agli Oscar di cui 6 vinti
Bernadette del 1943 diretto da Henry King – 12 nomination di cui 4 vinti
Johnny Belinda del 1948 diretto da Jean Negulesco – 12 nomination agli Oscar di cui 1 vinto
Un tram che si chiama Desiderio del 1951 diretto da Elia Kazan – 12 nomination di cui 4 vinti
Fronte del porto del 1954 diretto da Elia Kazan – 12 nomination di cui 8 vinti
Ben-Hur del 1959 diretto da William Wyler – 12 nomination di cui 11 vinti
My Fair Lady del 1964 diretto da George Cukor – 12 nomination di cui 8 vinti
Becket e il suo re del 1964 diretto da Peter Glenville – 12 nomination di cui 1 vinti
Reds del 1981 diretto da Warren Beatty – 12 nomination di cui 3 vinti
Balla coi lupi del 1990 diretto da Kevin Costner – 12 nomination di cui 7 vinti
Schindler’s List del 1993 diretto da Steven Spielberg – 12 nomination di cui 7 vinti

Ci sono attori che hanno ricevuto tributi per le pellicole interpretate e altri che invece non hanno mai alzato la celebre statuetta:

Più Oscar vinti:

5 Katherine Hepburn La gloria del mattino

Katharine Hepburn – 4 Oscar su 12 nomination, vinti tutti come Migliore attrice protagonista per La gloria del mattino (nella foto un fotogramma del film) del 1933,
Indovina chi viene a cena? del 1967, Il leone d’inverno del 1968 e Sul lago dorato del 1981.

Meryl Streep – 3 Oscar su 19 nomination, di cui 2 vinti come Miglior attrice protagonista per La scelta di Sophie del 1982

e The Iron Lady del 2011 e 1 vinto come Miglior attrice non protagonista per Kramer contro Kramer del 1979.
Jack Nicholson – 3 Oscar su 12 nomination, di cui 2 vinti come Miglior attore protagonista per Qualcuno volò sul nido del cuculo del 1975
e Qualcosa è cambiato del 1997 e 1 vinto come Miglior attore non protagonista per Voglia di tenerezza del 1983.

Più nomination ottenute:

Per le attrici, Meryl Streep – 19 nomination con 3 Oscar vinti, dei quali 1 vinto come Migliore attrice non protagonista per Kramer contro Kramer del 1979
e 2 vinti come Migliore attrice protagonista per La scelta di Sophie del 1982 e The Iron Lady del 2011.

Ingrid Bergman – 3 Oscar su 7 nomination, di cui 2 vinti come Miglior attrice protagonista per Angoscia del 1944 e Anastasia del 1956 e 1 vinto
come Miglior attrice non protagonista per Assassinio sull’Orient Express del 1974.

Per gli attori, Jack Nicholson – 12 nomination con 3 Oscar vinti, dei quali 1 vinto come Miglior attore non protagonista per Voglia di tenerezza del 1983 e 2 vinti come Miglior attore protagonista per Qualcuno volò sul nido del cuculo del 1975 e Qualcosa è cambiato del 1997.
Daniel Day-Lewis – 3 Oscar su 5 nomination, vinti tutti come Miglior attore protagonista per Il mio piede sinistro del 1989, Il petroliere del 2007 e per Lincoln del 2012.
Walter Andrew Brennan – 3 Oscar su 4 nomination, vinti tutti come Miglior attore non protagonista per Ambizione del 1936, Kentucky del 1938 e L’uomo del West del 1940.
Attori con più nomination ma senza Oscar vinti:

Peter O’Toole con otto candidature e Richard Burton con sette, per quanto riguarda gli attori.
Deborah Kerr, Thelma Ritter e Glenn Close, con sei candidature a testa, per quanto riguarda le attrici.

Banner gli Oscar italiani

12-01 Federico Fellini Oscar La strada 1957

Federico Fellini (con Giulietta Masina);Oscar 1957 al miglior film straniero per La strada

12-02 Federico fellini Oscar Le notti di Cabiria 1958

Federico Fellini (con Julie Andrews);Oscar 1958 al miglior film straniero per Le notti di Cabiria

12-03 Otto e mezzo

8 e mezzo di Federico Fellini,Oscar 1964 al miglior film straniero

12-04 Vittorio De Sica Ieri, oggi, domani 1965

Vittorio De Sica,Oscar al miglior film straniero nel 1965 per Ieri,Oggi e domani

12-05 Inadagine su un cittadino 1971

Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto di Elio Petri,Oscar al miglior film straniero nel 1971

12-06 Il giardino dei Finzi Contini 1972

Il giardino dei Finzi-Contini di Vittorio De Sica,Oscar al miglior film straniero nel 1972

12-07 Amarcord 1975

Amarcord di Federico Fellini,Oscar al miglior film straniero nel 1975

12-08 Tornatore oscar 1990

Giuseppe Tornatore,Oscar al miglior film straniero nel 1990 per Nuovo cinema Paradiso

12-09 Salvatores Oscar 1992

Gabriele Salvatores,Oscar al miglior film straniero nel 1992 per Mediterraneo

12-10 Benigni Oscar La vita è bella 1999

Roberto Benigni,Oscar al miglior film straniero nel 1999 per La vita è bella

12-11 Sorrentino Oscar La grande bellezza 2014

Paolo Sorrentino,Oscar al miglior film straniero nel 2014 per La grande bellezza

I registi più premiati

Billy Wilder al primo posto con 7 statuette: 2 vinte per la migliore regia per Giorni perduti e per L’appartamento,2 vinte per la migliore sceneggiatura originale per Viale del tramonto e per L’appartamento, una vinta per la sceneggiatura non originale per Giorni perduti, una per il miglior film per L’appartamento e una statuetta alla memoria Irving G. Thalberg

Francis Ford Coppola con 6 Oscar: uno per la regia e uno per il miglior film di Il padrino – Parte II, tre per la sceneggiatura e1 alla memoria Irving G. Thalberg

Federico Fellini – 5 Oscar, 4 vinti per il miglior film straniero e un Oscar alla carriera nel 1993

Clint Eastwood – 5 Oscar vinti: 2 come Oscar al miglior film e 2 come Oscar al miglior regista per Million Dollar Baby
e Gli spietati; in più un Oscar alla memoria Irving G. Thalberg. Inoltre Eastwood è il regista più anziano mai premiato: a 75 anni per Million Dollar Baby nel 2005

Vittorio De Sica – con 4 Oscar vinti per il miglior film straniero

Steven Spielberg – 4 Oscar (Schindler’s List, uno per la regia e uno per il miglior film in qualità di produttore;
Salvate il soldato Ryan) e un Oscar alla memoria Irving G. Thalberg nel 1987

Ingmar Bergman – 4 Oscar, 3 vinti per il miglior film straniero e un Oscar alla memoria Irving G. Thalberg nel 1971

John Ford – vinse 4 Oscar per la migliore regia, record per la categoria

Joel e Ethan Coen – 4 Oscar vinti, uno vinto per la migliore sceneggiatura originale (Fargo nel 1997) e altri 3 nel 2008 tra miglior film,migliore regia e migliore sceneggiatura non originale (Non è un paese per vecchi)

Joseph Leo Mankiewicz – 4 Oscar (2 per la regia; 2 per la sceneggiatura)
Woody Allen – 4 oscar, 1 vinto per la miglior regia per Io e Annie, 3 per la miglior sceneggiatura originale per Io e Annie, Hannah e le sue sorelle e Midnight in Paris
Frank Capra – 4 Oscar, 3 vinti per la migliore regia, nel 1935, 1937 e nel 1939; 1 per il miglior documentario
Nick Park – 4 Oscar, 3 vinti per il miglior cortometraggio d’animazione, 1 per il miglior film d’animazione.
Alejandro González Iñárritu – 3 Oscar vinti per migliore regia, miglior film e miglior sceneggiatura originale nel 2015 per Birdman
Peter Jackson – 3 Oscar vinti per la migliore regia, miglior film e migliore sceneggiatura non originale nel 2004 per Il Signore degli Anelli – Il ritorno del re
James Cameron – 3 Oscar vinti per la migliore regia, miglior film e miglior montaggio nel 1998 per Titanic
Leo McCarey – 3 Oscar, 2 vinti per la miglior regia (L’orribile verità e La mia via) e 1 per il soggetto (La mia via)
William Wyler – 3 Oscar (La signora Miniver; I migliori anni della nostra vita; Ben Hur)
Elia Kazan – 3 Oscar (Barriera invisibile; Fronte del porto) e un Oscar alla carriera nel 1999
Akira Kurosawa – 3 Oscar (Rashomon; Dersu Uzala – Il piccolo uomo delle grandi pianure) e un Oscar alla carriera nel 1990
Oliver Stone – 3 Oscar, 2 vinti per la miglior regia (Platoon e Nato il quattro luglio) e 1 vinto per
la miglior sceneggiatura non originale (Fuga di mezzanotte)
Ang Lee – 3 Oscar, 2 vinti per la miglior regia (I segreti di Brokeback Mountain; Vita di Pi) e
1 vinto per il miglior film straniero (La tigre e il dragone)
David Lean – 2 Oscar (Il ponte sul fiume Kwai; Lawrence d’Arabia)
Ben Affleck – 2 Oscar, 1 per miglior film per Argo; 1 per la miglior sceneggiatura originale per Will Hunting – Genio ribelle nel 1998
Milos Forman – 2 Oscar (Qualcuno volò sul nido del cuculo; Amadeus)
Ron Howard – 2 Oscar, vinti per la miglior regia e miglior film (A Beautiful Mind).

Banner gli Oscar registi

10 Lewis Milestone – All'ovest niente di nuovo 1930

Lewis Milestone,Oscar 1930 per All’Ovest niente di nuovo

10 John Ford – Il traditore 1935

John Ford,Oscar 1935 per il film Il traditore

10 Frank Capra – Accadde una notte 1935

Frank Capra,Oscar 1935 per il film Accadde una notte

10 Michael Curtiz – Casablanca 1945

Michael Curtiz,Oscar 1945 per il film Casablanca

10 William Wyler – I migliori anni della nostra vita 1947

William Wyler,Oscar 1947 per I migliori anni della nostra vita

10 William Wyler –John Huston – Il tesoro della Sierra Madre 1949

John Houston ( a destra) Oscar 1949 per il film Il tesoro della Sierra Madre

10 David Lean – Il ponte sul fiume Kwai 1958

David Lean,Oscar 1958 per il film Il ponte sul fiume Kway

Personaggi cinematografici con più nomination:

Walt Disney – 59 nomination e 26 oscar vinti (compresi i 4 onorari)
John Williams – 49 nomination e 5 oscar vinti per le colonne sonore
Alfred Newman – 45 nomination e 9 oscar vinti per le colonne sonore

Oscar postumi ad attori

Peter Finch (1912-1977), 1977 premio Oscar al miglior attore protagonista in Quinto potere.
Heath Ledger (1979-2008), 2009 premio Oscar al miglior attore non protagonista in Il cavaliere oscuro.

Premio alla memoria Irving G. Thalberg

Premio Thalberg

13-1 Hitchcok 1968 Irving G. Thalberg

Afred Hitchcock premiato con il Thalberg nel 1968

13-1 Stanley Kramer Irving G. Thalberg 1962

Stanley Kramer,1962

13-1 Steven Spielberg Irving G. Thalberg 1987

Steven Spielberg,1987

1938 Darryl F. Zanuck
1939 Hal B. Wallis,Samuel Goldwyn,Joe Pasternak,David O. Selznick,Hunt Stromberg,Walter Wanger,Darryl F. Zanuck
1940 David O. Selznick
1942 Walt Disney
1943 Sidney Franklin
1944 Hal B. Wallis
1945 Darryl F. Zanuck
1947 Samuel Goldwyn
1949 Jerry Wald
1951 Darryl F. Zanuck
1952 Arthur Freed
1953 Cecil B. DeMille
1954 George Stevens
1957 Buddy Adler
1959 Jack L. Warner
1962 Stanley Kramer
1964 Sam Spiegel
1966 William Wyler
1967 Robert Wise
1968 Alfred Hitchcock
1971 Ingmar Bergman
1974 Lawrence Weingarten
1976 Mervyn LeRoy
1977 Pandro S. Berman
1978 Walter Mirisch
1980 Ray Stark
1982 Albert R. Broccoli
1987 Steven Spielberg
1988 Billy Wilder
1991 David Brown e Richard D. Zanuck
1992 George Lucas
1995 Clint Eastwood
1997 Saul Zaentz
1999 Norman Jewison
2000 Warren Beatty
2001 Dino De Laurentiis
2010 John Calley
2011 Francis Ford Coppola

Premio umanitario Jean Hersholt

14 1 Bob Hope Jean Hersholt 1960

Bob Hope,premio Hersholt 1960

1957 Y. Frank Freeman
1958 Samuel Goldwyn
1960 Bob Hope
1961 Sol Lesser
1962 George Seaton
1963 Steve Broidy
1966 Edmond L. DePatie
1967 George Bagnall
1968 Gregory Peck
1969 Martha Raye
1970 George Jessel
1971 Frank Sinatra
1973 Rosalind Russell
1974 Lew Wasserman
1975 Arthur B. Krim
1976 Dr. Jules C. Stein
1978 Charlton Heston
1979 Leo Jaffe
1980 Robert Benjamin
1982 Danny Kaye
1983 Walter Mirisch
1984 M. J. Frankovich
1985 David L. Wolper
1986 Charles “Buddy” Rogers
1990 Howard W. Koch
1993 Elizabeth Taylor e Audrey Hepburn
1994 Paul Newman
1995 Quincy Jones
2002 Arthur Hiller
2005 Roger Mayer
2007 Sherry Lansing
2009 Jerry Lewis
2012 Oprah Winfrey
2013 Jeffrey Katzenberg
2014 Angelina Jolie
2015 Harry Belafonte
2016 Debbie Reynolds

14 1 Frank Sinatra Jean Hersholt 1971

Frank Sinatra,premio Hersholt 1960

14 1 Paul Newman Jean Hersholt 1994

Paul Newman premio Hersholt 1994

Banner le attrici

7 Anna Magnani – La rosa tatuata 1956

Anna Magnani,Oscar 1956 per La rosa tatuata

7 Audrey Hepburn – Vacanze romane 1954

Audrey Hepburn Oscar 1955 per Vacanze romane

7 Elizabeth Taylor – Venere in visone1961

Elizabeth Taylor,Oscar 1961 per Venere in visone

7 Grace Kelly – La ragazza di campagna 1955

Grace Kelly Oscar 1955 per il film  La ragazza di campagna

7 Ingrid bergman Oscar per Angoscia 1944

Ingrid Bergman Oscar 1944 per Angoscia

7 Jennifer Jones – Bernadette 1944

Jennifer Jones,Oscar 1945 per Bernadette

7 Joan Crawford – Il romanzo di Mildred 1946

Joan Crawford,Oscar 1946 per il film Il romanzo diMildred

7 Joan Fontaine – Il sospetto 1942

Joan Fontaine,Oscar 1942 per il film Il sospetto

7 Sofia Loren La ciociara 1962

Sofia Loren,Oscar 1962 per il film La ciociara

7 Vivien Leigh – Via col vento

Vivien Leight,Oscar per il film Via col vento

8 Jane Fonda Una squillo per l'Ispettore Klute 1972

Jane Fonda,Oscar 1972 per il film Una squillo per l’ispettore Klute

8 Liza Minnelli Cabaret 1973

Liza Minnelli,Oscar 1973 per il film Cabaret

Banner attori

9 Burt Lancaster – Il figlio di Giuda 1961

Burt Lancaster,Oscar 1961 per il film Il figlio di Giuda

9 Charles Laughton Le sei mogli di Enrico VIII 1934

Charles Laughton,Oscar 1931 per il film Le sei mogli di Enrico VIII

9 Clark Gable – Accadde una notte 1935

Clark Gable,Oscar 1935 per Accadde una notte

9 Gary Cooper – Il sergente York 1942

Gary Cooper,Oscar 1942 per il film Il sergente York

9 Gregory Peck – Il buio oltre la siepe 1963

Gregory Peck,Oscar 1963 per il film Il buio oltre la siepe

9 Humphrey Bogart – La regina d'Africa 1952

Humphrey Bogart,Oscar 1952 per il film La regina d’Africa

9 James Stewart – Scandalo a Filadelfia 1941

James Stewart,Oscar 1941 per il film Scandalo a Filadelfia

9 John Wayne – Il Grinta 1970

John Wayne,Oscar 1970 per il film Il grinta

9 Laurence Olivier – Amleto 1949

Laurence Olivier,Oscar 1942 per il film Amleto

9 Marlon Brando – Fronte del porto1955

Marlon Brando,Oscar 1955 per il film Fronte del porto

9 Spencer Tracy – Capitani coraggiosi 1938

Spencer Tracy,Oscar 1935 per Capitani coraggiosi

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Oscar Story-2 LocationHollywood Roosevelt Hotel

1929- Hollywood Roosevelt Hotel

Oscar Story-2 Location The Ambassador Hotel

1930-1943-Alternativamente il The Ambassador Hotel …

Oscar Story-2 Location Biltmore Hotel Millennium

ed il Biltmore Hotel Millennium

Oscar Story-2 Location Grauman's Chinese Theatre

1944-1946-Grauman’s Chinese Theatre

Oscar Story-2 Location Shrine Auditorium

1947-1948- Shrine Auditorium

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1949- Academy Award Theater

Oscar Story-2 Location Pantages Theater

1950-1960- Pantages Theater

Oscar Story-2 Location Santa Monica Civic Auditorium

1961-1967- Santa Monica Civic Auditorium

Oscar Story-2 Location Dorothy Chandler Pavilion, Los Angeles Music Center

1968-1987- Dorothy Chandler Pavilion, Los Angeles Music Center

Oscar Story-2 Location Dolby Theatre (Kodak Theatre)

2002-2015 Dolby Theatre (Kodak Theatre)

Oscar Story-9 I vestiti


A single man

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A single man locandina 1

“Il risveglio comincia con due parole, sono e ora. Poi ciò che si è svegliato resta disteso un momento a fissare il soffitto, e se stesso,
fino a riconoscere Io, e dedurne Io sono ora. Qui viene dopo, ed è, almeno in negativo, rassicurante; poiché stamattina è qui che ci aspettava
di essere, come dire, a casa.
Ma ora non è semplicemente ora. Ora è anche un freddo promemoria; un’intera giornata più di ieri, un’anno più dell’anno scorso.
Ogni ora ha un’etichetta con una data, che rende obsoleti tutti gli ora passati, finché prima o poi, forse – no, non forse, di sicuro –
succederà.
La paura contorce il nervo vago. Un malsano ritrarsi da ciò che, da qualche parte là fuori, ci sta aspettando.”
George Falconer è un uomo solo, A single man, come recita il titolo del film e il titolo del romanzo di Christopher Isherwood pubblicato nel 1964.
E’ un professore californiano di mezza età,omosessuale,in profonda crisi con se stesso dopo la morte del compagno che adorava.
Un uomo talmente solo da aver deciso di farla finita,di liberarsi di una vita che avverte vuota ed inutile,priva di riferimenti affettivi
appena mitigata dall’amicizia con Charlotte,una sua vecchia fiamma oggi amica che vive anch’essa una vita frustrante dopo il divorzio e dopo
il fallimento anche come madre,che cerca in George un’impossibile legame affettivo.
E’ l’ultimo giorno di vita,per George.

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Ha deciso di morire,stanco e sopraffatto da un’angoscia esistenziale senza rimedio.
Lo seguiamo mentre si muove nell’abbacinante sole californiano,tanto forte da rendere irreale anche il contorno dell’ambiente in cui si muove;
irreale anche perchè per George i ricordi hanno colori sfumati o virati verso il seppia,verso il marrone.
Tiene quella che vuole sia l’ultima lezione davanti ai suoi ragazzi,parlando del tema della paura,la paura verso il diverso,verso chi non
rispetta i canoni imposti dalla società.
In effetti George è comunque un diverso;lo è nella scelta dell’amore,che lo ha portato a stabilire una relazione profonda e appassionata con Jim,
che ama teneramente ed è da lui ricambiato.
Siamo nel 1962,una relazione gay non è certo una cosa da osteggiare pubblicamente;la società perbenista e puritana americana condanna senza appello l’omosessualità e per George e Jim c’è anche l’ostracismo totale dei genitori di lui.
Per George inizia un doloroso ritorno ai momenti principali della sua relazione con Jim.
Mentre quella che sarà la sua ultima giornata si dipana nella assoluta normalità,rivive in flash back i momenti salienti della sua relazione,a partire
da un sogno in cui si vede chino su Jim mentre lo bacia disperatamente dopo che quest’ultimo giace inerte in seguito all’incidente in cui ha perso
la vita.
Non aveva potuto nemmeno rendere l’ultimo saluto al compagno della vita per l’ostracismo dei genitori di lui,e questo ha sicuramente contribuito
a rendere ancora più straziante il ricordo dell’amante e compagno.

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Dopo mesi George è ormai incapace di vivere una vita,di riprendersi nelle mani il presente ed il futuro.
Vediamo scorrere la giornata tra i preparativi per il suicidio,le lettere che George scrive,la meticolosa preparazione dei suoi effetti personali,
perfettamente allineati sulla scrivania e gli incontri casuali di quell’ultimo giorno,quello con un ragazzo che tenta di adescarlo e che George
paga senza accettarne le prestazioni,quello con una ragazza che possiede un terrier praticamente identico a quello che possedevano loro,
sopratutto l’incontro con Bruce,uno dei suoi studenti attratto da lui per quella sua disperazione,quella sua profondità d’animo che adesso
finalmente traspaiono abbattendo l’aspetto serio e posato dell’insegnante,travolgendo le barriere.
Finalmente George può essere se stesso;sta per morire,nulla lo può più ferire o colpire.
Incontra la sua vecchia amica Charlotte,con la quale si confida e dalla quale ricava solo il senso di smarrimento,di delusione e di frustrazione che
la donna vive.
Sarà proprio con Bruce che passerà le sue ultime ore,un contatto umano che lo porta a rivedere il suo desiderio di morte,quasi una nuova opportunità
che la vita gli offre,un risarcimento per la perdita dolorosa che ha subito.
Ma il destino è beffardo e ha in serbo per lui la conclusione che George aveva scelto e non aveva attuato;morirà per un malore improvviso
sognando,negli ultimi istanti di vita,il volto del suo amato Jim che lo bacia.
Diretto nel 2009 da Tom Ford,stilista prestato al cinema alla sua prima e finora unica regia cinematografica,A single man è un film rigoroso,quasi asettico nel suo svolgimento,caratterizzato da una studiata e analitica lentezza descrittiva,dall’uso del flash back distinto dal presente grazie all’uso
di colori molto tenui,sfumati,che rendono i ricordi stessi quasi palpabili.

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Un film sull’amore,che non cerca assolutamente di guardare l’omosessualità nel suo complesso di problemi etici e morali,sociali o altro.
Non è un’indagine o un atto di denuncia A single man.
E’ un film d’amore e sull’amore,una storia come tante tra due persone che si amano in modo esclusivo e che la sorte divide per sempre;una storia come tante,purtroppo,nella quale il superstite non riesce più a trovare ragioni valide per vivere,quasi fosse stato amputato al suo corpo buona parte degli organi tanto da rendere impossibile il proseguimento della vita.
Sarà il giovane Bruce a rappresentare il gancio in mezzo al cielo,l’ancora di salvezza a cui aggrapparsi,una nuova speranza per il futuro.
Ma per una volta i sogni non muoiono all’alba,ma al tramonto e per George non ci sarà un futuro.
Bello davvero questo film.
Patinato,ricercato in ogni dettaglio ma non per questo meno autentico.Dolore e amore,rimpianto e abbandono della vita,rifiuto della realtà e rinascita
si fondono in una storia nella quale l’omosessualità è marginale.
Un amore è un amore e prescinde dall’orientamento sessuale.Un compagno perso vale un’amante o una moglie persa,una compagna o semplicemente un affetto.
Leggendo alcune critiche in rete mi sono reso conto di come le storie d’amore,sopratutto omosessuali vengano ancora viste come
qualcosa di sbagliato o come di un film delicato come questo si osservi solo la superficie senza osare scavare alla ricerca della sua essenza.
Atteggiamento comune ai superficiali,di coloro che vivono esistenze vuote,di coloro che non hanno provato un dolore assoluto e totale
come la perdita della compagna o del compagno.

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Sopratutto di come la vita possa risarcirti mettendo sulla tua strada un angelo che ti restituisca la voglia di vivere e di credere ancora nella vita stessa.
Una esperienza condivisa da chi vi scrive,che in un momento ben preciso della sua vita,duro e quasi impossibile da superare,ha incontrato
una persona speciale,Ylva,che lo ha aiutato a ritrovare la voglia di vivere.
Bello,dunque,questo film.
Ford ha talento registico e la sua cultura ed esperienza nella moda lo portano a curare quasi maniacalmente i dettagli;si veda la vestizione e il trucco
di Charlotte,o l’eleganza formale di George.
Un film d’amore,sull’amore,null’altro.
Una storia tenera e disperata,almeno nella conclusione.
In mezzo spazio ai sentimenti descritti con mano leggera e felice da un regista che aspetto a nuove opere.
Bravissimo l’interprete principale,Colin Firth,misurato e quasi estraneato dal dolore,dal mal di vivere che si impossessa del suo
personaggio e che lo porta alla decisione di darsi la morte.
Molto bene Julianne Moore;splendida la scena in cui i due dialogano sdraiati sul pavimento,vestiti di tutto punto e finalmente
vicini,come due amici pieni di angoscia che si confidano le pene della vita.
Bellissima la fotografia,per un film affascinante e pieno di emozioni.
Da vedere.

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A Single Man

Un film di Tom Ford. Con Colin Firth, Julianne Moore, Nicholas Hoult, Matthew Goode, Jon Kortajarena, Paulette Lamori,
Ryan Simpkins, Ginnifer Goodwin, Teddy Sears, Paul Butler [II], Aaron Sanders, Keri Lynn Pratt, Nicole Steinwedell, Ridge Canipe, Nicholas Beard, Brad Benedict, Jenna Gavigan, Brent Gorski,
Adam Gray-Hayward, Marlene Martinez, Paul Butler, Alicia Carr, Lee Pace Drammatico, durata 95 min. – USA 2009

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A single man banner protagonisti

Colin Firth: George
Julianne Moore: Charlotte
Nicholas Hoult: Kenny
Matthew Goode: Jim
Jon Kortajarena: Carlos
Paulette Lamori: Alva
Ryan Simpkins: Jennifer Strunk
Ginnifer Goodwin: Susan Strunk
Teddy Sears: Mr. Strunk

A single man banner doppiatori

Massimo Lopez: George
Franca D’Amato: Charlotte
Gabriele Lopez: Kenny
Francesco De Francesco: Jim

A single man banner cast

Regia Tom Ford
Soggetto Christopher Isherwood
Sceneggiatura Tom Ford, David Scearce
Produttore Tom Ford, Andrew Miano, Robert Salerno, Chris Weitz
Casa di produzione Artina Films, Depth of Field, Fade to Black Productions
Distribuzione (Italia) Archibald Film
Fotografia Eduard Grau
Montaggio Joan Sobel
Musiche Abel Korzeniowski
Shigeru Umebayashi
Scenografia Dan Bishop

A single man banner citazioni

“Nella vita ho avuto momenti di assoluta chiarezza, quando per pochi, brevi secondi, il silenzio soffoca il rumore
e provo un’emozione invece di pensare e le cose sembrano così nitide e il mondo sembra così nuovo.
E’ come se tutto fosse appena iniziato.Non riesco a far durare questi momenti,
io mi ci aggrappo, ma come tutto svaniscono.
Ho vissuto una vita per quei momenti,mi riportano al presente
e mi rendo conto che tutto è esattamente come deve essere…
E all’improvviso, lei è arrivata.”

“….l’ esperienza non è ciò che accade ad un uomo ma ciò che ne fa di quello che gli accade….”

“A me piacciono le donne, ma mi innamoro degli uomini.”

“Le creature più stupide sono quelle più felici…pensa a tua madre!”

“Paura di sentirci soli, paura di essere inutili in ciò che abbiamo da dire”

“…dobbiamo sempre apprezzare i piccoli doni della vita!”

“A volte cose orribili hanno la loro bellezza.”

“Mi ci vuole tempo alla mattina per diventare George, tempo per mettere insieme ciò che George è e come si deve comportare. Quando mi sono vestito e mi sono dato l’ultima lucidata alle scarpe so pienamente quale parte recitare”

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Waking up begins with saying am and now. That which has awoken then lies for a while staring up at the ceiling and down into itself until it has recognized I, and therefrom deduced I am, I am now.
Here comes next, and is at least negatively reassuring; because here, this morning, is where it has expected to find itself: what’s called at home.
But now isn’t simply now. Now is a cold reminder: one whole day later than yesterday, one year later than last year. Every now is labeled with its date, rendering all past nows obsolete, until — later or sooner — perhaps — no, not perhaps — quite certainly: it will come.
Fear tweaks the vagus nerve. A sickish shrinking from what waits, somewhere out there, dead ahead.

A single man banner recensioni
L’opinione di veronick dal sito http://www.mymovies.it

L’inutilità della vita senza affetti, la lotta dell’uomo solo contro il resto del mondo,
la maschera di perfezione che tutti noi siamo costretti ad indossare per piacere ed essere accettati dagli altri:
sono i temi di questo film, che emoziona e fa soffrire seguendo il tormento di questo professore, magistralmente interpretato da Colin Firth,
la cui vita finisce nell’attimo stesso in cui perde il suo compagno in un incidente stradale. Un film che fa riflettere sulla banalità della vita
che spesso diviene un peso insostenibile e spinge l’uomo a scappare. La vita è fatta di attimi di piacere immersi in un mare di noia e di ripetitività
ed è proprio per quegli sprazzi di gioia che vale la pena vivere. Il film descrive molto bene il vuoto lasciato dalla perdita di un amore,
la linfa vitale per questo uomo solo e senza amici, che piomba improvvisamente in un dolore da cui non c’è scampo. I continui primi piano ci proiettano direttamente nell’intimo del professore,
il suo corpo diviene impalpabile, e siamo costretti a soffrire con lui. La morte, per infarto, è in fondo quasi una nota felice. Quando finalmente, con l’aiuto di uno studente infatuatosi di lui,
capisce che c’è sempre qualcosa per cui vale la pena vivere e ritorna a sorridere, la morte lo coglie all’improvviso, in un attimo di pura felicità, e lui non saprà mai se quella gioia ritrovata
era una rinascita o solo un piacere effimero dato da una notte di follia

Recensione del sito http://www.spietati.it

A single man è un film sorprendente e molto, molto coraggioso. E’ un film sorprendente perché rappresenta il debutto nel cinema di Tom Ford – geniale stilista che, prima di esordire col proprio marchio,
rilanciò nel mondo casa Gucci – con un lavoro molto accurato e cosciente. Coraggioso, perché Ford lo trae da una perla lucente della produzione di Christopher Isherwood, una delle massime penne in lingua inglese
del secolo scorso: un romanzo non solo di magnifica scrittura (in Italia, Un uomo solo), ma tutto imperniato sul percorso interiore del suo protagonista che si snoda contemporaneamente a un percorso esteriore che acquista
rilevanza intrecciato col primo, col carico di riflessioni che emerge dal pensiero del protagonista, un romanzo straordinariamente difficile da portare sullo schermo e che Ford, anche sceneggiatore, non ha alcuna remora a rileggere,
modificare, adattare alla sua idea di film. A stravolgerne il senso, quando necessario, allineando alla chiarezza di idee sul fronte visivo, una determinazione sul fronte della concezione altrettanto stupefacente(…)

Recensione del sito http://www.cinema.everyeye.it

Che relazione c’è tra il mondo della moda e quello del cinema? Il rapporto è, in realtà, più importante di quanto non si pensi comunemente: molti film lanciano veri e propri trend, anche nel campo dell’abbigliamento, e film sull’alta moda,
spesso in bilico tra favolosa realtà e vivida fantasia, si affacciano periodicamente sul grande schermo (esempio recente il bel Valentino, The Last Emperor). Nel 2001, uno spassoso film di/con Ben Stiller, Zoolander, ironizzava pesantemente
sull’universo dell’Haute couture. Tra i tanti volti noti che si sono prestati per un cameo in quella pellicola impossibile non ricordare Tom Ford, storico nome associato, fino a pochi annifa, all’ancor più storico marchio Gucci. A distanza di cinque anni,
dopo aver lasciato la guida creativa del gruppo fiorentino ed aver creato un proprio marchio, il fascinoso stilista texano torna ora al cinema, non da attore ma da regista, autore e produttore, con un film molto ben accolto alla scorsa Mostra del Cinema di Venezia
Opinioni tratte dal sito http://www.davinotti.com

Galbo

Lo stilista Tom Ford realizza un film che, non a sopresa, punta molto sull’aspetto estetico, offrendo una raffinata ricostruzione ambientale che riguarda abiti, oggetti e design generale (il film è ambientato negli anni ’60 durante la crisi tra gli USA e Cuba).
Ma nell’opera c’è anche un’indubbia cura per la caratterizzazione dei personaggi, specie specie quello del protagonista, ottimamente interpretato da Firth. Peccato per lo scadente doppiaggio italiano.

Pigro

Proprio nel suo essere impeccabile stanno i limiti di un film che, con una storia così bella e intensa come la sconfinata solitudine di un uomo rimasto solo dopo la morte del compagno, non riesce a trasmettere vera emozione e partecipazione,
preferendo porgere allo spettatore un’opera tecnicamente e stilisticamente raffinata, direi quasi leccata e laccata, ma senza vera anima. Rimane comunque a un buon livello, sia per l’eccellente Firth che per la potenza della situazione in sé, ripresa dal romanzo di Isherwood. Stiloso.

Rebis

Premessa necessaria: il doppiaggio italiano è penoso. Superato l’inconveniente, ci imbattiamo in un cinema a cui non siamo più abituati: Ford investe di lirismo gesti, pensieri e parole di un uomo infestato dalla bellezza, traduce in decadentismo esistenziale il glamour di una classe sociale
che il pubblico faticherà a compiacere. Un esordio ardito, elegante e demodè, la cui vocazione fassbinderiana spinge a ridondanze formali e squilibri in un’assidua elaborazione di colori e inquadrature volte a catturare l’emozione in atto. Meravigliose le note di Korzeniowski e Umebayashi. Ottimo Firth.
Capannelle

Se un facoltoso decide di produrre un film non c’è che esserne felici e se riesce pure a girarlo in modo personale e delicato, beh allora bravo a Tom Ford. Il suo Single man, forse troppo rileccato nel complesso (ma certi dettagli anni 60 es. l’interno della macchina sono da elogiare) e titubante nella parte centrale,
lascia comunque il segno andando aldilà dell’esercizio di stile e sfrutta bene le qualità di Colin Firth e del compositore Umebayashi (quello di In the mood for love).
Matalo!

Un buon film; perlomeno Ford dà l’impressione di aver messo in scena qualcosa che gli “urgeva” dentro. Tutte le caratteristiche formali di questa tipologia di film sono osservate ed è un limite perché troppa correttezza impedisce un vero volo. Però Colin Firth è davvero straordinario, interpretando un gay senza “effetti” recitativi.
Buona e composta la cornice d’epoca, anche troppo. Un buon risultato, fondamentalmente onesto per un piccolo film da non disprezzare.

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Jurassic Park

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Uomini e dinosauri,un connubio impossibile.
70 milioni di anni fa l’estinzione di massa del Cretaceo spazzò via dalla terra più del 75% delle creature viventi della terra,fra le quali i grandi
dinosauri terrestri,gli ittiosauri acquatici,i pliosauri e la quasi totalità dei rettili marini,fatta eccezione per i coccodrilli e le tartarughe.
Che sia stato un impatto con un meteorite o un’eruzione vulcanica a provocare l’estinzione non è argomento pertinente per questa recensione;
conta invece l’espediente cinematografico usato in questo film,assolutamente geniale,per far vivere nella stessa epoca uomini e dinosauri,divisi da oltre 73 milioni di anni di vissuto sul pianeta,a tutto favore dei dinosauri che dominarono per decine di milioni di anni la terra.
Fino a Jurassic Park si immaginavano isole sperdute in cui i dinosauri vivevano in piccolissimi branchi protetti da condizioni particolari offerte dalla natura,come La terra dimenticata dal tempo (The Land That Time Forgot) del 1975 diretto dal regista Kevin Connor, tratto dal romanzo omonimo del 1918 di Edgar Rice Burroughs.
Si usavano tutti gli espedienti possibili per una coesistenza assolutamente impossibile storicamente e biologicamente.
Ci ha pensato Michael Chrichton nel 1990 a creare le condizioni per una fantasiosa ma possibile in un futuro prossimo convivenza tra le due specie con il suo fortunato romanzo Jurassic Park;così esordisce nel suo romanzo,con un incipit affascinante:
“Negli ultimi decenni del ventesimo secolo si è verificata una febbre dell’oro scientifica di proporzioni inaudite: la furibonda e avventata corsa alla commercializzazione dell’ingegneria genetica. Questa impresa è stata portata avanti con tanta celerità, con un così scarno contributo di spiegazioni obiettive da precludere una piena comprensione della sua portata e delle sue implicazioni.
La biotecnologia promette di essere la più grande rivoluzione nella storia dell’uomo. Entro la fine di questo decennio avrà di gran lunga sorpassato l’energia nucleare e i computer per quanto riguarda l’impatto sulla nostra vita quotidiana.
Per citare le parole di un commentatore: «La biotecnologia trasformerà tutti gli aspetti della vita umana: l’assistenza medica, l’alimentazione, la salute, il modo di divertirsi, i nostri stessi corpi. Niente sarà più lo stesso.
La biotecnologia cambierà letteralmente il volto del pianeta».

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La genesi del libro è alquanto singolare;Steven Spielberg,che avrebbe poi diretto il film acquistò dall’autore i diritti del libro ancor prima che uscisse nelle librerie di tutto il mondo,prima quindi del successo planetario dello stesso e del film,che si sarebbe rivelato uno dei film di maggior incasso della storia del cinema.
Lo stesso Spielberg reduce da due insuccessi abbastanza rilevanti come Always-Per sempre del 1990 e Hook – Capitan Uncino del 1991 decise di rivolgersi a David Koepp,sceneggiatore e regista hollywoodiano (sue le sceneggiature di La morte ti fa bella e Carlito’s way prima di Jurassic Park) per strutturare una storia che bucasse lo schermo e sbancasse i botteghini.
Sempre Spielberg decise una mossa azzardata che poi si sarebbe rivelata assolutamente vincente,scegliendo di utilizzare in maniera massiccia
la computer grafica, un po’ come aveva fatto la Disney con il capostipite dei film in computer grafica come Tron,uscito nel 1982.
A distanza di 11 anni proprio la computer grafica aveva fatto passi da gigante e Spielberg rivolgendosi alla Industrial Light & Magic scelse di creare un prodotto in cui i grandi sauri apparissero quanto più di reale fosse possibile.
Il risultato fu assolutamente unico nel suo realismo,tanto da funzionare come modello per molte altre produzioni successive.
Un successo che spinse Steven Spielberg a girare nel 1997 un sequel ancora tratto da un romanzo di Chrichton,Il mondo perduto – Jurassic Park (The Lost World: Jurassic Park); ci saranno ancora due film sequel dei primi due,
Jurassic Park III di Joe Johnston (2001) e Jurassic World (2015) diretto da Colin Trevorrow,che a sorpresa si è piazzato al terzo posto tra i maggiori incassi della storia del cinema con 1,6 miliardi di dollari di incasso in tutto il mondo.
Ma a parte la computer grafica,la storia piena di fascino,qual’è il motivo dello straordinario successo di Jurassic Park?
Sicuramente la presenza dei dinosauri,animali che da sempre affascinano il mondo dei più piccoli.
Chrichton dice nel libro:“I bambini amavano i dinosauri perché queste gigantesche creature impersonavano la forza incontrollabile
e sempre incombente dell’autorità. Erano un simbolo dei genitori. Affascinanti e incontrollabili, proprio come i genitori.
E i bambini li amavano, proprio come amavano i genitori.

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Chi di noi,da bambino,non ha sognato o giocato con i grandi sauri,che la mia generazione vedeva disegnati nei cartoni e oggi vengono proposti in 3D?
Un mondo affascinante anche perchè perduto per sempre.
Che resta nell’immaginario di tutti grazie anche alle continue scoperte di fossili,alle splendide ricostruzioni dei musei di storia naturale e sopratutto
grazie ad una mole sempre maggiore di documentari ricostruiti in grafica con tecnologie sempre più perfezionate,che ricreano visivamente
l’habitat naturale dei grandi dinosauri.
Spielberg gioca su questo,sul fascino indiscusso dei dinosauri e sopratutto montando una storia affascinante anche se con alcune inesattezze e con una lunghezza del film davvero inusuale.
Ma alla fine il prodotto che vien fuori è di indiscusso fascino.

Isla Nublar 120 miglia al largo della Costa Rica.
Un operaio è misteriosamente ucciso da un animale feroce;l’isola è di proprietà della In.Gen,una società che conduce misteriosi esperimenti scientifici.
A capo della In.Gen c’è il ricchissimo John Hammond, che grazie alle più avanzate tecniche di clonazione è riuscito a riportare in vita i grandi dinosauri.
I quali ora sono nell’isola di Isla Nubar,protetti da imponenti misure di sicurezza.
Il paleontologo Alan Grant e la paleobotanica Ellie Sattler vengono invitati da Hammond nell’isola,con lo scopo di recensire positivamente l’operazione,creata a scopo commerciale.L’intento di Hammond è infatti quello di fare un gigantesco parco a tema e l’imprimatur dei due scienziati è fondamentale per dare una patina di rispettabilità all’operazione stessa e sopratutto per rassicurare i finanziatori.
Grant e la Sattler assistono stupefatti ad una scena che sembra trasportarli di milioni di anni indietro nel tempo:dinosauri e stegosauri passeggiano
e si godono l’aria di Isla Nubar.
Ma non ci sono soltanto i placidi dinosauri tra le creature clonate dal dottor Henry Wu;i temibili predatori T.Rex,i Velociraptors hanno ripreso vita
e sarà proprio un T.Rex a dare il via ad una serie di avvenimenti che porteranno il gruppo formato dai due scienziati,dai due nipotini di Hammond che
si sono aggregati a loro e il dottor Malcom,esperto matematico in teoria del caos a vivere un’avventura fatta di continui colpi di scena.
Ho limitato al massimo il racconto della trama per lasciare spazio all’immaginazione di coloro che non hanno visto questo classico dell’avventura,
un film godibile dall’inizio alla fine.
Le incongruenze non inficiano assolutamente il racconto,grazie ad una regia che privilegia sempre e in ogni caso sia l’azione sia la tensione.
Che corre per tutto il film,tra l’alternarsi di scene di grande bellezza,come quella che vede i protagonisti che si sono rifugiati su un albero
ascoltare il canto dei dinosauri o la caccia dei velociraptor al gruppo dei fuggitivi.
Nel film di Spielberg funziona tutto,come un ingranaggio oliato alla perfezione.

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Sicuramente ben amalgamato il cast con un ottimo Sam Neill nel ruolo del professor Grant,assolutamente credibile come scienziato passando per
Laura Dern,la botanica e paleontologa Ellie Sattler,espressiva e in forma, a Jeff Goldblum che è Malcom,il matematico ironico e sacrcastico che per primo intuisce la minaccia della clonazione e della selezione genetica delle uova fecondate tutte femmina;sua la battuta “Dio crea i dinosauri. Dio distrugge i dinosauri. Dio crea l’uomo. L’uomo distrugge Dio. L’uomo crea i dinosauri.I dinosauri mangiano l’uomo. La donna eredita la terra.”
Nella parte di Hammond,pacioso e serafico miliardario che sottovaluta il rischio potenziale di portare tra gli uomini una razza di animali che
con esso non ha mai convissuto c’è Sir Richard Samuel Attenborough,grande regista e attore britannico già direttore di film come Gandhi e A chorus line.
Il suo volto simpatico contrasta con quello del bravissimo e viscido (nel film) Wayne Knight,che interpreta Dennis Nedry l’informatico che vende
alla BioSyn gli embrioni di 15 specie,finendo però per non incassare il prezzo del suo tradimento.
Bene tutto il resto del cast,nel quale spicca Samuel L. Jackson nel ruolo di Ray Arnold,capo dei tecnici informatici.
Menzione d’onore ovviamente per gli effetti speciali e quindi a Dennis Muren, Stan Winston, Phil Tippett e Michael Lantieri e alle belle musiche di
John Williams.
Un film ormai diventato un classico,che non può mancare nella videoteca di un appassionato di cinema.

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Jurassic Park

Un film di Steven Spielberg. Con Sam Neill, Jeff Goldblum, Laura Dern, Richard Attenborough, Joseph Mazzello, Bob Peck, Samuel L. Jackson, Martin Ferrero, B.D. Wong, Ariana Richards, Wayne Knight, Gerald R. Molen, Miguel Sandoval, Cameron Thor, Christopher John Fields, Whitby Hertford, Dean Cundey, Jophery C. Brown, Tom Mishler, Greg Burson, Adrian Escober Fantastico,durata 127 min. – USA 1993. – Universal Pictures

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Jurassic Park banner personaggi

Sam Neill: Alan Grant
Laura Dern: Ellie Sattler
Jeff Goldblum: Ian Malcolm
Richard Attenborough: John Hammond
Bob Peck: Robert Muldoon
Samuel L. Jackson: Ray Arnold
Ariana Richards: Alexis Murphy
Joseph Mazzello: Timothy Murphy
Wayne Knight: Dennis Nedry
Martin Ferrero: Donald Gennaro
BD Wong: Henry Wu
Cameron Thor: Lewis Dodgson
Gerald R. Molen: Gerry Harding
Miguel Sandoval: Juanito Rostagno
Dean Cundey: Tecnico

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Stefano De Sando: Alan Grant
Isabella Pasanisi: Ellie Sattler
Roberto Chevalier: Ian Malcolm
Cesare Barbetti: John Hammond
Michele Gammino: Robert Muldoon
Claudio Fattoretto: Ray Arnold
Valeria De Flaviis: Alexis Murphy
George Castiglia: Timothy Murphy
Vittorio Stagni: Dennis Nedry
Marco Mete: Donald Gennaro
Loris Loddi: Henry Wu
Simone Mori: Lewis Dodgson
Eugenio Marinelli: Juanito Rostagno
Dario Penne: Mr. DNA

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Regia Steven Spielberg
Soggetto dal romanzo di Michael Crichton
Sceneggiatura Michael Crichton, David Koepp
Produttore Gerald R. Molen, Kathleen Kennedy
Produttore esecutivo Lata Ryan, Colin Wilson
Distribuzione (Italia) Universal Pictures
Fotografia Dean Cundey
Effetti speciali Dennis Muren, Stan Winston, Phil Tippett, Michael Lantieri
Musiche John Williams
Scenografia Rick Carter
Trucco Paul Mejias

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“-Grant: Signor Hammond! Dopo attenta considerazione ho deciso… di non avallare il suo parco!
-Hammond: Anche io!”

“Quanto mi secca avere sempre ragione”

“I dinosauri forse hanno più tratti in comune con gli uccelli attuali di quanto non ne abbiano con i rettili. Guardate l’osso pubico,
rivolto all’indietro come negli uccelli. Guardate le vertebre: piene di sacche d’aria e di cavità esattamente come negli uccelli,
ed il suo nome “Raptor” significa uccello rapace.”

“Ci dovrete far l’abitudine al professor Malcolm, soffre di un deplorevole eccesso di personalità! (John Hammond)”

“È… È un dinosauro! (Alan Grant)”

“L’hai fatto, brutto figlio di puttana. (Ian Malcolm)”

“Ci facciamo una fortuna con questo posto. (Donald Gennaro)”

“Professor Grant, mia cara professoressa Sattler, benvenuti… Al Jurassic Park! (John Hammond)”

“Guarda, si muovono in branchi… Si muovono in branchi. (Alan Grant)”

“Qui non si bada a spese. (John Hammond)”

“Ma chi ci tengono lì dentro, King Kong? (Ian Malcolm)”

“La mancanza di umiltà di fronte alla natura che si dimostra qui… Mi sconvolge. Lei non vede il pericolo che è insito in quello che fa?
La potenza genetica è la forza più dirompente che esista e lei se ne serve come un… Un bambino che gioca con la pistola del padre. (Ian Malcolm)”

“Questa sì che è una bella montagna di merda! (Ian Malcolm)”

“Il Tirannosauro il cibo non l’accetta. Lui vuole cacciare. Non si può sopprimere un istinto vecchio di 65 milioni di anni. (Alan Grant)”

“Mi ricordi di ringraziare John per il bellissimo week-end! (Ian Malcolm)”

“Quando la devi fare, la devi fare. (Ian Malcolm)”

“Dio ci scampi! Siamo nelle mani degli ingegneri… (Ian Malcolm)”

“Io non biasimo la gente per i suoi sbagli ma pretendo che ne paghi lo scotto. (John Hammond)”

“Le nostre vite sono nelle tue mani e ora scopriamo che hai le dita di burro! (John Hammond)”

“Se la caveranno tutti… Chi meglio di un esperto di dinosauri può tirar fuori i bambini dal Jurassic Park? (John Hammond)”

Jurassic Park banner i dinosauri

Apatosaurus
Cearadactylus
Dilophosaurus
Euoplocephalus
Hadrosaurus
Hypsilophodon
Maiasaura
Meganeura
Microceratops
Othnielia
Procompsognathus
Styracosaurus
Stegosaurus
Triceratops
Tyrannosaurus
Velociraptor

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Jurassic Park Parasaurolophus

Il Parasaurophus

Jurassic Park Stegosaurus

Lo Stegosaurus

Jurassic Park Triceratops

Il Triceratops

Jurassic Park Tyrannosaurus rex

Il Tyrannosaurus Rex

Jurassic Park Velociraptor

Il Velociraptor

Jurassic Park Dilophosaurus

Il Dilophosaurus

Jurassic Park Brachiosaurus

Il Brachiosaurus

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“Il pianeta è. sopravvissuto a tutto, nel corso del tempo. Sopravvivrà certamente anche a noi.”

“Tutti i più grandi cambiamenti sono come la morte: non puoi vedere l’altro lato finché non sei là.”

“Nella società dell’informazione, nessuno pensa. ”

“La linearità è un modo artificiale di vedere il mondo. La vita vera non è una serie di eventi legati
tra di loro che si verificano uno dopo l’altro come perline di una collana.”

“Il pianeta non è in pericolo. Noi siamo in pericolo. Non abbiamo il potere di distruggere il pianeta:
o di salvarlo. Ma abbiamo il potere di salvare noi stessi.”

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Recensione di Irene Bignardi di La Repubblica

Allora, la scienza può o non può riportare in vita i dinosauri? Per ora no. Nonostante quello che sostiene il geniale Michael Crichton nel suo libro Jurassic Park. Nonostante quello che racconta Steven Spielberg
nel film da sessanta milioni di dollari che ne ha tratto e la cui prima ha prodotto code da ingorgo stradale attorno ai duemila-cinquecento cinema americani in cui è stato presentato. Nonostante il tempismo della
notizia apparsa due giorni prima dell’uscita del film in prima pagina sul “New York Times”, secondo cui sarebbe stato rinvenuto il Dna di un curculionide dell’epoca dei dinosauri, insomma, la materia prima con cui
si potrebbe mettere in moto il fantascientifico esperimento di ridare vita al passato. Per ora non c’è nulla da temere: neppure il più pazzo degli scienziati ci riuscirebbe.
A ridare vita a un mondo perduto ci sono riusciti in ,in compenso degli altri scienziati, i geni della Light & Magic, che, utilizzando tutte le risorse della “computer graphic“, hanno costruito gli stupefacenti dinosauri del film
e dire dinosauri è peccare di genericità. Ci sono i T-Rex come confidenzialmente viene chiamato il più grande e terribile di tutti, il tyrannosaurus rex, protagonista delle scene più terrificanti, quelle che hanno suggerito ai censori
americani di proibire il film ai minori di tredici anni. Ci sono i disneyani brachiosauri dal lungo collo, che hanno la grande qualità di essere vegetariani e di avere il cervello e l’aggressività di una mucca. C’è il delicato triceratops,
che è grosso come due elefanti ma è cagionevole di salute e, nel film, fa cacche gigantesche. Ci sono i gallimimus che corrono e saltellano nei prati, belli come i bisonti di Balla coi lupi. Ci sono i feroci velociraptor,
che corrono e saltano come uccellacci – a cui assomigliano moltissimo – ma che hanno l’intelligenza degli scimpanzè, tanto che sono capaci di aprire le porte e, da bravi carnivori, non mollano facilmente la preda…
Il libro, come il film, si basa su una premessa scientifica remotamente plausibile (e che, a sentire Spielberg, sarà sicuramente praticabile tra una quarantina d’anni). Che il sangue succhiato ai dinosauri dalle zanzare
del Giurassico e del Cretaceo, incapsulato con le zanzare medesime nelle colate di ambra, possa essere estratto, e che, donando questo Dna “liofilizzato”, si possa ricostruire l’intero essere vivente.
La premessa, spiegano gli scienziati, è errata: basti dire che nei globuli rossi non c’è Dna. Poco importa. Anche perché qualcosa di vero c’è. E sulle premesse scientifiche di Jurassjc Park “Newsweek” ebbe modo di costruire un dettagliato
servizio dedicato a questa teoria stimolando, al contempo, curiosità e paura per gli effetti imprevedibili dell’ingegneria genetica, senza contare la mania clonatoria che da qualche anno ha preso gli Stati Uniti: una mania culminata
nell’annuncio fatto da due ricercatori, Raul Cano e George Poinar, che hanno comunicato di aver donato il Dna di un’ape vecchia quaranta milioni di anni ritrovata intrappolata nell’ambra, e nella comunicazione resa dagli scienziati dell’American Museum of Natural History,
che hanno invece donato una termite di soli venticinque milioni di anni. E fortuna che gli scienziati che hanno trovato il Dna di un mammut siberiano non si sono fatti venire l’idea di fare altrettanto…
Come il terrore dell’elettricità ai tempi in cui Mary Shelley scrisse il suo Frankenstein, quello dell’atomica ai tempi di Godzilla, quello della scoperta dello spazio ai tempi di2001, è la paura dei possibili sviluppi incontrollati della scienza, e in questo caso della bioingegneria,
l’idea alla base del mito terrificante di Jurassic Park. Ma – e qui si viene ai “ma” – mentre il libro di Crichton sottolinea con estrema chiarezza il ruolo che, a questo proposito, hanno l’avidità e la presunzione umana, come se l’eterno bambino Spielberg si fosse lasciato affascinare
dai suoi giocattoli, buoni e cattivi, più che dall’apologo sulle deviazioni dell’arroganza prometeica e sulla fame di denaro che una scienza deviata incoraggia, Jurassic Park – il film – si limita a essere un percorso mozzafiato in un luna park delle meraviglie e degli orrori in cui i
personaggi non hanno molte sfumature e la “morale” – obbligatoria in ogni fiaba, rosa o nera – si perde nel flusso di adrenalina.
Il Cattivo – il miliardario Hammond, interpretato un po’ caricaturalmente da Richard Attenborough, che ha inventato e creato in un’isola del Pacifico la sua Disneyland dei dinosauri – è l’ennesimo eccentrico “mad doctor” e non il magnate incosciente che pensa solo al denaro.
E le colpe del disastro che colpisce il Jurassic Park, anziché all’imprudenza, all’approssimazione dovuta all’avidità, alla luciferina presunzione di poter controllare la vita sostituendosi alle leggi di natura, sono da attribuire solo a un ripugnante ciccione che, più avido di tutti,
per avidità combina un grande pasticcio elettronico che porta il parco alla rovina. E dire che Shakespeare, nel Giulio Cesare, invitava a diffidare dei magri…
Come in ogni fiaba che si rispetti, ci sono gli innocenti in pericolo – i nipotini di Hammond, invitati dal nonno a visitare Jurassic Park prima dell’inaugurazione ufficiale -, due deliziosi e vispi bambini che si spaventano un po’ troppo poco di quel che gli capita e le cui nozioni
elettroniche salveranno alla fine, se non il parco, almeno la pelle del clan familiare. Sam Neill è il paleontologo bambinofobo che finirà per essere sedotto dalla freschezza e dall’intelligenza delle due creature. Laura Dern è la sua scialba fidanzata, esperta di paleobotanica
(e desiderosa di maternità). E Jeff Goldblum è il matematico teorico del caos che filosofeggia spiritosamente per tutto il film, cercando di riportare ogni tanto il discorso sui massimi sistemi della reaità della scienza, come suggerisce la foto di Oppenheimer che pende nella sala dei computer.
Ma non c’è, Jurassic Park, la paura allo stato puro di Lo squalo, la poesia di Incontri ravvicinati, l’incanto magico di un personaggio come E.T. La protagonista è la meraviglia della realizzazione e della performance dei dinosauri grandi e piccoli, innocui e crudeli, vegetariani e carnivori –
e tutti femmine (niente di misogino, scoprirete perché): come osserva David Ansen nella sua recensione, “chi ha detto che il cinema di questi tempi non offre grandi parti femminili?”.
Da Irene Bignardi, Il declino dell’impero americano, Feltrinelli, Milano, 1996

Recensione parziale di Lietta Tornabuoni di L Stampa

Era ora. Finalmente, dopo tante parole e tanta virulenza pubblicitaria, gli spettatori possono vedere e giudicare: divertente ma non strepitoso, è nei cinema italiani Jurassic Park che, costato 100 miliardi e 750 milioni di lire, negli Stati Uniti ha già incassato quasi 500 miliardi.
Protagonisti, si sa, i dinosauri . Nella storia li resuscita John Hammond, un ricco americano vecchio e tondo che nel libro di Michael Crichton (editore Garzanti) è un affarista volpino irresponsabile e cinico pronto a trasformare la ricerca genetica in profitto capitalistico,
mentre nel film che Steven Spielberg ha tratto dal bel romanzo è un utopista megalomane interpretato da Richard Attenborough come un nonno bonario, stordito. […]

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Recensioni tratte dal sito http://www.davinotti.com

G.Godardi

Uno Spielberg in vacanza (in realtà con la testa era già a Schindler’s List) che si dimentica di revisionare la sceneggiatura e ci offre un film sì spettacolare ma talmente pieno di buchi narrattivi da sembrare quasi tronco.
Ma tanto si sa che la visione del suddetto è dovuta più agli effetti speciali che alla firma registica. Un lungo luna park visivo che piacerà di sicuro a bambini e ragazzi. Buono il cast. Resta comunque la sensazione di una
bella occasione sprecata (alcune scene sono davvero ottime). Andrà meglio col sequel.
Gugly

L’evoluzione dell’intreccio fino ad un certo punto rispetta il romanzo originale (molto diverso nella conclusione), poi vira piegandosi alle leggi di mercato (il romanzo è più complesso è serio). Citazione per Goldblum nei panni
dello scienziato che non prende nulla sul serio. Tutto il resto è un piacevole spettacolo per adulti e bambini, con uno spruzzo di horror per solleticare i palati.
Magnetti

Location fantastica (Hawaii) e, soprattutto, dinosauri riprodotti in modo straordinario. Ai tempi, quando uscì, alla visione del primo dinosauro si rimaneva a bocca aperta. Bella anche la trovata del DNA dei dinosauri contenuti
nelle zanzare ritrovate all’interno dell’ambra fossile. Il film regge bene tutta la durata con finale aperto per gli immancabili sequel. Il T-rex è spaventoso e il suo verso è la registrazione del rumore che un simulatore della NASA fa quando è in movimento.
Stubby

Purtroppo il tempo è crudele, e ciò che all’epoca era qualcosa di straordinario, rivisto oggi rientra tranquillamente nella norma. Jurassic Park è un film avvincente, con buoni interpreti e un regista che è un vero pioniere del cinema fantastico e fantascientifico.
I dinosauri e su tutti il T-Rex sono splendidamente animati e, all’epoca della sua uscita, facevano veramente rimanere a bocca aperta. Rivisto oggi perde quasi tutto il suo fascino (soprattutto in tv). Comunque un capostipite.
Redeyes

Non si può non riconoscere il titolo di capolavoro a Jurassic Park. È una di quelle pellicole che riviste anche a distanza di anni non delude, anzi. Gli effetti speciali la fanno da padrona, ma non si lascia assolutamente da parte la trama che appare tutt’altro che stiracchiata.
Certo la lunghezza in certi momenti non aiuta, ma è difficile trovare momenti morti. Buono il cast nella sua interezza, anche in virtù del non ricorso ad attrici od attori bellissimi. Spielberg regala l’ennesimo capolavoro.

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I film più visti di sempre nei cinema Usa

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Ancora una classifica su Filmscoop.
Questa volta però una classifica del tutto particolare,perchè riguarda gli Usa e sopratutto perchè riguarda i film che hanno staccato
il maggior numero di biglietti al botteghino.
Non una classifica per incassi,quindi,ma una classifica stilata in base alla reale vendita di biglietti nei cinema degli States.

E’ Via col vento il film più visto nella storia del cinema americano,con poco più di 202 milioni di biglietti venduti.
Il film diretto da Victor Fleming nel 1939 e interpretato da Clark Gable,Vivien Leight,Olivia De Havilland e Trevor Howard,tratto dal romanzo
omonimo di Margaret Mitchell venne prodotto da David O. Selznick e distribuito dalla Metro-Goldwyn-Mayer.
Lungo ben 240 minuti,è un’epopea che parte nell’anno 1861,nel sud degli Usa ed è incentrata sulle vicende della famiglia O’Hara e principalmente
di Rossella,una capricciosa ragazza che passerà dalla ricchezza alla povertà e di nuovo alla ricchezza attraverso vicende personali dolorose
che culmineranno con la perdita della figlia Diletta e dell’unico uomo che l’avesse amata veramente Rhett Butler.
Al secondo posto,dietro Via col vento troviamo un altro film datato;si tratta di Guerre stellari,diretto da George Lucas e uscito nelle sale
nel 1977 con 178 milioni di biglietti venduti.

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Vivien Leight e Clark Gable in Via col vento,il film più visto di tutti i tempi nei cinema americani

2 Guerre stellari 2

Guerre stellari

Prodotto da Gary Kurtz per la Lucas Film,Guerre stellari è la prima delle 6 (finora) storie dedicate a quella che nella presentazione del film
è “una galassia lontana“,dominata dal malvagio imperatore Palpatine al cui servizio c’è Dart Fener, seguace del Lato Oscuro della Forza a cui si oppongono l’Alleanza e i Cavalieri Jedi.Han Solo,Luke Skywalker,la principessa Leila Organa,Obi-Wan “Ben” Kenobi,Chewbecca,D-3BO e C1-P8 sono i protagonisti del film di fantascienza costato di meno e che ha incassato di più nella storia del cinema.Fra gli attori protagonisti del film troviamo Harrison Ford,Mark Hamill,Carrie Fisher e Alec Guinness.
Tutti insieme appassionatamente di Robert Wyse,uscito nelle sale nel lontano 1965 è al terzo posto,con oltre 142 milioni di biglietti venduti.
Il musical interpretato da Christopher Plummer e Julia Andrews racconta la storia di una novizia che finisce per diventare la governante dei sette bambini del vedovo Comandante Georg Ritter von Trapp,che finirà per sposare nel tradizionale happy end hollywoodiano.
5 Oscar e un successo incredibile fanno di questo film un evergreen.
Quarto posto,con 141 milioni di biglietti venduti per E.T. l’extra-terrestre,di Steven Spielberg,film del 1982
La storia commovente del bambino e dell’alieno,una vera e propria favola con finale strappalacrime è interpretata da Henry Thomas,Drew Barrymore e Peter Coyote.

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Al quinto posto il primo dei film contemporanei.
Si tratta di Titanic.diretto nel 1997 da James Cameron,che ha staccato negli Usa 135 milioni di biglietti;una storia d’amore sullo sfondo del tragico
affondamento del Titanic,che è racchiusa nella frase che la protagonista Rose recita nel film:« Il cuore di una donna è un profondo oceano di segreti. Ma ora sapete che c’era un uomo di nome Jack Dawson, e che lui mi ha salvato, in tutti i modi in cui una persona può essere salvata. Non ho nemmeno una sua foto… non ho niente di lui, vive solo nei miei ricordi. »
Platee di tutto il mondo commosse e affascinate da una storia senza tempo,che è anche il terzo maggior incasso cinematografico di tutti i tempi.
Nel cast Leonardo Di Caprio e Kate Winslet
I dieci comandamenti (The Ten Commandments) un film colossal del 1956 diretto da Cecil B. DeMille è al sesto posto,con 130 milioni di biglietti venduti.
Il racconto biblico della storia di Mosè salvato dalle acque e divenuto tanto potente da oscurare nel cuore del faraone Sethi I l’affetto per suo figlio Ramesse.

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Julie Andrews in Tutti insieme appassionatamente

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ET l’extraterrestre

Mosè però ha una missione,riportare nella terra promessa gli schiavi ebrei dall’Egitto e Dio svelerà la sua potenza al faraone costringendolo a liberare
gli ebrei.Celebre la scena della separazione delle acque,un grande Charlton Heston interpreta Mosè.
Settimo posto per Lo squalo,classico thriller-horror diretto da Steven Spielberg nel 1975 che ha staccato 128 milioni di biglietti.
La storia dello squalo che terrorizza l’isola di Amity (Nuova Inghilterra) e che verrà ucciso dallo scoppio di una bombola dopo una caccia entusiasmante fu uno dei primi film ad essere distribuito in maniera capillare nei cinema.Un film di ottimo livello che oottenne anche un battage pubblicitario senza precedenti;fra gli interpreti Roy Scheider,Robert Shaw e Richard Dreyfuss.Tre Oscar per montaggio,sonoro e colonna sonora.
Posizione numero otto per Il dottor Zivago (Doctor Zhivago) film del 1965 diretto da David Lean, con Omar Sharif, Julie Christie, Geraldine Chaplin, Alec Guinness e Rod Steiger.
Tratto dall’omonimo romanzo di Boris Leonidovic Pasternak è un grande affresco storico ed una storia d’amore con sullo sfondo il falso mito della liberazione dallo schiavismo degli Zar da parte del proletariato russo. Un film di largo respiro, che stacca ai botteghini 124 milioni di biglietti.
Uno dei più famosi horror di tutti i tempi in posizione numero nove;si tratta di L’esorcista (The Exorcist),un film del 1973 diretto da William Friedkin e tratto dall’omonimo romanzo di William Peter Blatty,con Linda Blair,Ellen Burstyn,Jason Miller e Max von Sydow.
L’adolescente Regan mostra segni evidenti di possessione diabolica.
Sarà dapprima padre Padre Lankaster Merrin a tentare di cacciare il demonio da Regan ma il successo,pagato con la vita,arriderà a Padre Damien Karras.

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Kate Winslet in Titanic

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Charlton Heston in I dieci comandamenti

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Lo squalo

Celebri le scene con Linda Blair che vomita verde,levita sul letto o gira completamente la testa e la sua maschera terrificante.
110 i milioni di biglietti venduti dal film al botteghino.
In posizione numero dieci,con 109 milioni di biglietti venduti,il primo film d’animazione della Disney e contemporaneamente della storia,Biancaneve e i sette nani (Snow White and the Seven Dwarfs) film del 1937 diretto da David Hand.
La storia di Biancaneve,odiata per la sua bellezza e giovinezza dalla strega cattiva e da essa avvelenata,salvata dai sette nani e poi risvegliata dal
bacio del principe commuove il pubblico di tutte le età.
La carica dei 101 (One Hundred and One Dalmatians) film del 1961 diretto da Wolfgang Reitherman, Hamilton Luske e Clyde Geronimi è in undicesima posizione con poco meno di cento milioni di biglietti venduti.
Diciassettesimo film d’animazione della Disney,racconta la divertente storia del compositore Rudy Radcliffe,che vive in un appartamento da scapolo a Londra insieme al suo dalmata Pongo e di Anita e il suo dalmata femmina,Peggy.
I due,grazie a Pongo,si sposerenno e Pongo e Peggy daranno alla luce 15 cuccioli.Un’amica di Anita,Crudelia Demon, intende farsi una pelliccia di cuccioli di dalmata e così fa rapire i dalmata di Rudy e Anita e altri cuccioli.
Dopo divertenti vicende,Rudy e Anita si ritroveranno proprietari di 101 cuccioli di dalmata e compreranno una casa in campagna per farli vivere
tutti assieme.
Posizione numero 12 per il secondo episodio in ordine di uscita della saga di Guerre Stellari,L’Impero colpisce ancora (The Empire Strikes Back) film del 1980 diretto da Irvin Kershner.
Tornano i grandi eroi della saga di sci.fi più vista della storia del cinema;più di 98 milioni di biglietti staccati per Han Solo,Luke e la principessa Leyla
ancora alle prese con l’Impero.
Ancora un grande classico in puro stile peplum in tredicesima posizione;si tratta di Ben-Hur kolossal del 1959 diretto da William Wyler, ancora una volta con Charlton Heston nel ruolo del protagonista.
98 milioni di biglietti venduti per la storia del principe ebreo Giuda Ben-Hur in lotta con il suo ex amico,il romano Messala.
Dopo quasi 200 minuti di film pieno di colpi di scena,nella spettacolosa scena della corsa delle quadrighe Ben Hur si vendicherà dell’uomo che ha distrutto la sua famiglia.
Record di premi Oscar,ben 11.

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Il dottor Zivago

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Linda Blair in L’esorcista

Avatar, film di fantascienza kolossal del 2009 scritto e diretto da James Cameron e interpretato da Sam Worthington,
Stephen Lang, Zoë Saldaña, Sigourney Weaver, Giovanni Ribisi e Michelle Rodriguez è in quattordicesima posizione per numero di biglietti venduti,98 milioni ma al primo come incassi sul solo suolo americano con un miliardo di dollari e primo nel mondo con quasi 3 miliardi di dollari.
Quindicesima posizione per Il ritorno dello Jedi,diretto da Richard Marquand nel 1983.
94 milioni di biglietti venduti per il terzo capitolo della saga di Guerre stellari,prima della saga prequel dei nostri giorni.
Il gruppo storico si ricompone e lotta fino alla fine contro l’Imperatore e Dart Fener,in un tripudio di effetti speciali e con il tradizionale happy end.
Sedicesima posizione e 91 milioni di biglietti venduti per Jurassic Park film del 1993 diretto da Steven Spielberg, basato sull’omonimo romanzo scritto da Michael Crichton.
Dinosauri e uomini che vivono ai nostri tempi grazie alla geniale clonazione di alcune specie di dinosauri.
Ma la natura ha le sue regole.
Film spettacolare grazie al trionfo della computer grafica,con bravi protagonisti come Sam Neill,Laura Dern,Jeff Goldblum,Richard Attenborough,Samuel L. Jackson.
In posizione numero diciassette ancora un capitolo della saga di Guerre stellari,questa volta si tratta del prequel del primo episodio,
Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma (Star Wars: Episode I – The Phantom Menace)film del 1999 diretto da George Lucas.
In 90 milioni hanno visto la nascita della saga nei cinema americani,conoscendo come si sono evoluti personaggi come Obi-Wan Kenobi e Anakin Skywalker,il futuro Dart Fener.
Bravissimi attori nel cast,come Liam Neeson,Ewan McGregor,Natalie Portman,Jake Lloyd,Pernilla August.

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Biancaneve e i sette nani

La stangata (The Sting) film del 1973 diretto da George Roy Hill, con Paul Newman e Robert Redford è in diciottesima posizione,con 89 milioni di biglietti venduti;
Nel 1936 Johnny,un piccolo truffatore,per vendicare la morte dell’amico Luther ucciso da un gangster organizza con Henry una truffa memorabile
ai danni del gangster stesso.Colonna sonora famosissima,due grandi attori in forma smagliante e sette Oscar premiano uno dei film più divertenti degli anni settanta.
Diciannovesima posizione per il terzo film di animazione Disney presente in questa classifica,Il re leone (The Lion King) del 1994 diretto da Roger Allers e Rob Minkoff,con 89 milioni di biglietti venduti.Storia ambientata in Africa,della nascita del piccolo Simba destinato a diventare il re della foresta ma ostacolato da suo zio Scar che tenterà in ogni modo di farlo morire come ha già fatto con suo padre.Ma Simba alla fine diverrà adulto e re.
Celebri le musiche del film e i personaggi di contorno,come Timon e Pumbaa che avranno in seguito delle avventure dedicate a loro in cartoni specifici.
L’ultima posizione presa in esame in questa classifica,la ventesima,è occupata da I predatori dell’arca perduta (Raiders of the Lost Ark) film del 1981,diretto da Steven Spielberg e capostipite della tetralogia cinematografica di Indiana Jones.
E’ il quarto film di Spielberg presente nei primi venti film più visti nei cinema americani,con 88 milioni di biglietti venduti.
Un bravissimo Harrison Ford è Indiana Jones,un archeologo con la vocazione dell’avventuriero,impegnato nel recupero dell’Arca dell’alleanza
in concorrenza con i nazisti.

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La carica dei 101

12 L'impero colpisce ancora 2

L’impero colpisce ancora

Questi sono dunque i film che hanno venduto più biglietti negli Usa limitatamente alle prime 20 posizioni;ma oltre la ventesima ci sono film importantissimi
per la storia del cinema.
Eccoli:( i dati sono arrotondati per difetto)

21a posizione: Il laureato,1967 di Mike Nichols 85.500.000 biglietti venduti;
22a posizione: Fantasia,1940 Walt Disney Production 83.000.000 biglietti venduti;
23a posizione: Il padrino,1972 di Francis Ford Coppola 78.900.000 biglietti venduti;
24a posizione: Forrest Gump,1994 di Robert Zemeckis 78.500.000 biglietti venduti;
25a posizione: Mary Poppins,1964 di Robert Stevenson 78.100.000 biglietti venduti;
26a posizione: Grease,1978 di Randal Kleiser 76.900.000 biglietti venduti;
27a posizione: The Avengers,2012 di Joss Whedon 76.768.000 biglietti venduti;
28a posizione: Agente 007 – Thunderball: Operazione tuono,1965 di Terence Young 74.800.000 biglietti venduti;
29a posizione: Il cavaliere oscuro,2008 di Christopher Nolan 74.282.000 biglietti venduti;
30a posizione: Il libro della giungla,1967 di Wolfgang Reitherman 73.670.000 biglietti venduti;

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1 Via col vento 2

Via col vento

2 Guerre stellari 1

Guerre stellari

3 Tutti insieme appassionatamente 2

Tutti insieme appassionatamente

4 Et l'extraterrestre 2

ET l’extraterrestre

5 Titanic 1

Titanic

6 I 10 comandamenti 2

I dieci comandamenti

7 Lo squalo 2

Lo squalo

8 Il Dottor Zivago 2

Il dottor Zivago

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L’esorcista

10 Biancaneve e i sette nani 2

Biancaneve e i sette nani

11 La carica dei 101 uno

La carica dei 101

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L’impero colpisce ancora

13 Ben Hur 1

13 Ben Hur 2

Due fotogrammi da Ben Hur

14 Avatar 1

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Due fotogrammi da Avatar

15 Il ritorno dello Jedi locandina 1

15 Il ritorno dello Jedi locandina 2

Due fotogrammi da Il ritorno dello Jedi

16 Jurassic Park 1

16 Jurassic Park 2

Due fotogrammi da Jurassic Park

17 Star wars 1 la minaccia fantasma 1

17 Star wars 1 la minaccia fantasma 2

Due fotogrammi da Star Wars La minaccia fantasma

18 La stangata 1

18 La stangata 2

Due fotogrammi da La stangata

19 Il re leone 1

19 Il re leone 2

Due fotogrammi da Il re leone

20 I predatori dell'arca perduta 1

20 I predatori dell'arca perduta 2

Due fotogrammi da I predatori dell’arca perduta

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Da Via col vento,1939
« Francamente, me ne infischio. »
« Tara! A casa! A casa mia! E troverò un modo per riconquistarlo. Dopotutto, domani è un altro giorno! »

Da Guerre stellari,1977
« La Forza sarà con te. Sempre! »
«È la spada laser di tuo padre. Questa è l’arma dei cavalieri Jedi. Non è goffa o erratica come un fulminatore. È elegante, invece, per tempi più civilizzati. Per oltre mille generazioni i cavalieri Jedi sono stati i guardiani di pace
e giustizia nella vecchia Repubblica, prima dell’oscurantismo, prima dell’Impero.»

Da Tutti insieme appassionatamente,1965
«Vede, il cielo era così azzurro oggi e tutto era così verde, profumato, che ho dovuto farne parte. La montagna mi portava in alto, più in alto, come se volesse far toccare le nubi anche a me.»
«Maria: Non risponderò mai a un fischio. Si fischia ai cani, ai gatti, ad altre bestie, ma non ai ragazzi e certo non a me. Sarebbe troppo umiliante.
Comandante von Trapp: Fräulein, aveva tendenze così sovversive anche al convento?
Maria: Oh, molto di più, signore.»

Da Et l’extraterrestre,1982
«E.T. Telefono… casa..»
«Come spieghi cos’è la scuola ad un’intelligenza superiore?»

Da I 10 comandamenti,1956
« Un demone, quegli che spinge gli uomini a fare dei propri fratelli delle bestie, degli schiavi, infliggendogli ogni sofferenza, a privarli dello spirito, della speranza, della fede.»
« La morte chiama la morte. Uccidi me mastro beccaio.»

Da Titanic,1997
« Quando non hai niente, non hai niente da perdere.»
« Secondo me la vita è un dono, non ho intenzione di sprecarla. Non sai mai quali carte ti capiteranno nella prossima mano. Impari ad accettare la vita come viene. […] Così ogni singolo giorno ha il suo valore.»

Da Lo squalo,1975
« Ho capito. Lei si farà i suoi sporchi affari finché lo squalo non verrà a morderle il sedere! »
« Senta, qui siamo di fronte a una macchina, una macchina che ha 200 milioni di anni. Una macchina perfetta, una macchina perfetta per nuotare, mangiare e produrre piccoli squali. Una macchina mangiatrice di uomini.»

Da Dottor Zivago,1965
« Aniuska, smettila: i buoni matrimoni li fa Dio, non li facciamo noi.”
« Ma se il popolo ama la poesia, ama i poeti… e nessuno ama la poesia più di un russo… »

Da L’esorcista,1973
« Se io vedessi un suo doppione, stesso viso, stessa voce… tutto quanto… sentirei che non è Regan. Lo sentirei dentro. E posso dire che quella cosa là di sopra non è mia figlia.
Adesso lei deve dirmi che sa ed è convinto che mia figlia ha soltanto dei disturbi mentali e basta, deve dirmi che è convinto che un esorcismo non le servirebbe a niente, su mi dica questo!!! »
« Credo che voglia portarci alla disperazione… perché vedendoci ridotti a bestie mostruose… noi escludiamo la possibilità dell’amore di Dio.»

Da Biancaneve e i sette nani,1937
« Regina: Specchio, servo delle mie brame, chi è la più bella del reame?
Specchio: Bella, tu sei bella, mia Regina, ma oggi, un’altra bellezza c’è; sotto ai suoi stracci pur s’indovina che, ahimè, ella è più bella di te.
Regina: Ahimè per lei! Dimmi il suo nome!
Specchio: Boccuccia di rose, e d’ebano i capelli, come neve è bianca.
Regina: Biancaneve »
« E per darmi la prova sicura che tu l’hai davvero uccisa, mi porterai il suo cuore qua dentro »

Da La carica dei 101,1961
« Quindici ciccioli rubati??Cretinate! »
« Guidate come si deve!Volete farvi beccare dalla polizia?? »

Da L’impero colpisce ancora,1980

« Un giorno ti sbaglierai anche tu e spero solo di essere lì.»
« Unisciti a me, e insieme potremo governare la galassia, come padre e figlio.»

Da Ben Hur,1959

« Ben Hur: Se non fossi promessa, ti direi addio con un bacio.
Ester: Se non fossi promessa, non ci sarebbero addii da dirci.»
« Non a caso un piccolo villaggio in riva al Tevere fu scelto a reggere il mondo »

Da Avatar,2009
« Mentre ero sul letto di un ospedale militare, con un bel buco sparato nel centro della mia vita, ho cominciato a sognare di volare. Ero libero. Ma prima o poi… ti devi svegliare.»
« Ero un guerriero che aveva sognato di poter portare la pace. Ma prima o poi… ti devi svegliare »

Da Il ritorno dello Jedi,1983
« Mi chiedo se le tue sensazioni in questa faccenda siano chiare, Lord Fener. (Imperatore Palpatine)»
« La tua flotta ha perso. E i tuoi amici sulla luna di Endor non sopravviveranno. Non c’è via di scampo, mio giovane apprendista. L’Alleanza morirà. Come anche i tuoi amici. Bene. Percepisco la tua ira. Sono indifeso. Prendi la tua arma!
Abbattimi con tutta la forza del tuo odio e il tuo viaggio verso il Lato Oscuro sarà finalmente compiuto!»

Da Jurassic Park,1993
« I dinosauri forse hanno più tratti in comune con gli uccelli attuali di quanto non ne abbiano con i rettili. Guardate l’osso pubico, rivolto all’indietro come negli uccelli. Guardate le vertebre:
piene di sacche d’aria e di cavità esattamente come negli uccelli, ed il suo nome “Raptor” significa uccello rapace.»
« La mancanza di umiltà di fronte alla natura che si dimostra qui… Mi sconvolge. Lei non vede il pericolo che è insito in quello che fa? La potenza genetica è la forza più dirompente
che esista e lei se ne serve come un… Un bambino che gioca con la pistola del padre.»

Da Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma,1999
« La paura è la via per il Lato Oscuro. La paura conduce all’ira, l’ira all’odio; l’odio conduce alla sofferenza. Ah… Io sento in te molta paura »
« E di te, giovane Skywalker, osserveremo la carriera con grande interesse »

Da La stangata,1973
« Certo che mi conosci. Sono le due e sono solo! »
« E quindi, per seguire il proprio cuore, uno deve fare la cosa sbagliata.»

Da Il re leone,1994
« Siamo tutti collegati nel grande cerchio della vita »
« Hakuna matata, ma che dolce poesia! | Hakuna matata, tutta frenesia! | Senza pensieri la tua vita sarà | Chi vorrà vivrà in libertà | Hakuna Matata! »

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Elizabeth

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Il 7 settembre 1533 a Greenwich nasce Elisabetta I Tudor,regina d’Inghilterra e di Irlanda dal 1558 al 1603,data della sua morte.
Figlia di Enrico VIII Tudor e di Anna Bolena,la donna per la quale Enrico provocò lo scisma anglicano dalla chiesa cattolica di Roma
sarà la donna più importante dell’intera storia inglese,che dette il via ad un periodo di straordinaria prosperità per l’inghilterra sia
dal punto di vista meramente economico,sia da quello sociale e culturale (Shakespeare visse in questo periodo come Christopher Marlowe e Francis Bacon).
Il film parte dal 1558,anno in cui muore dopo soli cinque anni di regno la regina Maria Tudor,divenuta famosa storicamente con il poco lusinghiero
soprannome di Maria la sanguinaria (Bloody Mary)
Figlia di Enrico VIII e di Caterina di Aragona (figlia di Isabella e Ferdinando di Spagna),la legittima consorte del re d’Inghilterra,che Enrico ripudiò
proprio per sposare Anna Bolena,Maria sale al trono dopo che Edoardo VI d’Inghilterra (figlio della terza moglie di Enrico,Jane Seymour) aveva designato come successore sua cugina Jane Grey,che però rimase sul trono d’Inghilterra solo 9 giorni,in seguito alla rivolta popolare e politica che la considerava l’unica vera successore di Enrico.

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La sua morte aprì una pericolosa crisi politica,accentuata anche dalla situazione economica disastrosa in cui versava l’Inghilterra.
E Elizabeth inizia proprio con una didascalia che ricorda il difficilissimo periodo in cui si venne a trovare l’Inghilterra all’indomani
della morte della regina Maria,con Elizabeth che ha 25 anni, è regina ma di fatto è osteggiata da parte della nobiltà.
La futura regina vergine è appena uscita dal confine angusto della casa di campagna in cui è stata relegata dalla sorellastra,
dopo essere stata prigioniera nella Torre di Londra con il serio rischio di essere giustiziata.
Per Elizabeth inizia un periodo difficilissimo,stretta tra gli obblighi di corte,la presenza ingombrante di sua cugina Maria Stuarda che è regina di Scozia e appoggiata dalla Francia nonchè dalla sua mortale nemica Maria Di Guisa e gli intrighi della stessa corte.
Unico alleato della neo regina è Francis Walsingham,uomo fidato e valido consigliere.
In campo sentimentale la regina è legata ad un vecchio amico d’infanzia,Robert Dudley, I conte di Leicester,che per tutta la vita sarà suo fedele e devoto amico nonchè amante (anche se nel film viene mostrato come l’uomo che la tradì,una grave inesattezza storica).
Pressata da William Cecil,che a nome della corte le chiede e la scongiura di prendere marito per evitare rischi alla successione alla corona,stretta
tra i suoi sentimenti per l’amato Robert e gli obblighi verso la sua nazione,seguiamo il percorso che costringerà la futura Regina vergine
a scegliere di non prendere marito,votando la sua intera esistenza alla grandezza dell’Inghilterra.
Che inizia con una grave sconfitta,quella riportata contro le truppe francesi guidate da Maria Di Guisa.

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Elizabeth scampa anche a due gravi attentati,uno effettuato con un vestito intriso di veleno (a morire sarà una cameriera) e uno perpetuato da un monaco che nel film è assoldato da Papa Pio V (cosa storicamente falsa)
Grazie all’aiuto del fido Walsingham,Elizabeth si muove con coerenza e spietatezza;Maria Di Guisa viene assassinata proprio grazie a Walsingham mentre Maria Stuarda viene catturata e infine giustiziata.
In seguito la regina elimina tutti gli oppositori interni,decapitando in senso letterale buona parte della nobiltà ostile e esiliando Robert reo di
aver trattato con la Spagna il suo matrimonio.
Grazie ad Elizabeth,che si è rivelata anche una regina accorta e capace,l’Inghilterra si avvia ad una straordinaria età dell’oro che culminerà
nella vittoria nella guerra contro la Spagna e la sconfitta della Invncibile Armata (che vedremo nel secondo dei film dedicati alla regina vergine,Elizabeth The golden age)
Tutto pagato a caro prezzo,come la rinuncia agli affetti,ad una famiglia e a dei figli…
Elizabeth,film del 1998 diretto dal regista indiano Shekhar Kapur che dirigerà anche il seguito,Elizabeth: The Golden Age (2007) sembrerebbe una biopic ma in realtà non può nemmeno definirsi un film storico,per le troppe inesattezze ed errori che ne penalizzano la credibilità storica,anche se comunque resta un ottimo film in costume.
Le inesattezze vanificano in qualche modo il bel lavoro di ricostruzione ambientale e scenografico fatto dalla troupe;c’è da dire che però la sola interpretazione di Cate Blanchett vale il prezzo del biglietto.
L’espressione ieratica e pallida della regina vergine è resa dall’attrice australiana in maniera assolutamente impeccabile.
Tutta la gamma delle espressioni che un’attrice deve riservare ad un personaggio complesso e carismatico come Elisabetta I
sono affrontate dalla Blanchett con un realismo recitativo impressionante.

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Infatti nel 1999 ebbe la nomination per questo film all’Oscar,battuta soltanto da Gwyneth Paltrow nell’altro film di stampo britannico Shakespeare in Love curiosamente ambientato proprio durante il regno della grande regina inglese.
Oscar che però non le sfuggirà nel 2005 come Miglior attrice non protagonista per The Aviator e nel 2014 come Miglior attrice protagonista per Blue Jasmine.
Eccellente il cast che fa da contorno alle vicende di Elizabeth;molto bravi Geoffrey Rush che interpreta Francis Walsingham,Joseph Fiennes che è Lord Robert (protagonista principale proprio di Shakespeare in love e che non ebbe l’Oscar per nessuno dei due film,Fanny Ardant nel ruolo di Maria Di Guisa,Richard Attenborough nella parte di William Cecil e l’ex calciatore Eric Cantona in quello di Monsieur de Foix.
Nota stonatissima la parte di Vincent Cassell nel ruolo del Duca D’Anjou raffigurata come un debosciato dedito al travestitismo;era un uomo di ben altro calibro e tra l’altro le trattative per il matrimonio tra lei e la regina d’Inghilterra non superarono mai la fase iniziale delle trattative.
Splendida la fotografia di Remi Adefarasin mentre la regia di Shekhar Kapur è priva di sbavature di rilievo,le scene di massa sono ben girate
e il film ha nerbo e qualità,a patto di dimenticare le troppe inesattezze storiche.
Un film tutto sommato di ampio respiro e mai noioso.
Consigliato.

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Elizabeth

Un film di Shekhar Kapur. Con Cate Blanchett, Geoffrey Rush, Christopher Eccleston, Joseph Fiennes, Richard Attenborough, Fanny Ardant, Eric Cantona, Vincent Cassel, Kathy Burke, Edward Hardwicke, Emily Mortimer, John Gielgud, Liz Giles, Rod Culbertson, Paul Fox Biografico,durata 124 min. – Gran Bretagna 1998.

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Elizabeth banner protagonisti

Cate Blanchett: Elizabeth
Geoffrey Rush: Francis Walsingham
Joseph Fiennes: Lord Robert
Fanny Ardant: Marie De Guise
Richard Attenborough: William Cecil
Christopher Eccleston: Thomas Howard
Eric Cantona: Monsieur de Foix
Vincent Cassel: Duca d’Anjou
Kathy Burke: Regina Mary Tudor
Edward Hardwicke: Conte di Arundel
Emily Mortimer: Kat Ashley
John Gielgud: Papa Pio V
Daniel Craig: John Ballard

1 Cate Blanchett ... Elizabeth I

Cate Blanchett è Elizabeth I

1 Christopher Eccleston ... Duke of Norfolk

Christopher Eccleston è il Duca di Norfolk.

1 Fanny Ardant ... Mary of Guise

Fanny Ardant è Maria Di Guisa

1 Geoffrey Rush ...  Sir Francis Walsingham

Geoffrey Rush è Francis Walsingham

1 Joseph Fiennes ... Robert Dudley, Earl of Leicester

Joseph Fiennes è Lord Robert

1 Kathy Burke ... Queen Mary Tudor

Kathy Burke è la Regina Mary Tudor

1 Richard Attenborough ...  Sir William Cecil, Lord Burghley

Richard Attenborough è William Cecil

1 Vincent Cassel ... Duc d'Anjou

Vincent Cassel è il Duca D’Anjou

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Roberta Pellini: Elizabeth I
Mariano Rigillo: Sir Francis Walsingham
Paolo Maria Scalondro: Duca di Norfolk
Vittorio Guerrieri: Robert Dudley
Gianni Musy: Sir William Cecil
Anne Marie Sanchez: Marie De Guise
Jacques Peyrac: Duca d’Anjou
Lorenza Biella: Regina Mary Tudor
Barbara Berengo: Kat Ashley

Elizabeth banner cast

Regia Shekhar Kapur
Soggetto Michael Hirst
Sceneggiatura Michael Hirst
Produttore Tim Bevan, Eric Fellner, Alison Owen, Mary Richards
Fotografia Remi Adefarasin
Montaggio Jill Bilcock
Musiche David Hirschfelder
Scenografia John Myhre, Lucy Richardson e Peter Howit

Elizabeth banner citazioni

“lo credo che il coraggio di un uomo si misuri dal modo in cui egli muore. Sono contento di morire per quello in cui credo, quindi tagliami la testa e fa’ di me un martire.”
“C’è così poca bellezza in questo mondo e così tanta sofferenza. Tu credi che Dio avesse questo in mente? Sempre che esista veramente un dio al di là di noi e dei nostri pensieri.”
“Noi mortali abbiamo molte debolezze, proviamo troppe emozioni. Facciamo troppo male. Troppo presto moriamo, ma abbiamo l’opportunità di AMARE.”
“Non mi avrete mai come moglie ne voi ne il duca di Spagna”
“Non voglio aprire finestre nelle anime degli uomini!”
“Io sono figlia di mio padre”

Elizabeth banner recensioni

L’opinione di Raffaella dal sito http://www.mymovies.com

“So di avere il corpo di una debole e fragile donna, ma ho il cuore e il fegato di un re, e per giunta di un re d’Inghilterra”. Tali parole, proferite dalla regina Elisabetta I,
racchiudono l’essenza del suo agire, del suo operato, del suo pensiero, delineando la figura della più grande monarca che l’Inghilterra abbia mai avuto. Non a caso, il periodo elisabettiano,
nel quale si configura la nascita della nuova potenza mondiale, è una delle pagine più suggestive e affascinanti della storia inglese, celebrate dall’arte, dalla letteratura e, negli ultimi anni,
anche dal cinema. Il più recente adattamento cinematografico risale al 1998 con il film “Elizabeth” in cui a vestire i panni della superba regina è la bravissima Cate Blanchett che ci offre un’interpretazione indimenticabile.
Il percorso storico delineato ha inizio nel 1554, durante il regno di Maria Tudor, che governa un Paese dilaniato dall’instabilità religiosa e finanziaria e minacciato da Francia e Spagna. La cattolica sovrana promuove una furiosa persecuzione
di cui sono oggetto i protestanti e si accanisce contro la sorellastra, la principessa Elisabetta, con l’accusa di tradimento. Dopo la morte di Maria, Elisabetta sale al trono d’Inghilterra all’età di 25 anni e assicura al suo amante, Robert Dudley,
la cessazione dell’esilio. Elisabetta si mostra sin da subito una sovrana spregiudicata: favorisce i protestanti inimicandosi la Chiesa cattolica; rifiuta qualsiasi matrimonio d’interesse al fine di garantire l’autonomia dell’Inghilterra;
è oggetto di numerose cospirazioni che, grazie al suo fidato Walsingham, vengono alla luce: quindi i nemici vengono ineluttabilmente eliminati. Ora Elisabetta, la Regina Vergine, è la padrona assoluta del trono inglese e si dedica esclusivamente al potenziamento del suo Paese.
La ricostruzione storica è molto fedele e risulta sapientemente caratterizzata dalle magnifiche scenografie, dai sontuosi costumi, dal commento musicale che raggiunge l’apice della suggestione nella scena dell’investitura di Elisabetta. Il film, che ha ottenuto 7 nominations all’Oscar,
splende anche per le brillanti performance del cast, soprattutto della protagonista. Infatti, a rendere più coinvolgente la vicenda contribuisce la lettura moderna della figura di Elisabetta, che ci appare una donna molto vicina al nostro tempo, un’eroina determinata,
dotata di una grande forza d’animo e intraprendenza, capace di far cadere qualsiasi pregiudizio e dimostrando che, nella sua vulnerabilità di donna, si nasconde invece una dignità ineguagliabile.

L’opinione di Lord Holy dal sito http://www.filmtv.it

Definirlo una biografia sarebbe pretestuoso. L’elenco delle imprecisioni, degli errori e del mancato attenersi ai fatti documentati sarebbe interminabile. Piuttosto può essere considerato un dramma a carattere storico, che utilizza nomi ed eventi realmente accaduti riadattandoli per i propri scopi,
in una trama romanzata che si focalizza sulla commistione fra sentimento, religione e politica. Pur con qualche innegabile eccesso e cliché.

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Opinioni tratte dal sito http://www.davinotti.com

Galbo

Nel 1533 Elizabeth Tudor, figlia di Enrico VIII, diventa regina di Inghilterra; il film è la storia dei primi 10 anni del suo regno. Il regista di origine indiana Kapur è abile nel ricreare il cupo clima di incertezza e di contrasti religiosi (tra cattolici e protestanti) di quel periodo storico.
La scenografia e i costumi sono efficaci, ma il vero punto di forza del film è il cast che si avvale della presenza di grandi attori dalla Blanchett, a Rush a Attenborough,Craig e Fiennes oltre a Gielguld nel ruolo del pontefice.
Rebis

L’occasione era quella di assistere alla storia dei colonizzatori nella prospettiva dei colonizzati: ma l’indiano Kapur non sembra interessato a riletture critiche quanto a mettere in capo un esercizio di estetizzazione che attinge a una oculata perizia tecnica e che ha i suoi apici nelle scene di danza:
l’esito complessivo è rigoglioso, magniloquente, a tratti gratuito. La sceneggiatura di Hirst mira all’enfasi shakespeariana. Nell’interpretazione della Blanchett s’infrange l’algore sanzionato dalla tradizione in nome di una passione che contrasta il rigore preteso dall’incertezza del potere.
Vstringer

Ricostruzione storica, con il minimo sindacale di tocchi romanzeschi, dell’avvio dell’era elisabettiana nell’Inghilterra ancora lacerata dalle lotte religiose. L’apparato scenico è sontuoso; il cast è folto, competente e ben assortito
(bene i soliti noti, menzione per l’insolito Eric Cantona nel ruolo di ambasciatore). La diafana Cate Blanchett, al suo debutto ad alto livello, mostra di essere perfettamente in parte. Peccato che la sensazione di deja vu che il film emana gli precluda lo status di “grande”.
Gugly

Sontuoso affresco dell’Inghilterra e tentativo di indagine della misteriosa regina vergine: da giovane anche lei voleva vivere e amare, ma la ragion di stato… Luci ed ombre, amore, complotti realmente accaduti che segneranno il destino della figlia di Anna Bolena e la porteranno
a sposare il regno anziché un dissoluto principe francese (lo spiritoso Vincent Cassel); la Blanchett è già eterea di suo per l’incarnato, ma dona l’acciaio alla sua regina come si conviene. In parte i volpini consiglieri.
Nando

La salita al trono d’Inghilterra della protestante figlia di Enrico VIII e Anna Bolena con il mostrarsi di tutte le contraddizioni del periodo in cui lotte intestine di religione infiammano i cuori. Un discreto affresco del periodo, anche se storicamente non impeccabile,
che può contare su opulente scenografie ed un cast di alto livello.
Belfagor

Sontuoso, raffinato affresco di una vita e di un regno, fra luci ed ombre. La regia di Kapur è efficace nel delineare la natura conflittuale dell’ascesa di Elisabetta I. Non ci sono molte sviolinate romantiche, ma l’impostazione lirica di certe scene crea dei momenti sinceramente toccanti.
Costumi eccellenti. Il cast, ricco di nomi celebri, offre delle ottime interpretazioni. Punto centrale del film è una splendida Cate Blanchett dal nobile pallore che si identifica pienamente con il personaggio della regina.
Greymouser

La Blanchett è una perfetta Elisabetta I, e il buon risultato ottenuto in questo film storico-biografico è dovuto soprattutto alla sua performance carismatica, oltre che all’ottimo cast in generale. Ciò ci porta a perdonare o chiudere un occhio rispetto ai numerosi svarioni storiografici e filologici,
oltre che verso un’eccessiva affabulazione che rende poco credibili certi passaggi e certe situazioni. Ma ben vengano lavori di questo genere, che attingono alla materia appassionante della storia che spesso si rivela grande soggettista.
Ale nkf

Davvero ottima la Blanchett nell’interpretare la regina Elizabeth: riesce a far emergere tutto quello che c’è di positivo nel vivere a corte, ma anche tutto quello che ne segue tra complotti e inganni come per esempio il tentato omicidio ai suoi danni. La regia di Kapur è solida e molto buono anche il resto del cast
(Geoffrey Rush e Richard Attenborough tra i tanti).
Ducaspezzi

Magnifico nella resa scenografica e costumistica, soddisfacente in quella registica e sorretto da uno svolgimento che – sulla scia della superba interpretazione della “regina bastarda” da parte di una Blanchett che sa essere magnetica e iconica e di tutto un cast che ben gli rifulge attorno,
finanche nel ruolo minore del calciatore-attore Eric Cantona – scorre via robusto e senza tentennamenti per tutta la sua lunga durata. La storia e le relazioni private dentro o attorno ad essa, con queste ultime che incidono ma senza che ne venga disturbo.
Tuxtucis

Sebbene il film non sia privo di pregi (in primo luogo i costumi e la recitazione), per gran parte della sua durata ancora più evidenti ne sono i limiti; in primo luogo la sceneggiatura, che privilegia in modo piuttosto superficiale l’aspetto sentimentale rispetto all’aspetto pubblico-politico.
Penosa la resa della corte francese e fastidiose le frequenti scene di danza. Il film tuttavia acquista vigore sul finale con un credibile crescendo drammatico.
Yoghi

Un bell’affresco del’inghilterra del 500, con Kate Blanchet che interpreta molto bene il ruolo di Elisabetta. Il cast è notevole la regia ben fatta. I costumi sono molto ricercati e sono ben evidenziate le lotte tra cattolici e protestanti dopo lo scisma voluto dal re Enrico VIII, padre di Elisabetta I, per poter sposare Anna Bolena,
madre di Elisabetta I (e avere l’erede maschio che la moglie Caterina D’Aragona non gli dava). In complesso un film piacevole che si vede molto piacevolmente.

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Classifica al botteghino 1991

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1) Johnny Stecchino di Roberto Benigni

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con Roberto Benigni, Nicoletta Braschi, Paolo Bonacelli, Franco Volpi

2) Robin Hood: Il principe dei ladri (Robin Hood: Prince of Thieves) di Kevin Reynolds

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con Kevin Costner, Morgan Freeman, Mary Elizabeth Mastrantonio, Alan Rickman, Christian Slater

3) Donne con le gonne di Francesco Nuti

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con Francesco Nuti, Carole Bouquet, Gastone Moschin, Cinzia Leone, Didi Perego

4) Terminator 2 – Il giorno del giudizio (Terminator 2: Judgement Day) di James Cameron

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con Arnold Schwarzenegger, Linda Hamilton, Edward Furlong, Robert Patrick, Earl Boen, Joe Morton

5) Vacanze di Natale ’91 di Enrico Oldoini

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con Massimo Boldi, Christian De Sica, Ezio Greggio, Nino Frassica, Alberto Sordi, Ornella Muti, Andrea Roncato

6) Scelta d’amore – La storia di Hilary e Victor (Dying Young) di Joel Schumacher

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con Julia Roberts, Campbell Scott, Vincent D’Onofrio, Colleen Dewhurst, Ellen Burstyn

7) Pensavo fosse amore invece era un calesse di Massimo Troisi

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con Massimo Troisi, Francesca Neri, Angelo Orlando, Marco Messeri, Natalia Bizzi

8) Hook – Capitan Uncino (Hook) di Steven Spielberg

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con Robin Williams, Dustin Hoffman, Julia Roberts, Bob Hoskins, Maggie Smith, Caroline Goodall, Phil Collins, Charlie Korsmo

9) JFK – Un caso ancora aperto (JFK) di Oliver Stone

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con Kevin Costner, Gary Oldman, Sissy Spacek, Kevin Bacon, Tommy Lee Jones, Michael Rooker, Joe Pesci, Donald Sutherland, John Candy, Jack Lemmon, Walter Matthau, Vincent D’Onofrio, Tomas Milian

10) Maledetto il giorno che ti ho incontrato di Carlo Verdone

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con Carlo Verdone, Margherita Buy, Stefania Casini, Elisabetta Pozzi, Giancarlo Dettori, Didi Perego, Renato Pareti

11) Thelma & Louise (Thelma & Louise) di Ridley Scott

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con Susan Sarandon, Geena Davis, Harvey Keitel, Michael Madsen, Christopher McDonald, Stephen Tobolowsky, Brad Pitt, Timothy Carhart

12) A proposito di Henry (Regarding Henry) di Mike Nichols

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con Harrison Ford, Annette Bening, Mikki Allen, Bill Nunn

13) Le comiche 2 di Neri Parenti

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13 Le comiche 2 foto
con Paolo Villaggio, Renato Pozzetto, Roberto Della Casa, Antonio Allocca, Catherine Zago

14) Una pallottola spuntata 2 1/2 – L’odore della paura di David Zucker

14 Una pallottola spuntata 2 1-2 - L'odore della paura locandina

14 Una pallottola spuntata 2 1-2 - L'odore della paura foto
con Leslie Nielsen, Priscilla Presley, George Kennedy, O.J. Simpson, Robert Goulet, Richard Griffiths

15) La famiglia Addams (The Addams Family) di Barry Sonnenfeld

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15 The Addams Family foto
con Anjelica Huston, Raul Julia, Christopher Lloyd, Dan Hedaya, Elizabeth Wilson, Christina Ricci, Carol Kane, Jimmy Workman

16) La leggenda del re pescatore (The Fisher King) di Terry Gilliam

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16 La leggenda del re pescatore foto
con Robin Williams, Jeff Bridges, Amanda Plummer, Mercedes Ruehl, Michael Jeter

17) The Doors (The Doors) di Oliver Stone

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con Val Kilmer, Meg Ryan, Kyle MacLachlan, Kathleen Quinlan, Kevin Dillon, Billy Idol, Michael Madsen, Mimi Rogers, Crispin Glover

18) Analisi finale (Final Analysis) di Phil Joanou

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con Richard Gere, Kim Basinger, Uma Thurman, Eric Roberts, Keith David

19) Cape Fear – Il promontorio della paura (Cape Fear) di Martin Scorsese

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con Robert De Niro, Nick Nolte, Jessica Lange, Juliette Lewis, Robert Mitchum, Gregory Peck, Martin Balsam

20) Hot Shots! (Hot Shots!) di Jim Abrahms

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con Charlie Sheen, Valeria Golino, Lloyd Bridges, Cary Elwes, Kevin Dunn, Jon Cryer


Classifica al botteghino 1992

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1) La bella e la bestia (Beauty and the Beast) di Gary Trousdale & Kirk Wise

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[animazione]

2) Basic Instinct di Paul Verhoeven

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con Michael Douglas, Sharon Stone, George Dzundza, Jeanne Tripplehorn, Denis Arndt

3) Guardia del corpo (The Bodyguard) di Mick Jackson

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con Kevin Costner, Whitney Houston, Gary Kemp, Bill Cobbs, Ralph Waite, Tomas Arana, Debbie Reynolds

4) Dracula di Bram Stoker (Bram Stoker’s Dracula) di Francis Ford Coppola

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con Gary Oldman, Winona Ryder, Anthony Hopkins, Keanu Reeves, Cary Elwes, Richard E. Grant, Tom Waits, Monica Bellucci

5) Sommersby di Jon Amiel

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5 Sommersby foto
con Richard Gere, Jodie Foster, Bill Pullman, James Earl Jones, William Windom, Brett Kelley, Richard Hamilton

6) Codice d’onore (A Few Good Men) di Rob Reiner

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con Tom Cruise, Jack Nicholson, Demi Moore, Kevin Bacon, Kiefer Sutherland, Kevin Pollak,Cuba Gooding Jr.

7) Puerto Escondido di Gabriele Salvatores

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7 Puerto escondido foto
con Diego Abatantuono, Claudio Bisio, Valeria Golino, Antonio Catania, Renato Carpentieri

8) Proposta indecente (Indecent Proposal) di Adrian Lyne

8 Proprosta indecente locandina

8 Proprosta indecente foto
con Robert Redford, Demi Moore, Woody Harrelson, Oliver Platt, Seymour Cassel, Sheena Easton, Herbie Hancock

9) Sister Act – Una svitata in abito da suora di Emile Ardolino

9 Sister Act locandina

9 Sister Act foto
con Whoopi Goldberg, Maggie Smith, Harvey Keitel, Bill Nunn, Kathy Najimy, Wendy Makkena, Mary Wickes

10) Arma letale 3 (Lethal Weapon 3) di Richard Donner

10 Arma letale locandina

10 Arma letale foto
con Mel Gibson, Danny Glover, Joe Pesci, Rene Russo, Stuart Wilson

11) Al lupo al lupo di Carlo Verdone

11 Al lupo al lupo locandina

11 Al lupo al lupo foto
con Carlo Verdone, Sergio Rubini, Francesca Neri

12) Anni 90 di Enrico Oldoini

12 Anni 90 locandina

12 Anni 90 foto
con Christian De Sica, Massimo Boldi, Ezio Greggio, Nino Frassica, Andrea Roncato, Flavio Bucci

13) L’ultimo dei Mohicani (The Last of the Mohicans) di Michael Mann

13 L'ultimo dei Mohicani locandina

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con Daniel Day-Lewis, Madeleine Stowe, Russell Means, Eric Schweig, Jodhi May, Steven Waddington

14) Giochi di potere (Patriot Games) di Phillip Noyce

14 Giochi di potere locandina

14 Giochi di potere foto
con Harrison Ford, Anne Archer, Patrick Bergin, Thora Birch, Sean Bean, Richard Harris,James Fox, Samuel L. Jackson

15) Sognando la California di Carlo Vanzina

15 Sognando la California locandina

15 Sognando la California foto
con Massimo Boldi, Nino Frassica, Bo Derek, Maurizio Ferrini, Antonello Fassari, Francesca Reggiani

16) Pomodori verdi fritti (alla fermata del treno) (Fried Green Tomatoes) di Jon Avnet

16 Pomodori verdi fritti locandina

16 Pomodori verdi fritti foto
con Kathy Bates, Jessica Tandy, Mary Stuart Masterson, Mary-Louise Parker, Cicely Tyson, Chris O’Donnell

17) Eroe per caso (Hero) di Stephen Frears

17 Eroe per caso locandina

17 Eroe per caso foto
con Dustin Hoffman, Andy Garcia, Geena Davis, Joan Cusack, Kevin J. O’Connor, Stephen Tobolowsky

18) Luna di fiele (Bitter Moon) di Roman Polanski

18 Luna di fiele locandina

18 Luna di fiele foto
con Emmanuelle Seigner, Peter Coyote, Hugh Grant, Kristin Scott Thomas, Victor Banerjee, Sophie Patel, Stockard Channing

19) Gli spietati (Unforgiven) di Clint Eastwood

19 Gli spietati locandina

19 Gli spietati foto
con Clint Eastwood, Gene Hackman, Morgan Freeman, Richard Harris, Jaimz Woolvett, Saul Rubinek, Frances Fisher

20) Amore per sempre (Forever Young) di Steve Miner

20 Amore per sempre locandina

20 Amore per sempre foto
con Mel Gibson, Elijah Wood, Isabel Glasser, Jamie Lee Curtis


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