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Il vichingo venuto dal sud

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Il vichingo venuto dal sud locandina

Lando Buzzanca ha spesso dato vita sullo schermo alla figura del classico stereotipo del maschio latino; questa è stata la sua fortuna ma anche, se vogliamo, il suo limite. Sicuramente le sue qualità di attore erano superiori ai ruoli che ha quasi sempre interpretato ma a “Il mio vizio” la figura del Landone nazionale piace da matti e continuerò sempre a tesserne le lodi. Ora, pensare al maschio del profondo Sud nei primissimi anni ’70 (ma anche all’ italiano in genere, direi) associato alla “modernità” di paesi dell’ Europa settentrionale come Svezia e Danimarca è compito assai arduo; figuriamoci se poi parliamo del masculo siculo per eccellenza! Da una geniale idea di Giulio Scarnicci, Steno e Raimondo Vianello, Buzzanca veste i panni del meridionale all’ avanguardia con idee “nordiche”: non esistono le corna, la gelosia e quant’ altro, il sesso non è tabù, lo scambismo è all’ ordine del giorno e cose così (ovviamente tutto sulla carta)…Siamo nel 1971 e nel film vengono mostrate cose che in Italia erano ancora lontanissime, a cominciare dai sexy shop e dai filmini porno. Oggi il film risulta un po’ datato poichè siamo nell ‘era del web e il porno è a portata di click comodamente e in ogni momento, per non parlare dei sexy shop che pullulano in ogni dove. Ma 45 anni fa la cosa era ben diversa… Ottima la regia di Steno che, di fronte a simili tematiche scottanti, non sbraca e non scivola mai nella volgarità. Buzzanca è, come sempre, strepitoso a tratteggiare il suo personaggio ipocrita e bellissima è Pamela Tiffin, sua giovane mogliettina danese che egli scopre interprete in un filmino porno. Gigi Ballista è il solito “cumenda” lumbard e altri piccoli ruoli se li ritagliano Dominique Boschero (che si vede solo nel prologo), Victoria Zinny e Rita Forzano.

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Il film ha goduto anche di una riedizione un anno dopo (con il titolo “Il magnifico mandrillo”), sulla scia del successo de “Il merlo maschio” e, soprattutto, di “Homo eroticus”, dal quale riprende clamorosamente la locandina originale (con Buzzanca a torso nudo e con cravatta, contornato da donne adoranti) con qualche leggera modifica. Da vedere.
Rosario Trapanese (Lando Buzzanca) è un rampante manager siciliano che lavora per l’ importante calzaturificio milanese Borelon, che ha svariate sedi in Italia e in Europa. Rosario, che si vanta di avere lontane origini normanne, si sente sprecato a lavorare in Italia e sogna di poter vivere nella terra dei suoi avi. Maschio caliente e scapolo impenitente, afferma continuamente di avere idee libere, moderne e anticonformiste e non vede l’ ora di fuggire da un posto retrogrado come l’ Italia dove un suo amico geloso (Gastone Pescucci) può addirittura tentare di sparargli se scopre che va a letto con sua moglie (Dominique Boschero). L’ occasione gliela offre il Dottor Borelon (Gigi Ballista) su un piatto d’ argento, allorquando gli affida il comando della sua filiale di Copenhagen. Rosario è entusiasta ma non conosce il danese e il problema della lingua lo frena tantissimo nelle relazioni interpersonali. Il suo braccio destro del posto, Larsen (Renzo Marignano), lo invita ad una festa di coppie scambiste per risollevargli il morale ma Rosario va in bianco… L’ incontro fortuito con Karen (Pamela Tiffin), una ventitreenne studentessa di psicologia che vissuto 2 anni a Firenze e conosce l’ italiano, è il raggio di sole che trasforma la vita di Rosario: i due si innamorano perdutamente e, nel giro di poco tempo, si sposano. Tornato dopo qualche tempo a Milano per un vertice aziendale, Rosario viene invitato da Borelon ad una festa in casa sua e lo stesso lo invita a tirare fuori una sorpresa per i suoi ospiti: un filmino pornografico danese in Super 8, una autentica chicca da proporre ai curiosissimi invitati che non avevano mai visto nulla di simile.

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Si spengono le luci, la proiezione ha inizio e i commenti sono fenomenali… Rosario se ne sta in disparte e sogghigna con distacco, ostentando la sua mentalità fredda e nordica, mentre osserva le sbigottite reazioni degli astanti, fino a quando non allunga uno sguardo verso lo schermo e scopre che la biondina protagonista del film hard è proprio sua moglie Karen! Risultato: Rosario sviene all’ istante… Una volta ripresosi, pazzo di gelosia, pensa a come lavare l’ onta, in barba al freddo distacco nordico, e medita un delitto d’ onore: si precipita a Copenaghen e affronta malamente sua moglie che gli confessa di aver girato il filmino prima che loro due si conoscessero, giustificandolo come un mero errore commesso da una giovane ragazza desiderosa di fare esperienze. Ma Rosario non sente ragioni, la lascia e ritorna in Italia. Dopo un po’ di tempo, però, ci ripensa e torna a Copenhagen da Karen chiedendole di far pace; sarebbe tutto perfetto se Karen però, per fargli dispetto, non avesse accettato di girare un secondo film porno… Rosario decide di parlare con il produttore (Steffen Zacharias) per far sciogliere il contratto firmato da sua moglie ma c’ è da pagare una penale di 40 milioni di lire…

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Purtroppo del film non esiste ancora alcuna edizione italiana in dvd e quindi per vederlo bisogna accontentarsi di una paleolitica vhs risalente agli anni ’80. Nel 2009 è stato trasmesso in tv su RaiUno a notte fonda in un ottimo master con i titoli in inglese ma con il prologo spostato dopo i titoli di testa: arcane bizzarrie… Al momento resta, in ogni caso, la migliore versione reperibile in italiano. Sul versante della colonna sonora dobbiamo soffermarci un attimo sul solito ottimo lavoro del Maestro Armando Trovajoli che compone uno score interessante con la main theme “Jingles on my mind” interpretata dal gruppo dei Godfather da poco formatosi (al suo interno ci sono un paio di ex esponenti dei Motowns) e che di lì a poco diventerà il famoso gruppo dei Primitives con Mal. Che tempi…

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Il vichingo venuto dal sud

Un film di Steno. Con Lando Buzzanca, Pamela Tiffin, Gigi Ballista, Renzo Marignano, Gastone Pescucci, Dominique Boschero, Steffen Zacharias, Rita Forzano, Nino Terzo, Victoria Zinny, Ferdy Mayne Comico, durata 106 min. – Italia 1971.

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Il vichingo venuto dal sud banner protagonisti

Lando Buzzanca: Rosario Trapanese
Pamela Tiffin: Karen
Rita Forzano: Ilse, la moglie di Carl
Steffen Zacharias: Bosen, il produttore
Dominique Boschero: Priscilla, amante di Rosario a Milano
Victoria Zinny: Luisa, moglie di Borelon
Ada Pometti: donna al party di Borelon
Ferdy Mayne: prof. Grutekoor
Kjeld Nørgaard Larsen: Carl, l’attore svedese
Edda Ferronao: donna al sexy-party
Else-Marie: madre di Karen
Renzo Marignano: Gustav Larsen
Donatella Della Nora: Annelise Jørgensen, segretaria di Rosario
Nino Terzo: l’italiano al sexy-shop
Gigi Ballista: Silvio Borelon
Gastone Pescucci: Valerio, marito di Priscilla
Elizabeth Turner: Eva Grete, l’amica di Karen

Il vichingo venuto dal sud banner doppiatori

Maria Pia Di Meo: Karen
Gianrico Tedeschi: Silvio Borelon
Bruno Persa: Bosen, il produttore
Rolf Tasna: prof. Grutekoor
Michele Gammino: l’italiano al sexy-shop
Gianfranco Bellini: Valerio, marito di Priscilla
Richard Mc Namara: Gustav Larsen

Il vichingo venuto dal sud banner cast

Regia Steno
Soggetto Giulio Scarnicci, Steno, Raimondo Vianello
Sceneggiatura Giulio Scarnicci, Steno, Raimondo Vianello
Casa di produzione International Film Company
Distribuzione (Italia) Twenty Century Fox
Fotografia Angelo Filippini
Montaggio Ruggero Mastroianni
Musiche Armando Trovajoli

L’opinione di mm40 dal sito http://www.filmtv.it

Stanca riproposizione degli stereotipi sessuali sul maschio italiano: focoso ma inconcludente, indipendente ma geloso, moderno ma primitivo e via dicendo. Nonostante le premesse fossero buone (il regista è pur sempre Steno, il protagonista è il bravo Buzzanca, la sceneggiatura è un parto di Scarnicci, Vianello e Steno), la qualità scarseggia e si rimane inchiodati a qualche scenetta facile e superficiale che non solo non dice nulla di nuovo, ma pure perpetua le solite, vecchie barzellette maschiliste – nonostante il maschio ne esca sempre in apparenza scornato. Buzzanca è ormai tristemente relegato in parti di questo tipo: non se ne staccherà più per vari anni, rovinando una carriera fino a quel momento dignitosa (aveva infatti recitato diretto da Germi, Risi, Zampa, Pietrangeli, Lattuada e molti altri); la Tiffin è bella e se la cava; c’è Gigi Ballista in un ruolo secondario.

Opinioni tratte dal sito http://www.davinotti.com

Homesick

«Tu vuo’ fa’ lo vichingo, ma sei nato in Sisilì…»: Steno così sogghigna dirigendo un commedia di costume che prende di mira il maschilismo inveterato e la gelosia possessiva degli italiani, vizi duri a morire anche quando si persegue il proverbiale spirito libertario dei paesi nordici. Dopo la partenza grintosa, il meccanismo inizia tuttavia ad arrugginirsi per il ripetersi di una sceneggiatura povera e dal fiato corto. Buzzanca replica il suo ruolo avito di maschio italico, ma stavolta, o per il colpo della strega o per semplice sfortuna, finisce spesso in bianco.

Daidae

Appena passabile. Inizia bene, ma troppi momenti lenti e inutili lo rendono leggermente pesante; si riprende nel finale. Il cast non si discute: bene Ballista, ottimo come sempre Buzzanca e splendida la Tiffin. Da un regista come Steno mi aspettavo di più… Comunque sufficiente.
Albstef90

Non mi è dispiaciuto. Film gradevole con un Buzzanca sempre raffinatissimo e davvero molto bravo. Steno come regista sa davvero il fatto suo. Girato in parte in Italia e molto in Danimarca il film abbandona un po’ i classici cliché del solito Buzzanca e ne esalta la sua ottima recitazione. Musiche gradevolissime molto seventies, personaggi di contorno buoni (segnalo la presenza dei bravi Renzo Marignano, Gigi Ballista e l’americano Steffen Zacharias) e location indovinate. Promosso.

Shannon

Il film risale all’epoca in cui l’italiano medio sognava avventure bollenti con le emancipate donne scandinave. Allora la pellicola ebbe un discreto successo; quarant’anni dopo, in un’Europa senza più frontiere e con Copenaghen ad un tiro di schioppo, appare decisamente datata. Agli appassionati ed ai nostalgici strapperà qualche sorriso.

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Plagio

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Plagio locandina 1

In una Bologna agitata dalla contestazione del 68,Angela e Massimo che partecipano ad una manifestazione soccorrono Guido,aggredito da tre giovani estremisti.
E’ l’inizio di una bella amicizia tra i ragazzi,divisi praticamente da tutto;mentre Angela e Massimo infatti appartengono a famiglie del popolo,Guido è figlio di una famiglia ricca e in vista.
A dividerli c’è anche il profondo rapporto esistenze tra Angela e Massimo,che ben presto Guido scopre di invidiare.
Ma la cosa non sembra turbare,almeno all’inizio,il rapporto tra i tre.
Solo che Guido,abituato ad ambienti completamente diversi dal loro,sembra non conoscere l’affetto e l’amore per una donna.
E così ben presto scopre di essere attirato da Angela.
Turbata dal giovane, alla fine Angela,nonostante l’amore che prova per Massimo,cede a Guido.
Il quale,correttamente,informa della cosa Massimo.

Location 4 Cinema odeon Bologna

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Il giovane reagisce scappando e ritornando nella sua Rimini,ma ben presto l’affetto che si era stabilito tra i tre prevale e il gruppo si ricompone.
Nasce così un improbabile e insostenibile menage a trois che vedrà anche l’evolversi di un rapporto gay tra i due ragazzi.
I tre si lasciano andare ad un rapporto sessuale che però sconvolge Guido,che il giorno dopo si allontana.
Per motivi sconosciuti (disgrazia?suicidio?) la sua auto finisce fuori strada e il giovane muore.
Ai funerali di Guido partecipano solo i due ragazzi.
Angela con un fascio di fiori si allontana da Massimo,quasi a voler simboleggiare la fine del rapporto con lui…
Plagio è uno dei quattro film diretti da Sergio Capogna.
Siamo nel 1969 e la tematica del triangolo consapevole è di sicuro scottante e moralmente condannata.
Ragion per cui il regista romano è costretto ad andarci con i piedi di piombo per evitare di incappare nella censura e motivo anche
di una linea non precisa del film.

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Che parte con uno sfondo politico (il 68,il movimento e gli scontri di piazza) e si conclude malinconicamente con il tema sentimentale
scandito durante la narrazione dall’uso del flash back in bianco e nero o color seppia,quasi a voler rimarcare il tono
dolente del film.
Che in realtà assomiglia più ad una tragedia,visto che le vite dei tre protagonisti saranno definitivamente cambiate dagli avvenimenti.
La storia d’amore impossibile nasce e si sviluppa con sensi di colpa da parte dei tre giovani,incapaci di vivere appieno i sentimenti che li sconvolgono,
in una società apertamente oscurantista in materia di sesso.
Sarà il più debole dei tre,apparentemente,ovvero Guido a pagarne il prezzo più alto,morendo in un incidente la cui dinamica resta volutamente
oscura:si suicida perchè sa che non c’è futuro per la loro storia oppure finisce fuori strada casualmente?
La storia non lo chiarisce,resta solo il finale,molto amaro, a dire che i tre hanno vissuto qualcosa di unico ma anche di irripetibile.
Pacato,descrittivo e affascinante sopratutto per la confezione estetica,Plagio è opera di buon livello a cui nuoce però l’acerba interpretazione dei tre attori principali,molto impacciati e poco comunicativi.
Mita Medici è bella ma algida e fredda,Ray Lovelock imbarazzato e Alain Noury acerbo e inespressivo.
Così la parte del leone la fa la bella e brava Cosetta Greco,l’operaia saggia e disponibile che ha una storia con Guido.
In quanto a Capogna mostra buona mano e padronanza del mezzo tecnico,alla luce anche del fatto che in pratica la storia è figlia sua in tutti i sensi,
visto che cura la regia,la sceneggiatura e alla fine anche il montaggio.

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Con buona tecnica e con buone capacità dicevo.
Inspiegabilmente passerà diverso tempo prima che il regista metta mano ad un altro film,quel Diario di un italiano che nel 1973 sarà l’ultima sua opera.
Quattro anni dopo infatti il regista scomparirà a soli 50 anni per una brutta malattia.
Un vero peccato,alla luce della sua capacità analitica e dal tono malinconica di eviscerare le figure protagoniste dei suoi film.
Che in questo Plagio appaiono silenziose e quasi presaghe di un futuro negato.
Sicuramente un’opera datata,vista l’evoluzione dei costumi e della morale,ma che va inquadrata in un’epoca in cui parlare di sentimenti e di sesso
a tre era veramente un azzardo.
Nella pellicola c’è qualche fugace scena di nudo di Mita Medici,probabilmente sostituita da una controfigura,scene giustificate e comunque decisamente pudiche mentre l’accenno alla relazione omosessuale tra i due protagonisti maschi è appena abbozzata.
Belle le location.
Si va da una Bologna romantica e sognante in cui gli scontri di piazza sono solo in sottofondo ad una fugace sortita per Padova,poi attraverso una Rimini quasi felliniana e infine alla splendida,palladiana villa Cordellina Lombardi in Via Giacomo Matteotti a Montecchio Maggiore (VI)
storica residenza affrescata tra l’altro da Giambattista Tiepolo.
Plagio è rimasto a lungo un film sepolto;riemerso poco tempo fa,è oggi disponibile in una splendida versione digitale che restituisce il fascino di un’opera che ebbe molto successo sopratutto all’estero e che racconta con pudore e senso della misura una storia d’amore sullo sfondo del finire degli anni sessanta,l’ultima epoca ingenua di un’Italia che di li a poco avrebbe conosciuto il triste periodo degli anni di piombo.
Bella la colonna sonora,con brani rock e classici,bella la fotografia.
Da vedere

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Plagio
Un film di Sergio Capogna. Con Ray Lovelock, Mita Medici, Alain Noury, Cosetta Greco,Dino Mele, Giuliano Disperati Drammatico, durata 85 min. – Italia 1969

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Plagio banner protagonisti

Ray Lovelock: Guido
Alain Noury: Massimo
Mita Medici: Angela
Dino Mele: Roberto
Cosetta Greco: Edera
Libero Grandi: professore universitario
Giuliano Esperanti: poliziotto
Raffi: sorella di Guido

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Regia Sergio Capogna
Soggetto Sergio Capogna
Sceneggiatura Sergio Capogna
Produttore Giuliana Scappino
Casa di produzione Faser Film (Roma); Prodimex (Paris)
Distribuzione (Italia) Regionale
Fotografia Antonio Piazza
Montaggio Sergio Capogna
Musiche Gustav Mahler, Dirtan Michailev
Scenografia Franco Bottari
Costumi Franco Bottari

Plagio banner recensioni

L’opinione di Franred dal sito http://www.mymovies.it

Di Plagio mi ha colpito la profonda sensibilità con cui Capogna ha raccontato i delicati sentimenti di Guido,Angela e Massimo.La rivoluzionaria regia con scene a colori e virate,lo stile sicuro,raffinato,inusuale,al di fuori di ogni schema.Un film coraggioso e sincero da vedere o rivedere con ottimi attori e una splendida fotografia e musica(l’Adagietto di Mahler due anni prima che Visconti lo scegliesse per Morte a Venezia e brani rock).

Dal sito http://www.cinematografo.it

(…) ci pare di intravvedere in questo malinconico e triste film di Capogna le linne di una sostanza intima, una poesia delle cose, e riesca a comunicarci emozioni che oltrepassano il frasario chiuso della materia narrativa (…). Comunque il suo è un film piuttosto ingenuo, ma non banale.” (G. Turoni, ‘Bianco e Nero’, 9/10 ottobre 1969)

Da Segnalazioni cinematografiche vol. 67, 1969

“E’ un film incentrato sulla figura di un giovane desideroso di entrare in una comunità di affetti, vista come integrazione della propria personalità. La storia appare nel complesso artificiosa: il legame con la contestazione studentesca, che gli fa da sfondo, incoerente; mentre gli stessi personaggi sono psicologicamente approssimativi. Bella la fotografia e l’ambientazione.”

Opinioni tratte dal sito http://www.davinotti.com

Homesick

Ménage à trois consensuale delimita la carenza di affetti comunicata dalla voce flebile e sommessa di Lovelock e dalle sue crisi emotive. Pregevole la fotografia d’atmosfera – l’uggioso interludio riminese anticipa Zurlini – e uso sapiente della colonna sonora in cui si alternano indomito rock e malinconiche sinfonie classiche. I tre giovani attori se la cavano, ma si avverte il loro divario con la veterana Cosetta Greco, prostituta-operaia bella, saggia e rassicurante che appaga i sensi (a questi provvede anche la Medici) e l’animo. Solo sullo sfondo le contestazioni studentesche del ‘68.

Deepred89

Ménage à trois alla bolognese (ma con qualche trasferta) con tocchi decadenti, un film piccolo piccolo che sta in piedi grazie all’elegante confezione. Brava la Medici, così così Noury, Lovelock davvero mediocre (come lui stesso ammetterà), intreccio banale ma nemmeno malvagio, anche se la conclusione non soddisfa. Curiosi gli accenni gay, anche se timidi quanto tutti il resto. Non imprescindibile, ma interessante per il suo mostrare un sessantotto vissuto nelle retrovie.
Lucius

Grande successo internazionale per questa pellicola basata su una storia vera. Avrei invertito i ruoli ai due attori per una propensione maggiore verso i rispettivi personaggi ma, detto questo, trattasi di una bella perla del cinema italiano. Il triangolo no, non lo avevo considerato, in un’ambientazione sessantottina, tra movimenti studenteschi e sentimenti difficili da gestire. Qualche remora sul finale, ma realistico al cento per cento. Ottima anche la scelta delle location.
Fauno

Un bellissimo film e per nulla melodrammatico, che descrive ed esprime in maniera intatta e integra molte delle sensazioni presenti nei giovani, senza vergogna di scandagliare nel loro animo più recondito. Attori abbelliti e scenari selezionati con criterio, il film non ha pecche, non sfocia mai nel patetico e non cala. Dovendomi però trovare davanti alla biforcazione finale, umanamente son più dalla parte di Noury che da quella della Medici.

Plagio Sergio Capogna

Il regista Sergio Capogna

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Location 1 Villa Cordellina Lombardi nel film

Villa Cordellina Lombardi in Via Giacomo Matteotti a Montecchio Maggiore (VI)

Location 1 Villa Cordellina Lombardi, Montecchio Maggiore (VI

Vista frontale,oggi

Location 2 Grand Hotel Rimini nel film

Sullo sfondo,il Grand Hotel di Rimini

Location 2 Grand Hotel Rimini

Il Grand Hotel di Rimini oggi

Location 3 Prato della valle nel film

Prato della Valle,Padova, nel film

Location 3 Prato della valle oggi

Prato della Valle oggi

Location 4 Cinema odeon Bologna

Il cinema Odeon di Bologna nel film

Location 4 Cinema odeon Bologna oggi

Il cinema Odeon di Bologna oggi

Plagio banner locandine

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Plagio locandina 7


Cinema:pensieri,parole e parolacce-Parte diciottesima

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Nella consueta e seguitissima rubrica curata da shewolf  c’è oggi una citazione che ho sempre trovato degna di un pensiero di un poeta esistenzialista;”Ci sono uomini che, quando piove, riescono a passare tra una goccia e l’altra“,tratta dal bel film di Oliver Stone Jfk,un caso ancora aperto.Racconta sinteticamente l’avventura degli uomini,alcuni dei quali,secondo una personale interpretazione,passano indenni attraverso le tempeste della vita,per fortuna o per caso,per abilità o semplicemente perchè la vita stessa sceglie di preservare loro dai problemi e dalle angosce.Un grazie alla lupa per aver scelto con la immancabile sensibilità le frasi odierne e il tradizionale ringraziamento a lei per la passione che mette nelle cose che fa.A voi una buona lettura.

1-Quando la moglie è in vacanza foto

Salve! Sono io, non si ricorda? La patata del piano di sopra… .

Dal film Quando la moglie è in vacanza di Billy Wilder (1955)

2 Il giorno della civetta foto

Io divido l’umanità in cinque categorie: ci sono gli uomini veri, i mezzi uomini, gli ominicchi, poi mi scusi i ruffiani
e in ultimo, come se non ci fossero, i quacquaracquà. Sono pochissimi gli uomini, i mezzi uomini pochi,
già molti di più gli ominicchi sono come bambini, che si credono grandi.
Quanto ai ruffiani, stanno diventando un vero esercito.
E infine, i quacquaracquà: il branco di oche.

Dal film Il giorno della civetta di Damiano Damiani (1968)

3 L'uomo venuto dalla pioggia foto

O il pozzo era molto profondo, o la sua caduta era molto lenta, perché aveva tutto il tempo per guardarsi intorno e
preoccuparsi di ciò che gli sarebbe accaduto.Lewis Carroll “Alice nel Paese delle Meraviglie”

Dal film L’uomo venuto dalla pioggia di René Clément (1970)

4 La mazurka del barone, della santa e del fico fiorone foto

– Volevamo fare una rimpatriata. Domani sera mi esibisco in teatro!
– Oh, no. E che cosa fai, canti? Con la bocca o col culo? E dove?
– Al comunale di Bagnacavallo… . Ti ricordi quando mi mettevi sempre il cacciavite nell’ombelicolo?
– Era molto eccitante, eh?!
– Oh si si, non dico, ma mi hanno dovuto operare, sai? Me l’hanno fatto di plastica. Chi sa se ti piace ancora?!
– E le zie? Quelle lesbicone putrescenti sono in salamoia o le dovete surgelare?

Dal film La mazurka del barone, della santa e del fico fiorone di Pupi Avati (1975)

5 Ultimo tango a Parigi foto

… santa famiglia, sacrario di buoni cittadini, dove i bambini sono torturati finché non dicono la prima bugia,
dove la volontà è spezzata dalla repressione, la libertà è assassinata dall’egoismo… .

Dal film Ultimo tango a Parigi di Bernardo Bertolucci (1972)

6 Codice Swordfish foto

Si può togliere una donna dal fango, ma non il fango che ha dentro.

Dal film Codice Swordfish di Dominic Sena (2001)

7 Se permettete, parliamo di donne

Oh scusi contessa, mi sono permesso di suonare il clacson. La prossima volta provo con un colpetto di tosse.

Dal film Se permettete, parliamo di donne di Ettore Scola (1964)

8 L.A. Confidential foto

– Lei dice cazzo tante volte.
– E lei conosce bene l’oggetto.

Dal film L.A. Confidential di Curtis Hanson (1997)

9 The Reader - A voce alta foto

Tu non hai il potere di farmi arrabbiare. Tu non conti abbastanza per farmi arrabbiare.

Dal film The Reader – A voce alta di Stephen Daldry (2008)

10 La classe operaia va in paradiso foto

Guai se i poveracci sapessero che anche i ricchi diventano pazzi.

Dal film La classe operaia va in paradiso di Elio Petri (1972)

11 La gatta sul tetto che scotta foto

Una sola cosa non puoi comprare, né in Europa né in nessun altro posto:
la vita, una volta finita, non la puoi ricomprare.

Dal film La gatta sul tetto che scotta di Richard Brooks (1958)

12 JFK - un caso ancora aperto

Ci sono uomini che, quando piove, riescono a passare tra una goccia e l’altra.

Dal film JFK – un caso ancora aperto di Oliver Stone (1991)

13 A Dark Truth foto

Tutto ha un prezzo, ma non tutto dev’essere in vendita.

Dal film A Dark Truth di Damian Lee (2013)

14 Insomnia foto

Per me questo è il momento peggiore della notte. Troppo tardi per ieri, troppo presto per domani.

Dal film Insomnia di Christopher Nolan (2002)

15 Un povero ricco foto

– Buongiorno.
– Buongiorno. Potrei avere un bicchier d’acqua, per cortesia?
– Minerale?
– No, grazie. Normale, da rubinetto. Ecco, grazie. Basta così. Grazie. Me la macchia per cortesia? Anzi, faccio io. Metto un po’ di latte per mandar via quel saporaccio di cloro, capisce?
– No. Cloro?
– Ecco, adesso non sa più di cloro, sa di latte. Il latte senza zucchero non è buono. Allora metto un po’ di zucchero e adesso sarà molto meglio sicuramente. Non mi piace il latte senza zucchero.
– Mmm adesso e perfetto. Buonissimo.
– Amico, bevi ed esci. E quando ripassi da queste parti è meglio che passi sull’altro marciapiede. Chiaro?
– Chiarissimo senz’altro. C’è un bar anche di là? Grazie. Arrivederci. Grazie.

Dal film Un povero ricco di Pasquale Festa Campanile (1983)

16 Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban foto

La felicità si può trovare anche negli attimi più tenebrosi, se solo qualcuno si ricorda di accendere la luce… 

Dal film Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban di Alfonso Cuarón (2004)

17 Tutti dicono I Love You foto

-Se tu fossi la mia ragazza farei l’amore con te in ogni stanza della casa… su ogni letto… su ogni tappeto… su ogni tavolino… .
– Abbiamo anche dei bellissimi lampadari in stile coloniale… 

Dal film Tutti dicono I Love You di Woody Allen (1996)

18 Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto foto

Lo sapevo che non mi dovevo fidare di una ricca, Perché i ricchi ti fottono sempre! Bottana industriale che mi lasci solo!

Dal film Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto di Lina Wertmuller (1974)

19 Inside Man foto

Le cattive azioni puzzano di fogna. Puoi cancellarle, seppellirle, ma non te ne liberi mai.

Dal film Inside Man di Spike Lee (2006)

20 L'armata Brancaleone foto

A tuo ammaestramento. Sai tu qual sia, in questa nera valle, la risultanza di ogni sforzo e sacrifizio umano?
Calci, nel deretano.

Dal film L’armata Brancaleone di Mario Monicelli (1966)

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1-Quando la moglie è in vacanza locandina

2 Il giorno della civetta locandina

3 L'uomo venuto dalla pioggia locandina

4 La mazurka del barone, della santa e del fico fiorone loc

5 Ultimo tango a Parigi locandna

6 Codice Swordfish locandina

7 Se permettete, parliamo di donne locandina

8 L.A. Confidential locandina

9 The Reader - A voce alta locandina

10 La classe operaia va in paradiso locandina

11 La gatta sul tetto che scotta locandina

12 JFK - un caso ancora aperto locandina

13 A Dark Truth locandina

14 Insomnia locandina

15 Un povero ricco locandina

16 Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban locandina

17 Tutti dicono I Love You locandina

18 Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto locandina

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20 L'armata Brancaleone locandina


The Eichmann show

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The Eichmann Show locandina 1

SS-Obersturmbannführer Otto Adolf Eichmann,numero di tessera del partito Nazional socialista 889.895
Un uomo che dal 1945 è in cima alla lista dei criminali nazisti più ricercati da Israele,con Mengele e Bormann;è ritenuto di essere responsabile della deportazione e della morte di oltre 6 milioni di ebrei,inclusi un milione e mezzo di bambini.
L’uomo che aveva pronunciato le terribili,disumane parole ritrovate tra i suoi scritti:« All’occorrenza salterò nella fossa ridendo perché la consapevolezza di avere cinque milioni di ebrei sulla coscienza mi dà un senso di grande soddisfazione.
Mi dà molta soddisfazione e molto piacere »
Sopratutto,l’uomo che grazie all’aiuto del vicario di Bressanone, Alois Pompanin riuscì,per merito della famigerata “via dei topi“,com’era chiamata
la rotta che portò numerosi esponenti nazisti in sudamerica,a rimanere uccello di bosco fino al 1960 in Argentina,prima di essere identificato e rapito
da agenti del Mossad,che lo portarono a Gerusalemme,dove venne sottoposto nel 1961 ad un processo che fece epoca.
Ed è proprio sul processo al burocrate della morte che è imperniato The Eichmann show-Il processo del secolo,film diretto da Paul Andrew Williams nel 2015 e che ricostruisce le fasi immediatamente precedenti al processo e la storia del processo stesso,ripreso dalla tv e trasmesso in tutto il mondo.

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Per la prima volta infatti in tutti gli angoli del globo l’umanità ebbe la possibilità di ascoltare e vedere quasi in tempo reale i volti dei sopravvissuti
alla Shoah e sopratutto di guardare in faccia uno dei demoni scesi sulla terra per sterminare inermi,donne,bambini,anziani ebrei,zingari o semplicemente dissidenti politici.
Un film di stampo quasi teatrale,con tempi adeguati alla narrazione di questo genere,che fa interagire attori con la realtà storica,
rappresentata dai filmati orginali,assolutamente perfetti,del processo al criminale di guerra Eichmann.
La narrazione inizia proprio con il reclutamento da parte del produttore televisivo Milton Fruchtman che ingaggia il regista di documentari Leo Hurwitz, temporaneamente in disgrazia per essere stato inserito nella famigerata lista nera del senatore Mac Carthy,che includeva molti nomi noti dello spettacolo accusati di simpatie comuniste.
Israele aveva deciso di rendere pubblico il processo,per mostrare al mondo le nefandezze del nazismo,sopratutto a coloro che continuavano ad avere dubbi sulla reale esistenza della “soluzione finale del problema ebraico“,di cui Eichmann fu il principale artefice.
Così nonostante l’opposizione dei giudici,che avrebbero voluto evitare il processo pubblico sopratutto per l’invadenza delle telecamere,
è proprio Leo Hurwitz a studiare un sistema per rendere praticamente invisibili le stesse,utilizzando tutti i trucchi più moderni per evitare che nella stanza del processo qualcuno potesse vedere le telecamere stesse.

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I testimoni al processo (immagini registrate del processo)

Il via al processo mostra da subito il volto che Eichmann ha astutamente deciso di esibire,quello di un uomo anonimo,un semplice esecutore di ordini,quasi un piccolo,microscopico ingranaggio preda di un meccanismo troppo grande per lui.
L’uomo Eichmann è in effetti di un grigiore assoluto.
Una calvizie incipente su un volto che mostra ben più dei 55 anni che ha all’inizio del processo.
Spessi occhiali,una smorfia perennemente stampata sul volto.
E’ questo quindi l’uomo che ha mandato a morire e incenerito 6 milioni di esseri umani.
La banalità del male,come ebbe a dire Hannah Arendt nel suo celebre “Eichmann in Jerusalem – A Report on the Banality of Evil”,
Eichmann a Gerusalemme: resoconto sulla banalità del male.
Tra Milton Fruchtman e Leo Hurwitz ci sono anche duri contrasti;il regista continua a non accettare l’idea che Eichmann,nel corso del processo,non mostri il benchè minimo segno di umanità,cosa che a Fruchtman interessa poco.
Lui intende mostrare la realtà delle cose,documentare il processo e lasciarlo come testimonianza della barbarie nazista,un documento visibile nel corso dei secoli a venire.
Processo che inizia ad entrare nel vivo dopo la contestazione dei 15 capi d’accusa ad Eichmann e la successiva dichiarazione di non colpevolezza da parte dell’imputato per ognuno dei capi d’accusa.
Ma l’arrivo dei primi testimoni scardina immediatamente la granitica impassibilità del criminale;sfilano i testimoni dell’orrore,i loro racconti sono da pelle d’oca.

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Eichmann assiste alla proiezione dei documentari degli alleati

Uno di essi,che ha perso la moglie e due figli che ha visto cadaveri davanti a se,per l’emozione ha un collasso;la tensione è altissima.
Hurwitz,che vive in un albergo gestito da una scampata all’olocausto,la signora Landau,ha con lei un illuminante confronto.
La donna gli racconta come prima del processo la sua gente,i suoi amici, credessero che la Shoah fosse un’invenzione o comunque un’esagerazione.
E che invece il racconto dei testi ha inorridito le persone.
Al pubblico e ad Eichmann sono mostrati i filmati dell’orrore;la lunga teoria di persone ridotte a scheletri,morte vicino ai reticolati percorsi dalla corrente elettrica verso i quali si lanciavano,per porre fine alle proprie sofferenze,i mucchi disordinati di cadaveri gettati alla rinfusa o sepolti con i bulldozer vengono mostrati in tutto il mondo.
La televisione si rivela uno strumento formidabile di conoscenza di divulgazione della realtà storica.
Ed Eichmann assiste imperturbabile,quasi assente.
Il suo volto da freddo burocrate non mostra mai emozione,mai pietà o coinvolgimento.
Qualche crepa compare solo quando il Procuratore Generale Gideon Hausner gli contesta contraddizioni e lo accusa,senza mezze misure,di non essere
solo un esecutore di ordine,ma il vero responsabile della deportazione degli ebrei.

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L’orrore mostrato in aula

Il processo prosegue e termina con il verdetto atteso:condanna a morte per impiccagione.
Che,come recitano le didascalie finali,avviene il 31 maggio 1962 a Ramla capoluogo del Distretto Centrale dello Stato di Israele.
Ancora le didascalie raccontano come il corpo esanime di Eichmann venne cremato,il forno venne distrutto e le sue ceneri,
trasportate fuori dalle acque territoriali israeliane in un secchio,vennero gettate in mare e il secchio stesso lavato per non riportare a terra
nemmeno il minimo frammento di Eichmann.
The Eichmann show è un film ben diretto e ben recitato,un asciutto documento storico che,dopo essere stato trasmesso in tv in occasione
della Giornata della memoria 2016 è tornato nei cinema.
Un film da vedere ed apprezzare,che mostra sia l’importanza della tv nella divulgazione anche di documenti storici che il volto segreto
dell’oscuro burocrate della morte,la banalità del male.

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The Eichmann Show

Un film di Paul Andrew Williams. Con Martin Freeman, Anthony LaPaglia, Rebecca Front, Zora Bishop, Andy Nyman,Nicholas Woodeson, Ben Lloyd-Hughes, Ben Addis, Dylan Edwards, Caroline Bartleet, Ed Birch, Nathaniel Gleed, Vaidotas Martinaitis, Nell Mooney,
Solomon Mousley, Anna-Louise Plowman Titolo originale The Eichmann Show. Drammatico durata 90 min. – USA 2015.

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Martin Freeman: Milton Fruchtman
Anthony LaPaglia: Leo Hurwitz
Rebecca Front: Mrs. Landau
Andy Nyman: David Landor
Nicholas Woodeson: Yaakov Jonilowicz

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Regia Paul Andrew Williams
Soggetto Simon Block
Sceneggiatura Simon Block
Fotografia Carlos Catalan
Montaggio James Taylor
Musiche Laura Rossi
Scenografia Asta Urbonaite
Costumi Daiva Petrulyte
Produttore Laurence Bowen, Gina Marsh, Ken Marshall, Sheetal Vinod Talwar, Gary Tuck
Produttore esecutivo Philip Clarke, Martin Davidson, Jamie Carmichael, Greg Phillips
Casa di produzione BBC

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Il falso documento con cui Eichmann espatriò

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Il passaporto argentino con la data di nascita alterata

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Il criminale in divisa da SS

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L’erotomane

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L'erotomane locandina

Una carriera in crescita come manager senza scrupoli di un’azienda petrolifera,una splendida moglie e un’altrettanto splendida
amante.
Ma il cavalier Persichetti,a questi successi deve sommare un grosso problema personale.
Negli ultimi mesi,quasi come paradossale nemesi personale,più ha avuto successo negli affari più ha avvertito problemi di impotenza che sfociano in frustrazione nel non poter più consumare rapporti con le donne della sua vita.
Così decide di affidarsi alle cure di uno stravagante psicologo/sessuologo che tenta di analizzare il problema e rimuoverlo,
convinto che si tratti di un trauma infantile.
Ma nonostante lo psicologo le provi tutte,Persichetti resta refrattario ad ogni cura e alla fine dovrà arrendersi…
Succinta descrizione della trama di L’erotomane,film di Marco Vicario del 1974 che segue la più che buona prova fornita
con la sua direzione precedente,quel Paolo il caldo ricavato da un romanzo di Brancati che aveva rinsaldato la buona fama
del regista,autore tra l’altro del più grande successo al botteghino del 1971,Homo eroticus.

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Gastone Moschin e Milena Vukotic

Questa volta però Vicario sbraca abbastanza visibilmente,con una commedia erotica ricca di seni e glutei e priva di ogni divertimento,
a meno che non si consideri tale l’assistere a scenette ripetute all’infinito,battute stanche e sogni onirici del protagonista,
un cavalier Persichetti affarista e speculatore,che paga il successo nel lavoro con la perdita della virilità.
A parte la trama inconsistente e pecoreccia,Vicario sbaglia quasi tutto quello che può sbagliare.
A partire dalla scelta del protagonista,affidata ad un Gastone Moschin semplicemente imbarazzante;la logica avrebbe voluto che si ricomponesse
la coppia tra Vicario e Buzzanca,vero stereotipo del maschio all’italiana,che aveva portato al successo quell’Homo eroticus
di ben altro livello rispetto ai modestissimi risultati raggiunti con questa pellicola.
Moschin,grande interprete leggero,appare spaesato in un ruolo principale che non sente e che evidentemente non ama.
A nulla vale il cast affiancatogli,che presenta nomi di un certo spessore del cinema settantiano italiano.

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Nei due fotogrammi:Janet Agren

Mi riferisco alle bellissime Janet Agren,Silvia Dionisio e Paola Senatore,Isabella Biagini e Nada Arneric; non meno valido dal punto di vista rappresentativo il cast maschile,con la presenza dell’onnipresente Caprioli (viscido e corrotto politico) e di Jacques Dufilho,lo strambo e stravagante psicanalista,reduce dai successi del suo personaggio più famoso,il colonnello Buttiglione.
Nel 1974 la commedia sexy o erotica mostrava la corda,anche se era comunque molto seguita.
Ma l’uscita di tanti prodotti praticamente fatti in copia carbone spesso allontanava il grande pubblico e a quanto pare anche i critici,
che spesso recensivano questi prodotti senza nemmeno vederli.
Come acutamente fa notare Gordiano Lupi,basta leggere cosa scrive ad esempio il Mereghetti sbagliando completamente il sunto della trama:
“Un cinico avvocato sfoga la sua impotenza sessuale diventando uno spregiudicato affarista, mentre tutte le cure per recuperare la virilità sono vane.
Solo lo shock di sapersi cornuto lo sblocca e lo trasforma in un forzato del sesso a tutti i costi. Classica commediola, neanche troppo originale,
che scivola verso il genere pecoreccio

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Silvia Dionisio

O anche Farinotti,generalmente abbastanza affidabile,che fa lo stesso errore:“In seguito ad uno choc infantile, il cavalier Persichetti è diventato impotente. Per guarire le tenta tutte, ma soltanto nel vedere la moglie a letto con un altro riesce a “sbloccare” il vecchio trauma.
Da quel momento in poi diventerà un maniaco sessuale
A parte le generose forme delle protagoniste,c’è ben poco da guardare nel film;particolarmente noiose sono le sequenze in cui
Moschin racconta come intende approfittare della crisi petrolifera per speculare,o i vari siparietti immaginari in cui fantastica sulla segretaria dello psicanalista (ovviamente sognata completamente nuda)
Non manca il solito,pecoreccio amplesso tentato sul terrazzo con le immancabili studentesse ( e monache) che osservano
un po vogliose un po imbarazzate i goffi tentativi di Moschin/Persichetti di sedurre la bella cameriera.
Brutto film,decisamente.
Rimasto per quasi 40 anni in un cassetto e magicamente riapparso poco tempo fa e oggi disponibile in una versione mediocre su
you tube all’indirizzo https://www.youtube.com/watch?v=98-Q52fcBHo
Da segnalare soltanto dal punto di vista visivo il bel campionario vintage che riguarda oggetti,vestiario e auto.

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Maria Antonietta Beluzzi

L’erotomane

Un film di Marco Vicario. Con Janet Agren, Milena Vukotic, Vittorio Caprioli, Gastone Moschin, Isabella Biagini, Silvia Dionisio, Mario Colli, Andrea Scotti, Ugo Fangareggi, Jacques Herlin, Eugene Walter, Gaetano Scala, Neda Arneric, Jacques Dufilho, Paola Senatore, Livio Galassi, Carla Brait, Mauro Vestri, Giacomo Rizzo, Loredana Martinez, Rosita Torosh, Paolo Paoloni Commedia, durata 100 min. – Italia 1974

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Gastone Moschin: Rodolfo Persichetti
Isabella Biagini: Dott.sa Bonetti
Janet Agren: Ciccia, la moglie
Neda Arneric: Marietta
Jacques Herlin: Chirurgo
Vittorio Caprioli: Il ministro
Jacques Dufilho: Prof. Pazzoni
Maria Antonietta Belluzzi: Gertrude
Silvia Dionisio: Claretta

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Regia Marco Vicario
Soggetto Marco Vicario
Sceneggiatura Marco Vicario
Produttore Alfredo Melidoni
Casa di produzione Atlantica Produzioni Cinematografiche
Distribuzione (Italia) Medusa
Fotografia Giuseppe Rotunno
Montaggio Nino Baragli
Musiche Riz Ortolani

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Marco Vicario,il regista

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Flano del film

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Janet Agren


Due maschi per Alexa

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Alexa ha sposato Roland,un uomo dai modi signorili e sopratutto ricchissimo;ma anche troppo più anziano di lei.
Stanca del menage familiare,ha cosi trovato consolazione tra le braccia dell’aitante Pietro,tradendo il marito senza alcuna esitazione e senza alcuno scrupolo.
Roland scopre la relazione tra i due amanti,li spia e li segue e capisce che non può competere con il fascino della giovinezza del suo rivale.
Decide quindi di mettere in pratica un piano diabolico;scoperti a letto i due amanti,si uccide in loro presenza.
Dopo lo sgomento iniziale,Alexa e Pietro decidono di chiamare la polizia ma scoprono che Roland ha in pratica blindato la casa,impedendo loro qualsiasi contatto con l’esterno.
Pesanti grate d’acciaio chiudono ermeticamente la casa,che è diventata una prigione mortale per i due amanti,tagiati fuori anche da qualsiasi contatto telefonico con l’esterno.
Tu sei qui,con me,in questo sepolcro che ho costruito per noi tre“dice la voce registrata senza emozioni di Roland.
L’atmosfera di passione svanisce ben presto.
La paura serpeggia tra gli amanti,che ricordano in flashback quelli che sono stati i ricordi del loro incontro
mentre la voce fredda di Roland,registrata su un magnetofono li segue implacabile,rivelando in anticipo i loro movimenti,le loro parole e i loro pensieri.

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Poco alla volta quella che sembrava una passione irrefrenabile,un amore potente viene a galla sotto una luce diversa:Alexa e Pietro
sono soltanto due persone legate l’una all’altra dagli istinti primordiali,non da affetto vero.
Con il tempo che scorre inesorabilmente la vendetta di Roland si compie e quando Alexa si rende conto di essere allo stremo delle
forze…
Dramma quasi sheakespiriano questo Due maschi per Alexa,diretto dal regista spagnolo Juan Logar nel 1971,una delle sette opere da lui dirette,
fra le quali l’altra più conosciuta è Crystalbrain, l’uomo dal cervello di cristallo.
Film dall’andamento lento caratterizzato dall’uso del flashback,che mostra la vita passata dei due amanti in netto contrasto con il presente.
Alle immagini ormai sbiadite della passione e delle ore passate felicemente in spiaggia o nelle altre occasioni dei loro incontri
si sovrappone per la legge del contrappasso un presente claustrofobico,con i due amanti rinchiusi sotto lo stesso tetto
con il terzo incomodo,quel Roland che con spietata lucidità ha ordito la trappola della quale sono prigionieri.
Una trappola che rivela come i due,in fondo,altro non siano che persone meschine,arriviste,legate l’un l’altra solo dai sensi.
Non c’è amore e non c’è nessun sentimento forte tra loro.

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E questo li porterà alla distruzione finale,che arriva quasi come una condanna annunciata dalla voce lugubre di Roland,conoscitore
dell’animo umano che in fondo aveva previsto i loro comportamenti e che anticipa il finale con le sue parole monotone scandite dal registratore.
La punizione per la bella Alexa è la tragica conseguenza della sua avidità,di quell’arrivismo che l’ha portata a sposare Roland non certo per affetto
ma per sete di denaro.
Analoga punizione per l’avido Pietro,che perirà proprio per mano della sua amante.
Film di pregevole fattura,nel quale i personaggi di contorno (la figlia del precedente matrimonio di Roland,l’avvocato ecc) scompaiono
per lasciare posto ai veri protagonisti della tragedia,i due amanti.
Logar segue con buon uso della tensione le fasi drammatiche,in crescendo,della prigionia forzata di Alexa e Pietro.
C’è una discreta tensione nel film,che si segue con piacere.
Molto bella e sensuale la sfinge italiana,Rosalba Neri,dignitoso e tragico Curd Jurgens,il marito tradito autore della spietata vendetta mentre
decisamente opaco è Juan Luis Galiardo,decisamente l’anello debole del film.
Un thriller di pregevole fattura,quindi,finalmente disponibile in una versione accettabile su youtube
all’indirizzo https://www.youtube.com/watch?v=GnVnq_RscC0

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Due maschi per Alexa

Un film di Juan Logar. Con Curd Jürgens, Rosalba Neri, Juan Luis Gallardo,Emma Cohen,Manolo Otero Drammatico, durata 95 min. – Italia 1972

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Juan Luis Galiardo…Pietro
Curd Jürgens …Ronald Marvelling
Rosalba Neri …Alexa
Emma Cohen …Catherine
Manolo Otero …Phillipe
Eduardo Calvo …Max
Mario Della Vigna …Marcel

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Regia: Juan Logar
Sceneggiatura:Francesco Campitelli,Jesús L. Folgar,Juan Logar
Musiche:Piero Piccioni
Fotografia:Igino Florentini
Montaggio:Antonio Ramírez de Loaysa
Costumi:Giorgio Marzelli

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Due maschi per Alexa banner recensioni

L’opinione di wangyu dal sito http://www.filmtv.it

La storia è interessante perchè c’è un diabolico piano di vendetta e incuriosisce vedere se i due immorali riusiranno a uscirne integri ,
purtroppo mentre da una parte c’è una fantasia stuzzicante sembra che il regista non voglia mai affondare i colpi e giri le scene
in maniera frettolosa e sciatta,specialmente alla fine.

Opinioni tratte dal sito http://www.davinotti.com

Ciavazzaro

Ottimo thriller molto originale, ben recitato. Dall’eccellente Curd Jurgens alla sensuale Rosalba Neri, c’è pure il grande caratterista spagnolo Eduardo Calvo. La pellicola risulta molto originale, conta su un buon tema musicale. Da citare la stanza-bara nella quale si svolge la maggior parte del film e gli incubi della Neri. Consigliato.

Deepred89

Due persone (amanti in questo caso) segregate in uno spazio chiuso con un cadavere in mezzo, mentre una voce registrata illustra loro la macchinazione. Impossibile non pensare ad un noto thriller americano recente, nonostante i temi affrontati (e il modo in cui vengono affrontati) siano del tutto differenti. Al di là di tali curiose analogie, questo thrillerino non è che sia un granchè. Ben recitato e confezionato dignitosamente, ma purtroppo incapace di coinvolgere e troppo esile nella sceneggiatura. Sufficienza risicatissima.
Daidae

Bel thriller atipico e particolare.: un uomo tradito organizzerà una particolare vendetta… Bellissima Rosalba Neri, un po’ scarso Galiardo, ma va bene lo stesso. Ottime musiche del maestro Piccioni; un bel film che raggiunge l’apice quando si vede il protagonista dapprima fiducioso arrendersi all’evidenza della trappola ordita.
Lucius

Chi come me ama i film Anni Settanta troverà estremamente piacevole questo thriller girato quasi (o interamente?) a Parigi. Il soggetto della sceneggiatura, ancora attuale al giorno d’oggi, è ben interpretato da un cast variegato. L’appartamente “sigillato” mi ha ricordato quello di Scissors; anche se il finale forse è un po’ frettoloso il film resta comunque interessante perché credibile.
Fauno

La vanità ne esce veramente a pezzi e altrettanto i protagonisti del film. Crudele, inesorabile e angosciante da dare più suspense di molti thriller. I flashback espongono divinamente il lento procedere dell’annunciata catastrofe. Fantastico Jurgens, brava come sempre la Neri. Un’altra chicca di film!

B. Legnani

Insolito giallo, i cui meriti stanno essenzialmente nella sua originalità e nell’azzeccata cadenza dei vari flashback. Funziona Jürgens e funziona Rosalba Neri, pure brava. Restano però inopinatamente aperte alcune piste (ma la figlia dell’anziano e l’avvocato perché spariscono dalla trama?) ed il finale lascia un po’ delusi, pur se giunge inaspettato. Così così.
Undying

Un ricco ed anziano vedovo di nome Roland (Curd Jürgens) entra nelle mire della giovane Alexa (Rosalba Neri) che decide di sposarlo per l’agiatezza economica, ma allo stesso tempo opta per farsi, come amante, il più giovane ed avvenente Pierre (Juan Luis Galiardo). Quando il marito, afflitto dal tradimento, si toglie la vita, un nastro spiega cosa attende i due amanti, mentre un meccanismo blocca le uscite della casa/ritrovo. Interessante noir, tragicamente lucido, ben scritto e doppiato (anche da Amendola). Impostato su temi esistenziali.

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Un uomo,una donna

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E’ stata la richiesta dell’amica Luciana,nel topic Link di Filmscoop a riportarmi alla mente questo film di Lelouch,targato 1966.
Un film bello e poetico,del quale parlo ben volentieri e che sopratutto dedico alla nostra amica,sempre gentile ed educata nei suoi commenti sul nostro sito.A lei quindi un grazie e un affettuoso saluto.

Una versione televisiva e pubblicitaria del melodramma classico,la cui storia zuccherosa e finta è un concentrato di tutti i luoghi comuni possibili sull’amore e la solitudine“.
Sono le parole utilizzate dal Dizionario Mereghetti (Edizione 2008) per stroncare Un uomo,una donna,pellicola diretta da Claude Lelouch nel 1966.
Non voglio essere da meno del celebre dizionario e mi affido alle parole del grande Guccio che,nella sua L’avvelenata,ebbe a dire a proposito di un suo critico:
tanto ci sarà sempre,lo sapete,un Bertoncelli un prete a sparare cazzate…
Una citazione forte,ma d’altro canto quando si pontifica come il Mereghetti su un film,senza comprenderne l’intima essenza,ci si può andar giù duro.
Prima di parlarvi del film,ricordo qualche recensione del Mereghetti di film considerati capolavori,alla stregua della famigerata Corazzata Potiemkin di Einsenstein,che Fantozzi apostrofa come “cagata pazzesca

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Alcuni critici hanno sempre avuto la puzza sotto il naso quando hanno dovuto recensire film d’amore o comunque a sfondo sentimentale;le storie di sentimenti generalmente sono viste come fumo negli occhi,quasi che il parlare dell’intimo sia cosa sconveniente o degna al massimo di fare da spunto a feuilleton o romanzi d’appendice.
Così eccoli esaltare film armeni e coreani,tailandesi e mongoli,capaci di ridurre le parti intime degli spettatori in entità microscopiche.
Vizio del tutto italico,questo.
La nostra esterofilia ha avuto sempre qualcosa di patologico;in questo caso all’opposto si arriva allo sciovinismo più bieco nei confronti di una pellicola come Un uomo,una donna,rea agli occhi dei pennivendoli di aver avuto un successo straordinario,di aver in qualche modo commosso o divertito le platee di tutto il mondo.
L’assioma è sempre lo stesso:se il film ha troppo successo non può essere un bel film.
Per essere un capolavoro deve piacere ai critici,alla loro cerchia o al massimo a pochi eletti.
E allora via nell’osannare oscuri film dell’Europa dell’est o della Lapponia.
Purtroppo per loro,è il grande pubblico a pagare il biglietto e questo alla fine è quello che conta.
Dopo questa filippica,d’obbligo dopo aver letto in rete bestialità firmate da grandi critici e cose bellissime scritte invece dal pubblico,parliamo un po dell’oggetto del contendere.
Lelouch,con scarsi finanziamenti ma tante idee che frullano in testa,scrive nel 1966 il soggetto di Un uomo,una donna con Pierre Uytterhoeven senza prendersi nemmeno la briga di accreditarsi come sceneggiatore.
Lo gira in poco più di tre settimane,quasi di getto.
Il che porterebbe a credere che il prodotto finale sia poco curato.
Incredibilmente non è così.

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Perchè la pellicola,aldilà dello straordinario successo avuto,può tranquillamente essere usato come compendio di un nuovo modo di fare cinema;l’uso della handy cam,la camera a mano,del flashback,del colore sapientemente mescolato al bianco e nero sfumato o al viraggio seppia trova nella pellicola il massimo della esaltazione e dell’abilità d’impiego.
Al punto che molti futuri cortometraggi presero esempio dalla lezione di Lelouch,che diventò un maestro per coloro che da quel momento in poi
misero mano a short pubblicitari o a corti d’autore.
Un film in cui proprio la trama è la parte meno essenziale mentre è l’immagine la vera protagonista,resa potentemente viva grazie ad un uso magistrale dell’effetto morbido della fotografia stessa.
Ad aggiungere fascino al film,una colonna sonora ormai celebre,quella composta da Francis Lai,destinata a diventare in seguito un classico con in aggiunta le note di Samba Saravah,la bellissima canzone di Baden Powell de Aquino e Vinícius de Moraes,cantata da Pierre Barouh.
*Faire une samba sans tristesse c’est aimer une femme qui ne serait que belle.”,dice Barouh.
Ma la tristezza in questo caso,in questo film,se c’è è solo nelle vite dei protagonisti antecedenti al loro incontro.
Perchè dopo essersi casualmente conosciuti,tutto cambierà,anche quel passato pesante che si portano dietro,come una seconda pelle e con la quale dovranno convivere,ma senza più la paura e il senso di impotenza che caratterizza la loro vita fino al momento fatale.

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In breve la trama:
Anne Gauthier è una giovane vedova;suo marito,uno stuntman,è morto da poco in un tragico incidente.
Vive nel ricordo del suo amore scomparso del quale l’unica cosa rimasta,di reale,è sua figlia.
Sarà proprio per merito involontario di sua figlia che farà la conoscenza di Jean-Louis Duroc,un pilota di auto da corsa,
anch’egli rimasto vedovo dopo il suicidio di sua moglie,che aveva fatto il gesto estremo di uccidersi il giorno in cui Jean Louis aveva avuto un incidente
nel quale lei temeva fosse morto.
Anche lui ha un filo fisico che lo lega alla moglie;un figlio che frequenta una scuola nella quale studia anche la figlia di Anne.
Come dicevo,i due figli diventano involontari artefici del loro destino;frequentano la stessa scuola,così il giorno che Anne ha problemi a tornare a casa,lui si offre di accompagnarla.
E’ l’inizio di una tenera amicizia che sfocia ben presto in amore.
Ma il coinvolgimento di entrambi avviene in maniera dissimile.
Per Jean Louis è più facile immergersi nella love story;con la tipica superficialità maschile da per scontato il coinvolgimento della donna,anche a livello fisico.
Nella realtà le cose non stanno affatto così.
Pur amandolo,Anne ha ancora un legame simbiotico con il marito e non è pronta del tutto ad affrontare una nuova storia d’amore.
Cosa succederà ai due novelli amanti?
Tralascio il finale,anche se a mio giudizio è la parte più bella e coinvolgente della pellicola.

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Lelouch ha il grande merito di non affrontare la storia con cipiglio drammatico,anzi.
La leggerezza diventa sovrana,anche se non siamo certo di fronte ad un’opera superficiale.
A differenza di altre storie d’amore portate sullo schermo come Fantasma d’amore,Love story,Come eravamo,lo stesso Giulietta e Romeo di Zeffirelli fino al recente Titanic, manca il finale triste,angosciante.
Lelouch opta per un finale aperto,lasciando allo spettatore il compito di intuire quale sarà il futuro dei due amanti.
E lo fa a ragion veduta,perchè Un uomo,una donna è un film che affonda le radici nel passato della coppia,si nutre del presente e tralascia del tutto il futuro.
A cosa serve parlare di futuro se l’attimo da cogliere è nel presente che i due vivono?
Carpe diem.
Vivi la storia,l’amore,senza pensare a domani.
Messaggio chiaro,inequivocabile.
E poichè i sentimenti in fondo sono la molla che governa la parte più importante della vita,ecco che il film
assume una valenza doppia,raccontando con delicatezza quella che è una storia qualsiasi,quasi un’assieme di quadri o di bellissime fotografie
fatte per rappresentarne l’evoluzione,senza scomodare Freud o inventarsi futuri ombrosi e incerti.
Un uomo una donna è quindi un film delicato,come un intarsio o un origami.
In equilibrio tra passato e presente,con un flashback mai invadente ma al contrario vera innovazione del film,ci trasporta in uno scenario quasi sognante,fra il rimpianto per la vita precedente e l’affetto che i protagonisti hanno per i loro sfortunati partner e il bisogno di dover fare di necessità virtù.
La vita va avanti,il dolore non muore mai.

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Però si può almeno fingere di dimenticarlo e ricostruire le basi per un presente difficile,si,ma da affrontare sempre e comunque con coraggio e volontà.
A voler citare la frase più famosa della storia del cinema,ci andrebbe bene un “Dopotutto domani è un altro giorno
Ed è quello che i protagonisti faranno,scegliendo di vivere il proprio essere arrendendosi ai sentimenti.
Di sicuro un’altra componente importante del film è la straordinaria bravura di Anouk Aimee e di Jean Louis Trintignant.
Sfuggente,ieratica,quasi enigmatica lei,ironico ma anche dolce e premuroso lui.
Ma anche tanto altro ancora.
Due attori in stato di grazia,un regista innovativo e delicato,una colonna sonora spettacolosa.
Cosa chiedere di più ad un film?
Un uomo e una donna ebbe un successo straordinario,suggellato dal “triplete” Oscar,Palma d’oro e Golden Globe,
al quale va aggiunto anche il BAFTA per la Aimee.
Un film senza tempo e senza confini.

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Un uomo, una donna

Un film di Claude Lelouch. Con Jean-Louis Trintignant, Anouk Aimée, Pierre Barouh, Valérie Lagrange, Antoine Sire, Souad Amidou, Henri Chemin, Yane Barry, Paul Le Person, Simone Paris, Gérard Sire Titolo originale Un homme et une femme. Drammatico, durata 102 min. – Francia 1966.

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Un uomo,una donna banner protagonisti

Anouk Aimée: Anne Gauthier
Jean-Louis Trintignant: Jean-Louis Duroc
Pierre Barouh: Pierre Gauthier
Valérie Lagrange: Valerie Duroc
Antoine Sire: Antoine Duroc
Souad Amidou: Françoise Gauthier

Un uomo,una donna banner cast

Regia Claude Lelouch
Sceneggiatura Claude Lelouch (non accreditato), Pierre Uytterhoeven (collaborazione ai dialoghi)
Produttore Claude Lelouch (non accreditato)
Casa di produzione Les Films 13
Fotografia Claude Lelouch
Montaggio Claude Barrois, Claude Lelouch (non accreditato)
Musiche Francis Lai
Tema musicale Un homme et une femme, musica di Francis Lai e testi di Pierre Barouh, cantata da Nicole Croisille e Pierre Barouh
Scenografia Robert Luchaire
Costumi Richard Marvil

Un uomo,una donna premi vinti

Premio Oscar 1967 come Miglior film straniero (Francia) e come Migliore sceneggiatura originale a Claude Lelouch e Pierre Uytterhoeven
Palma d’oro 1966 a Claude Lelouch al festival di Cannes
Golden Globe 1967 come Miglior film straniero (Francia)e come Miglior attrice in un film drammatico a Anouk Aimée
Premio BAFTA 1968 come Migliore attrice straniera a Anouk Aimée
Nastro d’argento 1967 come Regista del miglior film straniero a Claude Lelouch

Un uomo,una donna Claude Lelouch

Claude Lelouch

Un uomo,una donna banner recensioni

L’opinione di Dalton dal sito http://www.filmtv.it

Una gradevole telenovela dall’originale piglio regist(r)ico. Ottenne un inaspettato successo internazionale anche grazie all’intramontabile colonna sonora di Francis Lai, poi autore delle musiche di LOVE STORY. Montaggio dinamico (piuttosto anomalo per un’opera europea) ed una coppia di attori, Trintignant/Aimée, in stato di grazia. Frase chiave: “Non posso rovinarmi la vita per una persona che si impossibilita di sentirsi felice”

L’opinione di fidelio78 dal sito http://www.filmscoop.it

Splendido film di Lelouch che ha il sapore e il ritmo della vita. E’ il classico film francese in cui però i personaggi sono così ben delineati e descritti che riescono ad incantare, anche quando la storia forse arranca. Questo tipo di cinema spesso annoia perchè non tutti sono capaci di raccontare una storia con tale garbo. E’ un film intimo su un rapporto, un film minimalista che riesce a rapire completamente.
Bellissimo

L’opinione di atticus dal sito http://www.filmscoop.it
Quintessenza del minimalismo romantico francese degli anni ’60.
Lelouch dirige il suo film più celebre e fortunato, forte di un bella tessitura psicologica sui personaggi (due facce di una stessa solitudine) e di un affascinante struttura a flashback. Una fotografia straordinaria e l’immortale tema musicale di Francis Lai fanno il resto. Magari potrà lasciare un senso di vaga inconsistenza, ma è un film così raffinato e chic! Protagonisti sublimi, fermo immagine finale che è un vero colpo di genio. Da rivedere.

Opinioni tratte dal sito http://www.davinotti.com

Il Gobbo

Due vedovi ancora giovani si incontrano al collegio dei figli. Inizia il più fortunato, immarcescibile, patinato tira e molla amoroso della storia del cinema, un apocalittico successo di pubblico sulle note celeberrime di Francis Lai. Oggi si fa fatica a comprendere il perché di tanta fortuna, ma non si può negare l’abilità diabolica di Lelouch, l’esattezza matematica della costruzione, e – per chi apprezza – l’essenzialità come documento d’epoca. Un film che resiste a ogni parodia. “Sciabadabadà, sciabadabadà”…
Homesick

Una storia risaputa di amour fou e di solitudine, resa tuttavia più che affascinante dallo stile registico di Lelouch, che ai dialoghi preferisce la potenza evocativa delle immagini e dei silenzi, dei primi piani e dei gesti, nonché dei numerosissimi flashback. Professionali e misurate le interpretazioni di Trintignant e della Aimèe, ai quali fa eco la celeberrima colonna sonora di Francis Lai.

Deepred89

Discreto film. Leggero, affascinante ma anche parecchio lento. Comunque la regia è di buon livello e i due protagonisti sono azzeccati. Buona la fotografia che alterna colore e bianco e nero. Ottima (e famosissima) la colonna sonora.

Lucius

A mio parere la colonna sonora (tranne il main theme che tanto successo ha avuto a livello internazionale) è troppo francese e a tratti poco indicata. Per il resto siamo al cospetto di una pellicola con immagini potenti, in grado di emozionare lo spettatore come poche altre. La regia, attenta, consta di movimenti di macchina da scuola del cinema e la fotografia risulta incredibilmente suggestiva. Con tale peculiarità il film non può che considerarsi riuscito. Il risultato finale sarebbe stato amplificato meglio da un autore come Thomas Dolby.

Giacomovie

Bel film per il quale conta principalmente l’atmosfera piuttosto che la densità della storia. In un clima di sofisticata delicatezza Lelouch fa lievitare lentamente la dimensione romantica, la lascia sospesa e la contorna di un erotismo implicito. Ma il fluire distensivo, quasi tranquillante, degli eventi, il soave accompagnamento della colonna sonora e il riuscito cocktail tra colore e bianco/nero lasciano alla fine del film un senso di soddisfazione per l’avvenuta visione. Anouk Aimee è bravissima ed incantevole.

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Note di cinema parte seconda

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In questa seconda parte dedicata alle soundtrack cinematografiche,shewolf ed io abbiamo fatto una scelta molto differenziata,spaziando sia tra vari generi musicali che tra epoche storiche in cui i film sono usciti sugli schermi.Due brani italiani e sei stranieri compongono questa nuova selezione,che include hit ormai diventate parte integrante del nostro costume oltre che compagne dei nostri ascolti.Vi auguriamo una buona lettura.

2 Harry Nilsson - Everybody’s Talkin'

Harry Nilsson,Everybody’s Talkin’ dal film Un uomo da marciapiede (1969)

Everybody’s talking at me
I don’t hear a word they’re saying
Only the echoes of my mind
People stopping, staring
I can’t see their faces
Only the shadows of their eyes
I’m going where the sun keeps shining
Through the pouring rain
Going where the weather suits my clothes
Banking off of the northeast winds
Sailing on a summer breeze
And skipping over the ocean like a stone
I’m going where the sun keeps shining
Through the pouring rain
Going where the weather suits my clothes

2-2 Un uomo da marciapiede

Dustin Hoffman e John Voight in Un uomo da marciapiede (1969)

Everybody’s Talkin’ è un brano folk rock indissolubilmente legato ad un coraggioso film drammatico del 1969 diretto da John Schlesinger, Un uomo da marciapiede. La pellicola, vincitrice di ben tre Premi Oscar (miglior film, regia e sceneggiatura) vede Dustin Hoffman nella parte di un piccolo truffatore italo americano zoppo, Enrico Salvatore Rizzo, detto Sozzo, alle prese con la quotidianità spietata dell’ostile ambiente metropolitano newyorkese. Accanto a Hoffman, nel film, compare un eccezionale Jon Voight nel ruolo del cowboy texano, ovvero, aspirante gigolò, Joe Buck. In origine, la canzone fu scritta e promossa da Fred Niel nel 1966, ma il successo arrivò con l’interpretazione di Harry Nilsson e, come anticipato, con l’uscita del film. All’apparenza, Everybody’s Talkin’ raffigura i futili sogni di evasione dei due protagonisti disadattati, i quali cercano di fuggire da New York per godersi i raggi del sole in Florida. Tuttavia, il testo segue una chiave di lettura più profonda, raffigurando l’incapacità delle persone introverse di comunicare con gli altri: I don’t hear a word they’re saying (…) I can’t see their faces, trasmette un triste sentimento di “invalidità” sociale. Così, il “non sentire” e il “non vedere”, inducono alla ricerca di un sollievo, alla partenza per un ambiente amico: il mare e la brezza estiva. Numerose sono le cover di questo brano – quasi un centinaio – realizzate da nomi illustri della scena musicale mondiale: Stevie Wonder, Neil Diamond, Liza Minnelli, Tony Bennett e Louis Armstrong.

2-3 Harry Nilsson

Harry Nilsson

2-4 Un uomo da marciapiede

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1 Raindrops Keep Falling On My Head

B.J.Thomas,Raindrops Keep Falling On My Head dal film Butch Cassidy And The Sundance Kid (1969)

“Raindrops keep fallin’ on my head
And just like the guy whose feet are too big for his bed
Nothin’ seems to fit
Those raindrops are fallin’ on my head, they keep fallin’

So I just did me some talkin’ to the sun
And I said I didn’t like the way he got things done
Sleepin’ on the job
Those raindrops are fallin’ on my head, they keep fallin’

But there’s one thing I know
The blues they send to meet me won’t defeat me
It won’t be long till happiness steps up to greet me”

1-2 Butch Cassidy And The Sundance Kid

Fotogramma tratto dal film Butch Cassidy And The Sundance Kid

Burt Bacharach e Hal David scrissero questo brano per il western Butch Cassidy and The Sundance Kid diretto da George Roy Hill, con protagonisti – per la prima volta insieme – Paul Newman (Butch Cassidy) e Robert Redford (The Sundance Kid). Per i due compositori delle famose “Don’t Make Me Over” e “I Say A Little Prayer”, il brano rappresentò il primo successo milionario! Fu Bacharach a convincere B.J. Thomas ad interpretare la canzone, omettendo, però, di riferire che nomi come Bob Dylan e Ray Stevens rifiutarono di assumere il compito. In seguito al successo riscontrato, Thomas dichiarò: “Ero nel posto giusto al momento giusto e, probabilmente, ho ottenuto la loro miglior canzone di sempre.” Infatti, tra 1970 e 1971, la canzone ottenne una serie di riconoscimenti: Premio Oscar, Golden Globe, BAFTA (premio Anthony Asquith), Grammy e molti altri. E’ interessante notare come, in seguito, il brano fu impiegato in numerose altre pellicole, tra le quali: Boys on the Side (1995), Spy Hard (1996), Clockwatchers (1997), Confessions of a Dangerous Mind (2002), Spiderman 2 (2004).

1-3 B.J.Thomas

B.J.Thomas

1-4 Butch Cassidy And The Sundance Kid

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5 Stayin' Alive (1977) – The Bee Gees

Stayin’ Alive – The Bee Gees dal film Saturday Night fever

Well, you can tell by the way I use my walk
I’m a woman’s man: no time to talk
Music loud and women warm, I’ve been kicked around
Since I was born
And now it’s all right, it’s OK
And you may look the other way
We can try to understand
The New York Times’ effect on man

Whether you’re a brother or whether you’re a mother
You’re stayin’ alive, stayin’ alive
Feel the city breakin’ and everybody shakin’
And we’re stayin’ alive, stayin’ alive
Ah, ha, ha, ha, stayin’ alive, stayin’ alive
Ah, ha, ha, ha, stayin’ alive

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John Travolta nel film

Satuday Night Fever si è iscritta nella storia dell’arte musicale e cinematografica come una delle poche colonne sonore che definiscono un genere: disco music. Pubblicato nel ’77, proprio quando l’istituzione della discoteca raggiunse il massimo dello splendore commerciale,popolare, il LP si trovava in perfetta simbiosi con i successi dei Trammps “Disco Inferno” e dei Kool & The Gang “Open Sesame “. Da “Stayin’ Alive” a “More Than a Woman”, le musiche di questo doppio album hanno la forza di trasformare qualsiasi ambiente in una pista da ballo, sciogliendo l’imbarazzo dei danzatori dilettanti e stuzzicando la fantasia dei professionisti. Il doppio LP fu venduto in oltre 15 milioni di copie e, quindi, Satuday Night Fever divenne la colonna sonora più acquistata nella storia, almeno fino all’uscita di The Bodyguard.
In principio, The Bee Gees, non furono inclusi nel progetto Satuday Night Fever. I produttori decisero che avrebbero dovuto creare la colonna sonora del film in seguito al successo ottenuto con ” You Should Be Dancing” nell’estate del 1976. Quindi, i fratelli Gibb scrissero le canzoni in una sola settimana in uno studio francese. Da quel momento la musica avrebbe cambiato le loro vite per sempre! Il film ebbe un successo enorme e la colonna sonora si dimostrò un capolavoro globale assoluto. Ben tre canzoni si aggiudicarono il primo posto nelle hit-list mondiali, ma ” Stayin ‘ Alive” divenne il brano pilastro dell’epoca disco.

5-3 Bee Gees

The Bee Gees

5-4 Saturday night fever

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3 Fratello sole sorella luna

Claudio Baglioni,Fratello sole sorella luna dal film omonimo (1972)

Dolce sentire
come nel mio cuore,
ora umilmente,
sta nascendo amore.
Dolce capire
che non son piu’ solo
ma che son parte
di una immensa vita,
che generosa
risplende intorno a me:
dono di Lui
del suo immenso amore.
Ci ha dato il cielo
e le chiare stelle
fratello sole
e sorella luna;
la madre terra
con frutti, prati e fiori
il fuoco, il vento,
l’aria e l’acqua pura
fonte di vita,
per le sue creature
dono di Lui
del suo immenso amore

3-2 Fratello sole sorella luna

Un bellissimo fotogramma tratto dal film Fratello sole sorella luna

Nel 1972 un ancor poco conosciuto Claudio Baglioni incide per la celebre Rca la colonna sonora del film Fratello sole sorella luna,film diretto da Franco zeffirelli e ispirato
alla vita di san Francesco d’Assisi.
Il brano esce in versione 45 giri con una scelta assolutamente inusuale;contiene infatti tre brani invece dei canonici due.
Oltre al citato Fratello sole sorella luna,ci sono infatti due temi intitolati Preghiera semplice e Canzone di San Damiano.
Una canzone che si ispira chiaramente all’opera del grande santo di Assisi e al suo Cantico delle creature.
Il pensiero francescano è reso dal cantante romano con parole semplici ma dirette.
E’ il primo successo popolare di Caludio Baglioni,che di li a poco avrebbe conosciuto una enorme popolarità con Questo piccolo grande amore;
un successo che portò il brano ad essere utilizzato in molte funzioni religiose,in concomitanza con il sempre maggior diffondersi dell’uso
di chitarre e strumenti acustici nelle chiese.
Fra le cover realizzate in concomitanza o in seguito all’uscita del film e del brano segnalo la bella versione di Donovan.

3-3 Claudio Baglioni

Claudio Baglioni

3-4 Fratello sole sorella luna

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4 Insieme a te non ci sto più,Caterina Caselli

Insieme a te non ci sto più,Caterina Caselli (1968) tema del film La stanza del figlio

Insieme a te non ci sto più, guardo le nuvole lassù
Cercavo in te la tenerezza che non ho
La comprensione che non so trovare in questo mondo stupido
Quella persona non sei più, quella persona non sei tu
Finisce qua, chi se ne va che male fa!

Io trascino negli occhi dei torrenti di acqua chiara
Dove io berrò, io cerco boschi per me
E vallate col sole più caldo di te!

Insieme a te non ci sto più, guardo le nuvole lassù

4-1 La stanza del figlio

I protagonisti del film La stanza del figlio cantano Insieme a te non ci sto più

Una canzone divenuta famosa più per il refrain (Arrivederci amore ciao) che per il titolo,Insieme a te non ci sto più.
Un brano che non è stato scritto per un film, ma che alla fine è divenuto parte integrante di pellicole di successo,come
La stanza del figlio di Nanni Moretti,di Arrivederci amore, ciao di Michele Soavi oltre a Manuale d’amore e La conosci Claudia.
Canzone che parla di un amore finito,con parole semplici ma dirette,composta da Paolo Conte,all’epoca ancora poco conosciuto e da Michele Virani su
un testo di Pallavicini.
Portata al successo da Caterina Caselli nel 1968,non ebbe un grandissimo successo quando uscì;
viceversa,con il passare degli anni si è trasformata in un cult assoluto,oggetto di una rivalutazione anche critica e sopratutto di innumerevoli cover,
fra le quali una delle più belle porta la firma di Franco Battiato

4-2 Caterina Caselli

Caterina Caselli

4-4 La stanza del figlio

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6 Up Where We Belong (1982)-Joe Cocker e Jennifer Warnes

Up Where We Belong -Joe Cocker e Jennifer Warnes dal film Ufficiale e gentiluomo (1982)

Some hang on to used to be
Live their lives looking behind
All we have is here and now
All our lives, out there to find

The road is long
There are mountains in our way
But we climb a step every day

Love lift us up where we belong
Where the eagles cry
On a mountain high
Love lift us up where we belong
Far from the world we know
Where the clear winds blow

6-1 Ufficiale e gentiluomo

La celebre scena finale del film protagonisti Gere e la Winger sulle note del brano di Cocker e della Warnes

Up Where We Belong è il brano più famoso contenuto nella soundtrack del film Ufficiale e gentiluomo diretto nel 1982 da Taylor Hackford.
Un testo non banale,con una splendida musica opera di Jack Nitzsche (autore del tema di Qualcuno volò sul nido del cuculo) e di Buffy Sainte-Marie,
che fa da sfondo alla sequenza più importante del film,quella finale in cui Zack prende in braccio Paula e la porta fuori dalla fabbrica nella quale lavora.
Incredibilmente,il brano rischiò di essere tagliato dal film per colpa del produttore Simmons che giudicava la canzone troppo debole e sopratutto Jennifer Warnes inadatta al ruolo di seconda voce.
Il successo strepitoso del brano,che vinse l’Oscar come miglior canzone oltre al Golden Globe e al BAFTA,fece giustizia della miopia del produttore.
La stessa Warnes dimostrò quanto Simmons si sbagliasse incidendo uno dei più grandi successi della storia delle soundtrack,quella (I’ve Had) The Time of My Life colonna sonora di Dirty Dancing – Balli proibiti.
La splendida voce roca di Cocker si integra perfettamente a quella armonica e melodiosa di Jennifer Warnes in un contrasto di tonalità assolutamente unico.

6-2  Joe Cocker e Jennifer Warnes

Joe Cocker e Jennifer Warnes

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7 Blowin' in the Wind (1962),Bob Dylan

Blowin’ in the Wind (1962),Bob Dylan uno dei temi del film Forrest Gump

How many roads must a man walk down
Before you call him a man?
Yes, ‘n’ how many seas must a white dove sail
Before she sleeps in the sand?
Yes, ‘n’ how many times must the cannon balls fly
Before they’re forever banned?
The answer, my friend, is blowin’ in the wind,
The answer is blowin’ in the wind.

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Fotogramma tratto dal film Forrest Gump

“Quante volte le palle di cannone dovranno volare prima che siano bandite per sempre?”
Nessuna retorica,nessun auto compiacimento.
La guerra è una sporca cosa,sempre.Anche quando è spacciata per guerra di libertà.
Dylan compone questa canzone anti militarista,la più famosa di sempre con Imagine di Lennon nel 1962 e la pubblica
l’anno seguente nel suo album capolavoro,The Freewheelin’ Bob Dylan.
Il successo planetario del film porta Dylan ad un successo talmente vasto da farlo innalzare dal ruolo di folk singer
a quello di poeta.
Per molti americani il cantautore di Duluth non è solo un bravo compositore,ma un autentico poeta.
Che peraltro è malvisto dalle autorità proprio per il suo impegno pacifista.
Blowin’ in the Wind viene inserito nella soundtrack del film Forrest Gump di Robert Zemeckis del 1994.
Se il film in qualche modo è l’esaltazione dell’americano medio,anche se rappresentato in questo caso da un anti eroe
non particolarmente dotato come Forrest,il brano di Dylan (cantato dalla Baez,splendidamente) segna una delle tappe importanti del film stesso,
la parte più felice e rigorosamente anti guerra del Vietnam.
Numerosissime le cover che il brano ha avuto nel corso degli anni successivi,fra le quali segnalo quelle di Neil Young,
Stevie Wonder,Bruce Springsteen, Elvis Presley.

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Bob Dylan

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8 The end (1967),The Doors

The end (1967),The Doors uno dei temi del film Apocalypse now

This is the end, beautiful friend
This is the end, my only friend, the end
Of our elaborate plans, the end
Of everything that stands, the end
No safety or surprise, the end
I’ll never look into your eyes
Again
Can you picture what will be
So limitless and free
Desperately in need
Of some stranger’s hand
In a desperate land

8-2 Apocalypse now

“Questa è la fine,amici”,canta Morrison mentre infuria la sporca guerra in Apocalypse now

Un poeta,Jim Morrison e dieci anni dopo un film lirico e stupendo,il più bel film antimilitarista della storia,Apocalypse now di Coppola.
Un binomio vincente che lega indissolubilmente un brano esistenzialista e un film che indaga sulla parte più oscura dell’animo umano,
a sua volta si ispira ad un libro “nero”,Cuore di tenebra di Conrad.
Morrison con i Doors ha fatto decine di versioni live di questo brano,cambiando di volta in volta parte del testo ed esecuzione.
E non fa eccezione neanche la versione inserita nel film,che si spegne e si riaccende in modo quasi magico mentre sullo schermo
sfilano i fotogrammi del film di Coppola.
“Questa è la fine, bellissima amica
Questa è la fine, la mia sola amica, la fine
La fine dei nostri piani raffinati
La fine di tutto quello che ci sta intorno”
Nel brano c’è quasi un presagio della storia futura di Morrison,destinato a morire a soli 28 anni appena quattro anni dopo
il successo di questa The end.
The Lizard King raggiunge con questo brano le vette più alte della sua poesia innovativa e rivoluzionaria;ancora una volta
sono le sue parole a rendere più compiutamente il significato di questo brano ed in generale della sua opera:
“Se la mia poesia cerca di arrivare a qualcosa, è liberare la gente dai modi limitati in cui vede e sente”

8-3 The Doors

Jim Morrison e i Doors

8-4 Apocalypse now

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Andavamo al cinema-Parte terza

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Largo alle immagini in questa terza parte della serie di articoli dedicata alle nostre sale cinematografiche riprese in varie epoche della storia italiana.Tutte immagini in un rigoroso bianco e nero,che da un aspetto quasi ieratico alle stesse.Da nord a sud,i cinema di un’Italia completamente diversa.Ingenua,provinciale,fiduciosa.

Cinema Alcyone Roma ingresso

L’ingresso del cinema Alcyone di Roma

Cinema Alpi Torino ingresso

L’ingresso del cinema Alpi di Torino

Cinema Littorio Aprilia

Il cinema Littorio di Aprilia (Latina)

Cinema Littorio Rovigo

Il cinema Littorio di Rovigo

Cinema Luce Torino

Il cinema Luce di Torino

Cinema Mazari Brindisi

Il cinema Mazari di Brindisi

Cinema moderno Teramo

Il cinema Moderno di Taranto

Cinema Odeon Milano interno

L’interno del cinema Odeon di Milano

Sala Cinema Supercinema Roma

La sala di proiezione del Supercinema di Roma

Cinema Odeon Piombino

Il cinema Odeon di Piombino

Cinema Pesante Manfredonia

Il cinema Pesante di Manfredonia (Foggia)

Cinema Rex Taranto

Il cinema Rex di Taranto

Cinema Ristori Ferrara

Il cinema Ristori di Ferrara

Cinema Sociale Carpaneto

Il cinema Sociale di Carpaneto (Piacenza)

Cinema Sociale Favaro Veneto

Cinema Sociale di Favaro Veneto (Venezia)

Cinema Splendor Pescia

Il cinema Splendor di Pescia (Pistoia)

Sala Cine Vittoria Alessandria

Sala interna del cinema Vittoria di Alessandria

Sala Cine Teatro Trieste

Sala di proiezione del Cine Teatro di Trieste

Cinema Teatro delle Terme Abano

Cinema Teatro delle Terme di Abano Terme  (Padova) 

Cinema teatro Impero Brindisi

Cine Teatro Impero di Brindisi

Cinema Teatro Maugeri Acireale

Cine Teatro Maugeri,Acireale

Sala Cine Teatro Traiano Civitavecchia

Sala di proiezione del Cine Teatro Traiano di Civitavecchia

Cinema Teatro Politeama Alessandrino Alessandria

Il cinema Teatro Politeama Alessandrino di Alessandria

Cinema Teatro Sociale Omegna

Cine Teatro Sociale di Omegna (Verbano Cusio Ossola)

Cinema Trinacria Messina

Il cinema Trinacria di Messina

Cinema Umberto Avellino

Cinema Umberto,Avellino

Sala Cine Teatro Solvay Rosignano

Sala di proiezione del Cine Teatro Solvay di Rosignano (Alessandria)

Cinema Vernazza Genova

Cinema Vernazza,Genova

Cinema Vittoria Alessandria

Cinema Vittoria,Alessandria

Sala Cine Pio X Trento

La sala di proiezione del cinema Pio X di Trento


I film della Hammer production-Parte seconda

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1-1 Distruggete Frankenstein

Distruggete Frankenstein

1-2 Frankenstein e il mostro dell'inferno

Frankenstein e il mostro dell’inferno

1-3 1972 Dracula colpisce ancora

1972 Dracula colpisce ancora

1-4 I satanici riti di Dracula

I satanici riti di Dracula

1-5 La leggenda dei 7 vampiri d'oro

La leggenda dei 7 vampiri d’oro

1-6 La morte arriva strisciando

La morte arriva strisciando

1-7 Gli artigli dello squartatore

Gli artigli dello squartatore

1-8 Lo sguardo che uccide

Lo sguardo che uccide

1-9 L'uomo che ingannò la morte

L’uomo che inganno’ la morte

1-10 La nebbia degli orrori

La nebbia degli orrori

1-11 Rasputin il monaco folle

Rasputin il monaco folle

1-12 Una figlia per il diavolo

Una figlia per il diavolo

2-1 Distruggete Frankenstein ita

2-2 Frankenstein e il mostro dell'inferno ita

2-3 1972 Dracula colpisce ancora ita

2-4 I satanici riti di Dracula ita

2-5 La leggenda dei 7 vampiri d'oro ita

2-6 La morte arriva strisciando ita

2-7 Lo sguardo che uccide ita

2-8 Gli artigli dello squartatore ita

2-9 L'uomo che ingannò la morte ita

2-10 La nebbia degli orrori ita

2-11 Rasputin il monaco folle

2-12 Paura nella notte ita

2-13 Una figlia per il diavolo ita

3-1 Distruggete Frankenstein inizio

Distruggete Frankenstein

3-2 Frankenstein e il mostro dell'inferno inizio

Frankenstein e il mostro dell’inferno

3-3 1972 Dracula colpisce ancora inizio

1972 Dracula colpisce ancora

3-4 I satanici riti di Dracula inizio

I satanici riti di Dracula

3-5 La leggenda dei 7 vampiri d'oro inizio

La leggenda dei sette vampiri d’oro

3-6 La morte arriva strisciando inizio

La morte arriva strisciando

3-7 Lo sguardo che uccide inizio

Lo sguardo che uccide

3-8 Gli artigli dello squartatore inizio

Gli artigli dello squartatore

3-9 L'uomo che ingannò la morte inizio

L’uomo che ingannò la morte

3-10 La nebbia degli orrori ita

La nebbia degli orrori

3-11 Rasputin il monaco folle ita

Rasputin il monaco folle

3-12 Una figlia per il diavolo ita

Una figlia per il diavolo

3-13 Paura nella notte ita

Paura nella notte

5-1 Distruggete Frankenstein int.

5-2 Frankenstein e il mostro dell'inferno int.

5-3 1972 Dracula colpisce ancora int.

5-4 I satanici riti di Dracula int.

5-5 La leggenda dei 7 vampiri d'oro int

5-6 La morte arriva strisciando int

5-7 Lo sguardo che uccide int

5-8 Gli artigli dello squartatore int

5-9 L'uomo che ingannò la morte int

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6-2 Madeline Smith

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6-3 Stephanie Beacham

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6-6 Jennifer Daniels

Jennifer Daniels

6-7 Barbara Shelley

Barbara Shelley

6-8 Angharad Rees

Angharad Rees

6-9 Hazel Court

Hazel Court

6-10 Dana Gillespie

Dana Gillespie

6-11 Barbara Selley

Barbara Selley

6-12 Nastassja Kinskj

Nastassja Kinskj

6-13 Joan Collins

Joan Collins


American graffiti

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American graffiti locandina 2

Una staffetta generazionale tra i giovani del rock and roll e di Elvis Presley,dell’America di Dwight Eisenhower e della guerra di Corea
e i giovani dell’America di Kennedy e dell’impegno in Vietnam e in seguito di Martin Luther King e dei figli dei fiori.
L’ideale testimone passato tra una generazione forse non ancora completamente disillusa ma ancorata alle tradizioni del mito della frontiera e del capitalismo dal volto buono e quello rappresentato da giovani profondamente disillusi,contestatori ma anche loro costretti poi ad integrarsi nella società o restarne fatalmente al margine.
American graffiti racconta questo e altro.
Principalmente parla del passaggio all’età adulta,quel superamento del confine invisibile che lega l’adolescenza alla maturità.
Che può cambiare anche di parecchio,ma che in America era scandita da tappe inesorabilmente poste davanti ai giovani;il college o il servizio militare.
Guerra di Corea,guerra del Vietnam o in seguito una delle tante,piccole o grandi guerre a cui gli Usa hanno partecipato,Iraq,Afghanistan ecc.
Ecco,American Graffiti racconta questo rito,malinconicamente,con nostalgia.
Attraverso le vicende scanzonate o tragicomiche,tristi o allegre di quattro giovani,alle prese proprio con quel filo invisibile che in una notte li traghetterà verso il futuro.
Il tutto scandito dalle note di alcuni brani che rendono il film un’opera delicata e struggente,un inno alla giovinezza che sfugge e all’età adulta che si presenta con il suo carico di incognite e e di paure,di incertezze.

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Sono tanti i personaggi che affollano il film di Lucas,dai quali però emergono i quattro che caratterizzano il film stesso,una pellicola dal sapore autenticamente e fortemente autobiografica.
Dov’eri nel 1962?” chiede uno dei manifesti pubblicitari del film.
E Lucas risponde raccontando la sua giovinezza e probabilmente frammenti del suo passato,scanditi dalla colonna sonora che accompagnò lui e i suoi coetanei in quelli che retoricamente verranno chiamati “i favolosi anni sessanta
Rock Around the Clock di Bill Haley e Runaway di Del Shannon,Surfin’ Safari dei Beach Boys e Smoke Gets in Your Eyes dei Platters oltre a moltissimi brani famosi di quel periodo fanno da sottofondo alle vicende “notturne” di tutti i protagonisti,che usano dragster o maxi auto in un tripudio ossequiante ad un’epoca che il regista omaggia apertamente.
I quattro personaggi principali hanno caratteristiche del tutto peculiari e personali,com’è ovvio che sia;non sono anonimi o intruppati nella massa,come accadrà ai loro figli che vivranno negli anni ottanta.
Curt,il ribelle e Terry il secchione,Steve il posato e tranquillo americano medio e John il vagabondo sono aspetti riflessi di buona parte dei giovani americani,quasi una rappresentazione allegorica della società incerta e confusa dell’America.
Sono personaggi,però che hanno un limite raffigurativo non paragonabile ai coetanei italiani dell’epoca.
Nel nostro paese la situazione socio economica era ben diversa,i miti americani erano decisamente  lontani da quelli molto più modesti dei nostri ragazzi.

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E questo è un grosso limite culturale di approccio alla pellicola di Lucas.
Le scorribande in auto,le smargiassate,le bevute e i night dalle luci ammiccanti non sono esperienze comuni con le nostre.
I nostri fratelli maggiori avevano altre aspirazioni e ben altri problemi.
Unica grande fortuna,a favore dei nostri,il clima di pace almeno dal punto di vista geo politico in cui viveva l’Italia.
Dal 1945,infatti,il nostro paese non ha vissuto le devastanti esperienze americane della guerra di Corea e del Vietnam;vero è che la situazione interna,a livello politico,era molto più drammatica (ed esploderà sul finire degli anni sessanta e sopratutto negli anni settanta) di quella americana.
Per questo motivo aldilà della simpatia o dell’affetto che si prova rispettivamente per i personaggi e per la musica di American graffiti il film stesso può non coinvolgere appieno il nostro spettatore.
Troppo diverso il vissuto.
E’ vero,i giovani sono uguali in qualsiasi angolo della terra.
Hanno tutti le stesse aspirazioni e gli stessi sogni.
Ma hanno un vissuto assolutamente differente.
A livello strettamente personale,pur avendo grande considerazione per il film di Lucas,trovo molto più intimista e poetico il film di
Bogdanovich L’ultimo spettacolo,spaccato più intenso e più sofferto,meno “appariscente” di American graffiti.
E’ inutile raccontare la trama del film, che vive praticamente sulla lunga notte dei protagonisti,in particolare dei quattro menzionati.
Entrano in ballo,nel film,altre figure che però sono meno delineate e più omologate alla massa di giovani che si agita in quella che sembra l’ultima notte agitata prima della quiete.

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A parte la colonna sonora,splendida,si segnala la presenza nel film di un cast di grande livello,che include tra gli altri,in un ruolo minore Harrison Ford ma anche Richard Dreyfuss,bravissimo e Ron Howard.
Lucas dirige con bravura un film di buon livello,con la dovuta misura e con garbo;le reazioni del pubblico americano,all’uscita del film,furono entusiastiche,tanto che lo stesso Lucas trovò finalmente i finanziamenti per realizzare il suo sogno,portare sullo schermo Guerre stellari.
Che ovviamente sarà un altro trionfo.
Anche la critica accolse positivamente il film,che infatti è incluso nella lista dei cento film più importanti girati e prodotti in America.

American graffiti banner filmscoop
American Graffiti

Un film di George Lucas. Con Richard Dreyfuss, Ron Howard, Paul Le Mat, Charles Martin Smith, Cindy Williams,
Candy Clark, Mackenzie Phillips, Wolfman Jack, Bo Hopkins, Manuel Padilla jr, Beau Gentry, Harrison Ford, Jim Bohan,
Jana Bellan, Deby Celiz Commedia,durata 110 min. – USA 1973

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American graffiti banner protagonisti

Richard Dreyfuss: Curt Henderson
Ron Howard: Steve Bolander
Paul Le Mat: John Milner
Charles Martin Smith: Terry ‘Il rospo’ Fields
Cindy Williams: Laurie Henderson
Harrison Ford: Bob Falfa
Robert Weston Smith: Lupo Solitario
Candy Clark: Debbie
Suzanne Somers: La donna bionda
Mackenzie Phillips: Carol
Bo Hopkins: Joe
Kathleen Quinlan: Peg

American graffiti banner doppiatori

Claudio Capone: Curt Henderson
Luca Dal Fabbro: Steve Bolander
Emilio Bonucci: John Milner
Piero Tiberi: Terry ‘Il rospo’ Fields
Roberta Paladini: Laurie Henderson
Willy Moser: Bob Falfa
Nino Dal Fabbro: Lupo Solitario
Emanuela Fallini: Debbie
Emanuela Rossi: Carol

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Regia George Lucas
Soggetto George Lucas, Gloria Katz, Willard Huyck
Sceneggiatura George Lucas, Gloria Katz, Willard Huyck
Produttore Francis Ford Coppola
Casa di produzione Lucasfilm
Distribuzione (Italia) Universal Studios
Fotografia Jan D’Alquen, Ron Eveslage
Montaggio Verna Fields, Marcia Lucas
Scenografia Dennis Clark
Costumi Aggie Guerard Rodgers
Trucco Bette Iverson

American graffiti banner soundtrack

Rock Around the Clock (Bill Haley and the Comets)
Sixteen Candles (The Crests)
Runaway (Del Shannon)
Why Do Fools Fall in Love (Frankie Lymon and the Teenagers)
That’ll Be the Day (Buddy Holly)
Fannie Mae (Buster Brown)
At the Hop (Flash Cadillac & The Continental Kids)
She’s So Fine (Flash Cadillac & The Continental Kids)
The Stroll (The Diamonds)
See You in September (The Tempos)
Surfin’ Safari (The Beach Boys)
He’s the Great Imposter (The Fleetwoods)
Almost Grown (Chuck Berry)
Smoke Gets in Your Eyes (The Platters)
Little Darlin’ (The Diamonds)[7]
Peppermint Twist (Joey Dee & The Starliters)
Barbara Ann (The Regents)
Book of Love (The Monotones)
Maybe Baby (Buddy Holly)
Ya Ya (Lee Dorsey)
The Great Pretender (The Platters)
Ain’t That a Shame (Fats Domino)
Johnny B. Goode (Chuck Berry)
I Only Have Eyes for You (The Flamingos)
Get a Job (The Silhouettes)
To the Aisle (The Five Satins)
Do You Wanna Dance (Bobby Freeman)
Party Doll (Buddy Knox)
Come Go with Me (Del Vikings)
You’re Sixteen (Johnny Burnette)
Love Potion No. 9 (The Clovers)
Since I Don’t Have You (The Skyliners)
Chantilly Lace (The Big Bopper)
Teen Angel (Mark Dinning)
Crying in the Chapel (Sonny Till & The Orioles)
A Thousand Miles Away (The Heartbeats)
Heart and Soul (The Cleftones)
Green Onions (Booker T. & The M.G.’s)
Only You (And You Alone) (The Platters)
Goodnight, Well It’s Time to Go (The Spaniels)
All Summer Long (The Beach Boys)

American graffiti banner recensioni

L’opinione di Decks dal sito http://www.filmtv.it

(…) Adolescenza è spesso sinonimo di sogni, amori platonici, automobili e atti più o meno sconsiderati. Ed è così che George Lucas decide di raffigurare i giovani protagonisti di questo film. Ragazzi che vogliono sembrare grandi,
ma in realtà non lo sono, non appartenendo però neppure all’infanzia ormai trascorsa. Quel limbo dove si comincia a pensare al proprio futuro rammaricandosi delle prime vere difficoltà.
La regia di George Lucas è sicuramente buona, nel suo seguire i differenti personaggi, fatta di numerosi stacchi, ferma, ma comunque precisa. Sono però il montaggio e la colonna sonora che spiccano in questo lungometraggio.
Il primo riesce a creare uno specifico percorso dei numerosi protagonisti, un’analisi precisa del loro ingresso nell’età adulta grazie a numerose situazioni, che sia una tavola calda
(unico punto luminoso e accogliente nella città notturna) o una zona più abbandonata. La colonna sonora, unica materia invisibile che accomuna tutti grazie alle radio sintonizzate sulla medesima stazione,
con le sue canzoni di fine anni ’50 è trasportante e nostalgica, grazie anche al repertorio di brani degli ottimi Beach Boys.(…)
L’opinione di Filippo Brunamonti dal sito http://www.repubblica.it

(…) Il capolavoro di George Lucas ha lasciato il marchio anche nella titolazione di alcune opere “american” che hanno influenzato la storia del cinema più recente. C’è l’american dal sapore agrodolce di American Beauty (1999)
di Sam Mendes e quello che suona come un pugno di American Gangster (2007), per la regia di Ridley Scott. E ancora, l’infantile e ormonale American Pie, il perverso American Horror Story (per la tv), il narcisistico e letale American Psycho
dal libro di Bret Easton Ellis, il politico American History X con Edward Norton e American Gigolo con Richard Gere in versione escort.(…)

L’opinione di Pigna System dal sito http://www.filmscoop.it

C’è chi , oggi, lo definirà un pò datato, ma “American Graffiti”, primo grande successo di George Lucas, e unico suo lavoro da regista fuori dal genere fantascienza, resta uno dei non moltissimi film che sanno esprimere qualcosa di onestamente vero sulla giovinezza
e sul suo aspetto irripetibile ; cronaca di una nottata prima di un momento importante per quattro ragazzi, il film racconta, incrocia, tergiversa, per collegare in un’alba che rischierà di divenire tragica le storie che presenta. Lucas , e questa è la forza della sua pellicola,
rende bene la grande potenzialità di un adolescente, che sommando le proprie aspirazioni ai propri sogni e al peso del tempo a relativa disposizione, potrebbe sentirsi invincibile, nonostante la sfortuna e la ristrettezza degli ambienti che rappresentano il suo mondo: una colonna sonora-capolavoro,
composta da molte delle più belle canzoni pop degli anni Cinquanta punteggia la scorribanda dei quattro giovani di provincia, tra disavventure amorose, gare in auto, la scoperta che un Mito radiofonico è solo un omone goloso di gelati che all’occorrenza abbandona la propria disillusione
per fornire uno sprazzo di filosofia, e il passo d’avvio per il futuro. Le didascalie che chiudono la proiezione , come rilevò Kezich, giustamente, stanno lì a ricordare la perdita delle illusioni, a confermare che “American Graffiti” è un film cui ci si può impudicamente affezionare.

Dai graffiti di Lucas ai prati verdi e finti in cui Kevin Spacey e Annette Bening annegano il perfetto ritratto della famiglia americana, il sogno/incubo americano è servito. Per mantenerlo vivo, basta riascoltare la potente colonna sonora di American Graffiti (Buster Brown, The Crows, Frankie Lymon and the Teenagers, Flash Cadillac, The Platters, Buddy Holly, Richard Rodgers…), note e suoni nella notte legati da uno straordinario Walter Murch che, ancora oggi, ricorda il film come l’esperimento di montaggio sonoro più importante della sua carriera.

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“Potremo finalmente evadere da questa città di merda e tu vuoi restare in cella,è questo che vuoi?”


Cinema:pensieri,parole e parolacce-Parte diciannovesima

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C’è una frase,nella selezione odierna scelta con la solita ammirevole cura da shewolf che è tratta da un film che non ho visto,Manuale d’amore 2 e conseguentemente non conoscevo la citazione.Dice testualmente:”Come si fa a decidere di smettere di amare una persona? Io non ce l’ho un carattere così forte… Io non sono uno di quelli che per smettere di fumare un giorno buttano via il pacchetto e non fumano più. Una volta ci ho provato però, poi, di notte sono andato a riprendere il pacchetto nel sacchetto della spazzatura.” Trovo questa frase molto importante e profonda,perchè testimonia uno stato d’animo oggi non più così frequente.Anche i sentimenti sono stati accantonati,anche l’amore sembra essere diventato come il chewingum,si usa e si getta,senza rimpianto.E mi ha ricordato una persona per me molto importante conosciuta tantissimo tempo addietro che sosteneva come l’amore fosse qualcosa che ti prendeva,ti coinvolgeva senza mai lasciarti più.Cicatrici,questo si,ma anche un angolo dell’anima sempre occupata da esso.Grazie a shewolf per la scelta.

Banner filmscoop citazioni

1 Guerra e pace foto

Voglio scoprire perché io so quello che è giusto e continuo a fare tutto il male.
Voglio scoprire cos’è la felicità e che cosa valga invece la sofferenza.
E voglio scoprire perché gli uomini vanno in guerra e che cosa provano davvero in fondo
al cuore quando essi pregano Dio. E voglio scoprire cosa uomini e donne sentano
quando dicono di amare e quanti peccati facciamo e quanta gente inganniamo
e perché tutto finisce nella morte.

Dal film Guerra e Pace di King Vidor (1955)

2 Prendi i soldi e scappa foto

Sono stato picchiato, ma mi sono difeso bene. A uno di quelli gli ho rotto la mano:
mi ci è voluta tutta la faccia, ma ce l’ho fatta.

Dal film Prendi i soldi e scappa di Woody Allen (1969)

3 In nome del popolo sovrano foto

Il servo che non si ribella è peggio del padrone che lo comanda.

Dal film In nome del popolo sovrano di Luigi Magni (1990)

4 La polizia chiede aiuto foto

– Cosa altro vuole dire?
– Voglio dire… vaffanculo.

Dal film La polizia chiede aiuto di Massimo Dallamano (1974)

5 The Iron Lady foto

Cura le tue abitudini e curerai il tuo carattere.
Cura il tuo carattere e curerai il tuo destino.

Dal film The Iron Lady di Phyllida Lloyd (2011)

6 Prima pagina foto

I giornalisti… ah! Un branco di analfabeti con la forfora sul collo e le pezze al sedere,
che spiano dai buchi delle serrature e svegliano la gente nel cuore della notte per
domandargli se hanno visto passare un bruto in mutande,
che rubano alle vecchie madri le fotografie delle figlie violentate in Oak Park e tutto perché?
Perché un milione di commesse e di mogli di camionisti ci piangono sopra.
E poi… il giorno dopo la prima pagina serve per incartare un chilo di trippa.

Dal film Prima pagina di Billy Wilder (1974)

7 Boccaccio '70 foto

Bevete più latte, il latte fa bene, il latte conviene… a tutte le età!

Dal film Boccaccio ’70 di Federico Fellini, Mario Monicelli, Luchino Visconti, Vittorio De Sica (1962)

8 Le foto proibite di una signora per bene foto

Se mi tocchi ancora, io prima ti ammazzo, poi ti denuncio!

Dal film Le foto proibite di una signora per bene di Luciano Ercoli (1970)

9 Butch Cassidy foto

– Parlami delle banche australiane.
– Sono ricche, mature e succulente.
– Le banche o le donne?
– Oltre alle banche, anche le donne…

Dal film Butch Cassidy di George Roy Hill (1969)

10 Natural Born Killers foto

Ogni specie uccide altre specie. Gli uomini invece le uccidono tutte allegramente.

Dal film Natural Born Killers di Oliver Stone (1994)

11 Le sei mogli di Barbablù foto

– Sai dove andremo in viaggio di nozze?
– No.
– Al Polo Nord. E sai perché?
– Perché?
– Perché lì la notte dura sei mesi.

Dal Le sei mogli di Barbablù di Carlo Ludovico Bragaglia (1950)

12 Mystic river foto

Hai mai fatto caso che una scelta da niente può cambiarci la vita?
Si dice che la madre di Hitler volesse abortire ma cambiò idea all’ultimo minuto.
Ti rendi conto?

Dal Mystic River di Clint Eastwood (2003)

13 I nuovi mostri foto

Vedo che stupisce, ma io fui allevato da cinque nurse di cinque lingue diverse.
Cinque puttane scatenate che mi hanno iniziato all’erotismo satanico.

Dal film I nuovi mostri di Mario Monicelli, Dino Risi, Ettore Scola (1977)

14 Il lenzuolo viola foto

Un bacio è un’indagine al piano superiore per sentire se il piano inferiore è disponibile.

Dal film Il lenzuolo viola di Nicholas Roeg (1980) di Nicholas Roeg

15 Luna di fiele foto

Ogni rapporto tra uomo e donna, anche se armonioso, ha in sé il seme della farsa o
della tragedia.

Dal film Luna di fiele di Roman Polanski (1992)

16 40 gradi all'ombra del lenzuolo foto

– Non abuserà di me?
– Sì, abuserò grandemente di lei, sarà la mia gran abusata!

Dal film 40 gradi all’ombra del lenzuolo di Sergio Martino (1976)

17 Agente 007 Thunderball foto

Sembra la pistola di una donna… .
– Conosce bene le armi, mister Bond?
– No, conosco un po’ le donne.

Dal film Agente 007 Thunderball di Terence Young (1965)

18 Manuale d'amore 2 foto

Come si fa a decidere di smettere di amare una persona?
Io non ce l’ho un carattere così forte… .
Io non sono uno di quelli che per smettere di fumare un giorno buttano
via il pacchetto e non fumano più.
Una volta ci ho provato però, poi, di notte sono andato a riprendere il pacchetto
nel sacchetto della spazzatura.

Dal film Manuale d’amore 2 di Giovanni Veronesi (2007)

19 Grandi Speranze foto

Scacciato dalla mente, dici? Tu sei in ogni mio pensiero.
Sei parte della mia esistenza, sei parte di me.
Te l’ho detto, sei ovunque io guardi; in ogni riga che abbia mai letto
dalla prima volta in cui venni qui.
Tu sei nel fiume, sei nelle vele delle navi, sei nel mare, nelle nuvole,
nelle pietre di Londra. Fino alle ultime ore della mia vita,
tu rimarrai in me. Parte di quel poco che c’è di buono e parte del male.
Anche se io ti associerò sempre al bene!

Dal film Grandi Speranze (2012) di Mike Newell

20 Breve incontro foto

Le stelle cambiano il loro corso, l’universo può bruciare, il mondo andare a picco,
ma Paperino esisterà sempre.

Dal film Breve incontro di David Lean (1945)

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1 gUERRA E PACE LOCANDINA

2 Prendi i soldi e scappa locandina

3 In nome del popolo sovrano locandina

4 La polizia chiede aiuto locandina

5 The Iron Lady locandina

6 Prima pagina locandina

7 Boccaccio '70 locandina

8 Le foto proibite di una signora per bene locandina

9 Butch Cassidy locandina

10 Natural Born Killers locandina

11 Le sei mogli di Barbablù locandina

12 Mystic river locandina

13 I nuovi mostri locandina

14 Il lenzuolo viola locandina

15 Luna di fiele locandina

16 40 gradi all'ombra del lenzuolo locandina

17 Agente 007 Thunderball locandina

18 Manuale d'amore 2 locandina

19 Grandi Speranze locandina

20 Breve incontro locandina


Eva Aulin Photogallery

Andavamo al cinema-Parte quarta

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Una nuova galleria di vecchi cinema,sparsi per la penisola.Immagini datate ma ricche di fascino…

Arena Giardino Imola

Arena Giardino,Imola

Cabina di proiezione cinema Palestrina

Cabina di proiezione del cinema Palestrina

Ciema Teatro Lumiere Isernia

Cinema Teatro Lumiere,Isernia

Cine Nuovo Cinema Quirinetta Roma

Nuovo cinema Quirinetta,Roma

Cine Teatro Artemisio Velletri

Cinema Teatro Artemisio, Velletri

Cine Teatro Aurora Treviso

Cinema Teatro Aurora,Treviso

Cine Teatro Aziendale Portonovo di Medicina (Bo)

Cinema Teatro Aziendale di Portonovo di Medicina (Bologna)

Cine Teatro Ciuppelli Terni

Cine Teatro Ciuppelli,Terni

Cine Teatro Cristallo Oderzo

Cine Teatro Cristallo,Oderzo (Treviso)

Cine Teatro Eden Brindisi

Cine Teatro Eden,Brindisi

Cine Teatro Galleria Legnano

Cine Teatro Galleria,Legnano (Milano)

Cine Teatro Impero Manfredonia

Cinema Impero,Manfredonia (Foggia)

Cine Teatro Manzoni Monza

Cine Teatro Manzoni,Monza

Cine Teatro Modernissimo Imola

Cine Teatro Modernissimo,Imola

Cine Teatro Odeon Brescia

Cinema Teatro Odeon,Brescia

Cine Teatro Reale Roma

Cinema Teatro Reale,Roma

Cine Teatro Savoia Campobasso

Cinema Teatro Savoia,Campobasso

Cine Teatro Sciarrone Palmi

Cinema Teatro Sciarrone,Palmi (Reggio Calabria)

Cine Teatro Universale Genova

Cinema Teatro Universale,Genova

Cine Teatro Vittorio Emanuele Modena

Cine Teatro Vittorio Emanuele, Modena

Cinema Adriano Roma

Cinema Adriano,Roma

Cinema Arena Follie estive Firenze

Cinema Arena Follie estive,Firenze

Cinema Ariosto Bologna

Cinema Ariosto,Bologna

Cinema Odeon Catania ingresso

Ingresso del cinema Odeon di Catania

Cinema Politeama Lucioli Terni interno

Interno del Cinema Politeama Lucioli di Terni

Sala Cine Cappuccini Genova

Sala di proiezione del cinema Cappuccini di Genova

Sala Cine Cinema Barberini Roma

Sala di proiezione del cinema Barberini di Roma

Sala Cine Iris Piacenza

Sala di proiezione del cinema Iris di Piacenza

Sala Cine Manzoni Paderno (Udine)

Sala di proiezione del cinema Manzoni di Paderno,(Udine)

Sala Cine Teatro Esperia Alacamo

Sala di proiezione del cinema teatro Esperia di Alcamo (Trapani)

Sala Cinema  Moderno Sarzana

Sala di proiezione del cinema Moderno di Sarzana (La Spezia)


Cinema:pensieri,parole e parolacce-Parte ventesima

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E siamo a quota venti.Tante sono,ad oggi,le puntate della rubrica più seguita di Filmscoop,ideata da shewolf.400 citazioni tratte da film di ogni epoca e di ogni genere,che hanno incontrato il favore di tanti lettori.Sono tutte affascinanti,ma se dovessi sceglierne una opterei per “La fede è quella sorprendente facoltà data all’uomo che ci dà la capacità di credere in cose che noi sappiamo essere false”,tratta dal film di Herzog Nosferatu.Frase forse cinica,ma che condivido appieno.Il mio solito grazie a shewolf per la passione che mette e trasmette con le sue creazioni.

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1 Ginger e Fred foto

Non c’è più nessun dubbio ormai che discendiamo dalle scimmie.
Il guaio è che non siamo più capaci di risalire fino a loro.

Dal film Ginger e Fred di Federico Fellini (1985)

2 Amici miei - Atto II foto

Firenze, 5 ottobre 1966.
Oggi, 5 ottobre, ho traslocato in casa d’un amico del babbo.
– Che è?
– Il diario che la signora maestra ci fa tenere alla fine di ogni giornata.
– Brava, intelligente codesta maestrina.
Lui dice di essere conte ma, invece, sta in uno seminterrato alla giapponese, tutto ghiaccio e umido, senza telefono, senza acqua calda, col cesso coi piedoni e un fornelletto dove la moglie ci ha cucinato una frittatina di due uova che abbiamo mangiato in tre, più un rinforzino – come lo chiama lui – di nove olive di numero, mezz’etto di stracchino e un quarto di vino sfuso. Tutto, vito e alloggio, per 150.000 lire. E mi pare proprio una rapina anche se lui per fare il conte chiama castello un aggeggio di tre locali…
– Loculi.
… di tre loculi, dove mi toccherà dormire assieme alla moglie, una donnetta secca e rifinita come il suo nome, Alice, e alla figlia Mela che, per fortuna, non da noia perché è un’handicappata incapace di camminare e parlare alla sua età. Io dico che codesto conte o è un gran bugiardo o si è ridotto proprio come un disperato.
– 10 e lode.

Dal film Amici miei – Atto II di Mario Monicelli (1982)

3 Danza macabra foto

Toglimi con il tuo calore dal mio freddo senza speranza.

Dal film Danza macabra di Bruno Corbucci (1964)

4 Nosferatu, principe della notte foto

La fede è quella sorprendente facoltà data all’uomo che ci dà la capacità di credere in cose
che noi sappiamo essere false.

Dal film Nosferatu, principe della notte di Werner Herzog (1978)

5 Nuovo cinema Paradiso foto

Io scelgo i miei amici per il loro aspetto e i miei nemici per la loro intelligenza.

Dal film Nuovo Cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore (1988)

6 Una pistola per Ringo foto

Mai cercarsi guai, vengono da soli!

Dal film Una pistola per Ringo di Duccio Tessari (1965)

7 Dal film Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l'amico misteriosamente scomparso in Africa foto

– Spero che il mercenario abbia trovato Titino e l’abbia ammazzato!
– Questa speranza è l’unico sentimento che ci accomuna, ragioniere.
Per tutto il resto io la disistimo. Lei ha reso ancora più sgradevole
questo schifo di viaggio in questo schifosissimo paese.
– Non l’amiamo più l’Africa?

Dal film Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa? di Ettore Scola (1968)

8 L'angelo sterminatore foto

Questo ho sempre odiato nella vita: la maleducazione, la violenza, la sporcizia.
E adesso sono nostre compagne inseparabili… . È preferibile la morte a questa abietta promiscuità.

Dal film L’angelo sterminatore di Luis Buñuel (1962)

9 Nai panni di una bionda foto

– Lo sai quanti poveri animali hanno dovuto uccidere per fare questa pelliccia?!
– E tu lo sai quanti ricchi animali mi sono dovuta scopare per comprarmela?!

Dal film Nei panni di una bionda di Blake Edwards (1991)

10 Amore e guerra foto

Boris tenta ogni giorno il suicidio. Ieri meditava di togliersi la vita respirando sotto le ascelle di uno zingaro.

Dal film Amore e guerra di Woody Allen (1975)

11 Nude... si muore foto

Forse non sono stato un buon amministratore ma c’è di più: mi sono molto affezionato
al patrimonio che è rimasto e per tenerlo, lo capisci, non c’è che una soluzione…
Tu non avrai mai 18 anni!

Dal film Nude… si muore di Anthony Dawson (1968)

12 Il cielo sopra Berlino foto

Il tempo guarirà tutto. Ma che succede se il tempo stesso è una malattia?

Dal film Il cielo sopra Berlino di Wim Wenders (1987)

13 La pantera rosa

Non fidarti di un uomo che non ama gli animali.
E non ti fidare di un animale che non ama gli esseri umani.

Dal film La Pantera Rosa di Blake Edwards (1963)

14 Tutti i colori del buio foto

Anche la paura ha un senso. Tu lo devi trovare e la paura scomparirà.

Dal film Tutti i colori del buio di Sergio Martino (1972)

15 Anonimo veneziano foto

Sarà andato tutto a rotoli, ma nessuno ha mai fatto l’amore come noi due.

Dal film Anonimo veneziano di Enrico Maria Salerno (1970)

16 C'eravamo tanto amati foto

Vincerà l’amicizia o l’amore? Sceglieremo di essere onesti o felici?

Dal film C’eravamo tanto amati di Ettore Scola (1974)

17 The doors foto

Le poesie hanno i lupi dentro, salvo una, la più meravigliosa di tutte.
Lei danza in un cerchio di fuoco e si sbarazza della sfida con una scrollata.

Dal film The Doors di Oliver Stone (1991)

18 Un uomo, una donna foto

Ci sono certe domeniche che cominciano bene e finiscono male.
È incredibile, però, non è possibile impedirsi di essere felici.

Dal film Un uomo, una donna di Claude Lelouch (1966)

19 Memorie di una geisha foto

Al tempio c’è una poesia intitolata “La mancanza”, incisa nella pietra.
Ci sono tre parole, ma il poeta le ha cancellate.
Non si può leggere la mancanza, solo avvertirla.

Dal film Memorie di una geisha di Rob Marshall (2005)

20 Per un pugno di dollari foto

Quando l’uomo con il fucile incontra l’uomo con la pistola, l’uomo con la pistola è un uomo morto.

Dal film Per un pugno di dollari di Sergio Leone (1964)

 

 

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1 Ginger e Fred locandina

2 Amici miei - Atto II locandina

3 Danza macabra locandina

4 Nosferatu, principe della notte locandina

5 Nuovo cinema Paradiso locandina

6 Una pistola per Ringo locandina

7 Dal film Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l'amico misteriosamente scomparso in Africa locandina

8 L'angelo sterminatore locandina

9 Nai panni di una bionda locandina

10 Amore e guerra locandina

11 Nude... si muore locandina

12 Il cielo sopra Berlino locandina

13 La pantera rosa locandina

14 Tutti i colori del buio locandina

15 Anonimo veneziano locandina

16 C'eravamo tanto amati locandina

17 The doors locandina

18 Un uomo, una donna locandina

19 Memorie di una geisha locandina

20 Per un pugno di dollari locandina



Nessuno è perfetto

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Nessuno è perfetto locandina 1

Un giovane vedovo,Guerrino,proprietario di un’azienda vinicola,dopo la morte della moglie vive sotto lo stesso tetto con la suocera.
La quale non tanto segretamente vorrebbe diventare l’amante dell’uomo,che per questo motivo è deriso apertamente dai suoi amici tra i quali
si distingue lingua profonda.
Una sera,in palese imbarazzo con l’invadente suocera che le si è infilata nel letto,Guerrino approfittando di una telefonata esce di casa,destinazione Milano.
Qui incontra per la prima volta la splendida Chantal,una modella;la segue in albergo e per un fortuito caso beve un bicchiere colmo di barbiturici che la donna aveva preparato per se.
Tra Guerrino e Chantal nasce ben presto un affetto profondo,ma l’uomo non sa che in realtà Chantal,prima di diventare donna,era un paracadutista tedesco.
I due convolano a nozze,ma ben presto Guerrino inizia a rendersi conto che in sua moglie c’è qualcosa che non quadra;la donna ha una forza fisica davvero notevole ma sopratutto si irrigidisce quando le lui le confessa di desiderare un figlio,opponendo un netto rifiuto.
Sarà sua suocera a svelargli la verità.

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Il colpo per Guerrino è durissimo;è innamorato di sua moglie,ma non riesce ad accettare almeno all’inizio l’identità sessuale precedente della moglie.
Ma nonostante le risate di scherno e gli sfottò degli amici e gli intrighi della suocera Guerrino scoprirà di non pter fare a meno di Chantal.
Nel finale anzi deciderà di adottare il figlio della donna,avuto da una relazione precedente quando era ancora un uomo.
Gradevole commedia firmata dal lucano Pasquale Festa Campanile,Nessuno è perfetto ha una caratteristica che la distingue dalla massa amorfa di pellicole dei primi anni ottanta,ovvero una completa assenza di volgarità.
Il che,visti i tempi che correvano,era davvero oro colato.
Costruita su un binomio di grande successo cinematografico,il duo Pozzetto-Ornella Muti,rispettivamente re e regina del box office (Sono fotogenico,Fico d’India e Mia moglie è una strega per Pozzetto nel biennio 80-81 e Il bisbetico domato,Innamorato pazzo per la Muti),Sono fotogenico gioca tutte le sue carte sulla simpatia innata che ispira Pozzetto e sullo charme e la grande bellezza di Ornella Muti,nel pieno del fulgore e del fascino.

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Di suo Festa Campanile ci mette la comprovata abilità nel dirigere commedie strutturate semplicemente,con un pizzico di ironia e tanto mestiere.
Reduce dai risultati altalenanti di Il ladrone,Qua la mano e Manolesta,Festa Campanile torna alla struttura classica della commedia inserendo la novità della love story tra un transessuale e un vedovo.
Il rischio di cadere nella volgarità ,con queste premesse,è altissimo;ma il regista di Melfi sceglie saggiamente una linea soft,usando un linguaggio pulito e una storia semplice ma imbastita alla perfezione.
Altra caratteristica specifica del film è l’ambientazione,che una volta tanto non è localizzata al sud.
Niente Sicilia e niente Calabria.
Ma la bergamasca,ritratta come provincia pettegola e farisea.

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Festa Campanile non usa la sciabola ma il fioretto;sembra quasi di vedere il suo sorriso indulgente stampato sul volto mentre dipinge,tratteggia i personaggi di lingua profonda,del play boy Nanni o peggio della perfida suocera del protagonista.
Per il film il regista sceglie un cast di comprimari di buon livello;c’è una bravissima Lina Volonghi nel ruolo della suocera un tantino sordida di Guerrino,Massimo Boldi in quello del linguacciuto tassista lingua profonda,Felice Andreasi in quello dell’amico fraterno e Gabriele Tinti in un insolito ruolo da play boy,ancora più insolito per un film a sfondo comico.
Niente nudità gratuite,niente volgarità,sorriso che aleggia per tutto il film.
Un buon viatico per un film sicuramente ben fatto,ben diretto e ben recitato.
Da vedere.

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Nessuno è perfetto

Un film di Pasquale Festa Campanile. Con Renato Pozzetto, Massimo Boldi, Ornella Muti, Lina Volonghi,Gabriele Tinti, Felice Andreasi Commedia, durata 105 min. – Italia 1981.

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Nessuno è perfetto banner protagonisti

Renato Pozzetto: Guerrino Castiglione
Ornella Muti: Chantal
Felice Andreasi: Enzo, l’amico fraterno di Guerrino
Massimo Boldi: il tassista pettegolo Lingua profonda
Gabriele Tinti: il commerciante e playboy Nanni
Benedetto Ravasio: lavoratore di Guerrino
Lina Volonghi: la suocera di Guerrino, madre della sua defunta prima moglie

Nessuno è perfetto banner cast

Regia Pasquale Festa Campanile
Soggetto Franco Ferrini, Enrico Oldoini, Bernardino Zapponi,
Sceneggiatura Franco Ferrini, Renato Pozzetto, Enrico Oldoini
Produttore Luigi De Laurentiis, Aurelio De Laurentiis e Achille Manzotti
Fotografia Alfio Contini
Montaggio Amedeo Salfa
Musiche Riz Ortolani
Scenografia Giantito Burchiellaro

Nessuno è perfetto banner recensioni

Opinioni tratte dal sito http://www.davinotti.com

Markus

“Nessuno è perfetto” è un film che adoro, forse perché girato in forma confidenziale e suggestiva, come accadde frequentemente nei Pozzetto-movies dei primi anni ottanta.
Pasquale Festa Campanile gira la pellicola a Bergamo ed offre a Pozzetto la possibilità di  far divertire con il suo umorismo surreale e pacato, ma dando spazio a note riflessive che possono deludere chi desideri la comicità pura: no, qui siamo in una pochade surreale… è giusto così! La Muti a film alterni funziona, qui è andata bene… Valido il commento musicale di Riz Ortolani.

Zender

Gradevole commedia con qualche difficoltà a sintetizzare le scene più divertenti. il ritmo, d conseguenza, non è dei più travolgenti e
l’eccesso di “momenti d’intimità” tra Pozzetto e la Muti non agevola in questo senso. Però il cast è ben scelto, Bergamo offre uno sfondo da perfetta vita provinciale del Nord (come fu per La poliziotta), caratteristi come Boldi e Andreasi funzionano e Lina Volonghi perfida suocera ha dei gran duetti col protagonista (che dopo aver bevuto due litri di grappa ci è finito pure a letto insieme). La Muti è in parte.

Trivex

Nel 1981 forse non era una “operazione” tanto frequente e nemmeno un tema così scontato e affrontato, questo. Festa Campanile però riesce nella missione possibile di elaborarlo con una discreta disinvoltura, grazie in larga parte all’irresistibile Pozzetto nella sua classica interpretazione (quella che ne ha fatto un mito).
La Muti è al massimo del fervore estetico e recita pure benino, molto “al miele” quando non tira cazzotti. Belle anche le location e la musica di Riz Ortolani (adeguatissima), che ti entra in testa con notevole facilità.

Nessuno è perfetto flano

“Uelà,ma a chi darai tutti questi pesci che prendi?
– A sua suocera no? Perchè tanto lei i pesci ce li ha già-

Te lo dico con le buone maniere: “Fuori dai coglioni!”.

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Ornella Muti sul set

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Renato Pozzetto

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Ornella Muti

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Lina Volonghi

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Felice Andreasi

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Nessuno è perfetto banner location

Nessuno è perfetto location  Biblioteca Civica cittadina A.Mai

La Biblioteca Civica A.Mai Bergamo oggi

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Piazza Vecchia,Bergamo nel film

Nessuno è perfetto location 1 Piazza vecchia Bergamo

Piazza Vecchia oggi

Nessuno è perfetto location cimitero civico di Bergamo 2

Il cimitero civico di Bergamo oggi

Nessuno è perfetto location cimitero civico di Bergamo

Il cimitero nel film

Nessuno è perfetto location Fontana Contarini

La Fontana Contarini oggi

Nessuno è perfetto location Villa Masnada

Villa Masnada,Bergamo oggi

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L’interno della villa Masnada nel film

Nessuno è perfetto Stazione di bergamo

La stazione di Bergamo

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La stazione nel film

Nessuno è perfetto locandina 2


Cinema:pensieri,parole e parolacce-Parte ventunesima

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Consueto appuntamento del week end con le citazioni cinematografiche,rubrica ideata e redatta da Dylva.Tutte frasi importanti,selezionate con molta cura come nello stile della nostra amica.Da qualche settimana ne scelgo una,che trovo particolarmente affascinante e questa volta scelgo una citazione spassosa e ironica,detta da Pozzetto in Nessuno è perfetto:”Senta, glielo dico gentilmente: si tolga dai coglioni…. ” Grazie a Dylva per il solito certosino lavoro svolto.

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1 La morte negli occhi del gatto foto

Troppa cultura non ha mai fatto bene a una donna e io elimino i rischi di diventare una donna troppo intelligente.

Dal film La morte negli occhi del gatto di Anthony Dawson (1973)

2 Charlot foto

Negli ultimi vent’anni ho capito cosa significa la felicità, vorrei poter scrivere di più sull’argomento
ma ha a che fare con l’amore e l’amore e la più bella di tutte le frustrazioni perchè è più di quanto
uno possa esprimere.

Dal film Charlot di Richard Attenborough (1992)

3 Anima persa foto

– A volte penso mi piacerebbe vivere dentro un rebus… .
– Perché non è così? Non viviamo tutti dentro un rebus?

Dal film Anima persa di Dino Risi (1977)

4 A Beautiful Mind foto

Io non credo nella fortuna, ma credo fermamente nell’assegnare un valore alle cose.

Dal film A Beautiful Mind di Rob Howard (2001)

5 Lo spaccone foto

Io non parlo mai ragazzo ma è proprio per questo che ti insegno a vivere!

Dal film Lo spaccone di Robert Rossen (1961)

6 Arancia meccanica foto

E’ buffo come i colori del vero mondo divengano veramente veri soltanto quando uno li vede sullo schermo.

Dal film Arancia meccanica di Stanley Kubrick (1971)

7 Tentazioni irresistibili foto

La vita ti sotterra di merda. Ci sono tradimenti, delusioni, sfighe…
so che fa male come una colonoscopia.

Dal film Tentazioni irresistibili di Stuart Bloomberg (2012)

8 Continuavano a chiamarlo Trinità foto

Mio nonno mi ha insegnato il segreto per avere una lunga vita: non fare niente che possa accorciarla!

Dal film Continuavano a chiamarlo Trinità di Enzo Barboni (1971)

9 Amici miei atto secondo foto

Hai hai hai! Ci troviamo di fronte ad un tipico caso di defecazio isterica,
si ha la chiara e netta sensazione di defecare, ma non esce nulla.
Bisogna operare subito!

Dal film Amici miei Atto II di Mario Monicelli (1982)

10 La maledizione dello Scorpione foto

– Tu odi ogni donna con un quoziente intellettivo sopra a cento.
– E so giudicare molto bene dal carattere. Infatti, odio te e odio
il cancelliere della Germania, quello con i baffetti.
Ma non in quest’ordine.

Dal film La maledizione dello Scorpione di Giada di Woody Allen (2001)

11 Nessuno è perfetto foto

Senta, glielo dico gentilmente: si tolga dai coglioni….

Dal film Nessuno è perfetto di Pasquale Festa Campanile (1981)

12 Lo strano vizio della signora Wardh foto

Ora so che cerchi di sfuggirmi…ma il tuo vizio è una stanza chiusa dal di dentro
e solo io ne ho la chiave.

Dal film Lo strano vizio della signora Wardh di Sergio Martino (1971)

13 1492 La conquista del paradiso foto

Le ricchezze non rendono l’uomo libero, lo rendono solo più occupato.

Dal film 1492 La conquista del paradiso di Ridley Scott (1992)

14 Il Padrino Parte II foto

Nella vita una sola cosa è certa: se la Storia ci ha insegnato qualcosa, è che si può uccidere chiunque.

Dal film Il Padrino Parte II di Francis Ford Coppola (1974)

15 La Terrazza foto

Quello che c’è di meglio in noi è soltanto quello che gli altri riescono ad immaginare di noi.

Dal film La Terrazza di Ettore Scola (1980)

16 La leggenda del pianista sull'oceano foto

Tu pensa a un pianoforte. I tasti iniziano. I tasti finiscono.
Tu lo sai che sono 88 e su questo nessuno può fregarti.
Non sono infiniti, loro. Tu sei infinito, e dentro quegli 88 tasti
la musica che puoi fare è infinita.

Dal film La leggenda del pianista sull’oceano di Giuseppe Tornatore (1998)

17 Amarcord foto

Mio nonno fava i mattoni, mio babbo fava i mattoni, faccio i mattoni anche me’,
ma la casa mia dov’è che l’è?

Dal film Amarcord di Federico Fellini (1973)

18 Training Day foto

La strada è tutta una questione di lacrime e sorrisi.
Devi tenere sotto controllo le tue lacrime e i tuoi sorrisi,
perché sono l’unica cosa che hai e che nessuno ti può togliere… 

Dal film Training Day di Antoine Fuqua (2001)

19 Mignon è partita foto

Signora, non siamo noi che facciamo tardi, è il tardi che arriva travestito da presto!

Dal film Mignon è partita di Francesca Archibugi (1988)

20 La regina Margot foto

– Vi cola sangue sul vestito.
– Che importa? Purché io abbia il sorriso sulle labbra.

Dal film La regina Margot di Patrice Chéreau (1994)

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1 La morte negli occhi del gatto locandina

2 Charlot locandina

3 Anima persa locandina

4 A Beautiful Mind locandina

5 Lo spaccone locandina

6 Arancia meccanica locandina

7 Tentazioni irresistibili locandina

8 Continuavano a chiamarlo Trinità locandina

9 Amici miei atto secondo locandina

10 La maledizione dello Scorpione locandina

11 Nessuno è perfetto locandina

12 Lo strano vizio della signora Wardh locandina

13 1492 La conquista del paradiso locandina

14 Il Padrino Parte II locandina

15 La Terrazza locandina

19 Mignon è partita locandina

20 La regina Margot locandina


Andavamo al cinema-Parte quinta

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In questa quinta parte della rubrica dedicata ai vecchi cinema italiani,molte sale di provincia.Quella provincia in cui spesso erano l’unica vera fonte di distrazione,luoghi di aggregazione sociale e posti in cui di dimenticava,almeno per due ore,la vita fuori dalle mura del cinema stesso.

Cine Radio City Roma

Cine Radio City,Roma

Cine Teatro Ausonia Terranova

Cine Teatro Ausonia,Terranova

Cine Teatro Belvedere Sestola

Cine Teatro Belvedere, Sestola (Modena)

Cine Teatro Bognanco

Cine Teatro di Bognanco (Verbano Cusio Ossola)

Cine Teatro Cagnoni Vigevano

Cine Teatro Cagnoni,Vigevano (Pavia)

Cine Teatro Centrone Gravina in Puglia

Cine Teatro Centrone,Gravina in Puglia (Bari)

Cine Teatro Comunale Cavalese

Cine Teatro Comunale,Cavalese (Trento)

Cine Teatro Don Bosco Vallecrosia

Cine Teatro Don Bosco,Vallecrosia (Imperia)

Cine teatro Garbatella Roma

Cine Teatro Garbatella,Roma

Cine Teatro Garibaldi Finale Emilia

Cine Teatro Garbaldi,Finale Emilia (Modena)

Cine Teatro Giardini Modena

Cine Teatro Giardini,Modena

Cine Teatro Lilli Perugia

Cine Teatro Lilli,Perugia

Cine Teatro Mignon Torino

Cine Teatro Mignon,Torino

Cine Teatro Moderno Crescentino (Vercelli)

Cine Teatro Moderno,Crescentino (Vercelli)

Cine Teatro Moderno Savignano

Cine Teatro Moderno,Savignano (Forli-Cesena)

Cine Teatro Politeama Piacenza

Cine Teatro Politeama,Piacenza

Cine Teatro Valentini Vibo Valentia

Cine Teatro Valentini,Vibo Valentia

Cine Teatro Vallesina Angeli di Rosora (An)

Cine Teatro Vallesina,Angeli di Rosora (Ancona)

Cine Teatro Verdi Pordenone

Cine Teatro Verdi,Pordenone

Cine teatro Vittorio Veneto Ponte Buggianese

Cine Teatro Vittorio Veneto,Ponte Buggianese (Pistoia)

Cinema Alba Costigliole d'Asti

Cinema Alba,Costigliole d’Asti

Cinema Ariston Bovalino

Cinema Ariston,Bovalino (Reggio Calabria)

Cinema Ariston Penne

Cinema Ariston, Penne (Pescara)

Cinema Astra Cassano Magnago

Cinema Astra,Cassano Magnago (Varese)

Cinema Excelsior Milano

Cinema Excelsior,Milano

Cinema Olimpia Modena ingresso

Ingresso del Cinema Olimpia di Modena

Cinema Politeama Piacenza ingresso

Ingresso del cinema Politeama di Piacenza

Sala Cine Cinema Di Giulio Brindisi

Sala di proiezione del cinema Di Giulio di Brindisi

Sala Cine Cinema Splendor Torino

Sala di proiezione del cinema Splendor di Torino

Sala Cine Cinema Teatro Monterosa Torino

Sala di proiezione del cinema Monterosa di Torino


Corpo d’amore

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Corpo d'amore locandina 3

Giacomo è un sessantenne con un figlio adolescente di quattordici anni;da lui è separato non solo dalla notevole differenza di età
ma anche da un lunghissimo periodo di separazione.
I due in pratica sono quasi degli estranei,che non hanno un dialogo benchè minimo in mancanza di quell’affiatamento che si crea tra
padre e figlio con il frequentarsi quotidiano.
In vacanza assieme,i due scoprono praticamente di non conoscersi affatto;a complicare le cose ci si mette anche l’ambiente,
apparentemente ostile e desolato.Siamo infatti in un periodo indecifrabile forse inizio primavera o inizio autunno,la spiaggia che hanno scelto
è deserta.
Il clima tra i due,complice la noia e le abissali differenze di cultura,educazione e i rispettivi vissuti ben presto diventa ostile.
Ma a cambiare il loro rapporto arriva una ragazza senza nome,che i due trovano priva di sensi su una spiaggia.
La ragazza quando rinviene,non comunica nella loro lingua,ma ben presto diviene oggetto del contendere tra padre e figlio,che ciascuno
dei due ama a modo proprio.

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Giacomo e il ragazzo provano a comunicare con lei,che però non capisce;i discorsi che loro le fanno sembrano assolutamente privi di effetto,quasi dei soliloqui in cui si confessano con lei,non potendo (o non volendo) farlo fra di loro.
Ma tra i due si inserisce improvvisamente un uomo che,conoscendo la lingua della ragazza,la sottrae all’affetto un po morboso che Giacomo e suo figlio mostrano per la sconosciuta.
Che a sua volta sembra apprezzare molto più lo straniero.Padre e figlio a questo punto trovano un elemento insospettabile ad unirli;la gelosia verso l’ultimo arrivato che sta sottraendo loro la bella sconosciuta.
Fanno fronte comune e lo uccidono.
Ora hanno finalmente trovato un punto in comune…
Corpo d’amore,film del 1972 diretto da Fabio Carpi è opera complessa,enigmatica e spesso ermetica.

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Corpo d'amore 4
Ma non per questo priva di un sottile fascino.
A dispetto dei lunghi silenzi,delle pause,dell’atmosfera rarefatta e dell’assoluta incomunicabilità che si evince sia dai rapporti tra padre e figlio sia in quelli con la sconosciuta,
Corpo d’amore regala qualche momento di gran fascino unito però ad un certo tedio che scaturisce proprio dall’evidente impossibilità
di un dialogo tra i tre,reso esplicito anche dalla mancanza di una lingua comune che permetta ai personaggi di capirsi.
Chi è la bella sconosciuta,qual’è il suo passato,qual’è la portata dei sentimenti che nutre nei confronti della “strana coppia” restano domande insolute,
a tutto vantaggio di un film criptico e aperto a qualsiasi interpretazione.
Una delle chiavi di lettura del film è il conflitto non generazionale,ma di personalità tra i due protagonisti.
Rigido e austero,quasi inflessibile Giacomo,titubante e incerto il ragazzo.
Dialogo impossibile quindi,ma comunità d’intenti quando a sorpresa troveranno uno scopo identico nell’individuazione del nemico,quello straniero che riesce in poco tempo a rapire l’attenzione del “corpo d’amore“,la ragazza sconosciuta e affascinante che li ascolta imperturbabile,che forse qualcosa capisce di loro e delle espressioni che usano ma che non da alcun segno di intenderli.
Fabio Carpi,molto più conosciuto come sceneggiatore che come regista è qui alla prima delle sue dodici direzioni,nessuna delle quali di grande fama.
Il futuro sceneggiatore di Vedo nudo,di Diario di una schizofrenica,di Bronte: cronaca di un massacro che i libri di storia non hanno raccontato dirige un film in forte chiaro-scuro.

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Troppe pause,troppi silenzi,troppi dialoghi che potremmo definire veri monologhi e l’aria alla Jonesco affliggono un film che parte da un’idea non certo originale, quella di descrivere un rapporto conflittuale tra padre e figlio.
L’espediente di inserire una donna come pomo della discordia lo è ancora meno,anche se questa volta la novità è rappresentata
dal fatto che la donna non sembra apparentemente in grado di capire o di comunicare.
Tuttavia un certo fascino il film lo conserva e alla lunga il giudizio può dare la sufficienza quanto meno agli intenti se non al risultato finale.
Bene gli attori,molto bella e brava la Farmer e Capolicchio.
Location malinconica e fotografia di gran fascino.
Film praticamente invisibile e di difficilissima reperibilità.

Corpo d’amore

Un film di Fabio Carpi. Con Mimsy Farmer, Lino Capolicchio, François Simon, Giovanni Rosselli, Vittorio Fanfoni Drammatico, durata 105 min. – Italia 1973.

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Corpo d'amore banner protagonisti

Mimsy Farmer … La sconosciuta
François Simon … Giacomo,il padre
Giovanni Rosselli … Il figlio di Giacomo
Lino Capolicchio … Lo straniero

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Regista: Fabio Carpi
Sceneggiatura: Fabio Carpi,Luigi Malerba
Produzione: Giulio Scanni
Fotografia: Vittorio Storaro
Montaggio: Paolo Boccio
Costumi: Fortunato Frasca

Corpo d'amore banner recensioni

L’opinione di Sasso67 dal sito http://www.filmtv.it

Kammerspiel girato quasi del tutto all’aperto, in odore di incomunicabilità (tra padre e figlio) di derivazione antonioniana. Padre e figlio – entomologo razionalista  e tassonomico il primo, insicuro e critico il ragazzo – non riescono quasi a parlarsi, se non nei termini di un continuo dissidio, dovutro anche alla grande differenza d’età: l’uomo ha 62 anni e il ragazzo 15. I due collaborano temporaneamente quando trovano una ragazza svenuta sulla spiaggia, salvo dividersi nuovamente quando entrambi si innamorano della straniera (il corpo d’amore del titolo): il ragazzo l’avrà per sé durante il giorno e l’adulto la notte. Sarà solo il crimine a creare una vera identità d’intenti e di sentimenti tra padre e figlio,
fino a farli diventare, per la prima volta, un corpo solo (anche questo, il corpo d’amore del titolo).
Opinioni tratte dal sito http://www.davinotti.com

Homesick

In un semideserto paesaggio marino fotografato da Storaro con toni caldi ed avvolgenti, Carpi mette in scena un’opera colta e sensuale – echeggiante Antonioni e Bergman – sull’incomunicabilità tra padre e figlio, prima opposti e lontani, poi rivali in amore e complici nel delitto. I dialoghi, dominatori dei titoli di testa, cedono spesso il posto a lunghi silenzi, monologhi interiori e intensi primi piani del volto delicato della Farmer, che si esprime in una lingua sconosciuta. Volti opportunamente comuni quelli dei due protagonisti; fulminea ma incisiva la presenza di Capolicchio.
Lucius

Non posso esprimermi sul regista perché le regole lo vietano, mi limiterò a dire che è un film inguardabile; o meglio, sarebbe guardabile se privato di audio e questa la dice tutta sulla sua riuscita.
Fanno più scena la Farmer muta e il cameo di Capolicchio in tuta da sub che tutto il resto (le spiagge ovviamente brillano di luce propria). Dialoghi estenuanti, ripetivivi, roboanti e tediosi e tanta pellicola sprecata.
Nessun significato metaforico; solo un film indecifrabile, di rara bruttura.
Fauno

Come film non mente, ma se il premio Nobel della psicanalisi gli desse un bel voto, io non lo imiterei. Se la fotografia può compensare la staticità del film, la cultura non solo non potrebbe tappare le falle di un individuo carente
in tutti gli ambiti (pur essendo cattedrattico), ma ne uscirebbe ridicolizzata, a pezzi. Fra l’altro il comportamento che ha e trasmette al figlio verso questa straniera, mette in luce la frustrazione per un sogno irrealizzabile,
se non tramite una violenza ancora più ridicola. Se lui è un debole, non doveva neanche riprodursi.
I dialoghi letterari, i pensieri ad alta voce dei due protagonisti, anch’essi di derivazione letteraria, alla lunga stancano.

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Corpo d'amore foto 3

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Cinema:pensieri,parole e parolacce parte ventiduesima

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Appuntamento con il thread più seguito di Filmscoop,quello aggiornato dalla mia bella amica Dylva dedicato alle citazioni cinematografiche.Un appuntamento ormai tradizionale del week end,con venti frasi selezionate con cura fra le quali,questa settimana,opto per  quella tratta dal misconosciuto,sfortunatissimo e altrettanto bel film di Cimino I cancelli del cielo.Recita testualmente:”- Dimmi, James. Li ricordi, tu, i bei giorni andati?
– Ogni anno che passa, sempre di più.” Una bella frase,vera sopratutto.Grazie a Dylva e a voi…

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1 Matrimonio all'italiana foto

Li conoscete quei bassi? Ai Vergini, a Forcella, ai Tribunali, al Pallonetto. Neri, affumicati,
dove l’estate non si respira… dove non ci stanno luci nemmeno a mezzogiorno.
In uno di quei bassi ci stavo io, con la famiglia mia. Quanti eravamo… una folla!
La famiglia mia non lo so che fine ha fatto, non lo voglio sape’, non lo ricordo.
Sempre con la faccia voltata! Sempre in urto l’uno con l’altro!
Ci coricavamo senza dirci buonanotte e ci svegliavamo senza dirci buongiorno.
E u’ calure… u’ calure… la sera ci mettevamo intorno alla tavola un piatto grosso
con non so quante forchette. Una sola volta mio padre si interessò di me.
Quando me lo ricordo, tremo. Tenevo sedici anni, disse: “Ti sei fatta grande e qua non ci sta da mangiare, tu lo sai?”.
Sedici anni… passavano le signorine vestite bene con certe belle scarpe e io guardavo. Passavano sotto braccio ai fidanzati.
Ci stava uno che qualche volta mi aiutava: un fornaio. Mi dava i taralli, il pane fresco…
d’inverno quel forno era un sollievo. Ma mio padre aveva ragione, mi ero fatta grande.
Se ne accorse pure il fornaio.

Dal film Matrimonio all’italiana di Vittorio De Sica (1964)

2 Pane e tulipani foto

– Nonno, cos’è che ti consuma?
– Nulla, Eliseo, nulla.
– So che le tue parole mi suoneranno oscure, ma un giorno capirò. Me l’hai detto tante volte.
– Ciò che mi consuma è la mia stoltezza… . Ancora una volta la felicità ha battuto invano
alla mia porta.
– E tu non hai aperto?
– Sono stato sordo. E ora languo.

Dal film Pane e tulipani di Silvio Soldini (1999)

3 Il tuo vizio è una stanza chiusa e solo io ne ho la chiave foto

E’ facile per questi giovani essere qualcosa dal momento che, con tanta evidenza,
non sono niente.

Dal film Il tuo vizio è una stanza chiusa e solo io ne ho la chiave di Sergio Martino (1972)

4 Wilde foto

In questo mondo ci sono solo due tragedie: la prima è quella di non ottenere ciò che si vuole,
la seconda è di ottenerlo.

Dal film Wilde di Brian Gilbert (1997)

5 Caro Michele foto

È proprio vero che ci si può innamorare di qualunque persona: anche della più buffa,
strana, triste.

Dal film Caro Michele di Mario Monicelli (1976)

6 Il nascondiglio foto

Mi stia a sentire: lei non è qui per fare indagini su una storia che tutti vogliono
dimenticare.

Dal film Il nascondiglio di Pupi Avati (2007)

7 Gente comune foto

Un piccolo consiglio sui sentimenti, ragazzo: non aspettarti che siano sempre una gioia.

Dal film Gente comune di Robert Redford (1980)

8 Qualcosa è cambiato foto

La cosa che rende tutto difficile non è che per te sia andata male.
Ti fa più incazzare che per tanti altri sia andata bene.

Dal film Qualcosa è cambiato di James L. Brooks (1997)

9 Il principe e la ballerina foto

– I suoi occhi… laghi gemelli di gioia e d’ebbrezza in cui ogni uomo
sarebbe felice di annegare.
– In quale dei due?

Dal film Il principe e la ballerina di Lawrence Oliver (1957)

10 Anche gli angeli mangiano fagioli foto

Io aiutavo i vecchi e i minorati ad attraversare la strada, e poi in pieno traffico
gli sfilavo i portafogli, e li piantavo li come i chiodi.

Dal film Anche gli angeli mangiano fagioli di Enzo Barboni (1973)

11 Ricomincio da tre foto

Cioè a me non c’era nemmeno bisogno ‘e me torturà.
A me bastava ca dicevano sulamente: guarda che se non parli forse ti torturiamo, immediatamente parlavo,
scrivevo, si nun capivano facevo ‘nu disegno!

Dal film Ricomincio da tre di Massimo Troisi (1981)

12 Sette chili in sette giorni foto

Azotemia magnifica, glicemia eccezionale, colesterolo delicatissimo,
trigliceridi fantastici, urine meravigliose. Complimenti!

Dal film Sette chili in sette giorni di Luca Verdone (1986)

13 Alla mia cara mamma nel giorno del suo compleanno foto

Un’amante fedele, un bagno di lussuria… una gran cagata!

Dal film Alla mia cara mamma nel giorno del suo compleanno di Luciano Salce (1974)

14 Signori si nasce foto

I domestici sono nemici pagati. Io il mio non lo pago per non offenderlo.

Dal film Signori si nasce di Mario Mattòli (1960)

15 Shining foto

Wendy, tesoro, luce della mia vita! Non ti farò niente.
Solo che devi lasciarmi finire la frase.
Ho detto che non ti farò niente. Soltanto, quella testa te la spacco in due,
quella tua testolina te la faccio a pezzi!

Dal film Shining di Stanley Kubrick (1980)

16 Indocina foto

Forse la giovinezza non è altro che credere che il mondo sia fatto di cose inseparabili:
gli uomini e le donne, le montagne e le pianure, gli esseri umani e gli dèi,
l’Indocina e la Francia.

Dal film Indocina di Régis Wargnier (1992)

17 Sorrisi di una notte d'estate foto

Sta’ molto attenta alle buone azioni, cara.
In primo luogo costano troppo, e poi non sono mai sincere.

Dal film Sorrisi di una notte d’estate di Ingmar Bergman (1955)

18 I cancelli del cielo foto

– Dimmi, James. Li ricordi, tu, i bei giorni andati?
– Ogni anno che passa, sempre di più.

Dal film I cancelli del cielo di Michael Cimino (1980)

19 Il tassinaro foto

Un little precisation America. Voi americani dite sempre la parola bastardo,
lo sai perché? V’o dico io. Perché c’avete una lingua molto, ma molto povera.
Perché se io mi volessi abbassare a rispondere al tuo bastard,
che a noi ce fa proprio ride, io ti potrei dare: del figlio di madre ignota,
del rotto nel posteriore, ti potrei mandare a fare nel medesimo,
potrei fare appello anche ai tuoi morti, con eventuale partecipazione
de tu’ nonno in carriola, opzionale, e coinvolgere tua sorella,
notoriamente incline allo smandrappo e all’uso improprio della bocca,
e allargà il discorso a quel grandissimo Toro Seduto de tu’ padre,
a sua volta figlio di una città di cinque lettere cantata da Omero,
che tu ‘n sai manco chi era perché sei ignorante. Are you ignorant!

Dal film Il tassinaro di Alberto Sordi (1983)

20 La locanda della sesta felicità foto

Una vita tracciata è una vita chiusa, può essere sopportata ma non può essere vissuta.

Dal film La locanda della sesta felicità di Mark Robson (1958)

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1 Matrimonio all'italiana locandina

2 Pane e tulipani locandina

3 Il tuo vizio è una stanza chiusa e solo io ne ho la chiave locandina

4 Wilde locandina

5 Caro Michele locandina

6 Il nascondiglio locandina

7 Gente comune locandina

8 Qualcosa è cambiato locandina

9 Il principe e la ballerina locandina

10 Anche gli angeli mangiano fagioli locandina

11 Ricomincio da tre locandina

12 Sette chili in sette giorni locandina

13 Alla mia cara mamma nel giorno del suo compleanno locandina

14 Signori si nasce locandina

15 Shining locandina

16 Indocina locandina

17 Sorrisi di una notte d'estate locandina

18 I cancelli del cielo locandina

19 Il tassinaro locandina

20 La locanda della sesta felicità locandina


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